Nazionale di Lega: una storia difficile

Breve storia della Nazionale di Lega, una rappresentativa composta da calciatori militanti in Serie A senza distinzioni di nazionalità.

“L’incontro tra le squadre di Lega ha avuto un solo grande merito: quello di avere offerto, a quarantamila spettatori e a centinaia di migliaia di teleamatori del calcio, uno spettacolo come raramente è possibile gustare. Una constatazione che non aggiunge un ette al convincimento che senza Charles, Hamrin, Angelillo, Tacchi, Altafini — stranieri di nazionalità o di scuola — il grande calcio da contrapporre alle migliori compagini mondiali non sarebbe alla nostra portata».

Cosi lo Sport Illustrato, ineguagliabile cantore delle gesta pedatorie d’antan, celebrava nel novembre del 1960 lo spettacolare 4-2 con cui la Nazionale di Lega aveva esordito surclassando l’omologa formazione inglese. Un punteggio emblematico dei toni avvincenti del gioco, lungamente in ostaggio alla stizzosa fallosità dei britannici (indispettiti dal calcio in filigrana dei fuoriclasse in azzurro), ma largamente apprezzabile per gli squarci di gran calcio cui aveva dato l’aire.

Era il primo, robusto vagito della Nazionale di Lega, voluta dal presidente Giuseppe Pasquale in un momento di transizione del nostro calcio, reduce dalla storica esclusione dai Mondiali del ’58 e in trepida attesa della maturazione dei giovanissimi (Rivera, Bulgarelli, Trapattoni e Burgnich in prima fila) che si erano rivelati ottimi protagonisti alle appena disputate Olimpiadi di Roma.

La Nazionale del campionato doveva costituire una vera e propria rappresentativa «All Stars», luccicante vetrina e solleticante contentino per un pubblico reiteratamente deluso dalla Nazionale «vera» (con i cui impegni la formazione di Lega avrebbe giocato in concomitanza) e ormai legittimamente dubitoso dell’effettiva grandezza del calcio che poco più di vent’anni prima era stato bimondiale.

La pagina del Corriere della sera dedicata al primo match ufficiale della Nazionale di Lega

Neanche tanto curiosamente, quel primo collage di campioni allestito dai selezionatori Foni e Viani si divideva in due netti tronconi, compiacendo nell’uno la gloriosa tradizione dei difensori italiani (irrobustita dai recenti fasti del «catenaccio») e tributando nell’altro il dovuto omaggio ai «big» di fuorivia che alimentavano l’attacco e le fonti del gioco delle nostre squadre di club.

In spregio ai tatticismi imperanti, fu addirittura mandata in campo una linea offensiva costituita da cinque attaccanti: «uccellino» Hamrin sulla destra, il poderoso Charles come ariete centrale e lo sgusciarte argentino Juan Carlos Tacchi come guastatore di sinistra: in più, come interni, Valentin Angelillo, centravanti supergoleador in via di arretramento a centrocampo, e l’ariete milanista José Altafini. Tanto che il cervello Boniperti (pure lui centravanti d’estrazione) ebbe a interpretarsi, peraltro con esiti lussuosi, addirittura nelle inedite vesti di mediano laterale.

Un’Italia votata al massacro? Nient’affatto: una squadra spumeggiante e a tratti irresistibile, pur contrapposta a un avversario ugualmente ricco di stelle, tra cui spiccava quella dello scozzese Denis Law, di lì a qualche tempo protagonista pure lui del nostro campionato, per una breve stagione di bagliori e follie.

8 novembre 1961: la nazionale di Lega si impone sull’Inghilterra a Manchester

Piacque tanto, l’esito di quel primo esperimento, da suggerire senz’altro la promozione ad appuntamento fisso nei nostri calendari per il mese di novembre, l’epoca consacrata al pallone dei britannici, che vi sogliono collocare incontri e prestazioni di maggior rilievo delle loro rappresentative di bandiera. In effetti, per due anni ancora, i match «Interleghe» esposero nella vetrina autunnale del nostro calcio i frutti copiosi di sfide ad alto livello agonistico e spettacolare sempre contro gli eredi dei «maestri» della terra d’Albione, costruendo un piccolo albo d’oro ricco di gioco e di gloria.

