La sua storia è un viaggio attraverso il calcio della Germania Est. Gol, record, successi olimpici e una carriera che ha sfidato i confini politici: ecco il racconto di un’icona del calcio dietro la Cortina di Ferro.
Nel panorama calcistico dell’ex Germania Est, il nome che brilla più di tutti gli altri è senz’altro quello di Joachim Streich. Nato nel 1951 a Wismar, una città portuale sul Mar Baltico, Streich è considerato il miglior attaccante nella storia del calcio tedesco orientale. I suoi numeri parlano chiaro: 229 gol in Oberliga (la massima serie della DDR) e 53 reti con la nazionale. Record che lo hanno consacrato come l’uomo dei primati nel calcio al di là del Muro.
Gli inizi a Wismar e Rostock
La storia calcistica di Streich inizia all’età di sei anni, quando entra nelle giovanili dell’Aufbau Wismar, una delle squadre della sua città natale. Dopo aver militato nel TSG Wismar, nato dalla fusione tra la sua vecchia società e il Motor Wismar, il giovane Joachim decide di fare il grande salto. Nel 1967, a soli 16 anni, si trasferisce all’Hansa Rostock di sua spontanea volontà, senza l’intervento delle autorità che solitamente indirizzavano i talenti verso le formazioni più forti della regione.
A Rostock, Streich dimostra subito il suo valore. Nel 1968 vince il campionato giovanile della DDR con l’Hansa, superando la Lokomotive Dresda. Nello stesso anno, fa il suo esordio con la nazionale juniores, arrivando in finale all’Europeo di categoria del 1969, perso contro la Bulgaria solo dopo i tempi supplementari e il lancio della monetina.
Il debutto in Oberliga e i primi successi
La stagione 1969-1970 segna l’inizio della carriera professionistica di Streich. Il nuovo allenatore dell’Hansa Rostock, Horst Saß, decide di puntare sui giovani talenti e inserisce Joachim nella prima squadra. Il debutto in Oberliga arriva il 23 agosto 1969 contro la Dynamo Dresda. Nonostante la sconfitta per 2-0, Streich dimostra subito di poter reggere il confronto con i più esperti compagni di reparto.
Quella stagione porta con sé due debutti importanti: il primo con la nazionale maggiore in un’amichevole contro l’Iraq e l’esordio nelle coppe europee con l’Hansa Rostock in Coppa delle Fiere. In quest’ultima competizione, Streich ha l’opportunità di affrontare l’Inter di Heriberto Herrera, contribuendo alla vittoria (seppur inutile) per 2-1 in casa.
La tentazione della fuga e la scelta di rimanere
In un’intervista rilasciata nel 2011 al magazine tedesco “11 Freunde”, Streich ha rivelato un episodio poco noto della sua carriera. Durante la trasferta ad Atene per la partita di Coppa delle Fiere contro il Panionios, il giovane attaccante, allora diciottenne, ebbe la tentazione di fuggire verso l’Occidente. Insieme a due compagni di squadra, considerò l’idea di raggiungere l’ambasciata della Germania Ovest. Alla fine, però, il coraggio venne meno e la paura delle possibili conseguenze li fece desistere.
Questa decisione, dettata principalmente dal timore, ha di fatto consegnato alla DDR uno dei suoi più grandi bomber. Con un fisico solido (nella sua lunga carriera non subirà mai un infortunio grave), una buona tecnica e un innato senso del gol, Streich diventerà presto noto come il “Gerd Müller dell’Est“.
L’ascesa a Rostock e l’affermazione in nazionale
A Rostock, Streich diventa rapidamente un idolo e un leader. A soli 22 anni, l’allenatore gli consegna la fascia di capitano. Nonostante la squadra non brilli particolarmente in classifica, le prestazioni di Joachim sono sempre più convincenti. Nella stagione 1973-1974 raggiunge il suo picco con l’Hansa, segnando 14 gol in 23 presenze e contribuendo a un terzo delle marcature totali della squadra.
Il rendimento costante gli vale sempre più spazio in nazionale. Nel settembre 1971, alla sua terza presenza, Streich segna il suo primo gol con la selezione maggiore in un 1-1 contro la Cecoslovacchia. Ma è alle Olimpiadi di Monaco 1972 che Joachim esplode definitivamente a livello internazionale. Con sei reti, si piazza al terzo posto nella classifica marcatori del torneo, dietro solo al polacco Deyna e all’ungherese Dunai.
Tra i gol segnati alle Olimpiadi, uno in particolare assume un valore simbolico: quello realizzato contro la Repubblica Federale Tedesca nella semifinale. Con un colpo di testa da vero rapace d’area, Streich firma il 2-1 in una partita che la DDR vincerà poi 3-2, guadagnandosi l’accesso alla finale per il bronzo.
