Italia-Germania: uomini contro

La semifinale dei Mondiali 2006, un secco 2-0 che consentì agli uomini di Lippi di affrontare la finale con la Francia, e la replica agli Europei 2012 non sono che gli ultimi episodi di una lunga serie di sentitissime sfide tra gli azzurri e i bianchi. Ecco raccontate le principali…


Berlino, 26-11-1939 – Amichevole

UNA SCENEGGIATA DI REGIME

Per la prima volta la Germania vince in casa contro l’Italia. Quasi una sceneggiata di Regime. L’Italia è bicampione del mondo e medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1936. A marzo i tedeschi avevano perso a Firenze, ma a Berlino Vittorio Pozzo si presenta – fra la sorpresa generale – con una formazione sperimentale: vuole provare il “Sistema” di Herbert Chapman e per questo schiera addirittura sette giocatori del Genoa, l’unica squadra italiana avvezza alla tattica albionica.
Fuori Foni, Rava, Andreolo, Biavati, Meazza, Piola e dentro Marchi, Sardelli, Genta, Battistoni, Perazzolo, Neri e Scarabello, che tutti insieme sommavano le presenze inanellate dal solo Rava (18). La Germania invece non scherza e gioca l’asso, Franz Binder, assente a Firenze. Binder, soprannominato “Bimbo”, è austriaco, come Raftl, Hahnemann e Pesser. Segnerà più di mille gol in carriera, dieci (in nove partite) con la Nazionale tedesca.
L’Austria non esiste più, momentaneamente cancellata dalla storia, annessa al Terzo Reich, e con l’Austria scompare il mitico “Wunderteam” di Hugo Meisl che considerava Binder la riserva di Matthias Sindelar, morto suicida proprio nel ’39. Binder era l’ultimo campione di quella generazione, nel 1941 con il Rapid Vienna vincerà anche il campionato tedesco superando in finale i campioni in carica dello Schalke 04. La Germania dilaga nel risultato, ma Binder (nella foto) deve pareggiare due volte il vantaggio italiano.

Germania-Italia 5-2
Reti: 15’ G. Neri, 20’ Binder, 27’ Demaria rig., 36’ Binder, 65’ Lehner, 67’ Conen, 84’ Binder rig.
Germania: Raftl, Janes, Billmann, Kupfer, Rohde, Kitzinger, Lehner, Hahnemann, Conen, Binder, Pesser. Ct: S. Herberger.
Italia: A. Olivieri, S. Marchi, Sardelli, Genta, Battistoni, Perazzolo, G. Neri, Demaria, Boffi, Scarabello, Colaussi. Ct: V. Pozzo.
Arbitro: Escartin (Spagna).

1939: la rete di Demaria per il provvisorio 2-1

Città del Messico, 17-06-1970 – Campionati Mondiali Calcio

LA PARTITA DEL SECOLO

Cosa aggiungere alla leggenda? Una partita consegnata alle pagine della storia non per il blasone delle due squadre in campo, l’Italia campione d’Europa e la Germania Ovest vice campione del mondo, ma per il rocambolesco risultato finale. Per la verità nei novanta minuti regolamentari non era successo granché. Dopo il vantaggio realizzato da Roberto Boninsegna nei primi dieci minuti del primo tempo finalizzando un’azione corale impostata da Giancarlo De Sisti e rifinita con una triangolazione Boninsegna-Riva-Boninsegna che batteva imparabilmente l’incolpevole Maier, l’Italia sembrava avere la qualificazione in tasca.
La leggenda comincia al secondo minuto di recupero, con l'”italiano” (era in forza al Milan) Karl Heinz Schnellinger che pareggia andando a prendere sotto porta un pallone impossibile messo al centro da Jurgen Grabowski: spaccata vincente del difensore con Ricky Albertosi che resta di gesso. Si va ai supplementari. Si sveglia Gerd Müller, appoggiato da una spalla d’eccezione, il capitano tedesco Uwe Seeler. Testa di Seeler e Müller tocca alla sua maniera, scoordinato ma letale, e il pallone rotola piano piano oltre la linea di porta italiana. Germania in finale.
Tarcisio Burgnich non ci sta e pareggia i conti con il suo avversario diretto improvvisandosi goleador. Si ritorna in pari.È il momento della resa dei conti. Angelo Domenghini resiste alla carica di Schnellinger, palla a Gigi Riva, gol. A questo punto è l’Italia ad accedere alla finale.Seeler si cala ancora una volta nell’uomo-assist per il “solito” Gerd Müller: colpo di testa del centravanti dell’Amburgo e Müller butta dentro.
Tutto da rifare. Fino al gol di Gianni Rivera, al 111′: i tedeschi sono in ginocchio, Italia-Germania 4-3. Classico esempio di come una partita può sconfinare nella leggenda. Quando l’«Io c’ero», magari davanti al televisore a notte alta in Italia, significa qualcosa – anche a tanti anni di distanza – per un’intera generazione.

