La leggenda di Siviglia

La rovesciata di Fischer e la sforbiciata di Trésor, il dolore di Battiston ed il cinismo di Schumacher, l’errore di Six e le lacrime di Stielike, i dribbling di Littbarski e la classe infinita di Platini: tutto questo è la Leggenda di Siviglia


Sono le ore 21 dell’8 Luglio 1982 e allo stadio José Sanchez Pizjuan, casa dell’ FC Sevilla, sta per iniziare la seconda semifinale del Campionato del Mondo di calcio 1982 tra Francia e Germania Ovest per stabilire la squadra che affronterà l’Italia nella finalissima in programma il giorno 11 allo stadio Santiago Bernabeu di Madrid. Platini e Kaltz (a causa dell’assenza di Rummenigge) sono i capitani delle due squadre, l’arbitro è l’olandese Corver. Il bi-Pallone d’oro in carica, Karl-Heinz Rummenigge, non è in grado di partire dal primo minuto per il colpo alla coscia occorsogli nella partita d’esordio contro l’Algeria; Kalle è sostituito non da Hrubesch, come ci si attendeva alla vigilia, ma a sorpresa da Magath, regista dell’Hamburger SV; i telecronisti francesi si domandano se è meglio per loro che giochi un Magath al 100% o Rummenigge al 40%; la partita finirà con il dare un responso netto.

Michel Hidalgo schiera la Francia con Jean Luc Ettori in porta, Bossis e Amoros terzini, Janvion stopper e Marius Trésor libero, a centrocampo ci sono i tre ‘numeri 10’ Genghini, Giresse e Platini, Tigana è il cursore di fascia destra, Didier Six è l’ala sinistra e Rocheteau, in dubbio fino all’ultimo per l’infortunio patito contro l’Irlanda del Nord, è regolarmente in campo nel ruolo di centravanti. In panchina ci sono il secondo portiere Jean Castaneda, poi Lopez, Battiston, Soler e Bellone; rispetto alla partita contro l’Irlanda del Nord Hidalgo tiene in panchina Soler (titolare fisso nelle prime 5 partite) e schiera Six, giocatore più esperto che ben conosce il calcio tedesco visto che gioca a Stoccarda con i due Forster ed Hansi Muller.

Jupp Derwall, allenatore della Germania Ovest, sceglie Schumacher in porta, i due Forster, Bernd e Karl-Heinz come marcatori, Stielike è il libero-regista, Kaltz e Briegel i due esterni, Dremmler è il centrocampista “di fatica”, Breitner e Magath i due interni, e la coppia del Colonia, Pierre Littbarski e Klaus Fischer, gli attaccanti. La panchina della Germania Ovest è davvero super con Franke, Hannes e soprattutto Hansi Muller, Rummenigge e Hrubesch, tre pezzi da novanta da schierare per rivoluzionare eventualmente il settore offensivo. A Sevilla fa più caldo che a Madrid ma la temperatura è in ogni caso più che accettabile.

La Germania parte fortissima, ha più esperienza in questo tipo di partite, e la Francia passa la metà campo nei primi cinque minuti, fino a quando Platini e Giresse si mettono a giocare palla a terra di prima; Amoros gioca a sinistra nella zona dove attacca Littbarski, Bossis rimane a destra e si deve occupare di un mediocre Magath, pertanto ha molto spazio per proporsi in avanti, Giresse, Genghini e Platini evitano intanto con giocate di gran classe il pressing aggressivo dei Tedeschi. Giresse si rende subito pericoloso con un tiro a spiovere dal limite e poi con un passaggio filtrante per Michel Platini intercettato per miracolo da Stielike. Tra i Tedeschi è molto brillante Littbarski (come in tutto il Torneo), Amoros ha sempre bisogno del raddoppio di un compagno per neutralizzarlo.

