La minuscola nazionale e l’FC Saarbrücken vissero un’incredibile avventura calcistica negli anni ’50.
Nel cuore dell’Europa, tra le colline ondulate e i fiumi sinuosi, si trova una regione dal passato tumultuoso e affascinante: la Saar. Questo minuscolo territorio, grande appena 2600 km², ha vissuto una storia di cambiamenti politici che sembra quasi inverosimile. Immaginate di nascere nel 1917 come cittadino tedesco, per poi ritrovarvi cittadino del Territorio del Bacino della Saar, nuovamente tedesco, poi del Protettorato della Saar e infine, ancora una volta, tedesco – tutto questo prima di compiere 40 anni e senza mai aver lasciato la vostra città natale!
La Saar è stata al centro di un vero e proprio gioco di “passaggio del testimone” tra le potenze europee. Dopo la Prima Guerra Mondiale, Francia e Regno Unito ne presero il controllo. Nel 1935, nonostante gli sforzi francesi di assorbire la regione, i Saarlandesi votarono per riunificarsi con la Germania. Ironia della sorte, questo li rese il primo territorio riconquistato da Hitler tra quelli persi con il Trattato di Versailles.
La Seconda Guerra Mondiale avrebbe nuovamente ridisegnato i confini, e la Saar si ritrovò come una nazione quasi indipendente sotto protezione militare francese. Ma il cuore dei suoi abitanti batteva ancora al ritmo tedesco, come dimostrato dal referendum del 1955, quando il 67,7% della popolazione votò contro l’indipendenza, aprendo la strada alla riunificazione con la Germania nel 1957.
I Pionieri del Pallone
Mentre la politica giocava la sua partita, sul terreno di gioco si stava scrivendo un’altra storia. La Saar, con la sua popolazione di appena 750.000 abitanti nel dopoguerra, sembrava destinata a essere una squadra materasso nel panorama calcistico internazionale. Invece, sorprese tutti vincendo le sue prime tre partite competitive contro le squadre B di Svizzera e Austria, segnando ben 13 gol.
Il 12 giugno 1950, la Federazione calcistica della Saar (SFB) fu ammessa alla FIFA, battendo sul tempo sia la Germania Ovest che quella Est. Un’impresa notevole, considerando che tutte le organizzazioni sportive tedesche erano state bandite dagli Alleati nel 1945.
La vera prova del fuoco arrivò con le qualificazioni per i Mondiali del 1954. Inserita in un girone con Norvegia e Germania Ovest, la Saar affrontò la sua prima partita di qualificazione a Oslo. Nonostante si trovasse sotto di due gol dopo 15 minuti, la squadra dimostrò un cuore enorme, ribaltando il risultato e vincendo 3-2.
Il Sogno Infranto
Il destino volle che l’ultima partita di qualificazione fosse proprio contro la Germania Ovest, con in palio un posto ai Mondiali. Fu una sfida epica: una nazione di 50 milioni di abitanti contro una di appena un milione. Eppure, davanti a 53.000 spettatori allo stadio Ludwigspark, la Saar dominò il gioco, creando occasioni su occasioni.
Ma il calcio, si sa, può essere crudele. Una serie di decisioni arbitrali dubbie negò alla Saar un gol regolare per fuorigioco, un rigore netto e permise alla Germania Ovest di segnare dopo un fallo evidente. Il risultato finale di 3-1 per i tedeschi non rispecchiava certo quanto visto in campo.
Ciò che rende questa sconfitta ancora più straordinaria è la reazione dei giocatori della Saar. Il capitano Kurt Clemens dichiarò: “Non ero veramente triste dopo entrambe le sconfitte. Mi sentivo tedesco e non volevo impedire alla squadra per cui avevo sempre sognato di giocare da ragazzo di andare in Svizzera. Non avremmo comunque avuto chance ai Mondiali.”
Questo spirito di unità si manifestò anche durante la finale dei Mondiali del 1954, quando i giocatori della Saar furono invitati a Berna per tifare la Germania Ovest contro l’imbattibile Ungheria. La vittoria tedesca per 3-2, dopo essere stati sotto 2-0, fu celebrata dai Saarlandesi come se fosse stata la loro.
L’FC Saarbrücken: Il Gigante Senza Casa
Se la nazionale della Saar era considerata una squadra minore, l’FC Saarbrücken era tutt’altro che un piccolo club. Vincitore della Gauliga Westmark nel 1943 e 1944, Saarbrücken si era affermato come una delle squadre più forti del calcio tedesco, raggiungendo persino la finale del campionato nazionale nel 1943.
Dopo la guerra, il club si ritrovò in un limbo. Troppo forte per competere solo nel sistema calcistico della Saar, ma non accettato nel campionato francese nonostante una stagione dominante nella Ligue 2 nel 1948-49. La soluzione? Creare il proprio torneo internazionale.
Nacque così l’Internationaler Saarlandpokal, un torneo che vide la partecipazione di alcune delle migliori squadre di Francia, Belgio, Austria, Svizzera, Scandinavia e Jugoslavia. Saarbrücken vinse l’unica edizione del torneo nel 1950, battendo l’Hajduk Split in semifinale e il Rennes in finale.
Il successo nel torneo catapultò Saarbrücken sulla scena internazionale. Nei mesi successivi, la squadra affrontò e sconfisse club del calibro di Liverpool, Real Madrid e persino la nazionale svizzera. La vittoria per 4-1 contro il Liverpool, finalista di FA Cup quella stagione, e il 4-0 rifilato al Real Madrid dimostrarono che Saarbrücken poteva competere con le migliori squadre d’Europa.
Sebbene l’Internationaler Saarlandpokal sia durato una sola edizione, si può affermare che, insieme alla Coppa Mitropa, più longeva e popolare nell’Europa orientale e meridionale, il torneo della Saar fu uno dei principali precursori della Coppa dei Campioni.
Quando l’UEFA decise di lanciare la sua competizione per club nel 1955, l’FC Saarbrücken fu invitato a partecipare alla prima edizione. Il club si trovò di fronte i campioni d’Italia del Milan negli ottavi di finale. In una performance memorabile, Saarbrücken vinse 4-3 a San Siro, prima di cedere nel ritorno in casa.
L’Eredità della Saar nel Calcio Tedesco
L’influenza della Saar sul calcio tedesco va ben oltre i confini della regione. Helmut Schön, che allenò sia la nazionale della Saar (1952-1956) che l’FC Saarbrücken (1953-1954), divenne una figura centrale nel successo della Germania Ovest negli anni ’60 e ’70.
Schön fu nominato assistente allenatore della nazionale tedesca nel 1956 e ne divenne l’allenatore principale nel 1964. Nei suoi 14 anni alla guida della Mannschaft, Schön portò la Germania Ovest a risultati straordinari: la vittoria del Mondiale 1974 e dell’Europeo 1972, il terzo posto al Mondiale 1970 e i secondi posti all’Europeo 1976 e al Mondiale 1966.
Questi successi fanno di Schön uno degli allenatori più vincenti nella storia del calcio internazionale: e tutto ebbe inizio nella piccola Saar.
Nonostante il suo ruolo cruciale nella storia del calcio europeo, l’FC Saarbrücken ha vissuto tempi difficili negli ultimi decenni. Il declino dell’industria mineraria nella regione negli anni ’80 ha portato a una crisi economica che ha colpito duramente anche il club, che non gioca in Bundesliga dal 1992-93 e attualmente milita nella terza divisione tedesca