Quel cross di Morandi per Battisti: la nascita della Nazionale Italiana Cantanti

Autunno 1975: in una partita che vedeva schierati da una parte alcuni dei più grandi nomi della musica italiana e dall’altra stelle del cinema, nacque quella che sarebbe diventata un’istituzione.

L’Arena Civica di Milano, ottobre 1975. Diecimila spettatori assistono a un momento destinato a entrare nella storia dello spettacolo italiano. Lucio Battisti, uno dei più grandi artisti della musica italiana, si trova di fronte alla porta avversaria. Un cross alto e teso di Gianni Morandi taglia l’area. Battisti, alla sua prima esperienza calcistica, tenta di intercettare la palla con un movimento goffo e impacciato, alzandosi sulle punte dei piedi senza staccarsi da terra. Un gesto che scatena l’ilarità generale del pubblico e dei compagni di squadra.

Questo momento apparentemente insignificante segna la nascita della Nazionale Italiana Cantanti, un’iniziativa che nei decenni successivi si trasformerà in un fenomeno culturale e benefico senza precedenti. La scena, immortalata dalle fotografie dell’epoca, cattura perfettamente lo spirito di quegli anni: l’unione spontanea tra musica e sport, tra professionalità e divertimento, tra spettacolo e solidarietà.

Una squadra di Star

In quella storica formazione, ogni giocatore rappresentava un pezzo importante della musica italiana degli anni ’70. Claudio Baglioni sfoggiava una tuta sportiva e un look molto diverso da quello che lo avrebbe caratterizzato negli anni successivi. Era il periodo del suo grande successo “E tu” al Festivalbar, e stava per pubblicare “Sabato pomeriggio”. Il suo aspetto era ancora lontano dagli occhialoni intellettuali suggeriti da Donatella Raffai. Ma le vere stelle della squadra erano Lucio Battisti e Gianni Morandi. Battisti, tifoso della Lazio come il padre Alfiero, portava sul campo la sua naturale timidezza. Morandi invece, grande appassionato del Bologna, mostrava maggiore confidenza con il pallone. Insieme formavano una coppia d’attacco unica nel suo genere, non tanto per le capacità calcistiche quanto per il loro status di icone della musica italiana.

Un cast eccezionale

La formazione includeva una variegata rappresentanza del panorama musicale italiano. Gian Pieretti, il primo beatnik d’Italia, aveva già lasciato il segno con “Pietre” e “Il vento dell’Est”. Sandro Giacobbe, con il suo aspetto da idol, faceva battere i cuori delle fan con “Signora mia”. Oscar Prudente rappresentava il mondo degli autori, avendo scritto “Frutta candita” per Morandi. Federico Monti Arduini, meglio noto come il Guardiano del faro, aveva conquistato il Disco per l’Estate con il suo sintetizzatore Moog. Fausto Leali, soprannominato il “negro bianco”, stava collaborando con Mogol per il suo nuovo album. Completavano la squadra Paki dei Nuovi Angeli, che aveva fatto ballare l’Italia con “Donna felicità”, e Tony Cicco della Formula 3, fedele spalla di Battisti sul palco.

Gli avversari e un arbitro speciale

La squadra avversaria era composta da un cast altrettanto stellare del cinema italiano. Ugo Tognazzi, Franco Nero, Enrico Montesano e Philippe Leroy rappresentavano il meglio del cinema dell’epoca. La presenza di Sandro Mazzola, con la sua tuta dell’Inter decorata dalla stella dei dieci scudetti, aggiungeva ulteriore prestigio all’evento. Un’assenza significativa fu quella di Pier Paolo Pasolini, grande appassionato di calcio, che aveva dichiarato a Enzo Biagi come, dopo la letteratura, il football fosse uno dei suoi grandi piaceri. Pasolini e Ninetto Davoli furono costretti a rimanere a Roma a causa di uno sciopero dell’Alitalia, privando l’evento di un’ulteriore dimensione culturale.

La nascita ufficiale

Il passaggio da eventi sporadici a una realtà organizzata avvenne nel 1981, grazie all’incontro cruciale tra Mogol e Gianluca Pecchini. Quest’ultimo, con la sua esperienza come direttore sportivo del Pegognaga in terza categoria, portò la professionalità e la struttura organizzativa necessarie per trasformare un’idea in un progetto concreto. Prima di questo momento decisivo, Mogol aveva continuato a organizzare eventi benefici con il supporto fondamentale di Milena Cantù, figura chiave del Clan Celentano. L’unione tra l’esperienza artistica di Mogol e le competenze sportive di Pecchini creò la sinergia perfetta per dare vita a una vera e propria nazionale, con una struttura organizzativa solida e obiettivi chiari. Questo passaggio segnò la trasformazione da iniziativa amatoriale a progetto strutturato, capace di coinvolgere stabilmente artisti e pubblico.

I numeri della Nazionale Italiana Cantanti raccontano oggi una storia di straordinario successo: ha disputato oltre 540 partite di fronte a oltre 26 milioni di spettatori, in tutti gli stadi italiani, e ha raccolto fondi per una cifra che supera i 91 milioni di euro.