Manchester-Bayern: la Finale del Millennio

26 maggio 1999: Manchester United e Bavern Monaco si accingono a contendersi il titolo europeo dei pesi massimi, l’ultima Champions League del millennio.


26 maggio 1999: Manchester United e Bavern Monaco si accingono a contendersi il titolo europeo dei pesi massimi, l’ultima Champions League del millennio. Comunque vada, per la prima volta nella storia, il trofeo, concepito per celebrare le squadre campioni, sarà alzato da una squadra non campione. Entrambe i club anno dominato la stagione e concorrono per una memorabile tripletta, essendosi già assicurati il rispettivo campionato: e i diavoli rossi di Alex Ferguson – al contrario dei rivali, costretti a pazientare fino al 12 giugno, giorno del gran ballo con il Werder Brema – anche la coppa nazionale. Ci riuscissero, eguaglierebbero il Celtic del 1967 e Ajax di Johann Cruyff (1972). Non si ricorda, a memoria, un epilogo più degno.

Il Manchester nel suo cammino ha eliminato l’lnter e la Juventus facendo in modo che dopo sette edizioni il calcio italiano non sarà rappresentato che dall’arbitro Pierluigi Collina: «Un grande onore, e un’emozione ancora più forte di quella che provai nel dirigere la finale olimpica di Atlanta». A 38 anni suonati, Lothar Matthaeus non dispera invece di togliersi l’ultimissimo sfizio, lui che è stato campione del mondo e d’Europa, di Germania e d’Italia. Il Manchester intanto dovrà fare a meno di Keane e Scholes, squalificati, e di Berg, acciaccatosi agli adduttori; il Bayern di Lizarazu e Elber, infortunati.

I pronostici sono alla pari: i britannici si fanno preferire per il tasso tecnico; i panzer di Ottmar Hitzfeld, per la scorza e la praticità, che li hanno resi, nei secoli, protagonisti di strabilianti imboscate al destino e al pronostico. La defezione di Keane però costituisce un’assenza non tracurabile: è il perno di tutto, sullo scacchiere del Manchester.
L’unica Coppa dei Campioni del Manchester United risale al 1968: e anche allora, guarda caso, arbitrava un italiano, Concetto Lo Bello. Il Bayern invece fino ad ora ne ha vinte tre, tutte di fila, dal 1974 al 1976, e due ne ha fallite, contro il Porto di Juary e l’Aston Villa. Nella fase a gironi di questa edizione si sono affrontati e, in un certo senso, annullati: 2-2,1-1. Del loro girone faceva parte il Barcellona, rispedito in fretta al mittente e al titolo, meno impegnativo, di campione di Spagna.

Intanto il leggendario Camp Nou di Barcellona, teatro della sfida, viene blindato, ispezionato palmo a palmo, armato sino ai denti. La minaccia sono i 25 mila inglesi «contro» i 28 mila tedeschi: quanti hooligans, quanti naziskin? Una finale di Champions League è, per tradizione, uno scenario di guerriglia (se non di guerra). Figuriamoci questa.

L’inizio è al cardiopalma: al 5′ Johnsen abbatte Jancker al limite dell’area e Basler trasforma la punizione con un destro tutto pennello e scalpello: un velo di Babbel e una barriera mal disposta confondono Schmeichel, non così reattivo come le esigenze gli avrebbero imposto. Il Bayern dispone Kuffour su Yorke, Linke su Cole, ma anche un libero, Matthäus, capace di di aggiungersi al centrocampo. Lungo le fasce, le coppie Babbel-Basler e Tarnat-Zickler non tollerano intrusioni. Dall’altra parte non è il solito Manchester. Le assenze di Keane e Scholes sono gravi e oltretutto Ferguson sposta Giggs da sinistra a destra e Beckham da destra al centro, con Blomqvist all’ala. Beckham è l’unica sorgente di gioco: Jeremies lo aspetta al varco, sprigionando un pressing furibondo. Effenberg e Butt si guardano negli occhi, promettendosi chissà cosa. Jancker, lui, è un camion che costringe Stam e Johnsen a spericolate acrobazie per scongiurare il rischio di esiziali tamponamenti. Gary Neville e Irwin si affacciano poco, disturbati come sono da Zickler e Basler.