Libere dai condizionamenti esterni che tendevano a soffocare la Nazionale maggiore, forti di un apporto straniero regolarmente massiccio e determinante, le formazioni di Lega riuscirono a mortificare a più riprese quel calcio britannico che invece rimaneva ostacolo insormontabile ad altri livelli azzurri: tanto che la prima vittoria sulla Nazionale maggiore inglese i nostri l’avrebbero colta solo nel 1973.

Per ben tre volte l’«All Stars» superò l’Inghilterra, togliendosi pure lo sfizio di violarne il campo di casa: accadde a Manchester, quando di nuovo era in campo lo stesso Denis Law, ma questa volta (la seconda, per la precisione) con la maglia del campionato italiano. Un successo e un pari rappresentarono invece il bilancio dei confronti con la Scozia: nel primo match di Glasgow, oltre a ospitare tra le proprie file il grande Law, la squadra azzurra guidata da Foni schierò a sorpresa John Charles come stopper. Per il gigante sfondareti gallese, prossimo al tramonto della sua avventura italiana, si trattò di un momentaneo ritorno alle origini (in Galles aveva per l’appunto cominciato come roccioso difensore), che peraltro la Juve avrebbe «copiato» di lì a qualche mese, per la sfortunata doppia sfida di Coppa dei Campioni col leggendario Real Madrid.

Nel 1964 in un match deludente decide una rete di Luisito Suarez

Ispiratrice di moduli, costantemente presente a se stessa sul piano agonistico, la Nazionale di Lega visse una breve epopea: vuoto di impegni il 1963, con un calendario internazionale che andava infittendo i propri impegni di club e di rappresentative nazionali, il successo sugli inglesi del maggio 1964 a San Siro chiuse l’avventura della rappresentativa ideata da Giuseppe Pasquale.

Ne fu tentata una improbabile riesumazione qualche anno più tardi nel 1971, quando il calcio italiano viveva in epoca di ormai consolidata autarchia. All’indomani del parziale successo messicano che aveva virtualmente sigillato l’epoca d’oro di Valcareggi, sospinti dalla sempre più evidente necessità di battere piste inedite per gettare le basi di un nuovo nucleo azzurro, i vertici dell’italico pallone vararono una nuova Nazionale di Lega: nei programmi, si voleva offrire una vetrina a quei pedatori di mezza età che non potevano più rientrare tra i giovani delle Under 23 e 21 e nel contempo non erano ancora abbastanza… passati di cottura da poterne escludere l’approdo alla Nazionale maggiore che l’attaccamento ai «monumenti» messicani aveva fin li negato.

Così titolava la Gazzetta dello Sport dopo la sconfitta con la rappresentativa di Budapest nel febbraio 1971

L’esperimento fallì. La rappresentativa, guidata prima da Bearzot e poi in prima persona dallo stesso citi «maggiore» Valcareggi, rispecchiò fin troppo crudamente i valori di un campionato in via di transizione, drammaticamente pigro nell’opera di produzione degli eredi dei talenti anni ’60: dopo tre sconfitte consecutive, due delle quali ad opera del Belgio (la «bestia nera» che ci aveva proprio nel 1972 estromesso dagli Europei), la Nazionale di Lega fu opportunamente consegnata agli archivi: mancando ormai il lievito spettacolare degli stranieri, le era venuto meno un adeguato spazio «politico» tra la Nazionale maggiore e quelle giovanili, potendo al più configurarsi come malinconico cimitero degli elefanti per i campioni a metà del nostro torneo.

Dodici anni dopo, da un’idea del presidente Luciano Nizzola, l’armadietto del dimenticatoio venne riaperto, proprio in omaggio al tasso qualitativo di un campionato nel frattempo talmente arricchito dall’apporto straniero da non potersi più riflettere esclusivamente nella Nazionale.

L’allestimento tecnico venne affidato al tecnico più in voga all’epoca, Arrigo Sacchi, che non aveva a disposizione i suoi assi olandesi del Milan nè poteva attingere alla Nazionale e all’Under 21, ma nonostante questo riuscì ovviamente a mettere insieme una squadra di alta qualità, con Matthaus e Maradona come stelle. La partita si chiuse sul risultato di 2-2. Fu discretamente spettacolare ma priva, come era fatale, del pepe che solo una adeguata posta in palio avrebbe potuto garantire. Sulle tribune di San Siro, solo 5.464 spettatori (in pratica, il vuoto), per un incasso risibile.

