Mondiali 1982: ITALIA

La resurrezione azzurra

Italia-Argentina 2-1: Maradona e Gentile

Gli azzurri si tuffano nel caldo torrido di Barcellona e comunicano ai cronisti una decisione senza precedenti. Indispettiti dalle voci sui premi e dalla simpatica insinuazione di un quotidiano milanese (su una tenera amicizia tra Rossi e Cabrini: a questo si è arrivati), proclamano il silenzio stampa. Motivazione ufficiale: le eccessive distorsioni delle loro dichiarazioni operate dai giornalisti nei loro resoconti. Unica eccezione: a nome di tutti d’ora in poi parlerà solo Dino Zoff, la cui loquacità, è noto, pareggia la popolarità di Bearzot tra gli operatori dell’informazione. Sordillo convoca una conferenza stampa per smentire i 70 milioni dello scandalo, senza peraltro sottilizzare più di tanto sulle responsabilità di chi le ha pubblicate. Tanto, tutti si preparano allo scempio che della povera Italia faranno i fenomeni argentini e brasiliani.

Il primo appuntamento è con i campioni del Mondo uscenti. Nonostante la pressione generale, Bearzot conferma nuovamente il deludentissimo Paolo Rossi. Torna al suo posto Oriali e si va in campo nel piccolo, ribollente stadio Sarrià. Qui avviene il miracolo. Di fronte a un’Argentina che ricalca la formazione 1978, con Diaz al posto di Luque al centro dell’attacco e il giovane fenomeno Diego Maradona per Ortiz (con Kempes all’ala), gli azzurri danno vita a una prova magistrale, cogliendo la prima vittoria. Il primo tempo scorre senza troppi sussulti, con leggera prevalenza degli uomini di Menotti e azzurri in fase di studio. Gentile annulla Maradona e nella ripresa l’Italia, rincuorata, si trasforma, dando vita a contrattacchi rapidi ed essenziali. Conti lancia Antognoni, avanzata e pallone sul limite dell’area per l’accorrente Tardelli, che spara in rete al volo di sinistro senza scampo per Fillol.

In un girone a tre, chi perde il primo incontro è fuori per metà, logica la reazione rabbiosa degli argentini. Maradona colpisce il palo su punizione, ma tre minuti dopo l’Italia fa il bis: lancio dello scatenato Tardelli per Rossi, che spreca su Fillol in uscita, Conti raccoglie la respinta e dà a Cabrini, il cui sinistro al volo infila il portiere sulla sua sinistra. Due minuti dopo solo un nuovo, clamoroso errore di Rossi, sempre più stralunato, impedisce il terzo gol agli uomini di Bearzot, che cominciano ad accusare la fatica e qualche duro intervento avversario. Esce Oriali per Marini, esce lo spento Rossi per Altobelli. Su un fallo di Marini, Rainea decreta la punizione, Passarella non aspetta il fischio e sorprende Zoff con un tiro che picchia sotto la traversa e finisce in rete. Mancano pochi minuti, Gallego brutalizza Tardelli e viene espulso, Fillol con una prodezza assorbe un bel pallonetto di Conti ed è il fischio di chiusura. L’imprevedibile è accaduto, qualcuno tra i critici comincia a rettificare il tiro, anche se c’è sempre il Brasile dietro l’angolo pronto a fare giustizia di Bearzot e dei suoi…

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Italia-Brasile 3-2: la resurrezione di Paolo Rossi

Contro l’Argentina, il Brasile conferma la propria irresistibile vena. La danza dei verdeoro è calcio in musica: segnano Zico, persino il goffo Serginho e poi Junior. L’esasperato Maradona viene espulso, nel finale un gol di Diaz salva la bandiera. A questo punto è spareggio tra Italia e Brasile, con i sudamericani strafavoriti, anche perché, grazie alla miglior differenza reti, basta loro un pari per arrivare in semi-finale. Bearzot affronta la squadra più bella del Mondiale con gli stessi uomini.

