STUBBINS Albert: Sgt Pepper

Non è stato solo l’unico calciatore ad apparire nel più iconico album dei Beatles: ancora oggi viene ricordato come uno dei più prolifici bomber del Liverpool

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles ha fatto la storia della musica rock. Uscito nel 1967 e prodotto da George Martin, è stato il disco più venduto del gruppo e il primo della classifica dei 500 migliori album secondo la rivista Rolling Stone. La copertina dell’album è diventata famosa per la sua originalità e per i personaggi che vi appaiono. I Beatles si presentano come una banda musicale immaginaria, appunto la Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, e sono circondati da una folla di celebrità e figure storiche che hanno influenzato la loro vita e la loro arte. Tra questi ci sono scrittori come Oscar Wilde e HG Wells, attrici come Marilyn Monroe, filosofi come Karl Marx, musicisti come Bob Dylan e attori come Marlon Brando. Alcuni personaggi furono scartati per evitare possibili controversie, come Adolf Hitler e Gesù Cristo (proposti da Lennon), o Elvis Presley, considerato troppo importante per essere messo in mezzo agli altri. Tra i personaggi presenti sulla copertina c’è anche un calciatore: Albert Stubbins.

Ma chi era Stubbins per essere immortalato sull’album più iconico della Band più iconica? E’ stato un prolifico attaccante del Liverpool tra gli anni ’40 e ’50, ma non fu scelto per le sue gesta sportive, bensì per il suo nome. I Beatles, infatti, erano affascinati dal suono del suo nome, che trovavano divertente e musicale. McCartney era un tifoso dell’Everton, la squadra rivale del Liverpool, e avrebbe voluto mettere sulla copertina Dixie Dean, un altro grande calciatore dell’epoca e idolo dell’Everton. Ma il suo suggerimento non fu accettato, e fu Stubbins a essere immortalato tra le icone della cultura popolare.

Stubbins non sapeva di essere stato scelto dai Beatles, e lo scoprì solo quando ricevette a casa sua un LP di Sgt. Pepper’s con le firme di tutti e quattro i membri del gruppo e una dedica che diceva: “Well done, Albert, for all those glorious years of football. Long may you bob and weave”. Nonostante il suo posto d’onore sull’album, Stubbins non è molto conosciuto al di fuori dei tifosi del Liverpool o degli appassionati di calcio d’altri tempi.

Un giovanissimo Stubbins con la maglia bianconera del Newcastle

Albert Stubbins, nato a Wallsend nel luglio del 1919, fu uno di quei calciatori di talento che videro la loro carriera compromessa dalla guerra: aveva appena 19 anni quando scoppiò il conflitto nel 1938 e ne aveva 26 quando finalmente finì nel 1945. Cresciuto tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti, dove i suoi genitori si trasferirono per lavoro, Stubbins sognava di giocare per il Newcastle. Dopo aver iniziato con il Sunderland, ottenne una clausola speciale nel suo contratto che gli permetteva di passare al Newcastle se gli fossero state offerte condizioni professionali.

Così avvenne nell’aprile del 1937 e Stubbins realizzò il suo sogno di infilare la maglia del Newcastle United. Prima della guerra, riuscì a giocare solo 27 partite ufficiali per il club, segnando 5 gol. Durante la seconda guerra mondiale, però, si mise in luce come uno dei migliori bomber del paese.

Centravanti potente, Stubbins non era molto alto (1 metro e 80), ma pesava quasi 82 chili. Forte, rapido, tecnicamente abile e capace di segnare e creare gol, non stupì – anzi fu considerato un po’ tardivo – quando debuttò con la maglia dell’Inghilterra nel 1945.

Stubbins fu titolare nella partita, un’amichevole contro il Galles agli Hawthorns di West Bromwich. Il Galles sorprese l’Inghilterra, vincendo per la prima volta dopo sette sconfitte consecutive in tre anni, e Stubbins non ebbe più l’occasione di indossare la famosa maglia bianca dell’Inghilterra. Poiché la partita fu considerata un’amichevole in tempo di guerra, formalmente non ottenne mai una presenza ufficiale con la nazionale inglese ed è spesso ricordato come uno dei migliori giocatori senza presenze nella storia del calcio inglese.

