Juventus-Roma: la storia infinita
Juventus – Roma non è soltanto una partita, è una sfida infinita che si dipana negli anni tra nord e sud, tra nobiltà e popolo. Ecco la storia di alcune tra le più avvincenti gare tra giallorossi e bianconeri
12 gennaio 1930
Roma-Juventus 2-3: Quando il Testaccio perse la verginità

Lo stadio Testaccio di Roma
Il 12 gennaio 1930 viene violata per la prima volta l’imbattibilità del Testaccio. La Juventus è capoclassifica, a pari punti col Genoa. La guida lo scozzese Aitken, maniaco della preparazione fisica e del ritmo di gioco, che tenta di impostare la squadra a Sistema, incontrando dure opposizioni interne che non giovano al rendimento generale. Però è finalmente disponibile Orsi e l’attacco fa faville, con l’estro dell’ala argentina sposato al talento del trentacinquenne ma sempre geniale Zizì Cevenini, un Roby Baggio d’epoca, terzo della celebre dinastia. La Roma invece non ingrana, dopo otto turni l’allenatore inglese Herbert Burgess, prelevato dal Padova, ha sostituito Guido Baccani.
La partita è subito vibrante. Gli ospiti vanno in vantaggio con Zanni al quarto d’ora e Cevenini III raddoppia cinque minuti dopo. Freme la folla del Testaccio, chiamando i suoi alla riscossa. Le stelle giallorosse si chiamano Ferraris IV futuro campione del mondo, mediano interprete del calcio tutto sudore e impeti, il centravanti Volk, torreggiante panzer vicecapocannoniere del torneo, e l’ala argentina Chini Luduena. Benatti accorcia le distanze, poi nella ripresa l’ala juventina Munerati sferra il colpo del k.o. L’orgoglio romanista produce il gol di Chini tre minuti dopo e il resto è battaglia fino alla fine, ma il risultato non cambia: 2-3. La Juventus si conferma prima, ma lo scudetto lo vincerà l’Ambrosiana di Meazza, davanti al Genoa e ai bianconeri.
Roma, 12 gennaio 1930
ROMA-JUVENTUS 2-3
Reti: 15′ Zanni, 20′ Cevenini III, 33′ Benatti, 48′ Munerati, 51′ Chini rig.
Roma: Ballante, Barzan, De Micheli, Ferraris IV, Degni, D’Aquino, Benatti, Fasanelli, Volk, Carpi, Chini.Allenatore: Burgess.
Juventus: Combi, Rosetta, Caligaris, Varglien I, Viola, Bigatto, Munerati, Cevenini III, Zanni, Crotti, Orsi. Allenatore: Aitken.
Arbitro: Carrara (Padova).
15 marzo 1931
Roma-Juventus 5-0: La partita che divenne un film
Impresa leggendaria, quella del 15 marzo 1931. La Juve è prima in classifica e si appresta a vincere il primo scudetto del suo magico quinquennio. Non c’è più Zizì Cevenini, ma dall’Argentina è arrivato un degno erede, l’artista Renato Cesarini. Nei suoi piedi, l’essenza del calcio come fantasia e invenzione. La Roma, pilotata dalla classe di Fulvio Bernardini, è seconda e punta al titolo. I giallo-rossi le hanno buscate di brutto a Napoli (3-0) e la folla pretende un pronto riscatto nel match decisivo per impedire la fuga bianconera. L’interno Lombardo va in gol dopo sei minuti, la Juve cerca di reagire e il resto del primo tempo è lotta gagliarda, con la difesa giallorossa imperforabile.
Nella ripresa, la Roma riparte all’assalto e la Juve, prostrata dallo sforzo, cede di schianto: segnano Volk, due volte Bernardini (una su rigore) e infine Fasanelli centra il pokerissimo a due minuti dalla fine. La sensazione è enorme, per la Roma è un giorno storico, un risultato così umiliante alla squadra destinata al titolo tricolore ha qualcosa di memorabile. Al punto che ispirerà un film dall’inequivocabile titolo “Cinque a zero“, con alcuni giocatori giallorossi nel ruolo di comparse e il mitico centravanti Volk nei panni del terzino. A fine campionato, Juventus col primo scudetto del magico quinquennio, Roma seconda a quattro punti e tutti al cinema.
Roma, 15 marzo 1931
ROMA-JUVENTUS 5-0
Reti: 6′ Lombardo, 50′ Volk, 62′ rig. E 79′ Bernardini, 88′ Fasanelli.
