SERIE A 1985/86: JUVENTUS

Si conclude con l’ennesimo scudetto il decennale di Trapattoni. La Roma di Eriksson e del cannoniere Pruzzo perde sul traguardo un titolo già vinto

Riassunto del Campionato

La stagione 1985-86 si apre con un mercato esplosivo. La Juventus cede tre pezzi da novanta: Rossi al Milan, Boniek alla Roma e Tardelli all’Inter. In cambio, i bianconeri accolgono Serena. L’Inter fa shopping a Verona, portando a casa Fanna e Marangon. La Fiorentina scommette sul giovane Baggio, mentre il Napoli si rafforza con cinque nuovi acquisti. Il campionato parte anche con novità arbitrali: addio al sorteggio e rotazione dei fischietti come guardalinee nelle partite chiave.

La Juve di Trapattoni parte a razzo con otto vittorie di fila. Il Napoli di Maradona interrompe la striscia, ma i bianconeri sono già in fuga. A metà stagione, la Vecchia Signora è così campione d’inverno.

Nel girone di ritorno, la Roma di Eriksson inizia a fare sul serio. Sei vittorie consecutive la portano al secondo posto. A febbraio, il Milan cambia volto: Berlusconi acquista il club. A Milano altro colpo di scena a marzo: Trapattoni annuncia il passaggio all’Inter per la stagione successiva. 

In primavera la Roma ingrana le marce: batte la Juve nello scontro diretto e si porta a -3. Ad aprile, i giallorossi agganciano i bianconeri in vetta. Ma un clamoroso passo falso in casa con il Lecce costa caro alla Roma. La Juventus ne approfitta e si laurea campione d’Italia chiudendo splendidamente il decennale del Trap in bianconero. In zona retrocessione, Lecce, Bari e Pisa salutano la Serie A.

I Campioni: Boniperti ridisegna la Juventus

La Vecchia Signora stupisce tutti con un mercato audace e controcorrente. Via i mostri sacri Tardelli, Boniek e Rossi, dentro volti nuovi e scommesse che lasciano perplessi i tifosi. Il Trap, lungi dallo scoraggiarsi, accoglie la sfida con l’entusiasmo di sempre, fiutando l’opportunità di plasmare una squadra rivoluzionaria.

E che squadra! La nuova Juve si rivela una macchina da gol che travolge gli avversari con un gioco spumeggiante. Platini arretra e si trasforma nel geniale regista di un’orchestra offensiva che incanta gli stadi. In difesa, i soliti mastini Favero e Brio fanno buona guardia, con l’elegante Scirea a dirigere le operazioni. Cabrini sulla fascia sinistra ha licenza di attaccare, aggiungendo pericolosità alla manovra.

Il centrocampo è un muro invalicabile con Bonini e Manfredonia a proteggere le invenzioni di Platini. Sulle fasce, Mauro e Laudrup volano come saette, seminando il panico nelle difese avversarie. Al centro dell’attacco, Serena si rivela un pivot formidabile, abile nel gioco aereo e sorprendentemente efficace palla a terra.

È una Juve spettacolare che domina il campionato sin dalle prime giornate. A dicembre, con lo scudetto quasi in tasca, la squadra vola a Tokyo dove alza al cielo la prima Coppa Intercontinentale della sua storia, completando una collezione di trofei senza precedenti.

Ma il 1986 porta con sé novità inaspettate: trapela la notizia dell’addio di Trapattoni a fine stagione. La Roma di Eriksson ne approfitta per una rimonta furiosa, mentre parte dei tifosi, ingrati, fischiano il mister artefice di tanti successi. La squadra però non molla e si risveglia nel momento decisivo, respingendo l’assalto giallorosso.

Scudetto numero 22 in cassaforte, il sesto per il Trap che saluta da vincente come nel suo stile. Un’altra impresa per il tecnico più titolato d’Italia, che lascia la Juventus dopo 10 anni e un’eredità difficile eguagliare per chiunque verrà dopo.

Flop Inter

Inter regina del mercato nell’estate ’85: Pellegrini non bada a spese e mette sul tavolo quasi 6 miliardi per strappare Marangon e Fanna (nella foto) al Verona campione, più Tardelli, il jolly voluto da Castagner.

