L’ultima partita di George Best

Quando si parla di una leggenda come George Best la prima cosa che viene in mente sono il gol e le magie regalate con la maglia del Manchester United e della Nazionale Nord Irlandese. Non tutti sanno però che questo campione celebrato in tutto il Mondo ha chiuso la carriera in una piccola formazione di terza serie nordirlandese.

Dopo i tanti trofei individuali e di squadra vinti a Manchester la carriera di George aveva preso una dimensione molto caotica. In ordine cronologico aveva vestito le maglie di Stockport County, Cork Celtic, Los Angeles Aztecs, Fulham, Florida Strikers, Hibernian, San José Clash, Bournemounth e Brisbane Lions girando per tre continenti e rimanendo al massimo un anno in ogni squadra.

Anche fuori dal campo la sua vita era caotica e fatta soprattutto di eccessi dovuti all’alcool e alle belle donne che gli avevano anche causato non pochi problemi con la giustizia. Ma George Best rimaneva sempre George Best: una icona che ovunque andava attirava masse di persone che lo adoravano.

E fu così che venne ingaggiato dal Tobermore United per la partita di Coppa d’Irlanda del Nord del 11 Febbraio 1984 contro il Ballymena United. Ebbene sì, uno dei più grandi giocatori della storia del calcio avrebbe giocato, anche solo per una partita, nella squadra di un minuscolo villaggio sperduto nella contea di Londonderry.

George Best, terzo da sx in basso, posa con la maglia del Tobermore nel match di Coppa d’Irlanda contro il Ballymena

Neanche a dirlo l’entusiasmo degli abitanti era alle stelle. Il giorno della partita ben 4000 spettatori assieparono il piccolo Fortwilliam Park di Tobermore, un bel record considerato che la cittadina contava meno di 600 abitanti. Per la cronaca il match non ebbe storia, il Ballymena si dimostrò troppo forte per il Tobermore e andò a segno ripetutamente senza trovare grande resistenza. Alla fine arrivò un pesante 0-7 con conseguente eliminazione dalla Coppa.

Ma alla gente non importava nulla del risultato, tutti erano lì per ammirare gli ultimi lampi di gloria di George Best trattenendo il fiato e gioendo ogni volta che toccava il pallone. A fine partita è inutile dire che ci fu una vera e propria caccia all’autografo negli spogliatoi. Tutti volevano ottenere un cimelio da conservare gelosamente di quella straordinaria e storica giornata.

Si chiudeva così per sempre la carriera forse del più grande talento della storia del calcio britannico. Un uomo che tra gol meravigliosi, dribbling ubriacanti ed eccessi fuori dal campo è riuscito a diventare l’idolo di milioni di appassionati compresi quelli che non l’hanno mai visto giocare, uno dei pochi la cui fama ha valicato i confini generazionali arrivando fino ai giorni nostri.

  • Testo di Rocco Sandro Marino