Italia-Germania Ovest 4-3
Reti: 8’ Boninsegna, 90’ Schnellinger, 94’ G. Müller, 98’ Burgnich, 104’ Riva, 110’ G. Müller, 111’ Rivera
Italia: Albertosi, Burgnich, Facchetti, M. Bertini, Rosato (91’ Poletti), Cera, Domenghini, A. Mazzola (46’ Rivera), Boninsegna, De Sisti, Riva. Ct: F. Valcareggi.
Germania Ovest: Maier, Vogts, Patzke (65’ Held), Beckenbauer, Schnellinger, Schulz, Grabowski, Seeler, G. Müller, Overath, Löhr (51’ Libuda). Ct: H. Schön.
Arbitro: Yamasaki (Messico).

1970: Maier a terra dopo la rete di Rivera

Madrid, 11-07-1982 – Campionati Mondiali di Calcio

CAMPIONI DEL MONDO

Se la semifinale dell’Azteca è un “Cult”, la finale del Bernabeu è un “Classico”, per tutti. Le lacrime di Antonio Cabrini che chiede la sostituzione dopo il rigore sbagliato sullo 0-0; il solito gol di rapina di Paolo Rossi che fa intravvedere la terza Coppa del Mondo; il Presidente della Repubblica Sandro Pertini che in tribuna d’onore sgomita il Re di Spagna e salta in piedi a esultare come un tifoso della curva; l’urlo liberatorio di Marco Tardelli che corre impazzito, accecato dalla gioia; il quarantenne Dino Zoff che alza, finalmente, la Coppa del Mondo.
L’Italia arriva in finale con i favori del pronostico, gettandosi alle spalle la prima fase (davvero poco brillante) di Vigo: da Barcellona in poi è un’Italia che vince e diverte. Si divertono certamente meno i nostri avversari: Claudio Gentile si porta a casa le magliette di Maradona e Zico, a pezzetti; Bruno Conti pennella palloni con scritto “spingere dentro”; Paolino Rossi, dopo un inizio difficile, si laureerà capocannoniere del Mondiale realizzando 6 reti.
Un’Italia che in finale può fare a meno dell’infortunato Giancarlo Antognoni e perde, per un infortunio alla spalla, Ciccio Graziani dopo sette minuti dal fischio d’inizio. Al contrario, la Germania, campione d’Europa in carica, è una squadra scarica, stanca, con Kalle Rummenigge a mezzo servizio, Hansi Müller zoppo e relegato in panchina. Senza contare che i tedeschi sono reduci dall’estenuante semifinale con la Francia di Michel Platini, decisa dopo i calci di rigore.
Al Bernabeu i tedeschi reggono un tempo, graziati dall’errore dal dischetto di Cabrini che tira fuori il rigore concesso per l’atterramento di Conti, travolto in area dal panzer Hans Peter Briegel. Sotto di un gol, i tedeschi hanno l’occasione di pareggiare. Dieci minuti dopo il vantaggio italiano segnato da Rossi, infatti, Briegel spara un traversone in area che Zoff intercetta sui piedi di Rummenigge.
Ma la Germania è capace solo di una staffilata d’orgoglio quando tutto è compromesso. Secco e preciso il diagonale di Paul Breitner (perfettamente a suo agio nel nuovo ruolo di centrocampista, dopo essere stato uno dei terzini fluidificanti più interessanti degli Anni 70 nelle file del Bayern Monaco), pronto a ribattere in rete una corta respinta di Gentile. Quello di Breitner è il gol della bandiera, che rende un po’ meno amaro il tracollo.

Italia-Germania Ovest 3-1
Reti: 56’ Rossi, 69’ Tardelli, 80’ Altobelli, 83’ Breitner.
Italia: Zoff, Bergomi, Cabrini, Gentile, Collovati, Scirea, B.Conti, Tardelli, Rossi, Oriali, Graziani (7’ Altobelli, 89’ Causio). Ct: Bearzot.
Germania Ovest: Schumacher, B.Förster, Briegel, Kaltz, K.H. Förster, Stielike, Littbarski, Dremmler (62’ Hrubesch), Fischer, Breitner, Rummenigge (70’ Müller). Ct: Derwall.
Arbitro: Coelho (Brasile).