Roma: Masetti, De Micheli, Bodini II, Ferraris IV, Bernardini, D’Aquino, Costantino, Fasanelli, Volk, Lombardo, Chini. Allenatore: Burgess.
Juventus: Combi, Rosetta, Caligaris, Barale, Varglien I, Vollono, Munerati, Cesarini, Vecchina, Ferrari, Orsi. Allenatore: Carcano.
Arbitro: Carrara (Padova).
6 marzo 1932
Juventus – Roma 7-1: La sbornia più clamorosa
Campionato 1931-32. Per lo scudetto il duello è tra il Bologna, nettamente in testa, e la Juve che arranca, con la Roma a fare da terzo incomodo. Il 6 marzo 1932 i bianconeri, staccati di tre punti, ospitano la Roma e sono obbligati a vincere, immaginando (a ragione) che i due punti non siano un problema per il Bologna che ospita il Torino. È una Juve che avanza in rimonta, una Juve che ha ritrovato la salute e il meglio del suo gioco corale, senza un vero bomber in avanti (il capocannoniere bianconero è la minuscola ala Orsi con 13 reti), ma con risorse tecniche eccezionali. La Roma, che ha già silurato l’allenatore Burgess sostituendolo con l’ungherese Baar, è in crisi, come ha confermato la sconfitta interna con l’Alessandria, e scende in campo con le gambe molli. Un errore fatale, che le costa una terrificante lezione di calcio. Vanno in gol Ferrari, Orsi e ancora Ferrari nel primo quarto d’ora.
Si profila una goleada senza precedenti, che Bernardini, cinque minuti prima dell’intervallo, cerca di tamponare superando Combi con un bel gol. Nella ripresa, però, è ancora festival Juve: Orsi, Cesarini e doppietta di Vecchina. Manca un quarto d’ora alla fine e i bianconeri si fermano: il povero Masetti, portiere magico di Testaccio, ha la testa che gira. Il risultato non cambia più: 7-1, il famoso cinque a zero del film è vendicato. La Juve, ormai inarrestabile, agguanterà il Bologna di Schiavio e vincerà il secondo scudetto consecutivo.
Torino, 6 marzo 1932
JUVENTUS-ROMA 7-1
Reti: 9′ Ferrari, 11 ‘ Orsi, 14′ Ferrari, 40′ Bernardini, 52′ Orsi, 54′ Cesarini, 59′ e 76’ Vecchina.
Juventus: Combi, Rosetta, Ferrera, Varglien I, Monti, Bertolini, Munerati, Cesarini, Vecchina, Ferrari, Orsi. Allenatore: Carcano.
Roma: Masetti, Mattei I, Bodini II, Ferraris IV, Bernardini, D’Aquino, Costantino, Fasanelli, Volk, Ferrari, Chini. Allenatore: Baar
Arbitro: Carrara (Padova).
29 marzo 1936
Juventus – Roma 1-3: Annientata la leggenda del Quinquennio
Dopo un avvio così così, i bianconeri si sono rifatti sotto e in inverno hanno riconquistato la testa della classifica, minacciando il sesto tricolore consecutivo. La lotta con Bologna e Torino è tuttavia durissima e ora i bianconeri sono terzi a due punti dai granata e a uno dai rossoblu. La partita con la Roma, quarta tra cotanto senno, è decisiva per le sorti delle ambizioni delle due squadre.
La Juventus non perde tra le mura del “Mussolini” (futuro Comunale) da oltre quattro anni, ma la Roma approfitta subito di due occasioni d’oro. Un rinvio di Rosetta su punizione giallorossa colpisce al volto il centravanti Di Benedetti, la palla finisce a Cattaneo che traduce l’assist in gol. La Juve si getta all’assalto e nel più classico dei contropiede Di Benedetti parte dalla propria metà campo, arriva in area trafelato e con freddezza beffa il portiere bianconero.
La Juve barcolla ma riparte, dominando il campo e cogliendo al 27′ il premio con Gabetto lanciato da Serantoni. A dispetto del gioco superiore, la Juve non riesce più a segnare e anzi, al 73′, su una esitazione di Rosetta, Di Benedetti lanciato nuovamente in contropiede chiude il conto: 3-1. Un risultato forse ingiusto, che ha effetti dirompenti sul campionato: lancia la Roma, che lotterà col Bologna fino all’ultimo, soccombendo nella lotta-scudetto per un solo punto, e rompendo l’imbattibilità casalinga bianconera segna il declino della squadra, che non si riprenderà più e chiuderà al quinto posto. La Juve del Quinquennio è finita.