Nella stagione di transizione 1945/46 prima della ripresa completa della Football League, Stubbins segnò ben 39 gol per il Newcastle nella Lega Nord. Nonostante i suoi sforzi, però, il club non riuscì a vincere nulla, chiudendo al sesto posto.

Stubbins lasciò Newcastle per Liverpool nel 1946, in cambio di una cifra astronomica: £ 12.500. Era quasi il record britannico per un trasferimento, e il Liverpool non aveva mai speso così tanto per un giocatore. Quando il Newcastle lo mise sul mercato si fecero avanti 18 club, ma furono i rossi a spuntarla. Stubbins aveva 27 anni quando arrivò nel Merseyside e quando riprese il campionato dopo la guerra, era la stella più costosa del calcio inglese. Il Newcastle sostituì Stubbins con Jackie Milburn, che passò da interno a centravanti e divenne negli anni una leggenda del club. Fu quindi una buona mossa per entrambe le squadre.

Stubbins indossò la maglia rossa del Liverpool con orgoglio e con talento. Fece coppia con l’interno destro Jack Balmer segnando 24 gol a testa in campionato e portando il Liverpool alla vittoria, dopo una lotta serrata per il titolo, conquistando 57 punti, uno in più di Manchester United e Wolves e due in più di Stoke City. L’anno dopo segnò ancora di più, 26 gol in campionato, ma il Liverpool ebbe una stagione pessima, finendo 11°, lontano dalla vetta.

Fu così per tutto il periodo di Stubbins ad Anfield. Lui continuava a brillare, ma il club continuava a deludere e a faticare. Nei suoi sette anni nel Merseyside, a parte il primo anno trionfale, il miglior piazzamento del Liverpool fu l’ottavo posto. La peggiore di tutte fu l’ultima stagione del formidabile attaccante al club, a 34 anni, in cui si piazzò 17esimo, a un soffio dalla retrocessione. Ma le difficoltà della squadra non intaccarono mai Stubbins, che mantenne sempre un rendimento personale altissimo.

L’attaccante aveva chiesto di essere ceduto nel 1948, ma il Liverpool gli negò la richiesta, cosa comprensibile visto quanto fosse importante per il club in quel momento. Ebbe una nuova occasione di giocare a livello internazionale nel 1950, ma non con la maglia dell’Inghilterra, bensì con quella della Football League, in una partita contro la Irish League. Stubbins non si fece scappare l’occasione: segnò cinque gol in una vittoria per 6-3, ma fu ancora una volta ignorato dalla nazionale inglese guidata da Walter Winterbottom e dai suoi selezionatori.

Nella FA Cup, il trofeo più ambito d’Inghilterra, il Liverpool di Stubbins arrivò ad un passo dal successo nella stagione 1949/50. Dopo aver superato Blackburn, Exeter, Stockport e Blackpool, i Reds giocarono la semifinale in un derby infuocato contro l’Everton. A Maine Road, davanti a 72.000 tifosi, il Liverpool prevalse grazie alle reti di Paisley e Liddell e si qualificò per la finale.

Fu la prima volta che il Liverpool calcò il prato di Wembley, ma non fu certo una giornata da ricordare. L’Arsenal si dimostrò superiore e vinse per 2-0 con una doppietta di Reg Lewis. Bob Paisley, l’eroe della semifinale, fu escluso dalla formazione in modo discutibile. Più di 100.000 spettatori assistettero alla partita, che consegnò all’Arsenal la sua terza FA Cup e lasciò il Liverpool a bocca asciutta fino al 1965.

Superata la trentina, Stubbins iniziò a sentire il peso degli anni e degli infortuni. Non riuscì più a essere così regolare e i gol si fecero più rari. Nel 1953 lasciò il Liverpool e si trasferì all’Ashington AFC, una squadra minore dove giocò pochissimo prima di appendere gli scarpini al chiodo nel 1954, a 35 anni. Si dedicò poi al giornalismo sportivo e fece anche un temporaneo ritorno negli Stati Uniti come allenatore dei New York Americans.

Le sue statistiche in tempo di guerra sono impressionanti: 188 gol in 231 partite. In tempo di pace segnò invece 83 gol in 178 presenze. Vinse un campionato, una medaglia d’argento in FA Cup ma – incredibilmente – mai una convocazione con l’Inghilterra, anche se giocò in alcune amichevoli non ufficiali e rappresentò la Football League. Morì nel dicembre 2002, a 83 anni, dopo una breve malattia.