Mondiali 1994: BRASILE

Primo Turno, sorprese Nigeria e Arabia

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Nel primo gruppo sorprende la Romania di Hagi

L’innovazione dei tre punti sembra aver colto nel segno. La prima fase regala incontri avvincenti, tra squadre decise a vincere. Nel primo gruppo, con la gran novità del “Silverdome”, il campo-sauna al coperto di Pontiac, nei pressi di Detroit, scivola la favorita Colombia “futuribile” di Maturana. Le busca dall’asciutta Romania, abile a lasciarne sfogare il possesso palla, per poi colpirla estraendo gli aculei dei solisti Hagi e Raducioiu. Scampa invece la Svizzera di Hodgson, a sorpresa bloccata sul pari dai padroni di casa, allenati dallo zingaro del calcio Bora Milutinovic. Passano anche gli uomini di Iordanescu e, per ripescaggio, gli Stati Uniti. Per la Colombia il dramma sportivo si trasforma in tragedia: al ritorno in patria, il difensore Andres Escobar, “colpevole” dell’autogol che ha aperto la strada al successo statunitense, viene freddato in piena notte, all’uscita da un ristorante di Medellin, con dodici colpi di mitraglietta.

Nel secondo gruppo presenta il suo biglietto il Brasile, costruito da Parreira secondo canoni europei, con tre mediani (Mauro Silva, Dunga e Zinho) dietro un trequartista (il lento Rai, fratello di Socrates) e due punte agili: il micidiale Romario e il raffinato Bebeto. In rosa c’è un fenomenale ragazzino di 17 anni, Ronaldo Luiz de Lima, che non scenderà mai in campo.I verdeoro esibiscono due ottimi esterni difensivi, Jorginho e Leonardo, e una difesa impermeabile. Una passeggiata l’esordio con la macchinosa Russia di Sadyrin e pure la replica contro la ragnatela del Camerun. Unico rivale dei verdeoro, la quadrata Svezia. Nel confronto diretto il Brasile trova il pari con Romario dopo una rete del gigante Andersson. La goleada conclusiva dei russi sugli africani (in gol col quarantaduenne Milla) serve solo al banchetto delle ripescate.

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Milla da record: rete mondiale a 42 anni

Nel terzo gruppo vita facile per tedeschi e spagnoli, opposti a modesti avversari. La Germania in versione unificata, guidata dall’ex “mastino” Berti Vogts, non incanta. Vince di misura sui boliviani del “diablo” Etcheverry, espulso dopo quattro minuti per un fallacelo su Matthäus, e pareggia con gli spagnoli in un match ad armi pari, deciso da due incertezze dei portieri. Bolivia e Corea si annullano nel confronto diretto, i tedeschi scherzano coi coreani (da 3-0 a 3-2) ma passano senza problemi e la Spagna chiude con fatica sulla modesta Bolivia grazie a due prodezze di Caminero.

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Un Maradona stratosferico stende la Grecia, poi il dramma del doping…

Grandi emozioni nel gruppo D, in cui si consuma l’ennesimo dramma di Diego Maradona. L’ex “pibe de oro”, decisivo per l’approdo negli States della sua squadra (grazie all’assist a Balbo nello spareggio-brivido con l’Australia), si presenta in condizioni fisiche smaglianti, a quasi 34 anni e dopo tante peripezie nei pianeti del vizio. Alfio Basile ha costruito una squadra a trazione anteriore, cui il genio di Diego può offrire il “quid” vincente: difesa con l’anziano Ruggeri libero classico davanti a Islas. i due “italiani” Sensini e Chamot laterali di lusso ai fianchi dello stopper Caceres; a centrocampo, l’elegante regista Redondo, con l’appoggio del “duro” Simeone, e Maradona; in attacco, Caniggia all’ala e i due bombardieri Batistuta e Balbo. La Grecia di Panagulias viene sepolta e anche Maradona coglie un gol con una sublime prodezza, scatenandosi poi in un urlo interminabile che “buca” le telecamere invadendo il mondo. Non è però da meno la Nigeria, capace di affossare la poderosa Bulgaria sulle ali di un gioco convincente ed efficace. L’Argentina si aggiudica lo scontro diretto in rimonta, dopo un primo tempo di alta levatura spettacolare. Maradona è ancora grande, ma alla fine viene condotto all’antidoping e trovato positivo per aver fatto ricorso a un dimagrante “proibito”. Con grande eleganza la Federcalcio arentina lo scarica, “ritirandolo” dal Mondiale. Non servirà. I biancocelesti cadono con la risorta Bulgaria, reduce dall’aver incenerito i pellegrini di Grecia, e passano solo col ripescaggio.

Ricco di sorprese anche il sesto gruppo, in cui il Belgio supera alll’esordio il Marocco con un po’ di fortuna (la traversa ferma Daoudi e Chaouch) e batte l’Olanda al termine di una combattuta sfida, dominata dalla regia di Scifo e dall’organizzazione difensiva degli uomini di Van Himst, col trentacinquenne Preud’homme in vena di prodigi. La mina vagante però è l’Arabia Saudita, che offre con gli arancioni una dimostrazione di gioco organizzato e armonico, andando in vantaggio e poi uscendo sconfitta solo per una papera del portiere Al Deayea. Nel derby africano col Marocco gli uomini di Solari invertono il punteggio e poi chiudono affondando il Belgio con Owairan. che parte da metà campo e arriva in slalom fin davanti al portiere, beffandolo con un tiro angolato. Olanda e Arabia Saudita passano il turno, assieme al ripescato Belgio.

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Owairan realizza contro il Belgio una delle rete più belle della storia dei mondiali