Il trasferimento al Magdeburgo e l’apice della carriera
La stagione 1974-1975 segna un punto di svolta nella carriera di Streich. L’Hansa Rostock retrocede in DDR-Liga (la serie B) e per l’attaccante si aprono nuove prospettive. Nonostante il suo desiderio di trasferirsi al Carl Zeiss Jena, i vertici federali gli impongono un ultimatum: “O vai a Magdeburgo o rimani a Rostock“. Streich accetta la destinazione impostagli e si trasferisce ai biancoblù, freschi campioni della DDR e vincitori della Coppa delle Coppe nel 1974.
Al Magdeburgo, Streich si inserisce perfettamente in un gruppo già rodato. Forma con Jürgen Sparwasser una coppia d’attacco letale, segnando entrambi 13 reti nel primo campionato insieme. Nonostante un’eliminazione prematura in Coppa dei Campioni (con Streich che sbaglia il primo rigore nella serie decisiva contro il Malmö), l’avventura con il Magdeburgo si rivela l’inizio di una splendida storia d’amore calcistica.
Per dieci stagioni consecutive, Joachim è il miglior marcatore della sua squadra. In quattro occasioni si laurea capocannoniere dell’Oberliga, stabilendo anche il record di gol in una singola partita: sei reti (di cui due su rigore) nel 10-2 inflitto al Chemie Böhlen il 9 giugno 1979.
Ma il record più prestigioso arriva nella stagione 1982-83. Streich supera il primato di gol in Oberliga del suo amico-rivale Eberhard Vogel, fermo a 188 reti in 440 partite. Il sorpasso avviene in una partita speciale per Joachim, quella contro il suo ex club, l’Hansa Rostock. Nonostante la sconfitta per 3-2, Streich sigla una doppietta tra l’84’ e l’85’ minuto, raggiungendo quota 190 gol nel massimo campionato. Alla fine della sua carriera, il conteggio si fermerà a 229 marcature in Oberliga.
I successi in Europa e con la nazionale
Con la maglia del Magdeburgo, Streich si fa notare anche nelle competizioni europee. In 38 partite segna 17 gol, trascinando la squadra ai quarti di finale di Coppa UEFA nelle stagioni 1976-77 e 1977-78.
Ma è con la nazionale che Joachim raggiunge l’apice della sua fama internazionale. Dopo il Mondiale giocato da titolare nel 1974, rimane una colonna della Nationalmannschaft per un altro decennio. Sebbene non vinca trofei (viene escluso dalla selezione che conquista l’oro olimpico a Montreal nel 1976) né partecipi ad altri Europei o Mondiali, Streich si afferma come il miglior marcatore della storia della DDR con 55 gol totali (53 considerando solo le partite riconosciute dalla FIFA).
Tra le sue vittime illustri figurano l’Olanda e l’Inghilterra. Proprio contro i “Leoni” inglesi, Streich vive uno dei momenti più significativi della sua carriera internazionale. Il 12 settembre 1984, scendendo in campo a Wembley, raggiunge le 100 presenze con la nazionale della Germania Est, un traguardo mai raggiunto prima da nessun altro giocatore del suo paese.
L’ultima rete con la maglia della DDR arriva il 10 ottobre 1984 ad Aue contro l’Algeria: una potente conclusione di sinistro che vale il momentaneo 5-1. Dieci giorni dopo, il 20 ottobre, Streich dà l’addio alla nazionale in una partita contro la Jugoslavia di Bora Milutinovic.
Il ritiro e la carriera da allenatore
Il 1° giugno 1985, Joachim Streich dice addio al calcio giocato. La sua ultima partita con il Magdeburgo è una sconfitta per 4-0 contro il Rot-Weiß Erfurt, ma poco importa: dal 90° minuto in poi, il miglior bomber della storia dell’Oberliga è ufficialmente un ex calciatore.
Inizialmente, Streich pensa di dedicarsi all’allenamento delle giovanili, avendo studiato educazione fisica negli ultimi anni della sua carriera. Tuttavia, la dirigenza del Magdeburgo ha altri piani per lui e lo convince ad assumere la guida della prima squadra.
Per cinque anni, dal 1985 al 1990, Streich siede sulla panchina del club con cui ha giocato per un decennio. I risultati non sono sempre all’altezza delle aspettative, ma nell’ultima stagione, la 1989-90, il Magdeburgo lotta fino all’ultimo per il titolo, sfiorandolo nella giornata conclusiva.
Dopo questa esperienza, e dopo il crollo del Muro, Streich ha l’opportunità di diventare il primo allenatore della DDR a guidare una squadra professionistica nella Germania Ovest. Accetta l’offerta dell’Eintracht Braunschweig, ma l’avventura si rivela difficile e si conclude con un esonero a undici giornate dalla fine del campionato.
Seguono altre due brevi esperienze in panchina, nuovamente con il Magdeburgo e poi con l’FSV Zwickau, prima di decidere di allontanarsi definitivamente dal mondo del calcio professionistico.
Il 16 aprile 2022, Joachim Streich si spegne all’età di 71 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto nel cuore dei tifosi tedeschi. Streich rimarrà per sempre nella memoria come il “Gerd Müller dell’Est“, un bomber implacabile che ha scritto la storia del calcio oltre il Muro di Berlino.