Formazione di altissimo livello: Zenga tra i pali, Bergomi e Ferri a guardia della difesa con Collovati libero di lusso. Marangon sulla fascia sinistra, centrocampo stellare con Baresi, Tardelli e Brady. Fanna a impazzire sulle fasce, davanti la coppia da sogno AltobelliRummenigge.

Sulla carta, una corazzata: difesa granitica, centrocampo completo, attacco letale. Ma l’avvio è deludente. Brady irriconoscibile, Tardelli in affanno, e la Juve vola. Castagner lancia il giovane Cucchi, mandando in panchina persino Brady. L’irlandese la prende con filosofia: “È caduto Craxi, posso cadere anch’io. Ma tornerà, ed è fortissimo“.

Tre vittorie di fila riaccendono le speranze, ma il tonfo di Firenze (0-3) le spegne brutalmente. La solita Inter: imprevedibile e discontinua. Il pareggio col Napoli di Maradona fa traboccare il vaso: Pellegrini silura Castagner e promuove Corso dalla Primavera.

Mossa disperata, senza effetto. Tre pareggi e una sconfitta a Como, e l’illusione svanisce. Tardelli ormai è un fantasma, Brady senza supporto non brilla, Altobelli fatica a trovare la via del gol. L’Inter si consola in Europa, arrivando fino alla semifinale di Coppa UEFA. Ma il Real Madrid, bestia nera, sbarra ancora la strada. Ennesima stagione da dimenticare per la Beneamata, che chiude con l’amaro in bocca e tanti “se” e “ma”.

Totonero bis

Il giudice Marabotto

A sei anni dallo scandalo che sconvolse il pallone, un nuovo terremoto scuote il mondo del calcio. Il 14 aprile 1986, il Procuratore di Torino Giuseppe Marabotto firma 12 arresti e 40 avvisi di garanzia per un giro di scommesse clandestine miliardario.

L’indagine, partita per caso da intercettazioni su spacciatori, svela un sistema ramificato di combine. Coinvolti manager, presidenti e calciatori in un intreccio di partite truccate e quote alterate. Al centro dello scandalo, il faccendiere napoletano Armando Carbone e l’ex portiere Antonio Pigino, ora allenatore alla Pro Vercelli. Le sue agende sono una miniera d’oro per gli inquirenti.

Il processo sportivo è un fulmine: l’Udinese, in Serie A, viene bastonata con 9 punti di penalizzazione. In B, Vicenza e Triestina perdono la promozione già conquistata sul campo. Tito Corsi, GM dei friulani, viene inibito per 5 anni.

Colpo di scena per l’Empoli: coinvolto ma non condannato, festeggia la promozione in A “regalata” dalle sanzioni a Vicenza e Triestina. La festa durerà poco: l’anno dopo, 5 punti di penalizzazione lo riporteranno in B.

Momenti di alta tensione in aula: il presidente del Perugia, Spartaco Ghini, crolla in lacrime confessando di non aver saputo resistere alle pressioni dei suoi giocatori.

Il calcio italiano si ritrova di nuovo a fare i conti con la sua parte oscura. Questa volta, però, la Serie A sembra essere stata solo sfiorata dallo scandalo. Ma il vizio del Totonero sembra duro a morire, e il pallone tricolore dovrà lottare duramente per riconquistare la fiducia dei tifosi.

Saracinesca Galli

Giovanni Galli, classe ’58, è una leggenda del calcio italiano. Nato a Pisa, il suo destino era scritto tra i pali. Papà Mario, impiegato alla Normale, lo porta a giocare con la Pubblica Assistenza. Per un caso fortuito, il giovane mezzala finisce in porta, ed è amore a prima vista.

La Fiorentina fiuta il talento e lo tessera nel ’72. Il ragazzino cresce in fretta, da “acciuga” a gigante di 1,87 m. Nel ’77, il destino bussa: Mazzone punta tutto su di lui. “Tanto ho Galli“, dice con sicurezza, cedendo Mattolini al Napoli.

