La Milne Cup: Due arcipelaghi, una passione

Questo antico trofeo ci ricorda che, nelle sue espressioni più pure e autentiche, il football rimane un potente veicolo di tradizione, orgoglio e senso di appartenenza. Una lezione che il calcio moderno farebbe bene a ricordare.

Ai confini settentrionali della Scozia, là dove la terra cede il passo al mare impetuoso del Nord Atlantico, due arcipelaghi si fronteggiano in una sfida tanto antica quanto il calcio stesso. Le Shetland e le Orkney, terre battute da venti implacabili e avvolte da nebbie misteriose, custodiscono una rivalità calcistica che va ben oltre il semplice sport. Qui, una volta all’anno, si disputa una partita che per gli isolani vale più di una finale dei Mondiali: la Milne Cup.

Le terre dei vichinghi

Per comprendere appieno il significato di questa competizione, dobbiamo prima fare un piccolo ripasso della storia e della geografia di queste isole remote. Le Shetland rappresentano l’avamposto britannico abitato più a nord. Le Orkney, note in italiano come Orcadi, si trovano più vicine alla costa scozzese. Entrambi gli arcipelaghi contano una popolazione simile, con le Orkney che ospitano circa un migliaio di abitanti in meno.

Questi territori portano ancora oggi i segni tangibili della colonizzazione norvegese. Furono basi strategiche per i temuti vichinghi, che da qui salpavano per le loro incursioni verso sud. Il retaggio norreno è evidente nel motto delle Shetland, in antico norvegese: “Með lögum skal land byggja” (Questa terra sarà costruita dalla legge). La bandiera delle Orkney, quasi identica a quella della Norvegia, è un’ulteriore testimonianza di questo passato condiviso.

La nascita di una leggenda

La storia della Milne Cup affonda le sue radici agli albori del calcio moderno, in un’epoca in cui le regole del football e del rugby non erano ancora nettamente separate. Fu Bailie Milne, primo presidente dell’Aberdeen, a dare vita a questa leggenda nel 1908, mettendo in palio un trofeo per l’incontro annuale tra i capoluoghi dei due arcipelaghi: Kirkwall per le Orkney e Lerwick per le Shetland.

Ma il calcio era già sbarcato su queste isole vent’anni prima. La prima partita di cui si ha notizia risale al 1887, quando il Lerwick FC affrontò una squadra di operai di Edimburgo. L’incontro, che vedeva i padroni di casa in vantaggio per 2-1, si concluse prematuramente per lo scoppio dell’unico pallone disponibile, tra il disappunto generale degli spettatori.

La prima sfida tra squadre dei due arcipelaghi avvenne nel 1901, con il Lerwick che si impose per 2-0 sul Kirkwall. Ma fu solo nel 1908 che questa rivalità assunse i contorni della leggenda con l’istituzione della Milne Cup.

L’evoluzione di un classico

Le prime edizioni della Milne Cup videro protagoniste le squadre di club. Nel 1908, il Lerwick travolse il Kirkwall per 5-1, ma l’anno successivo gli orcadiani si presero la rivincita con un emozionante 4-3 dopo i tempi supplementari. Il 1912 segnò un punto di svolta: lo 0-0 tra i due club portò all’introduzione della regola che, in caso di pareggio, il trofeo sarebbe rimasto alla squadra detentrice – una norma che rimarrà in vigore fino al 2019.

Dal 1913, la Milne Cup assunse il formato che conosciamo oggi: una sfida tra le rappresentative dei due arcipelaghi, con giocatori selezionati dai rispettivi commissari tecnici tra i calciatori delle leghe locali. Questa formula ha resistito al passare del tempo, interrotta solo dalle due guerre mondiali e, curiosamente, nel 1975, quando le federazioni non riuscirono a trovare un accordo sulla data dell’incontro.

Nebbia, rivalità e passione

La Milne Cup non è mai stata una competizione banale. La sua storia centenaria è costellata di aneddoti che ne accrescono il fascino. Ben quattro edizioni hanno dovuto essere posticipate a causa della nebbia: nel 1971, 1990, 1995 e 2001. L’edizione del 1971 è entrata nella leggenda: prevista per il 2 agosto, dovette essere rinviata all’anno successivo poiché non si trovò un giorno senza nebbia prima dell’arrivo del gelido inverno.