La reazione degli inglesi è sterile: un pugno di angoli, qualche mischia, un paio di uscite di Kahn. Il Bayern non insegue l’epica: bada al sodo, si chiude a chiave e, appena può, si sporge dalle feritoie. Lealtà superba, in campo e fuori. Si viaggia sempre di gran carriera, anche nella ripresa. Lo spettacolo è tutto nel palpitante groviglio di fili elettrici che le squadre si passano di mano in mano. Brivido al 10′: da Giggs a Blomqvist che, in spaccata, alza sopra la traversa. Basler ci prova da settanta metri: applausi. Smarcare un uomo, è impresa titanica. Non c’è parabola che, per ora, sfugga ai radar tedeschi. Al 22′, finalmente, Ferguson dà un segno di vita: richiama Blomqvist, oscurato da Babbel, e sguinzaglia Sheringham. Giggs va fisso a sinistra, Kuffour e Linke si palleggiano Cole e Sheringham: a Yorke provvedono, a turno, Jeremies e Tarnat. Entra Scholl, esce Zickler, sfinito. In contropiede, Jancker imbecca Effenberg, la cui palombella è smanacciata da Schmeichel. Smontato il 4-4-2 d’ordinanza, ecco il 4-3-3 della disperazione: il Manchester spara le ultime cartucce.

Il finale è splendido: palo di Scholl, sugli sviluppi di una devastante incursione di Basler, testa di Sheringham e tuffo di Kahn, gran botta di Scholl e replica, perentoria, di Schmeichel, angolo di Basler, traversa di Jancker. Nel frattempo, Fink aveva avvicendato Matthaeus, e Solskjaer sostituito Cole. Ancora Sheringham, ancora Kahn. Poi Yorke svirgola da due passi. Salihamidzic rileva Basler: mai staffetta fu più improvvida. La partita si sceglie un altro padrone quando sembra finita: al 91’e al 93′. Due angoli di Beckham, due gol del Manchester. Sul primo, con Schmeichel all’arrembaggio, Giggs tira e Sheringham, in agguato, azzecca il pertugio. Sul secondo, Sheringham fa da sponda, Solskjaer allunga la zampa e firma il prodigio. Pura follia. I tedeschi si riversano sul prato, stecchiti. Sull’orlo del burrone, più di là che di qua, il Manchester United completa il grande slam: scudetto, coppa nazionale, Champions League. Come 31 anni fa, quando si aggiudicò la prima Coppa Campioni, non può essere stato che Matt Busby: allora dalla panchina, questa volta da una nuvola.

26 maggio 1999 – Barcellona, Camp Nou
MANCHESTER UNITED – BAYERN MONACO 2-1
MARCATORI: Basler (B) al 5′ p.t.; Sheringham (M) al 46′ s.t., Solskjaer (M) al 47′ s.t.
MANCHESTER UNITED: Schmeichel; G.Neville, Stam, Johnsen, Irwin; Giggs, Beckham, Butt, Blomqvist (Sheringham dal 22′ s.t.); Cole (Solskjaer dal 36′ s.t.), Yorke. (Van der Gouw, Brown, Grening, Ph.Neville, May). All. Ferguson.
BAYERN MONACO: Kahn; Babbel, Linke, Matthaeus (Fink dal 35′ s.t.), Kuffour, Tarnat; Basler (Salihamidzic dal 44′ s.t.), Effenberg, Jeremies; Jancker, Zickler (Scholl dal 26′ s.t.). (Dreher, Helmer, Strunz, Daei). All. Hitzfeld.
ARBITRO: Collina (Italia).