Mondiali 1950: URUGUAY

Dietro le quinte del Mondiale

24 giugno
La squadra nazionale svedese, dopo aver assistito a Rio de Janeiro alla partita inaugurale vinta dal Brasile sul Messico (4-0), per trasferirsi a San Paolo, dove l’indomani avrebbe affrontato l’Italia, si servì del treno anziché dell’aereo, viaggiando per l’intera notte dalle 22.00 alle 8.45. 
25 giugno
Belo Horizonte, prima fase, partita del girone A Jugoslavia-Svizzera 3-0. Appena entrato nel sottopassaggio, precedendo i 22 titolari in procinto di entrare in campo, l’arbitro italiano Galeati dà una rapida occhiata al campo di gioco, si acciglia e ritarda il fischio d’inizio di un quarto d’ora. Motivo: non solo alcuni spettatori si erano accomodati con delle sedie in prossimità delle righe laterali del campo, ma, ancor peggio, mancavano le bandierine dei calci d’angolo. 
26 giugno
San Paolo. Giornata di riposo della nazionale italiana dopo la sconfitta subìta dalla Svezia (2-3). Unica raccomandazione del CT Novo ai giocatori italiani: non girare per le strade di San Paolo con la divisa in modo da non subire recriminazioni da parte dei numerosi abitanti della città di origine italiana. 
27 giugno
San Paolo. Dopo un leggero allenamento sul campo del Palmeiras, nel pomeriggio i giocatori italiani hanno girato per la città, visitando gli studi della Radio Panamericana e l’Emporio del Caffè, dove hanno ricevuto in dono 5 kg di caffè ciascuno. 
28 giugno
San Paolo, prima fase, partita del girone A Brasile-Svizzera 2-2. Clamoroso risultato nello stadio paulista: quando il Brasile era ormai sicuro di portare in porto la partita in vantaggio per 2-1, arriva il pareggio elvetico siglato a 2 minuti dal termine. Il goleador svizzero Fatton, autore delle 2 reti svizzere, riceve in dono tre pietre preziose da un tedesco residente a Belo Horizonte. 
29 giugno
Rio de Janeiro, stadio Independencia, prima fase, partita del girone B Stati Uniti-Inghilterra 1-0. Risultato scontato, almeno sulla carta: gli inglesi sono talmente favoriti da far sì che molti allibratori, a Londra, non accettino neanche scommesse sulla vittoria dei “maestri” inglesi. Al 38′ segna per gli Stati Uniti Joe Gaetjens, cresciuto a New York ma di origini haitiane, che dopo il Mondiale 1950 si trasferì a Parigi giocando nel Paris Saint Germain. 
30 giugno
San Paolo. A due giorni dall’incontro col Paraguay, gli azzurri continuano ad allenarsi sul campo del Palmeiras. Agli allenamenti italiani è presente una moltitudine di curiosi ed appassionati: il CT Novo ne dispone l’allontanamento per non far distrarre i suoi giocatori. Molti tifosi, però, restano ai bordi del campo e, essendo oriundi italiani, si offrono di fare da guida agli azzurri in “libera uscita” a Cinelandia, il quartiere dei divertimenti del capoluogo paulista. 
1 luglio 
Trattativa tra l’arbitro Beranek e la federazione brasiliana per la stipula di un contratto che avrebbe portato al professionismo il direttore di gara austriaco, legandolo così al calcio brasiliano. 
2 luglio 
San Paolo, prima fase, partita del girone C Italia-Paraguay 2-0. Il risultato odierno sancisce l’eliminazione dal Mondiale di entrambe le squadre. Più scalpore, ovviamente, desta l’esclusione dalla fase finale della nazionale italiana, che non può certo vantarsi per aver sconfitto una squadra, il Paraguay, composta interamente da giocatori dilettanti. La Federazione paraguaiana, infatti, per poter allestire la squadra partecipante al Mondiale, dovette fare pressione sui datori di lavoro dei propri atleti perché a questi ultimi venissero concesse le ferie nel periodo in cui era in programma la prestigiosissima manifestazione. 
3 luglio 
Dopo l’eliminazione subìta nel girone eliminatorio, per cercare di rispondere alle critiche rivolte alla squadra italiana, il CT Ferruccio Novo disse che tra le cause del rendimento sotto le aspettative degli azzurri non poteva essere trascurata la scarsa morbidezza dei materassi sui quali dormivano i giocatori in Brasile… 
4 luglio 
Aeroporto di Ciampino. Arrivo di uno degli aerei con a bordo gran parte della squadra azzurra eliminata dalla Coppa del Mondo: il calciatore maggiormente festeggiato è l’interista Amadei, per i suoi trascorsi nella Roma e in quanto nativo di Frascati. Gli unici giocatori a rifiutare di fare ritorno in Italia viaggiando in aereo sono Lorenzi e Carapellese, coerenti con la scelta, effettuata all’andata, di viaggiare in nave per il ricordo della tragedia del Grande Torino sulla collina di Superga, avvenuta appena un anno prima. 
