PAPIN – PASSARELLA – PEIRO’ – PESAOLA – PETRONE – PLATINI – PRAEST – PROHASKA – PURICELLI
Nel 1964, lo ingaggia l’Inter e i tifosi storcono la bocca. Però il “Mago” ha visto giusto. In campionato, dove possono giocare solo due stranieri, Peirò sta in frigo- rifero ad aspettare le assenze di Jair o Suarez.
In Coppa è negli undici: vince l’Intercontinentale sull’ Independiente, si sfoga a suon di gol in Coppa dei Campioni. Quello al Liverpool diventa una specie di emblema (il gol alla Peirò), una rampa di lancio verso la finale, vinta poi a Milano sul Benfica. E a dicembre, il gol contro l’Independiente che apre il 3-0 per la seconda Intercontinentale. Un giorno di ottobre, stanco di fare l’uomo in ammollo in campionato, fa le valigie e le spedisce in Spagna assieme alla moglie. Comincia a salutare gli amici, poi il presidente ed Herrera gli parlano, ci ripensa. E diventa l’uomo determinante del secondo scudetto consecutivo, segnando gol pesanti in situazioni difficili. Dopodiché si trasferisce alla Roma per giocare finalmente di più e lasciare in un cassetto la malinconia. Diventa un pilastro della squadra giallorossa per quattro stagioni, giocando fino a 34 anni suonati.
Si guadagnò anche una convocazione in azzurro, che onorò con una rete (Svizzera-Italia 3-1), ma il pubblico petroniano aveva il palato fino, e non a tutti andava a genio quel ragazzone dai piedi un po’ ruvidi, che la metteva dentro senza complimenti. Con la maglia rossoblu Puricelli disputò altri quattro tornei, conquistando ancora, nel 1940-41, sia il titolo tricolore che quello di cannoniere. Dopo la sosta bellica, fu ceduto al Milan. Dove confermò le sue doti di bomber.
Chiusa la carriera di giocatore al Legnano, in B, divenne allenatore, conquistando una meritata fama, vincendo tra l’altro col Milan lo scudetto nel 1955.