Torino, 29 marzo 1936
JUVENTUS-ROMA 1-3
Reti: 3′ Cattaneo, 12′ Di Benedetti, 27′ Gabetto, 73′ Di Benedetti.
Juventus: Valinasso, Rosetta, Foni, Varglien I, Monti, Bertolini, Cason, Serantoni, Gabetto, Varglien II, Menti I. Allenatore: Rosetta.
Roma: Masetti, Monzeglio, Allemandi, Frisoni II, Bernardini, Gadaldi, Cattaneo, Subinaghi, Di Benedetti, Cerroni, Tornasi.
Arbitro: Scotto (Savona).
1 marzo 1942
Juventus – Roma 2-0: L’affronto agli uomini del tricolore
La guerra fa da tragico sfondo al campionato, la Roma nello stadio del Partito Nazionale Fascista (futuro Flaminio, riveduto e corretto) sta costruendo una nuova leggenda: i ragazzi di Schàffer sono in testa alla classifica, con tre punti di vantaggio sugli irriducibili Venezia (di Mazzola e Loik) e Torino. La Juventus è quarta, staccata di sette punti, ma ci crede ancora. I giallorossi, battuto il Bologna, vanno a Torino il 1. marzo 1942 per agguantare almeno un pari.
Davanti ai 33 mila del “Mussolini”, i bianconeri, da due domeniche affidati al nuovo tecnico Luis Monti, vanno all’attacco e fanno centro con Colaneri, su cross di Varglien. La Roma reagisce col piglio della grande squadra, ma la retroguardia bianconera, fondata sulla coppia mondiale Foni-Rava, è insuperabile. La Roma domina, ma al 77′ capitola di nuovo, su rigore concesso per un fallo di Brunella su Colaneri. Dal dischetto trasforma l’interno Sentimenti III e i giallo-rossi si arrendono.
La Juve sembra aver riaperto i giochi, ma è un fuoco di paglia: la Roma, nonostante la sconfitta, andrà a vincere il suo primo scudetto in volata su Torino e Venezia, la Juve chiuderà al quarto posto, a cinque punti di distacco.
Torino, 1 marzo 1942
JUVENTUS-ROMA 2-0
Reti: 24′ Colaneri, 77′ Sentimenti III rig.
Juventus: Micheloni, Foni, Rava, Depetrini, Olmi, Locatelli, Colaneri, Varglien II, Lushta, Sentimenti III, Colaussi. Allenatore: Monti.
Roma: Masetti, Brunella, Andreoli, Donati, Mornese, Bonomi, Borsetti, Cappellini, Amadei, Coscia, Pantò. Allenatore: Schàffer.
Arbitro: Barlassina (Milano).
8 ottobre 1950
Juventus – Roma 7-2: Quella brutale spinta verso la serie B
La Juve è campione d’Italia, ma è solo al quarto posto dopo l’incerto avvio, in una classifica ancora da assestare. La Roma ha dato 5-0 al Padova dopo tre sconfitte. I giallorossi partono di scatto, 2-0 e palla al centro. La Juve è priva di Mari in mediana e di Muccinelli all’ala destra, la Roma lamenta l’assenza del mediano Andersson, al cui posto arretra Maestrelli, il quale, travolto da John Hansen alle Olimpiadi, si prende la rivincita, mettendo la museruola al fuoriclasse del gol.
Quando però la Juve decide di fare sul serio, per i giallorossi è notte. I due mediocri terzini Tre Re e Cardarelli vengono travolti. Un palo di Vivolo è il segnale della riscossa. Il primo gol bianconero è un diagonale di Boniperti, imbeccato da un cross di Karl Aage Hansen, che raddoppia con una prodigiosa staffilata dai sedici metri. Quando l’arbitro fischia un rigore inesistente di Tre Re su Praest in avvio di ripresa, la Juve passa avanti, col centro di K. A. Hansen dal dischetto. E la Roma crolla. Praest in fuga batte l’incerto Tessali, K. A. Hansen fa il tris personale dopo un triangolo con Boniperti. Praest supera in serpentina tre uomini e il portiere e deposita in rete. I giallo-rossi si arrendono. Chiude una stangata al volo dello spilungone John Hansen. Nel ritorno la Roma si vendicherà con un furente 3-0 tra le mura amiche, determinante per frenare la rincorsa juventina al Milan, che andrà a vincere lo scudetto. Mentre la Roma per un punto finirà in B.
