Pagliuca Vs Marchegiani, una storia di portieri

Luca contro Luca. Acerrimi rivali e praticamente amici per la pelle. Gianluca Pagliuca e Luca Marchegiani, le due saracinesche più sicure dell’Italia 1994.

E’ l’undicesimo minuto. Italia e Irlanda fanno il loro esordio nei primi Mondiali di calcio giocati in nord-america. Il risultato è ancora sullo zero a zero e il Giants Stadium sembra sciogliersi per il caldo. All’improvviso Baresi, scoordinato, cerca di respingere di testa un pallone che invece va a rimbalzare proprio al limite dell’area. E’ questione di un attimo. Houghton si avventa sulla palla soffiandola ad Albertini, la lascia rimbalzare, quindi la colpisce di collo pieno. E’ un tiro maligno, una palombella che si insacca proprio sotto la traversa. Pagliuca è fuori dalla porta, prova a retrocedere con qualche passettino, ma quando salta il pallone sembra volersi arrampicare fino al cielo, per poi ricadere beffardo proprio in mezzo ai pali. Non se lo aspettava quel tiro, non se lo aspettava proprio di sbagliare in quel modo posizione.

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Italia-Irlanda 0-1: Pagliuca raccoglie la palla in fondo al sacco

Ora contro la Norvegia l’imperativo è uno solo: vincere. Marchegiani, il vice di Pagliuca, sta seduto in panchina, senza pensare a nulla di particolare, solo a soffrire insieme ai suoi compagni che vede dannarsi in campo. No, in quei momenti non pensa neanche più alla serataccia di Cagliari nell’ottobre di due anni prima e ai “gollonzi” presi dagli svizzeri Ohrel e Chapuisat nel primo match di qualificazione a USA 94. Quella volta la prestazione di Luca era stata scarsa, scandalosa e sfortunata, e gli aveva fatto perdere il posto proprio quando lo sentiva ormai suo. Ma si era trattato di una partita, una sola partita, troppo poco per giudicare un professionista.

Quel giorno a New York comunque Marchegiani si sente pronto, e lo sarebbe sempre stato anche se poi non fosse successo nulla. Invece qualcosa accade. Sono passati una ventina di minuti dall’inizio della partita quando in un’azione di rimessa un norvegese si lancia sul filo del fuorigioco. Pagliuca esce dalla porta, corre diritto incontro all’avversario. Poi il tiro del norvegese, Gianluca alza la mano deviando il pallone, ma dopo aver già superato la linea bianca del limite dell’area.

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Italia-Norvegia 1-0: l’azione che porta all’espulsione di Pagliuca

Tocca a me”, dice fra sè e sè Luca. E infatti l’arbitro espelle Pagliuca con Sacchi che manda il portiere laziale immediatamente in campo al posto di Roberto Baggio. Quando si sistema fra i pali, i compagni sono ancora frastornati e si fa difficoltà a che a sistemare la barriera. Ma Marchegiani è finalmente in campo: “o la va o la spacca”, ripete mentalmente. E per fortuna, sarebbe andata.

Questo l’inizio della lunga storia dei due portieri e dei loro infuocati pomeriggi americani in quella calda estate 1994. Commedia, giallo o romanzetto rosa? L’ordito del racconto potrebbe lasciare ampio adito a dubbi in tal proposito.

ROMANZO ROSA

Si comincia col rosa, con Luca e Gianluca grandi amici, Luca e Gianluca inseparabili, Luca e Gianluca sempre d’amore e d’accordo, Luca e Gianluca compagni di camera persino. E per i calciatori il particolare della camera in comune non è di poco conto, se è vero che quando ne parlano lo fanno come se invece che al coinquilino stessero riferendosi alla moglie.

Sentite Pagliuca: «Fino al 1992, quando ancora non si sapeva chi avrebbe mandato in campo Sacchi, io e Luca stavamo già in camera insieme. Ricordo ancora bene che quando dovevamo telefonare entrambi uscivamo dalla camera. Non sarebbe stato bello esprimere le proprie speranze o i propri dubbi davanti all’altro. Eravamo troppo coinvolti per rimanere indifferenti, ma nonostante tutto il nostro rapporto non si è mai incrinato».

