SHILTON Peter: il funambolo sul filo del rasoio

Straordinario talento tra i pali, ha dominato il calcio inglese per oltre 30 anni, collezionando record su record, nonostante una vita privata segnata da eccessi e demoni personali.

Peter Shilton ha vissuto una vita straordinaria, sempre al di sopra degli standard normali, come un acrobata tra i pali. Ha sempre inseguito la perfezione con una dedizione quasi ossessiva, dando tutto nella sua carriera sportiva, più di qualsiasi altro portiere. È suo il record di presenze nella nazionale inglese (125 partite), e il 22 dicembre 1996, a 47 anni, ha raggiunto un traguardo incredibile: 1.000 partite nella lega inglese, quando il suo Leyton Orient, squadra di terza divisione, vinse 2-0 contro il Brighton. Ma la sua vita da funambolo l’ha anche spesa sperperando i tanti denari guadagnati tra cavalli da corsa e scommesse. Del resto, Shilton non è mai stato uno che faceva le cose a metà.

Gli Inizi a Leicester

Con il suo mentore, Gordon Banks

Nato a Leicester il 18 settembre 1949, dotato di un fisico possente (1,83 metri per 86 chilogrammi) ma straordinariamente agile, entrò nelle giovanili del Leicester City all’età di 13 anni. Fu qui che il giovane Shilton attirò l’attenzione del leggendario Gordon Banks, che riconobbe immediatamente il talento del suo giovane collega.

Il suo debutto professionale avvenne nel maggio 1966, quando non aveva ancora compiuto 17 anni, in una partita contro l’Everton. La sua performance fu talmente convincente che il Leicester non esitò a cedere Banks allo Stoke City, dopo che Shilton pose come condizione per il suo primo contratto professionale quella di essere il portiere titolare. Un episodio curioso della sua esperienza con il Leicester fu l’unico gol segnato nella sua carriera, realizzato direttamente su rinvio dalla propria porta in una partita contro il Southampton nell’ottobre 1967.

La stagione 1968-1969 vide il Leicester retrocedere in Seconda Divisione, ma contemporaneamente la squadra raggiunse la finale di Coppa d’Inghilterra, dove Shilton si distinse come uno dei più giovani portieri ad averla mai giocata. Nonostante la sconfitta per 1-0 contro il Manchester City, Shilton dimostrò già allora le qualità che lo avrebbero caratterizzato per tutta la carriera: formidabili prese sui calci d’angolo, eccellente prontezza di riflessi e un proverbiale sangue freddo. Fedele al club della sua città natale, decise di non abbandonare il Leicester dopo la retrocessione, contribuendo al ritorno in Prima Divisione nel 1971.

Gli Anni della Maturità

Con la maglia del Forest

Dopo otto stagioni al Leicester, Shilton si trasferì allo Stoke City nel tentativo di dare una svolta alla sua carriera professionale. Questi anni non furono particolarmente fortunati, tanto che le sue presenze in Nazionale divennero sporadiche: una nel 1975, nessuna nel 1976 e solo due nel 1977. La retrocessione dello Stoke City nel maggio 1977 lo spinse a cercare una nuova squadra di prestigio per mantenere le sue possibilità in Nazionale.

La svolta arrivò nell’estate del 1977 con il trasferimento al Nottingham Forest, appena promosso in Prima Divisione sotto la guida del tecnico Brian Clough. Fu l’inizio di un periodo straordinario. La squadra compì l’impresa di vincere il campionato da neopromossa e conquistò la Coppa di Lega inglese contro il Liverpool, sebbene Shilton dovette saltare la finale per infortunio.

Il 1979 fu un anno trionfale con la conquista della seconda Coppa di Lega consecutiva e, soprattutto, della Coppa dei Campioni, vinta a Monaco contro gli svedesi del Malmö grazie a un gol di Trevor Francis. L’anno successivo arrivò la seconda Coppa dei Campioni consecutiva, conquistata a Madrid contro l’Amburgo con un gol di John Robertson. La prestazione di Shilton in quella finale fu talmente eccezionale che gli valse il riconoscimento di Calciatore dell’Anno da parte dei colleghi britannici.

Il quinquennio al Nottingham Forest (1977-1982) rappresentò il periodo più ricco di trofei della sua carriera, prima che problemi personali lo portassero a cercare nuove sfide.

Gli Ultimi Anni e il Record delle Mille Partite

Premiato per le sue 1000 partite da professionista

Dopo le esperienze con Southampton e Derby County, dove militò fino al 1991 quando il club retrocesse in Seconda Divisione, Shilton continuò la sua carriera in ruoli diversi. Nel 1992 accettò la posizione di allenatore-giocatore al Plymouth in Terza Divisione, diventando tecnico a tempo pieno nel 1994. Con questa squadra raggiunse gli spareggi per la Seconda Divisione, perdendo in semifinale contro il Burnley.

