Il Superclasico più emozionante di sempre

L’indimenticabile River Plate-Boca Juniors del 15 ottobe 1972. Ancora oggi, quella partita è definita “il Superclasico argentino più emozionante di sempre”. Decise Morete al 90’ dopo una girandola di colpi di scena.


Come la pubblicità di un famoso confetto del passato, per identificare il derby tra River Plate e Boca Juniors basta una parola: Superclasicos. Una sfida che il periodico britannico The Observer ha inserito, nel 2004, tra le “cinquanta meraviglie sportive che uno dovrebbe vedere prima di morire” Per tanti altri, River-Boca è “la stracittadina più calda del mondo”, la partita per eccellenza della stagione.

L’edizione del Superclasicos con il maggior numero di gol, emozioni e colpi di scena è, ancora oggi, quella che si disputò il 15 ottobre 1972. Furono novanta minuti di adrenalina pura, fino al gol del River, allo scadere, che costrinse alla resa gli arcirivali del Boca.

Allo stadio “Velez”, per la giornata inaugurale del campionato Nacional argentino del 1972, si registrò la solita strepitosa cornice di pubblico, tratto identificativo degli scontri diretti tra i Millonarios e gli Xenezies. L’incasso superò i 221 mila pesos. Il River Plate, da quindici anni senza vincere titoli, aveva subito dal Boca, sette mesi prima, un umiliante 4-0 casalingo, con doppiette di Ponce e Curioni. Un’onta che andava lavata prima possibile.

Appena un giro d’orologio e fu subito gol. Palla recuperata dal River, Merlo appoggiò ad Alonso che servì Mas sul versante sinistro. Tiro cross raccolto da Mastrangelo, detto Hèber, che insaccava comodamente alle spalle dell’incolpevole portiere Sanchez. Era il terzo gol più veloce di sempre nel Superclasicos di Buenos Aires. L’entusiasmo trascinò i giocatori di casa, mentre gli ospiti, guidati da José Varacka, arrancavano nettamente.

Otto minuti dopo, splendida giocata di J.J.Lopez. Il suo cross millimetrico scavalcò anche Sanchez e fu raccolto di testa da Mas: 2-0. Lo stadio del Velez divenne una bolgia, il Boca era già sotto di due gol dopo meno di dieci minuti. Due colpi tremendi, in grado di tramortire anche un toro. “Partita chiusa”, pensarono in molti sugli spalti. Il Boca, oltretutto, riusciva a sprecare anche l’opportunità di accorciare le distanze. Da un fallo del portiere Perez su Curioni, scaturì il rigore che Suñé si vide respingere dall’estremo difensore del River.

Il gol degli Azul y Oro arrivò al minuto 24. Ponce, dopo aver scavalcato Giustozzi, servì al centro dove Curioni concluse magistralmente in rete con un tiro al volo in semirovesciata. La partita cambiò aspetto, fiducia e determinazione tornarono dalle parti dei giocatori in maglia oro-azzurra. Poco prima dell’intervallo, con un magistrale calcio piazzato, Ramon Hector Ponce ammutolì i tifosi di casa. Inutile il disperato tuffo del portiere del River: 2-2.

Prima dell’intervallo, il Boca piazzò addirittura il gol del sorpasso con un sinistro ravvicinato di Potente, complice una distrazione difensiva avversaria. Dopo tre quarti dora di spettacolo e rovesciamenti di fronte, per i ventidue in campo giungeva il meritato riposo. Più che un incontro di calcio sembrò un giro tra le montagne russe, con capovolgimenti e colpi di scena. Le certezze diventavano illusioni nel breve volgere di qualche minuto, esultanza e delusione si spostavano da una parte all’altra degli spalti con la velocità di un leopardo.

L’avvio di ripresa fu ancora di marca ospite. Potente firmò la doppietta, trafiggendo Perez con un tiro insaccatosi all’angolino destro. Il River era ormai alle corde, come un pugile suonato che da un momento all’altro rischiava di finire ko.