Pareggio contro la Polonia per Nazionale di Lega guidata da Arrigo Sacchi

I maggiorenti del nostro calcio ci riprovarono l’ultima volta il 16 gennaio 1991, con una selezione affidata al tecnico del Napoli Albertino Bigon. Questa volta i paganti per assistere alla schiacciante vittoria dei rappresentanti della Serie A italiana furono 3.114 al San Paolo di Napoli. Cioè, come non detto.

Ed ecco perché della Nazionale di Lega non si sentì più parlare da allora. E probabilmente la sua avventura è definitivamente consegnata agli archivi.

Gennaio 1991: a Napoli l’ultima recita
TUTTE LE PARTITE DELLA NAZIONALE DI LEGA
Lega Nazionale Italiana – Lega Inglese 4-2 (2-0)
01.11.1960 Milano: Stadio San Siro
Lega Italiana: Buffon (Ghezzi), Maldini, Castelletti, Boniperti, Bernasconi, Emoli (Bergamaschi), Hamrin, Angelillo, Charles, Altafini, Tacchi. Allenatori: Gipo Viani e Alfredo Foni.
Lega Inglese: Springett (Trautmann), Armfield, Megson, Robson, Swam, Flowers, Jones (Woosman), McIlroy, Law, Haynes, P. McParland. Manager: Harold Potts
Reti: Tacchi (4’), Hamrin (35’), Altafini (53’), Law (57’), McParland (73), Altafini (75’).
Arbitro: G. Ternieden.
Lega Scozzese – Lega Italiana 1-1 (0-1)
01.11.1961, Glasgow: Hampden Park
Lega scozzese: Connachan, A. Hamilton, Caldow, Crerand, Ure, Baxter, Scott, Quinn, Black, Brand, Wilson. Manager: Ian McColl .
Lega Italiana: Albertosi, David, Pavinato, Zaglio (H. Nielsen), J.Charles (Janich), Colombo, Hamrin, Maschio, Hitchens, Law, Petris. Allenatore: Alfredo Foni.
Reti: Hitchens (32’), Brand (81’).
Arbitro: H. Faucheux.
Lega Inglese – Lega Italiana 0-2 (0-0)
08.11.1961, Manchester: Old Trafford;
Lega Inglese: Springett, Armfield, Wilson, Kay, Swam, Flowers, Connelly, Fantham, Pointer, Haynes, B. Charlton. Manager: Walter Winterbottom .
Lega Italiana: Albertosi, David, Pavinato, H. Nielsen, Janich, Colombo, Hamrin, Maschio, Hitchens, Lojacono, Law. Allenatore: Alfredo Foni
Reti: Lojacono (72’), Hitchens (75’).
Arbitro: M. Guigue.
Lega Italiana – Lega Scozzese 4-3 (2-0)
14.11.1962, Roma: Stadio Olimpico
Lega Italiana: Albertosi, Castano, Pavinato, Losi, Salvadore, H. Nielsen, Hamrin, Del Sol (Angelillo), J. Charles, Haller, Petris. Allenatore: Alfredo Foni.
Lega scozzese: McLaughlan, A.Hamilton, Kennedy, Crerand, Ure, Baxter, Henderson, W. Hamilton (Divers), Millar, Cooke, D. McParland. Allenatore: Ian McColl.
Reti: Del Sol (15’), Haller (27’), Divers (48’), Petris (60’), Cooke (72’),
Millar (74’), Hamrin (87’).
Arbitro: F. Eurdekian
Lega Inglese – Lega Italiana XI 3-2 (1-1)
29.11.1962, Londra: Highbury
Lega Inglese: Springett, Armfield, Wilson, Moore, Labone, Flowers, Connelly, Greaves, Allen, Douglas, O’Grady. Manager: Walter Winterbottom.
Lega Nazionale XI: G.Sarti, Emoli (Colombo), Pavinato, H. Nielsen, Losi, Jonsson, Hamrin, Lojacono, J. Charles, Haller, Petris. Allenatore: Alfredo Foni.
Reti: O’Grady (22’), J. Charles (44’), Greaves (55’), Allen(78’), J.Charles (79’).