Nel febbraio 1995, ancora determinato a giocare, venne ingaggiato dal Wimbledon FC, anche se non scese mai in campo in partite ufficiali. Seguirono brevi esperienze con il Bolton, dove disputò un solo incontro, e con il West Ham, dove non collezionò presenze in Lega.

Il momento più significativo di questi ultimi anni arrivò quando, giunto a 999 partite, Shilton puntò al traguardo delle mille presenze. L’obiettivo fu raggiunto il 22 dicembre 1996, difendendo i pali del Leyton Orient in Terza Divisione contro il Brighton. L’evento fu così speciale che l’emittente Sky Sport lo trasmise in diretta, presentando anche un’edizione speciale del Guinness dei Primati dedicata al suo record. Shilton si ritirò definitivamente all’età di quasi 48 anni, dopo aver totalizzato 1005 partite ufficiali di Lega.

La Carriera in Nazionale

Titolare ai Mondiali del 1982

Il percorso di Peter Shilton con la maglia dell’Inghilterra fu lungo e significativo, iniziando nel novembre 1970 con un debutto vittorioso contro la Germania Est (3-1). L’ascesa in Nazionale fu inizialmente graduale, dovendo competere con il leggendario Gordon Banks ma la svolta arrivò tragicamente nel 1972, quando lo stesso Banks perse la vista da un occhio in seguito a un incidente, aprendo la strada a una nuova era per la porta inglese.

Shilton dovette però affrontare un’altra sfida: la competizione con Ray Clemence del Liverpool. Il commissario tecnico Ron Greenwood, incapace di scegliere definitivamente tra i due, optò per un’alternanza che caratterizzò diverse stagioni della Nazionale inglese. Nonostante questa situazione, Shilton riuscì progressivamente a imporsi come prima scelta.

La sua carriera internazionale incluse tre Campionati del Mondo (Spagna 1982, Messico 1986 e Italia 1990) e due Campionati Europei (Italia 1980 e Germania Ovest 1988). Il suo esordio in un Mondiale avvenne relativamente tardi, a 33 anni, nel 1982 in Spagna, dove subì un solo gol nelle partite disputate, sebbene l’Inghilterra non riuscì a raggiungere le semifinali.

Il momento più controverso della sua carriera internazionale si verificò durante i quarti di finale del Mondiale 1986 contro l’Argentina, quando subì il famoso gol della “Mano de Dios” di Maradona, seguito pochi minuti dopo dal celebre “Gol del Secolo” sempre dell’argentino. Quella partita si concluse 2-1 per l’Argentina, con Lineker a segnare il gol inglese.

Il suo miglior risultato con la Nazionale fu il quarto posto al Mondiale di Italia ’90. Shilton chiuse la sua carriera internazionale con 125 presenze, stabilendo il record inglese (dati del gennaio 2025). In queste apparizioni, mantenne la porta inviolata in 10 delle 17 partite disputate nelle fasi finali dei Mondiali, un altro record nella sua straordinaria carriera.

Stretta di mano con Maradona nella famosa sfida con l’Argentina, Mondiali 1986

L’Uomo Oltre il Calciatore

La vita di Peter Shilton fu caratterizzata da un profondo contrasto tra la disciplina ferrea sul campo e i demoni personali fuori dal rettangolo di gioco. Come portiere, era ossessionato dalla perfezione, dedicando ore supplementari agli allenamenti e alla cura maniacale della preparazione fisica. Una dedizione che lo rendeva quasi avaro quando si trattava del proprio corpo, in netto contrasto con la sua tendenza a sperperare denaro al di fuori del campo.

La sua passione per il gioco d’azzardo, specialmente per le corse dei cavalli, lo portò a dilapidare gran parte dei suoi guadagni negli ippodromi britannici. Era un uomo di paradossi: scorbutico con i compagni di squadra, ma sorprendentemente esuberante nella vita sociale.

Il periodo più turbolento coincise con gli anni al Nottingham Forest, quando le pressioni della carriera e i problemi con il gioco iniziarono a pesare sulla sua vita familiare. Una relazione extraconiugale portò a un incidente pubblico quando, sorpreso in auto con la moglie di un altro uomo, tentò una fuga che si concluse contro un lampione. Seguì un arresto per guida in stato di ebbrezza.

Nonostante queste difficoltà personali, Shilton mantenne sempre una straordinaria capacità di separare i problemi privati dalle prestazioni sul campo. Perché quando indossava i guanti, tutti i suoi demoni sembravano svanire, lasciando spazio solo alla sua proverbiale concentrazione e al suo talento naturale.

Nel 2024 Shilton è stato insignito del CBE (Commander of the Order of the British Empire), uno dei più prestigiosi riconoscimenti del sistema onorifico britannico.