L’America di Bearzot

03 luglio 1994

La Nigeria è il futuro. So già che sarà dura

Non sono convinto che ci sia andata bene. La sorte ci ha dato una mano evitando di spostarci a Los Angeles, ma ci ha anche rifilato un avversario che ci creerà qualche problema in più. La Nigeria è una squadra forte, di grandi valori atletici, di forza fisica impressionante e di qualità tecniche da non sottovalutare.

La Nigeria è la forza emergente del calcio africano, insieme con il Ghana, e alla base c’è un movimento enorme con il quale ormai ad ogni mondiale ci siamo abituati a dover fare i conti. Un tempo c’erano le imprese sporadiche dell’Africa bianca, Marocco, Tunisia, adesso è quella nera che sta lasciando tracce sempre più profonde. Sono nazionali che dominano le rassegne mondiali a livello giovanile e presto o tardi vinceranno anche tra gli adulti: se sono i più bravi sino ai 18 anni non si vede perché, una volta maturata la necessaria esperienza internazionale, non possano riuscire ad esserlo anche a livello assoluto.

È mancata loro, sino ad oggi, la possibilità di scambio, di giocare con una certa continuità contro nazionali di primo piano. Questo perché le grandi tradizionali vanno malvolentieri a giocare in Africa, né loro, quando vengono in Europa, esercitano un richiamo tale da garantire incassi adeguati. Da qui la limitatezza di risorse economiche che è alla base di eclissi momentanee, come quella che adesso sta attraversando il Camerun. Ma è una situazione destinata a mutare. E sono certo che cambierà proprio con una grande affermazione a livello mondiale.

Ricordo che nell’82, prima del mondiale, andai a vedere la coppa d’Africa a Tripoli. Eravamo in pochi allora a seguire il calcio africano: e quando dissi che erano squadre temibili mi presero in giro e mi accusarono di voler mettere le mani avanti perché nel nostro girone di Vigo c’era il Camerun. Soffrimmo invece allora: ed ho il sospetto che dovremo soffrire anche martedì a Boston.