Arbitro: M. Kitabdijan.
Lega Italiana – Lega Inglese 1-0 (0-0)
09.05.1964, Milano: Stadio San Siro
Lega Italiana: Ghezzi, C. Maldini, Castelletti, Picchi, Guarneri, Angelillo, Meroni (Vinicio), L. Suarez, H. Nielsen (Szymaniak), Haller, Barison. Allenatore: Paolo Mazza.
Lega inglese : Waiters (Banks), Cohen, Thomson, Mullery, Norman, Flowers, Paine, Hunt, Pickering, B.Charlton, Thompson. Manager: Alf Ramsey.
Rete: L. Suarez (78’).
Arbitro: J. Barbéran.
Lega Italiana– Rappresentativa di Budapest 0-1 (0-0)
18.02.1971, Torino: Stadio Comunale
Lega Italiana: Carmignani, Roversi, Perego (Pogliana), Cereser, Cresci, Biasiolo, Pace, Chinaglia, R. Benetti, Corso, G. Savoldi (Chiarugi). Allenatore: Enzo Bearzot.
Budapest: Szentmihályi, Káposzta, Juhász, Bánkuti, Noskó, Horváth, E. Dunai III, Zámbó, Bene, A.Dunai II, L. Nagy. Allenatore: Lajos Baróti.
Rete: A. Dunai II (51’).
Arbitro : P. Schiller.
Lega Belga- Lega Italiana 2-1 (1-1)
15.12.1971, Charleroi: Stade du Mambourg
Lega Belga: Piot, Heylens, Dolmans, Dewalque, Stassart (Pilot), Vandendaele, Semmeling (Bohmer), Docks, Mulder, Van Himst (Martens), Ressel. Allenatore: Raymond Goethals.
Lega Italiana: Carmignani, Perego (Fossati), Spinosi, Furino, Rosato, Bedin, S. Gori (Damiani), Causio, Anastasi, Capello, Bettega. Allenatore: Ferruccio Valcareggi.
Reti: Van Himst (7’), S. Gori (25’), Mulder (84’).
Arbitro: R. Wurtz.
Lega Italiana – Lega Belga 0-1 (0-0)
06.12.1972, Firenze: Stadio Comunale
Lega Italiana: Castellini (Superchi), Sabadini, S. Esposito, Bet, Santarini, Massa (S. Gori), Merlo, Bigon, Re Cecconi, Prati. Allenatore: Ferruccio Valcareggi.
Lega Belga: de Bree, Bastijns, Martens, Dalving, Tolsa, Bjerre, Nicholaes, Stroybant, Teugels, Heyligen, Mallants. Allenatore: Raymond Goethals.
Rete: Nicholaes (52’).
Arbitro: G. Katsoras.
Lega Italiana – Polonia 2-2 (1-1)
12.11.1988, Milano: Stadio San Siro
Lega Italiana: G. Galli (Landucci), M. Mannini, Volpecina, Matthäus (Barbas), Tassotti (Gregucci), Manfredonia, Pari, Evani (Marocchi), Careca (Renato), Diego Armando Maradona, Virdis (Caniggia). Allenatore: Arrigo Sacchi.
Polonia: Wandzik, R. Warzycha, Wdowczyk, Kaczmarek, Łukasik, Ziober (Soszyński), K. Warzycha, Komornicki (Bendkowski), Urban, Araszkiewicz, Kosecki (Tarasiewicz). Allenatore: Wojciech.
Reti: R. Warzycha (28’), Tassotti (40’), Wdowczyk (55’), Maradona (83’).
Arbitro: H. Brummeier.
Lega Italiana – Lega Inglese 3-0 (2-0)
16.01.1991, Napoli: Stadio San Paolo
Lega Italiana: G. Galli (Taffarel), Garzja, Aldair (Branco), C. Pin, Benedetti, Jozic (Minotti), A. Bianchi (Lentini), Mychajlyčenko, Careca, Matthäus (Simeone), Van Basten (Di Canio). Allenatore: Bigon
Lega Inglese: Southall (Seaman), Dixon, Nicol, Thomas (Bowen), I. Wright, Hysen (Curle), Limpar (Saunders), MacMahon, Rush (Bull), David, Barnes. Allenatore: Lawrence McMenemy.
Reti: Van Basten (26’), Careca (28’), Simeone (70’).
Arbitro: C. Bouillet.