L’America di Bearzot

19 giugno 1994

I campioni risparmiano perché puntano lontano

Ho seguito con molta attenzione il debutto della Germania contro la Bolivia perché la storia insegna che in un campionato del mondo la squadra con cui presto o tardi si devono comunque fare i conti è quella tedesca.

Mi sembra che anche stavolta la Germania guardi lontano. Sapeva di aver contro una squadra ostica, di dover battere anche una tradizione che impediva ai detentori di vincere al debutto, e si è comportata di conseguenza. Una formazione ben chiusa, compatta, con l’aria di sapere quello che vuole. Poche concessioni allo spettacolo, tutta sostanza, niente fronzoli. D’altra parte nel passato era capitato ai tedeschi di perdere la prima partita e rischiare l’eliminazione sin dal turno iniziale. E’ un pericolo che si deve correre, proprio quando si vuole arrivare in fondo.

Se una squadra punta a vincere il Mondiale deve giocare in funzione di sette partite, non di tre: e non può permettersi una partenza sparata perché sette partite al massimo livello sia atletico che nervoso non sono possibili per nessuno. Tanto meno con il caldo di questa edizione americana. I tedeschi poi non sono giovani.

Lo si vede dal disagio che accusano, sia a centrocampo che in difesa, se vengono attaccati in velocità. E’ una squadra intelligente, forse la più intelligente del mondiale. Ma è vulnerabile se aggredita ad un certo ritmo, e di questo bisognerà tenere conto se ci capiterà come pare di doverla incontrare.

La controprova si è avuta nella seconda partita della giornata inaugurale. Cosi come la Germania in funzione di sette partite deve dosare gli sforzi, la Corea del Sud che salvo miracoli sa di doverne giocare solo tre spara subito tutte le sue cartucce. Sono nazionali che sanno bene di non poter andar lontano, e per questo ti costringono a correre più di quanto vorresti, non si arrendono mai. Se n’è accorta la Spagna. Non appena ha pensato di poter tirare i remi in barca ha pagato molto caro. Un po per errori propri e per la fatica di aver giocato in dieci per un’ora: ma anche per la irriducibilità di questi simpatici coreani.