La sana follia di Martin Palermo

Se nella tua carriera ti sono stati affibbiati tantissimi soprannomi, se tra questi ci sono El Loco, El Titan, Hombre de la pelicula, El optimista del gol, vuol dire che non sei un giocatore normale, significa che sei qualcosa di speciale, destinato e capace di compiere, nel bene e nel male, grandissime imprese.

Era il 4 luglio del 1999, si giocava a Luque, Paraguay, andava in scena la seconda partita del girone iniziale della Copa America tra Colombia e Argentina. Nella formazione biancoceleste c’era lui, Martin Palermo, attaccante del Boca Juniors. Fallo di mano in area del colombiano Viveros e calcio di rigore. Martin si presenta sul dischetto, calcia e la palla finisce sulla traversa. Secondo tempo, altro fallo di mano, sempre di Viveros ed altro rigore. Sempre Palermo, tanta voglia di riscatto e tiro che finisce altissimo. Fallo in area sullo stesso Palermo, terzo rigore, ancora una volta Martin e parata del portiere. Che dire. Coraggioso, presuntuoso, niente di tutto ciò, semplicemente El Loco, nel bene e nel male.

Paolo Rossi, il comico, in un suo famoso monologo ripercorre l’avventura vissuta da Beccalossi in una partita tra InterSlovan Bratislava, durante la quale il riccioluto nerazzurro era riuscito a sbagliare ben due rigori. Palermo, forse invidioso, ha voluto fare meglio, arrivare a tre ed entrare nella storia e nei monologhi di tantissimi tifosi che ricordano, sorridono, se ne fanno forse beffa, oppure tentano, anche a distanza di tempo, di essere rispettosi per un così clamoroso avvenimento.

Nei cento e più anni di calcio ci sono stati tantissimi errori famosi dal dischetto, Baggio ai Mondiali 1994, Southgate negli Europei del 1996, Terry nella finale di Champions a Mosca contro il Manchester United, Gyan Asamoah a Sudafrica 2010. Compagni rinomati di una medesima amarezza che Palermo è stato capace di portare all’estremo. Per la cronaca in quella partita vennero assegnati altri due tiri dal dischetto alla Colombia che alla fine vinse tre a zero. Uno solo dei due fu realizzato. Autore l’interista Cordoba.

SIEMPRE LOCO

Grande nel bene e nel male si diceva, perché Palermo, nella sua carriera, è stato capace di entrare a far parte del dipinto della storia del calcio colorandosi non solo dei colori bui degli errori ma anche di quelli luminosi delle imprese. Cresciuto calcisticamente nell’Estudiantes dove giocò dal 1991 al 1997, passò poi al Boca Juniors.

Palermo nella squadra degli Xenezies, i genoani, visse un rapporto, dal sapore italiano, che lascerà il segno nei cuori dei tanti tifosi che l’hanno adorato nei suoi lunghi anni alla Bombonera. Con i gialloblù, Palermo segnò più di ottanta gol prima di tentare la fortuna in Europa.

Prima Villareal, poi Betis Siviglia ed infine Alaves non furono però esperienze positive e portarono El Loco a tornare in Argentina al suo amato Boca Juniors, dove visse i migliori anni della sua vita calcistica, facendo ancora meglio della prima volta, giocando più di duecento partite e segnando praticamente un gol ogni due partite.

Nella sua carriera ha conquistato sei campionati argentini, due Libertadores e una Coppa Intercontinentale segnando i due gol decisivi contro il Real Madrid.

Palermo si è ritirato nel 2011 a trentasette anni suonati, vedendo i rivali del River finire nella seconda divisione argentina e segnando contro di loro nel suo ultimo Superclasico.

Martin è un uomo al quale il Boca ha dedicato un monumento e che al momento del suo ritiro ha portato la Bombonera ad essere allagata dalle lacrime dei tantissimi tifosi accorsi per salutarlo e per ringraziarlo di aver regalato momenti indimenticabili e vissuto esperienze al limite dell’incredibile e spesso annoverate come casi unici nella storia del calcio.

5 ottobre 2009, Boca contro Velez Sarsfield, tiro verso la porta, respinta del portiere, palla che arriva quasi a metà campo, colpo di testa di Palermo che segna da circa quaranta metri.

Cinque giorni dopo, Argentina-Perù, la pioggia è incessante e fittissima, la squadra allenata di Maradona deve assolutamente vincere per tenere in vita le speranze di qualificazione a Sudafrica 2010, a pochi minuti dalla fine entra Palermo che, nel recupero segna la rete della vittoria che fa esplodere di gioia un’intera nazione e che, esultando, regala ai fotografi, grazie proprio alla pioggia, la possibilità di scattare una foto quasi irreale e carica di una forza speciale.

Ancora Boca contro River Plate, palla che si alza nei pressi della linea di porta, Palermo salta, si appende alla traversa, colpisce di testa e segna.

Boca contro Independiente, palla recuperata a metà campo, tiro immediato al limite dell’impossibile, portiere battuto e pallone all’incrocio.

El Loco, quello incapace di fare cose razionali, quello incapace di essere uno qualunque, uno che Maradona, nonostante i suoi 36 anni ed un recente infortunio, convoca per Sudafrica 2010, uno che nella sua partita d’esordio in un Mondiale, entra, fa passare pochi minuti e segna contro la Grecia.

Se cercate l’ordinario, il banale, la consuetudine, non suonate a casa Palermo perché lì vi risponderà solamente l’eccezione, l’imponderabile, l’originale. Una carriera costellata da vari infortuni, uno incredibile dovuto al crollo degli spalti ai tempi di Villareal, che Palermo ha superato sempre con grande tenacia, incredibile capacità di recupero e voglia di tornare ad essere El Loco. El Titano. El optimista del gol o semplicemente uno dei più grandi giocatori della storia del Sudamerica, un personaggio che con le sue imprese ha reso ancora più epico lo sport del calcio e si è consegnato al mito ed al mondo delle leggende perché quello che ha fatto lui, nella realtà e nel mondo dei normali, non sarebbe mai potuto accadere.