Torino, 8 ottobre 1950
JUVENTUS-ROMA 7-2
Reti: 12′ Sundqvist, 17′ Bacci, 38′ Boniperti, 43′ e rig. 46′ KA Hansen, 48′ Praest, 72′ K. A. Hansen, 77′ Praest, 88′ J.Hansen.
Juventus: Viola, Bertuccelli, Manente, Bizzotto, Parola, Piccinini, Boniperti, K.A. Hansen, Vivolo, J. Hansen, Praest. Allenatore: Carver.
Roma: Tessari, Tre Re, Cardarelli, Maestrelli, K. Nordahl, Degl’Innocenti, Lucchesi, Spartano, Tontodonati, Bacci, Sundqvist. Allenatore: Baloncieri.
Arbitro: Carpani (Milano).
19 gennaio 1958
Roma Juventus 4-1: Umiliata la corazzata di Charles e Sivori
Sconfitta a Belfast, la Nazionale per la prima volta non si qualifica per i Mondiali. Quattro giorni dopo, la Juventus campione d’inverno, va a trovare la Roma quinta classificata. È una Juve in gran spolvero, l’avvento di Charles e Sivori, grandi acquisti del giovane presidente Umberto Agnelli, sta sconvolgendo il campionato e promette il ritorno al tricolore dei bianconeri, a digiuno da cinque anni. I padroni di casa scendono in campo senza il terzino sinistro Corsini, sostituito dal giovane Losi (futuro “core de Roma”) e l’interno Pestrin, surrogato da Secchi, col centravanti Da Costa nominalmente interno.
Juve al gran completo e coi favori del pronostico, ma incredibilmente in confusione nei primi minuti. Quello che accade in avvio ha dell’incredibile: scontro di gioco sulla linea laterale tra Nicolè e un avversario, i due restano a terra in attesa del fischio dell’arbitro mentre il pallone scivola dentro l’area, dove Ferrano la raccoglie e la consegna al direttore di gara che accorre. Il quale giura di non aver adottato alcun provvedimento e fischia il rigore per il mani dello stopper bianconero! Il terzino Griffith va sul dischetto e trafigge Mattrel. La Juve rimane sul colpo, la Roma comincia a creare occasioni a raffica. Dopo poco più di dieci minuti, Da Costa dà a Lojodice che si accentra e spara un rasoterra che infila l’angolino dell’incolpevole Mattrel. La Juve prova a replicare e va in gol grazie a un gran tiro di Boniperti su punizione toccata da Sivori. Ma non è giornata, per i bianconeri.
In avvio di ripresa si scatena Da Costa: il brasiliano, tra i protagonisti della disfatta di Belfast, parte in progressione e schianta il guardiano bianconero con una poderosa sventola. E c’è ancora tanta Roma, con Ghiggia inafferrabile, Da Costa portentoso e persino Lojodice saettante, al punto da siglare un secondo gol nel finale, al culmine di una bella azione personale. I giallorossi colpiscono anche un palo con Secchi, e Ghiggia e Da Costa sparano fuori due gol praticamente già fatti. Per la Juve, con la difesa in bambola, è una sbornia clamorosa e qualcuno si chiede se questo sia il segnale di una crisi. Il resto del campionato sarà una risposta eloquente. La Juventus vincerà in carrozza il torneo, con otto punti di vantaggio sulla Fiorentina e appena sei sconfitte. Tra cui quella, clamorosa, in casa della Roma, destinata a piazzarsi al quinto posto, a quindici punti dai bianconeri.
Roma, 19 gennaio 1958
ROMA-JUVENTUS 4-1
Reti: 3′ Griffith rig., 16′ Lojodice, 34′ Boniperti, 55′ Da Costa, 88′ Lojodice.
Roma: Panetti, Griffith, Losi, Menegotti, Stucchi, Magli, Ghiggia, Guamacci, Secchi, Da Costa, Lojodice. Allenatore: Nordahl-Busini.
Juventus: Mattrel, Corradi, Garzena, Emoli, Ferrano, Colombo, Nicole, Boniperti, Charles, Sivori, Stacchini. Allenatore: Brocic.
Arbitro: Campanati (Milano).