Dal 1968 al 1973, la Milne Cup fu inglobata nella North Atlantic Cup, una competizione voluta da un facoltoso uomo d’affari delle Isole Faroe, che mise in palio un trofeo da disputarsi annualmente tra i tre arcipelaghi. Tuttavia, le sfide tra Shetland e Orkney continuarono a valere per il trofeo più antico e prestigioso.

Shetland 1925

Incontri epici e record memorabili

Nella memoria collettiva degli appassionati, alcune partite della Milne Cup sono rimaste impresse come vere e proprie battaglie epiche. I tifosi più anziani raccontano ancora oggi del match del 1963, quando le Shetland si imposero in trasferta con un incredibile 9-7. Nel 2000, le Orkney subirono un’umiliante sconfitta casalinga per 7-0, parzialmente vendicata nel 2018 con un 5-1 che rappresenta la seconda maggior vittoria delle Orcadi nella storia della competizione, dopo il 7-1 del 1972.

Il 2019 ha segnato un altro capitolo memorabile: per la prima volta, in caso di pareggio, si è ricorsi ai calci di rigore. Le Shetland, salvate da un autogol nei minuti di recupero, si sono poi imposte dal dischetto, negando alle Orkney una vittoria in trasferta che mancava dal lontano 1981.

Il 2021 ha finalmente spezzato questo tabù: dopo 40 anni esatti, le Orkney sono riuscite a espugnare il Seafield di Lerwick. In una gelida giornata di fine luglio, Liam Delday è diventato l’eroe dei “rossi”, regalando la 103esima edizione della Milne Cup alle Orkney con un gol nel secondo tempo supplementare.

Un equilibrio… sbilanciato

Nonostante momenti di gloria per entrambe le parti, i numeri della Milne Cup pendono nettamente a favore delle Shetland. L’arcipelago più settentrionale si è aggiudicato il trofeo per ben 63 volte, con un dominio quasi assoluto negli ultimi decenni del XX secolo: 13 vittorie consecutive dal 1991 al 2003. Le Orkney possono vantare 42 trofei, con un record di 5 vittorie consecutive tra il 1958 e il 1962. (dati del 2023).

Questa disparità, tuttavia, non ha mai scalfito l’entusiasmo e la passione che circondano l’evento. Anzi, ha contribuito ad alimentare il desiderio di rivalsa delle Orkney, rendendo ogni loro vittoria ancora più dolce e celebrata.

Orkney 1962

Più di una partita, un’identità

Entrambe le isole aspettano con impazienza la partita, una vittoria significa tutto“, afferma Mike Lynch, segretario dei Kirkwall Hotspurs, il principale club delle Orkney. Le sue parole catturano l’essenza di ciò che la Milne Cup rappresenta per queste comunità insulari.

La competizione trascende le generazioni e unisce gli abitanti in un sentimento comune di orgoglio e appartenenza. “Qui puoi chiedere a un bambino di 8 o 9 anni o ad un anziano, tutti ti risponderanno che la Milne Cup è la competizione più importante e che vincerla ha un significato enorme“, continua Lynch. Mentre le partite di campionato attirano poche centinaia di spettatori, la Milne Cup ne richiama migliaia, trasformando l’evento in una vera e propria celebrazione comunitaria.

Rivalità e rispetto

Ciò che rende la Milne Cup davvero speciale è il modo in cui combina una feroce rivalità sportiva con un profondo rispetto reciproco. Nonostante l’intensità della competizione sul campo, la tradizione vuole che dopo la partita tutti i giocatori si riuniscano per mangiare e bere insieme, in una sorta di “terzo tempo” mutuato dal rugby. “Fa parte del rendere questo un grande giorno per tutti e mantenere viva la rivalità“, spiega Lynch.

Questa miscela unica di competizione e cavalleria, radicata nelle storie di vichinghi e avvolta nella nebbia dell’Atlantico del Nord, rende la Milne Cup un appuntamento annuale imprescindibile. È più di una semplice partita di calcio: è l’espressione dell’identità e della storia di due affascinanti arcipelaghi, uniti e divisi da una palla che rotola su campi battuti dal vento.

In un’epoca in cui il calcio sembra sempre più dominato da interessi economici e globalizzazione, la Milne Cup ci ricorda che, nelle sue espressioni più pure e autentiche, questo sport rimane un potente veicolo di tradizione, orgoglio e senso di appartenenza. Una lezione che, forse, il calcio moderno farebbe bene a ricordare.