Mondiali 2002: BRASILE

Verdeoro Pentacampeon

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“Pentacampeon”. Il Brasile si laurea per la quinta volta campione del Mondo. Eppure i verdeoro erano arrivati al mondiale un po’ in sordina. La qualificazione era stata raggiunta per un soffio, piazzandosi quarto nel proprio girone, ultimo posto utile per l’avventura nippo-coreana, dietro al Paraguay di Cesare Maldini e all’Ecuador. Il Brasile è però cresciuto, “aiutato” nel girone eliminatorio, ha ritrovato gioco e fantasia, finendo per brillare in un mondiale che certo ha mostrato limiti per la qualità del gioco. La finale stessa, bella ma non bellissima, ha il merito di riscattare questo mondiale.

La Germania fa la sua parte, fino in fondo. Se il Brasile arrivava in Giappone tra lo scetticismo generale, la Germania non era considerata da finale. Una qualificazione sofferta, ottenuta grazie ad uno spareggio con l’Ungheria, un mondiale senza bel gioco. Ma alla fine Voeller e i suoi arrivano in fondo, segnando forse poco, se escludiamo l’incontro con l’Arabia Saudita, ma certo subendo ancora meno.

Ci prova, eccome, la nazionale tedesca, in particolare nel primo tempo, mantenendo il dominio del gioco, bloccando le incursioni di Cafu e Roberto Carlos, spaziando a destra e sinistra con Schneider. Ma alla fine si deve arrendere alla capacità di trovare soluzioni dei brasiliani, che seppur “dominati” alla fine creano molte più occasioni da gol. Non solo, ma Oliver Kahn, l’eroe teutonico di questo mondiale, perde il confronto diretto con il portiere del Brasile Marcos, autore di due grandi parate, almeno una evita un esito diverso della finale. Se infatti Kahn ha avuto parecchio lavoro, Marcos non è stato da meno, decidendo alla fine anche lui il risultato. Grandissimo quando sullo 0 a 0 va a deviare sul palo, al 48’, una staffilata di Neuville, per poi ripetersi a pochi minuti dalla fine su una botta da dentro l’area di Oliver Bierhof.

I bianchi di Voeller appaiono da subito ordinati e compatti e tengono il controllo della gara per tutto il primo tempo. Schneider mette più volte in difficoltà la difesa avversaria con le sue incursioni, e Klose non raccoglie per un soffio (per Marcos sarebbe stato un grosso problema) l’invito del centrocampista del Bayer Leverkusen. Ma al tenace controllo del gioco, il Brasile oppone la fantasia delle sue incursioni, con Ronaldinho che smista assist in abbondanza rifornendo principalmente Ronaldo. E il fenomeno però appare impacciato, teso, lo spettro della finale persa a Parigi aleggia, tanto che fallisce l’occasione al 18’ proprio su lancio verticale di Ronaldinho. Scampato il pericolo, la Germania torna a tessere la sua tela, una tela complessa dettata dall’esigenza di non scoprirsi troppo, ma che contemporaneamente non riesce a portare al tiro i propri attaccanti. I cross si sprecano nella speranza di superare di testa gli avversari. Ma i “lunghi” del Brasile, guidati da uno splendido Lucio, fanno egregiamente il loro dovere.

Ed è ancora la Germania a sudare freddo quando Ronaldo ancora una volta fallisce l’occasione del vantaggio, anche in questa occasione servito da Ronaldinho, nei minuti di recupero, ma aveva già preso paura quando alla mezz’ora Kleberson con uno splendido tiro a girare superava Kahn ma non la traversa. Si va così alla fine di un primo tempo gradevole e molto corretto. Le squadre rientrano in campo senza sostituzioni e la partita sembra riprendere la stessa via del primo tempo. Al 3’ del secondo tempo la Germania grida al gol, ma vedeva invece stamparsi sul palo il tiro di Neuville, complice, come abbiamo già detto, il portiere Marcos. Ma la musica comincia a cambiare, il Brasile si fa sempre più intraprendente, anche se Kahn non corre grandi pericoli. Alla fine Ronaldo e i suoi devono al portierone della Germania il loro vantaggio. Ronaldo riconquista palla sulla tre quarti della Germania e serve Rivaldo che tira dal limite dell’area. Conclusione forte ma non difficile, Kahn sembra controllare facilmente e invece accade l’irreparabile, non trattiene e favorisce l’intervento di Ronaldo che aveva seguito l’azione. È il 67’, è il vantaggio del Brasile.

A questo punto la partita cambia aspetto. La Germania deve recuperare, esce Klose ed entra Bierhoff, poi ancora Ziege e Asamoah. La Germania ci prova, ma per provarci sposta in avanti il suo baricentro (in difesa praticamente il solo Rehmer) e permette al Brasile di muoversi in spazi più ampi. E quindi, come spesso accade, a fronte della ricerca del pareggio tedesco, arriva il raddoppio di Ronaldo, al 79’, questa volta Kahn non ha nessuna responsabilità: Ronaldo viene servito da Gilberto Silva e smarcato da una splendida finta di Rivaldo. Il suo tiro, imparabile, è la ciliegina sulla torta. La Germania nonostante il secondo gol lotta caparbiamente fino alla fine. Ma non c’è nulla da fare, il Brasile è campione.

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