Mondiali 1930: URUGUAY

Dietro le quinte del Mondiale

13 luglio
Montevideo, girone A: Francia-Messico 4-1. Larga vittoria riportata dalla Francia nonostante l’infortunio occorso al portiere Thepot. In assenza delle sostituzioni, a prendere il suo posto è la mezzala sinistra Laurent, autore del primo gol transalpino: è proprio lui a subire l’unico gol segnato dai messicani.

14 luglio
Montevideo, girone C: Romania-Perù 3-1. Più che a una partita di calcio, sembra di assistere a un vero e proprio incontro di lotta. L’arbitro cileno Warken espelle il peruviano Galindo, che, pur essendosi macchiato fino a quel momento di colpi proibiti all’indirizzo degli avversari, in quel frangente non aveva commesso alcun fallo sul giocatore rumeno Steiner. Galindo (Placido di nome, ma, evidentemente, non di fatto), ritenendo di non meritarsi l’espulsione, non vuole saperne di abbandonare il campo: dopo 10 minuti di discussione feroce con l’arbitro, è il suo allenatore a riuscire a convincerlo.

15 luglio
Montevideo, girone A: Argentina-Francia 1-0. Svista dell’arbitro Almeida Rego, reo di aver fischiato la fine dell’incontro in largo anticipo. All’81’ gli argentini riescono a passare in vantaggio su calcio di rigore di Monti. Dopo aver fallito una chiara occasione da gol con Maschinot, proprio nel momento in cui l’ala sinistra Langiller sta entrando in area argentina palla al piede, l’arbitro fischia la fine della partita, all’84’. Accortosi dello sbaglio, il direttore di gara richiama in campo i giocatori, molti dei quali si trovano già sotto la doccia: vi riesce dopo quasi mezzora. Il risultato non cambia.

16 luglio
Montevideo, girone A: Cile-Messico 3-0. Larga vittoria cilena propiziata da un gol di Vidal e da una doppietta di Subiabre. Quella dell’attaccante cileno è, in ordine di tempo, la quarta doppietta realizzata in questo Mondiale, dopo quella del francese Maschinot contro il Messico, del rumeno Stanciu contro il Perù e dello statunitense Mc Ghee contro il Belgio.

17 luglio
Montevideo, gruppo 2: Jugoslavia-Bolivia 4-0. Oltre che per il netto successo della nazionale jugoslava, propiziato da una doppietta di Bek, la partita é famosa per le proibitive condizioni metereologiche: la temperatura non supera i dieci gradi sotto zero.

18 luglio
Montevideo, girone C: Uruguay-Perù 1-0. Inaugurazione dello stadio del Centenario, impianto all’avanguardia per quegli anni. Sebbene il campo sia separato dalle tribune da un fossato e da numerose reti di protezione, il pubblico di casa, esaltato dalla vittoria dei propri beniamini, invade il campo alla fine dell’incontro. Trascinati dalla folla, l’arbitro belga Langenus e il guardalinee Cristophe non riescono a trovare la via per gli spogliatoi e, due ore più tardi, si ritrovano per le vie di Montevideo indossando ancora la divisa da arbitri.

19 luglio
Montevideo, girone A: Argentina-Messico 6-3. Il secondo gol argentino, segnato da Zumelzu, è un vero e proprio regalo del portiere messicano Bonfiglio. Rimbrottato dal suo CT, lo spagnolo Juan Luque, Bonfiglio si scusa dicendo: “E’ stato il sole a non farmi vedere il pallone”. Al che Luque gli risponde: “Ragazzo! Ti consiglio allora di giocare di notte, a meno che non ti dia fastidio anche la luce della luna!”

20 luglio
Montevideo, girone B: Brasile-Bolivia 4-0. Bocciata la scuola brasiliana, nonostante il largo successo odierno contro i boliviani. A passare in semifinale sono gli jugoslavi, che avevano vinto contro la Bolivia, proprio come il Brasile e con lo stesso risultato (4-0). Tuttavia erano stati gli slavi a vincere, 6 giorni prima, contro i brasiliani (2-1). Jugoslavia qualificata, Brasile a casa.

22 luglio
Montevideo, girone A: Argentina-Cile 3-1. Duro incontro tra le due squadre: dopo numerosi episodi violenti, il culmine viene raggiunto al 43′, quando l’argentino Monti, a gioco fermo, scalcia Casimiro Torres, mediano cileno, che reagisce scatenando una rissa gigantesca. E’ quindi necessario l’intervento della polizia uruguagia. alla fine della partita, cosa sorprendente, i giocatori cileni si congratulano sportivamente con quelli argentini.

26 luglio
Montevideo, semifinale Argentina-Stati Uniti 6-1. Il presidente della Federazione Calcistica Statunitense, improvvisatosi massaggiatore, furibondo per una svista arbitrale, entra in campo e scaglia a terra la valigetta del pronto soccorso: una fiala di cloroformio, contenuta all’interno della borsa dei medicinali, si rompe e così, raggiunto dalle esalazioni, il dirigente americano sviene in mezzo al campo da gioco. Si rende così necessario il suo trasporto fuori dal campo: riprenderà conoscenza negli spogliatoi.

27 luglio
Montevideo, semifinale Uruguay-Jugoslavia 6-1. Dopo quella dello statunitense Patenaude in Stati Uniti-Paraguay e quella dell’argentino Stabile in Argentina-Messico, quella siglata oggi dall’uruguagio Cea è la terza tripletta di questi Mondiali. Tra gli jugoslavi, che hanno degnamente rappresentato l’Europa in questo torneo, si distingue il portiere Jaksic, impeccabile con i suoi eleganti guanti bianchi.

30 luglio
Montevideo, finale Uruguay-Argentina 4-2. Prima dell’incontro, che assegna ai padroni di casa il primo titolo iridato, l’arbitro belga Langenus, forse memore della disavventura passata in occasione del dopo-partita Uruguay-Perù di dodici giorni prima, stipula una polizza assicurativa sulla vita.