L’America di Bearzot

09 luglio 1994

Nella sfida tutta latina io avrei scelto Signori

Non sono molto numerosi i precedenti tra Italia e Spagna. Sono due squadre di scuola latina europea che si conoscono bene e hanno sempre dato vita a partite difficili, tirate, a volte rissose: con risultati generalmente abbastanza striminziti. Diciamo che ci siamo incontrati giusto lo stretto necessario, evitandoci il più possibile: e forse anche stavolta ne avremmo fatto volentieri a meno.

Sarà una partita dura, difficile. Loro hanno più temperamento, ma sanno che noi abbiamo più classe e quindi faranno il possibile per non farcela esprimere, con quei giocatori brevilinei, molto reattivi che ti danno tremendamente fastidio e che conoscono, oltretutto, per tradizione, il modo di farti perdere la calma. Noi sappiamo che loro sono disposti al sacrifìcio e quindi abbiamo la necessità di esserlo altrettanto. Sarà importante l’arbitro: è una sfida che va governata con fermezza ma senza mai dimenticare il buon senso.

Sulla formazione avrà certamente ragione Sacchi perché nessuno meglio di lui può valutare le condizioni dei singoli. Dico però che, probabilmente, io avrei scelto in modo diverso. La gerarchia dei valori vede Pagliuca come titolare: ma credo che in questo momento Marchegiani stia meglio dal punto di vista psicologico perché viene da tre prestazioni positive. Quanto a Signori, i casi sono due. O è stanco morto, e allora è giusto lasciarlo fuori. O è soltanto un po’ provato, come altri, del resto, e in tal caso io non lo avrei escluso. Sia sul piano tecnico, perché la sua velocità può essere decisiva. Sia, soprattutto, sul piano umano, perché Signori si è sacrificato sino a qui in un ruolo non suo, dimostrandosi duttile, bravo e generosissimo. Dopo le prestazioni di grande spessore in questo mondiale, ha tutto il diritto di vivere questa esclusione come un’ingiustizia.