Rossi, che probabilmente paga i due anni di inattività, sembra non reggersi in piedi? Non importa. Testardo fino all’ossessione, Bearzot conferma il “suo” Pablito, l’eroe di Argentina. Il Sarrià ribolle quando Klein fischia l’avvio. Il tempo di annotare il ringhio del truce, baffuto Gentile su Zico ed è già gol: Conti lancia Cabrini sulla sinistra, il terzino supera Leandro e crossa in area, dove Rossi, di testa (tutt’altro che la sua specialità), si sblocca e fa secco Valdir Peres. Entusiasmo alle stelle, ma sono le stelle del Brasile a mettersi in moto: triangolo sublime con Zico che libera Socrates davanti a Zoff, destro rasoterra e palla nell’angolino.

Il sogno azzurro svanisce? Niente affatto. La partita è bella, palpitante, di altissimo livello.I brasiliani danzano il loro calcio stellare, l’Italia controlla e risponde con ficcanti contromanovre. Rossi sembra rinato: intercetta un pallone di Junior al limite dell’area e fugge verso Valdir Peres, trafiggendolo in uscita. Collovati ha subito una distorsione, zoppica vistosamente e deve uscire. Bearzot non ha esitazioni: manda in campo il diciottenne Bergomi a montare la guardia al gigantesco centravanti Serginho. Zoff deve superarsi su un paio di calci di punizione, ma gli azzurri non stanno a guardare: Rossi viene atterrato in area da Luisinho, poi ancora Zoff, leggendario, sventa uscendo sui piedi di Cerezo. Non c’è un attimo di sosta: Rossi manda fuori di poco un pallone di Graziani e il Brasile lo punisce. Falcao, inafferrabile, riceve da Junior al limite dell’area, sbilancia i difensori con una finta magistrale e di destro silura Zoff con un gran tiro nell’angolo alto alla destra del portiere. Indomabile, l’Italia si riporta in avanti. Angolo di Antognoni, la difesa ribatte, riprende Tardelli rovesciando verso il centro, dove il lampo di Rossi, al volo, trasforma incenerendo il portiere: 3-2.

Per il Brasile si fa dura, le ali del gioco si appesantiscono, la manovra auriverde diventa affannosa. Azione Graziani-Oriali-Antognoni e tiro di quest’ultimo che sorprende di nuovo l’incerto Valdir Peres, ma l’arbitro annulla per un inesistente fuorigioco. L’ultimo brivido è allo scadere: cross di Eder dalla trequarti sinistra, Paulo Isidoro di testa spara in porta, il monumentale Zoff blocca il pallone sulla linea. In un tripudio di bandiere italiane, l’Italia si qualifica per la semifinale. Ha eliminato le due superfavorite del Mondiale, diventa la squadra più forte. E “Pablito” Rossi, redivivo, è per gli spagnoli l’«hombre del partido», l’uomo decisivo della partita. Il centravanti del miracolo.

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Un Boniek stratosferico demolisce il Belgio

Nel primo girone si sveglia Zbigniew Boniek, con una terrificante tripletta affossatore del Belgio, il cui controgioco non basta poi a bloccare l’Urss. Nel confronto diretto, i polacchi fermano gli avversari sul nulla di fatto, passando per differenza reti con un successo di portata persino extrasportiva (per lo smacco inflitto al “Grande Fratello”).

Nel gruppo B, lotta allo spasimo: Germania e Inghilterra si astengono nel confronto diretto, poi i tedeschi, salvaguardati dall’arbitraggio onesto di Casarin, sbattono fuori gli spagnoli tra il cordoglio della tifoseria locale.
Gli stessi spagnoli, anziché “vendicarsi” regalando il successo agli inglesi, si battono con grande sportività, fermando gli avversari sul nulla di fatto.

Nel quarto gruppo, tutto facile per la brillante Francia di Platini (ma anche Giresse, Tigana e Tresor), che supera l’Austria di misura e poi travolge l’Irlanda.

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Irlanda del Nord e Francia schierate in campo