5 luglio 
In vista del girone finale, il Brasile ottiene, per motivi scaramantici, che il nome della squadra di casa figuri sul tabellone segnapunti nella parte destra del tabellone stesso, in quanto si era notato che, fino a quel momento, in tutte le partite disputate allo Stadio Maracanà, la squadra il cui nome figurava nella parte sinistra del tabellone aveva sempre perso. L’organizzazione di casa, naturalmente, fece ottenere questa esclusiva alla formazione verde-oro… 
6 luglio 
E’ di oggi la notizia dello sfumato passaggio di Skoglund al Sao Paulo FC: nei giorni precedenti il fuoriclasse svedese aveva dichiarato che si sarebbe fermato in Brasile solo in cambio di un’allettante proposta economica. Il Sao Paulo FC gli aveva offerto un contratto da 170.000 cruzeiros (3.400.000 lire di allora), ma, evidentemente, la somma non bastò… 
7 luglio 
San Paolo. Vittorio Pozzo, CT campione del mondo con l’Italia nel ’34 e ’38, giunto in Brasile in veste di giornalista, ha oggi presenziato all’allenamento dei giocatori del Palmeiras: è anche in programma un incontro con i dirigenti paulisti per trattare un eventuale ingaggio in veste di allenatore della squadra. 
8 luglio 
In data odierna il Governo Messicano ha fatto sapere al Comitato Organizzatore di Brasile 1950 di voler offrire un trofeo in bronzo del peso di 100 libbre da consegnare al miglior goleador della manifestazione. 
9 luglio 
Giunge a New York il pallone della partita che ha visto la storica vittoria degli Stati Uniti sull’Inghilterra (1-0): verrà custodita nella sala della Federazione Statunitense di Soccer la palla scagliata dall’attaccante Gaetjens alle spalle del portiere britannico Williams. 
10 luglio 
Rio de Janeiro. Il sindaco della (allora) capitale decreta, come giornata semifestiva, quella di giovedì 13 luglio, che vedrà il Brasile opposto alla Spagna: in tal modo gli impiegati della città potranno terminare la giornata di lavoro a mezzogiorno (come se fosse sabato), in tempo per potersi recare al Maracanà. 
11 luglio 
Rio de Janeiro, campo di allenamento della Svezia. Presenti tutti i giocatori scandinavi ad eccezione di Nordahl, messo a riposo dal CT Rayorn in quanto dolorante alla spalla per una contusione. Anziché affidarsi alle cure del massaggiatore della squadra svedese, Nordahl viene fatto visitare da un medico di Rio: si evidenziano così dei limiti nella struttura scandinava, ritenuta la più organizzata dei Mondiali. 
12 luglio 
San Paolo, campo di allenamento della nazionale dell’Uruguay. Allenamento di pugilato più che di calcio alla vigilia della partita contro la Svezia. Causa degli scontri e della rissa tra i giocatori uruguagi e la squadra locale dell’Araraf il comportamento violento del mediano Schubert Gambetta: quest’ultimo si era già messo in mostra per il suo temperamento “caldo” due anni prima nel campionato sudamericano quando, perdendo completamente la testa, svelse la bandierina del corner dandola in testa a chiunque gli si avvicinasse. A causa del comportamento di Gambetta, la formazione uruguagia perse molte delle simpatie del pubblico locale. 
13 luglio 
Rio de Janeiro, fase finale, Brasile-Spagna 6-1. Maracanà stracolmo di gente: 152.000 gli spettatori presenti, senza tener conto che oltre 50.000 persone sono state respinte dai poliziotti fuori dallo stadio dopo che avevano tentato di forzare le porte d’ingresso. La decisione del sindaco di ridurre la giornata lavorativa, per consentire al maggior numero di persone di vedere la partita, complicò non poco il lavoro delle forze dell’ordine. 
14 luglio 
E’ di oggi la notizia della squalifica di tutti i 22 membri della comitiva messicana da parte della federazione del Messico in seguito a segnalazioni di cattiva condotta e di intemperanze compiute dai giocatori in Brasile. Più che per gli scarsi risultati ottenuti sul campo (0 punti in 3 partite), la punizione vuole copire la brutta figura rimediata dai giocatori messicani sul “terreno morale”. 
15 luglio 
Vigilia delle finali e grande scontento degli svedesi che si ritrovano in albergo a San Paolo con la selezione spagnola cui contenderanno il 3° posto finale. Proprio gli svedesi erano risultati gelosissimi della propria privacy e tranquillità scegliendo e prenotando l’albergo in questione già dalla primavera scorsa. 
16 luglio 
Rio de Janeiro, finale Uruguay-Brasile 2-1. L’Uruguay è Campione del Mondo battendo in finale i padroni di casa del Brasile. Nel silenzio e nella delusione generale dei 174.000 presenti al Maracanà, durante la premiazione non viene nemmeno suonato l’inno uruguagio. Intanto, dentro e, soprattutto, fuori dallo stadio, ha inizio la tragedia sportiva di un’intera nazione…