1982: la rete di Tardelli

Düsseldorf , 10-06-1988 – Campionati Europei Calcio

UNA PUNIZIONE GALEOTTA

Non ci sono titoli da difendere, né finali da ricordare: l’Italia e la Germania Ovest che si trovano di fronte nella gara inaugurale della fase finale dell’Europeo organizzato in Germania sono due squadre alla ricerca di una nuova identità, soprattutto l’Italia di Azeglio Vicini. L’ex tecnico dell’Under 21 è al suo primo appuntamento ufficiale con la Nazionale maggiore, il collega Beckenbauer invece è reduce da una finale mondiale e non vorrebbe sfigurare davanti al pubblico di casa, ma intanto non ci sono più Harald Schumacher, Karlheinz Forster e Karl Heinz Rummenigge (al loro posto, Eike lmmel, Jurgen Kohler e Jurgen Klinsmann).
Roberto Donadoni impazza e da una sua azione nasce il vantaggio italiano. Il gol lo mette dentro Roberto Mancini, alla sua prima rete con la Nazionale maggiore. Gli uomini di Beckenbauer rischiano una figuraccia storica, storditi dal ritmo italiano, poi approfittano di un abbaglio arbitrale per pareggiare. Cinque minuti dopo il gol di Mancini, l’inglese Hackett fischia una punizione a due nell’area italiana perché Walter Zenga tiene troppo tempo il pallone fra le mani. Pierre Littbarski tocca per Andreas Brehme, che perfora la barriera azzurra con un bolide che batte il suo futuro compagno di squadra all’Inter Zenga, fissando il risultato sull’1-1.
Donadoni è incontenibile e la difesa tedesca in continuo affanno: per una partita d’esordio contro i padroni di casa, va bene cosi. Vicini illude l’Italia, poi in semifinale inciamperà nel “Calcio del 2000” predicato dal nuovo profeta venuto dal freddo, Valéry Lobanowsky.

Italia-Germania Ovest 1-1
Reti: 52’ Mancini, 56’ Brehme
Germania Ovest: Immel, Kohler, Brehme (76’ Borowka), Berthold, Buchwald, Herget, Littbarski, Matthäus, Völler (82’ Eckstein), Thon, Klinsmann. Ct: F. Beckenbauer.
Italia: Zenga, Bergomi, P. Maldini, F. Baresi, R. Ferri, Ancelotti, Donadoni, De Napoli (86’ De Agostini), Mancini, Giannini, Vialli (89’ Altobelli). Ct: A. Vicini.
Arbitro: Hackett (Inghilterra).

1988: la leggerezza di Franco Baresi

Manchester , 19-06-1996 – Campionati Europei Calcio

UN “SACCHI” DI SFORTUNA

Per il calcio italiano è il ricordo della disfatta, per Arrigo Sacchi la fine di un sogno, eppure i tedeschi ancora oggi sono convinti di averla scampata bella. I futuri campioni d’Europa costretti alle barricate, il futuro Pallone d’Oro Matthias Sammer che dopo sette minuti di gioco perde palla in un contrasto con Pierluigi Casiraghi che si invola in area e viene atterrato dall’uscita disperata del numero uno tedesco Andreas Kopke.
L’Italia è obbligata a vincere per passare il turno, sembra la giornata giusta, almeno fino all’ottavo minuto. Gianfranco Zola si incarica di calciare il rigore e il suo tentativo di trasformazione denuncia il malessere di una squadra impaurita, schiacciata dalla responsabilità. Il tiro è debole e Kopke abbranca senza troppe difficoltà.
Per l’Italia la Germania è diventata un mulino a vento, da assaltare da ogni posizione, ma sbuca sempre la testa dell’Helmer e dell’Eilts della situazione quando non ci arrivano i guantoni di Kopke.
I tedeschi si esaltano con l’andare del tempo, addirittura stoici negli ultimi venti minuti quando rimangono in dieci per l’espulsione del laterale destro Thomas Strunz, buttato fuori per doppia ammonizione. Un colpo di testa nel primo tempo di Jurgen Klinsmann, di poco a lato, è l’unica azione pericolosa creata dalla Germania. Fuser, Carboni, Zola: per gli uomini di Sacchi è il festival delle occasioni mancate. L’occasione più grande la perde l’Italia, eliminata dalla giornata storta con la Repubblica Ceca, cinque giorni prima.

Italia-Germania Ovest 0-0
Italia: Peruzzi, Mussi, Carboni (77’ Torricelli), Albertini, P. Maldini, Costacurta, Fuser (81’ Di Livio), Di
Matteo (68’ Chiesa), Casiraghi, Donadoni, Zola. Ct: A. Sacchi.
Germania: Köpke, Strunz, Freund, Sammer, Helmer, Ziege, Hässler, Eilts, Möller (89’ Bode),
Klinsmann, Bobic. Ct: B. Vogts.
Arbitro: Goethals (Belgio).

1996: Zola protagonista sfortunato del match