L’illogicità del gioco del calcio trovava l’ennesima conferma: nel miglior momento del River, i gol li segnavano gli avversari. La speranza riaffiorò, per i padroni di casa, dopo il colpo di testa di Mas che il portiere avversario non riuscì a neutralizzare. Per l’arbitro Pestarino, l’intervento del numero uno del Boca era avvenuto quando la palla aveva ormai superato la linea di porta. Le proteste non mancarono ma il direttore di gara fu irremovibile. Cinque minuti più tardi, fu il bomber Carlos Morete a pareggiare i conti con un diagonale rasoterra: 4-4. Un delirio!

Mancavano ventotto minuti alla fine di un match epico. Tutto poteva ancora succedere. Un incontro incandescente non poteva non avere un epilogo sorprendente. Durante l’ultimo giro di lancette, la palla arrivò nellarea del Boca. Come un falco, quasi dal nulla, sbucò ancora il ventenne Morete, infallibile, rapace, puntuale e letale come il morso di una vipera. L’attaccante non sbagliò, impossibile farlo a mezzo metro dalla linea di porta. Con quella marcatura, el Puma entrava nella storia del futbol argentino. Il suo tocco sottomisura portò i Milionarios alla vittoria mentre le cronache del tempo definirono quella partita il miglior Superclasicos di sempre.

Carlos Morete

Carlos Morete aveva mostrato, sin da piccolo, spiccate doti di finalizzatore. Nella trafila con le squadre giovanili, era riuscito a totalizzare un numero di gol superiore alle sue presenze totali. A nove anni era già nella Cantera del River. Mister Angel Labruna lo fece esordire in prima divisione nel 1970. Due anni dopo, realizzò nove gol in quattordici partite. A convocarlo per la prima volta in nazionale, acendolo debuttare con la camiseta biancoceleste, fu Omar Sivori (febbraio ’73). Tra i ventidue in campo, il 15 ottobre ’72, c’era anche Reinaldo Merlo, detto Mustaza, il giocatore con più presenze nei Superclasicos (42).

River Plate e Boca Juniors tornarono ad incrociarsi, nello stesso stadio, due mesi dopo. In palio c’era l’accesso alla finale del torneo Nacional. La vittoria (3-2) fu ancora dei Millonarios e Morete si rivelò nuovamente decisivo, siglando il terzo gol del River. In finale, la squadra guidata da Julio Urriolabeitía si arrese al San Lorenzo (1-0), chiudendo l’annata con due buoni piazzamenti (terzo posto nel Metropolitano, secondo nel Nacional) ma senza aggiungere titoli in bacheca. In quella stagione, il miglior goleador del River fu Oscar Mas, attaccante che trascorse gran parte della sua carriera vestendo la maglia dei Millonarios, totalizzando 382 presenze e 199 gol, secondo goleador della storia del club dopo Labruna.

Negli anni 70, Carlos Morete, con 8 gol segnati, fu il bomber principale dei Superclasicos, uno in più di Osvaldo Potente e Hugo Curioni. Il castigatore del Boca, alcuni anni dopo, seguì la strada opposta di Cataldo Spitale (primo giocatore ad andare dal Boca al River nel 1933), passando in maglia oro-azzurra con la quale vinse, nel 1981, un campionato Metropolitano. Il nome di Morete rimarrà legato per sempre, tuttavia, al Superclasicos del 15 ottobre ’72. Una partita spettacolare che occupa un posto di rilievo nella storia del calcio argentino.

Il tabellino del Superclasicos del 15 ottobre 1972

RIVER PLATE – BOCA JUNIORS 5-4
RIVER PLATE: Pérez, Zuccarini, Dominichi, Daulte, Giustozzi, J.J.López (37′ ST Ghiso), Merlo, Alonso (24′ ST López), Mastrángelo, Morete y Mas. DT: Julio Eulogio Urriolabeitía
BOCA JUNIORS: Sánchez, Suñé, Mouzo, Blanco, Marzolini, Peracca (21′ ST Romero), Pachamé, Potente, Ponce, Curioni y Ferrero. DT: José Varacka
Reti: 1‘ Mastrángelo [1-0], 9′ Más [2-0], 24‘ Curioni [2-1], 42′ Ponce [2-2], 45‘ Potente [2-3], 51′ Potente [2-4], 57 ‘Más [3-4], 62′ Morete [4-4], 90‘ Morete [5-4].
ARBITRO: Luis Pestarino