Quando Bettega “scomparve” dal Campionato

Rievochiamo i giorni della “famosa malattia” di Roberto Bettega, quando l’allora giovane attaccante della Juventus rischiò seriamente di appendere precocemente le scarpe al chiodo.

Roberto Bettega era cresciuto nelle giovanili della Juventus come un promettentissimo talento. A diciotto anni era stato mandato a “farsi le ossa” al Varese di Nils Liedholm, in serie B, e il risultato era stato strepitoso, tanto da farlo tornare subito alla casa madre per il lancio in grande stile: trenta presenze, tredici reti e promozione in serie A.

Con i bianconeri esordisce nella stagione 1970-71. Ancora tredici reti nel suo primo campionato da titolare, ed eccoci al dramma. Campionato 1971-72, la Juventus dei giovani decolla di prepotenza, con un avvio di torneo strepitoso. Quando, il 16 gennaio 1972, i bianconeri di Vycpalek battono la Fiorentina per 1-0 al Comunale, si confermano in testa alla classifica e confermano di avere in squadra un goleador inarrestabile: con quella rete Bettega è a quota 10 reti in 14 partite!

31 ottobre 1971: Milan – Juventus 1-4, il famoso goal di Bettega di tacco

Subito dopo, però, intervistato in diretta per “Novantesimo minuto“, tossicchia ripetutamente nel rispondere. Pochi ci fanno caso. Il giorno dopo viene comunicato che il capocannoniere del torneo deve recarsi all’ospedale San Giovanni di Torino per sottoporre una caviglia a un esame radiografico. Sotto, però, c è ben altro. Infatti, martedì 18 gennaio, l’addetto stampa bianconero, Alberto Refrigeri, consegna una nota alla stampa:

«La Juventus comunica che il giocatore Roberto Bettega dovrà assentarsi per qualche tempo dai campi di gioco per guarire perfettamente da una fastidiosa affezione infiammatoria all’apparato respiratorio».

Il referto porta la firma oltre che del medico sociale La Neve, dei professori De Michelis e Bergamini. Il clamore è enorme. Contattato, il giovane presidente Boniperti non nasconde la gravità della situazione:

«È davvero una situazione che enormemente ci rattrista; Bettega è uno sportivo e come tale avrebbe potuto essere anche costretto a una sosta forzata per un incidente di gioco; una indisposizione del genere, del tutto inattesa, getta un velo di tristezza su tutto l’ambiente».

Da “La Stampa” del 19 gennaio 1972

Bettega risponde al telefono solo per dire: «Dovrò rimanere fermo molte settimane». Ha compiuto 21 anni da venti giorni, il suo fisico alto e longilineo sembrava il ritratto della salute, ora circola una parola pesante: pleurite. Si tratta di una infiammazione dell’apparato respiratorio che ne impone il ricovero in clinica per un primo trattamento. Poi, dovrà trascorrere alcuni mesi in montagna per la convalescenza, senza poter svolgere alcuna attività fìsica.

Settimane e mesi lunghissimi, che fanno sorgere dubbi pesanti sulle sue possibilità di riprendere l’attività agonistica. Mentre la Juventus, con le unghie e coi denti (il sostituto Novellini non è proprio pari al titolare malato), arriva comunque allo scudetto, Bobby gol se ne sta all’aria rarefatta della montagna, raggiungendo la piena guarigione.

Tornerà in campo solo dopo otto mesi, alla prima giornata del campionato successivo, a Bologna il 24 settembre 1972. Sarà un Bettega completamente recuperato (dopo un primo periodo di logico riambientamento agonistico), ma più pesante fisicamente, meno agile. Forse, più completo: un attaccante che segnerà un po’ meno, ma in compenso metterà la sua enorme classe al servizio del gioco, sia nella Juventus che in Nazionale,

24 settembre 1972: il ritorno in campo di Bettega (Bologna-Juventus 0-2)