Il 23 ottobre ’77, il battesimo del fuoco: Galli debutta contro la Juve, sostituendo Carmignani nell’intervallo. Due gol subiti, ma è solo l’inizio di una carriera stellare. Un mese dopo, è già titolare inamovibile della Viola.

Il giovane fenomeno scala le gerarchie: azzurro nelle giovanili, poi terzo portiere ai Mondiali ’82. L’esordio in Nazionale arriva nell’83 contro la Grecia, subentrando a Bordon. Si gioca il posto con Tancredi in un’altalena emozionante.

La stagione ’85-’86 è un trionfo: Galli è il terzo portiere meno battuto del campionato, dietro solo a Tacconi e Garella. Il CT Bearzot lo premia: sarà lui il numero uno in Messico ’86. Ma il Mondiale è una doccia fredda: l’errore con Maradona nella sfida con l’Argentina segna la fine della sua avventura azzurra.

Il Milan, però, non ha dubbi: Galli è l’uomo giusto per l’era Sacchi. Berlusconi punta su di lui per la rifondazione rossonera. Una scelta che si rivelerà vincente.

Pruzzo superbomber

Pruzzo nella cinquina storica contro l’Avellino

Ritorna a sorpresa un bomber storico: Roberto Pruzzo. La storia narra di un confronto acceso con Eriksson, il mister svedese della Roma. A inizio stagione, con la squadra in difficoltà, Pruzzo sbotta: “I compagni non mi passano la palla, sono ciechi o lo fanno apposta!Eriksson, impassibile come sempre, registra tutto. In pochi mesi, nasce la “Magica” Roma che sfiora lo scudetto, trascinata dai gol del Bomber che si riprende la corona con 19 reti, record personale.

Ma c’è un’ombra sul suo cammino: la Nazionale. Con Bearzot, rapporti tesi fin dall’inizio. Esordio nel ’78 contro la Turchia, poi qualche apparizione sporadica. L’ultima chance arriva nel febbraio ’82, amichevole pre-Mondiale contro la Francia. Italia ko 2-0, gol di Platini e Bravo. Per Pruzzo, addio Azzurro dopo solo 6 presenze.

Pruzzo rivela: “Bearzot mi voleva per Spagna ’82, ma rifiutai. Non volevo fare il turista. Sono sempre stato un numero uno, non mi interessava fare la riserva, anche se di campioni come Rossi, Graziani e Altobelli. Per fortuna di Bearzot, accettò Selvaggi.

Una carriera tra alti e bassi, ma il ritorno sul trono dei bomber è la ciliegina sulla torta per il genovese dalla lingua tagliente e dal fiuto del gol.


Classifica Finale

SquadraPtiVNPGFGS
JUVENTUS4518934317
ROMA4119385127
NAPOLI39141153521
FIORENTINA33101372923
TORINO33111183126
INTER32128103633
MILAN31101192624
ATALANTA2971582726
COMO2971583232
VERONA28910113140
SAMPDORIA27811112725
AVELLINO2799122838
UDINESE25613113137
PISA23513122740
BARI22512131831
LECCE1656192355
Campione d’Italia JUVENTUS
Vincitrice Coppa Italia ROMA
Retrocesse in serie B PISA, BARI e LECCE
Qualificate in Coppa dei Campioni JUVENTUS
Qualificate in Coppa delle Coppe ROMA
Qualificate in Coppa UEFA NAPOLI, FIORENTINA, TORINO e INTER

Classifica Marcatori

19 gol Pruzzo (Roma)
13 gol Rummenigge (Inter)
12 gol Platini (Juventus)
11 gol Maradona (Napoli), Passarella (Fiorentina), Serena (Juventus)
10 gol Borgonovo (Como), Diaz (Avellino), Giordano (Napoli)
9 gol Altobelli (Inter), Cantarutti (Atalanta), Carnevale (Udinese), Elkjaer (Verona)
8 gol Hateley (Milan)
7 gol Baldieri (Pisa), Boniek (Roma), Comi (Torino), Corneliusson (Como), Kieft (Pisa), Laudrup (Juventus)