Qualche crepa sembrava invece davvero inevitabile nel ritiro azzurro a USA 94, quando sull’onda della loro legittima e corretta rivalità Sacchi decide persino di dividerli di camera. «Alcune situazioni – dichiarava all’epoca Pagluica – potevano effettivamente risultare imbarazzanti. Tassotti non dorme con Mussi, Berti non dorme con Conte. E’ logico che qui tutti ci si senta desiderosi di giocare ed è anche comprensibile che quando il tecnico sceglie il tuo rivale tu ci rimanga male. Ma fra me e Marchegiani il rapporto è comunque corretto: ognuno di noi rappresenta per l’altro un continuo stimolo».

Così nonostante le tensioni e le ambizioni, il fair-play continua a regnare sovrano. Anche alla vigilia della scelta definitiva, prima della Spagna, quando Sacchi deve decidere se continuare con Marchegiani, autore di ottime prestazioni contro Norvegia, Messico e Nigeria, oppure se rimettere dentro il titolare ma discusso Pagliuca.

COMMEDIA

E sono questi i giorni della commedia. O forse più che commedia, è teatro dell’assurdo, con Sacchi che dice di aver riferito ai due Luca chi avrebbe giocato, e i due portieri che giurano di non saperne nulla. Chi è che mente? Probabilmente tutti, ma non ha importanza perché siccome l’assassino è sempre il maggiordomo, anche qui, come in un giallo, la soluzione del caso finisce per essere la più ovvia. Dentro Pagliuca che ha scontato le due giornate di squalifica, e nuovamente in panchina a parare i fantasmi del passato Marchegiani.

Ovvio sì, ma non per tutti convincente. E allora facciamo un passo indietro per sentire cosa aveva detto Marchegiani, reduce da tre buone prestazioni, prima di essere escluso: «Qualora mi fosse preferito Pagliuca non proverei rabbia, ma delusione. Io comunque sono tranquillo perché in ogni caso non mi sentirei bocciato. Ormai penso di aver dimostrato di non essere venuto qui come semplice riserva. Riguardo a questo ballottaggio poi, posso dire che mi sono sentito assai più a disagio quando Sacchi in alcuni allenamenti mi ha fatto fare il difensore per questione di numero».

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Marchegiani predispone la barriera nel match contro la Nigeria

E allora, tanto per confermare con orgoglio al mondo la nostra fama di “mammoni”, immancabili intervengono anche loro, le mamme. «Gianluca non è affatto in crisi – tuonava la signora Pagliucasi è solo sacrificato per la squadra. Quando lo hanno espulso con la Norvegia sarei voluta correre in campo per consolarlo. Ad ogni modo mio figlio mi ha presentato Marchegiani ed io l’ho trovato molto simpatico. Lui e mio figlio stanno sempre assieme».
Dall’Italia diceva la sua anche mamma di Marchegiani: «Io spero resti Luca, ma credo che Sacchi opterà per l’altra soluzione. Noi però non ne faremo un dramma, Luca la sua piccola rivincita già se l’è presa».

Le mamme avevano come al solito visto bene: nessun dramma per il ritorno in panchina di Marchegiani. Amarezza e tensione, quella sì. E sarà forse per la tensione accumulata che, dopo due discrete partite contro Spagna e Bulgaria, proprio nella finalissima col Brasile Pagliuca la fa davvero grossa.

E’ da poco passata la metà del secondo tempo quando Mazinho tocca per Mauro Silva che dalla lunghissima distanza colpisce per un tiro senza tante pretese. Il pallone arriva debole e centrale, ma Pagliuca s’inventa kamikaze-saponetta e se lo lascia sgusciare dalle mani. La palla schizza in alto e con un effetto mozzafiato centra il palo destro della porta.

E due. La papera stavolta è da arresto cardiaco. Pagliuca platealmente bacia il palo, Sacchi sussulta e suda freddo mentre seduto in panchina Marchegiani pensa ad una cosa… Gianluca lo deve avere fatto apposta, almeno così siamo due pari… Le papere contro Svizzera e Brasile vanno in archivio: si riparte da zero. Luca contro Luca. La partita tra i due amici è di nuovo tutta da giocare. Anzi, da parare.