Mondiali 1994: BRASILE

E' Italia-Brasile, 24 anni dopo Messico 70

Nonostante non valga la prova televisiva (che infatti non ha salvato Zola), Tassotti becca otto partite di squalifica e una multa di 15 mila dollari (quasi 25 milioni di lire). Una volta di più, l’Italia del dopo-Franchi non riesce a farsi rispettare nelle sedi internazionali.

Alle porte bussa la temutissima Bulgaria, che Sacchi affronta cambiando una pedina per reparto: in difesa, Mussi al posto di Tassotti, a centrocampo Berti per Conte e in avanti di nuovo Casiraghi accanto a Roby Baggio. Nella prima mezz’ora, nel catino rovente del Giants Stadium, fiorisce la più bella Italia dell’era Sacchi, dal gioco armonico ed efficace. Gli azzurri avanzano a folate, ispirati dalla regia di Albertini e dalle partecipazioni di Dino Baggio e Donadoni.

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Poi entra in scena lui, Baggino l’artista: prima raccoglie una rimessa laterale di Donadoni, supera in slalom due avversari lungo la linea dell’area grande e incenerisce Mihailov con un chirurgico destro nell’angolino, poi, servito da un assist di Albertini, insacca con un rasoterra nell’angolo alla destra del portiere. Applaudito a scena aperta, “mister Mondiale” poco dopo avverte una trafittura a una coscia e nella ripresa deve abbandonare.

L’efficacia dell’Italia scema a poco a poco; Donadoni e Maldini sfiorano il gol, poi Sirakov si scatena in area, saltando Costacurta che tenta di agganciarlo e finendo steso dall’uscita di Pagliuca. L’arbitro grazia il portiere e concede il rigore, trasformato da Stoichkov. Nella ripresa, il sole a picco e la stanchezza tagliano le gambe agli azzurri, che ripiegano resistendo bene agli assalti bulgari. Berti deve farsi soccorrere per i crampi, come altri compagni, sopraffatti dalla stanchezza, ma al fischio di chiusura c’è ancora il fiato per esultare: per la quinta volta nella storia, l’Italia è in finale di Coppa del Mondo.

Così Romario decide l’altra semifinale tra Brasile e Svezia

Praticamente senza storia l’altra semifinale, a Los Angeles, dove una Svezia opaca si difende a oltranza. Il Brasile comanda senza affondare convinto della sua innegabile superiorità. Poi nella ripresa, al 63′, Thern viene esageratamente espulso dall’arbitro colombiano Torres Cadena per fallo su Dunga e a dieci dalla fine il solito Romario incorna di precisione un cross dal fondo del bravo Jorginho. Brasile in finale dopo 24 anni, erano i tempi di Messico 70, ed ancora contro l’Italia.