La partita è davvero bella, le giocate di classe si susseguono in continuazione, e vista con gli occhi di oggi è interessante notare alcune cose:
a) anche per via del caldo, il pressing delle due squadre sia molto meno asfissiante rispetto ad adesso ed i giocatori hanno quella frazione di secondo in più di libertà che permette di poter tentare la giocata di classe;
b) le squadre sono sovente molto lunghe, raramente un difensore centrale avanza oltre la propria trequarti, e raramente viene applicata la tattica del fuorigioco, nei rari casi in cui accade è più per un errore dell’attaccante che per una strategia della difesa;
c) vengono tentati molti più dribbling ed attacchi uno contro uno da parte di tutti i giocatori, non solo da quelli più tecnici, il raddoppio di marcatura è poco frequente;
d) una miriade di falletti e scorrettezze (maglie tirate, falli da dietro, sgambetti) che oggi verrebbero sanzionati automaticamente con un cartellino, non vengono invece mai puniti con l’ammonizione dall’arbitro Corver e tendono a spezzettare il gioco in maniera fastidiosa;
e) i ruoli in campo sono molto meno precisi e definiti; nella Germania ad esempio, a parte Stielike che gioca libero e K.H.Forster che marca fisso Rocheteau, tutti gli altri giocatori partecipano alla manovra d’attacco senza una posizione precisa come siamo abituati a vedere oggi: Briegel parte come terzino sinistro ma spesso si trova in percussione centrale, Dremmler difende a destra quando Kaltz è all’attacco, Bernd Forster gioca praticamente dappertutto e così via.

Dopo un quarto d’ora Platini stende Briegel sui 25 metri: sulla punizione che segue, mentre Ettori sta ancora piazzando la barriera, Breitner tocca per Littbarski che centra in pieno la traversa con un tiro bellissimo. La Germania Ovest prende coraggio e tre minuti dopo Breitner in accelerazione centrale serve in profondità Klaus Fischer che scatta benissimo e si trova solo davanti ad Ettori; il controllo del centravanti del Colonia non è perfetto, si allunga leggermente la palla ed il reattivo portiere francese si getta disperatamente in avanti cercando di anticiparne il tiro… il numero 22 di Hidalgo riesce in effetti a respingere, la palla arriva però sul piede destro di Pierre Littbarski che, appostato al limite dell’area, ha la prontezza di calciare al volo tenendo basso il pallone, che passa tra le gambe di Ettori (che si sta rapidamente rialzando) e termina in rete; uno a zero per la Germania.

La reazione della Francia è inizialmente controllata senza problemi dai tedeschi, Rocheteau in particolare viene servito sempre in modo impreciso, e non riesce ad entrare in partita. Al ventiseiesimo minuto Genghini subisce fallo da Kaltz, il capitano tedesco ha un accenno di reazione per motivi non precisati (non è l’unico: anche Breitner, Stielike e Schumacher cercano spesso la provocazione). Corver ci mette un minuto a placare gli animi, sulla palla si porta Giresse, un’occhiata a Platini e quando il capitano fa il movimento ad aggirare Bernd Forster, Giresse di esterno destro gli deposita il pallone sulla testa nel cuore dell’area, Platini fa sponda di testa per Rocheteau che è riuscito a liberarsi del suo marcatore, il fino ad allora impeccabile Karl-Heinz Forster, che altro non può fare che cinturarlo: il rigore è sacrosanto e Platini, dopo aver baciato il pallone, lo trasforma spiazzando sulla sinistra Schumacher.

L’ultimo quarto d’ora del primo tempo è molto equilibrato e vede una sequenza continua di capovolgimenti di fronte. La Francia, inizialmente più contratta per la minor abitudine dei suoi giocatori a giocare questo tipo di partite, prende via via più confidenza con l’avversario. Il duello più appassionante è quello sull’ala destra tedesca tra il ventiduenne Pierre Littbarski e il ventenne Manuel Amoros, sicuramente tra i migliori giovani visti al Mondiale insieme a Beppe Bergomi. Schumacher intanto inizia il suo show: in ogni uscita, non appena abbranca il pallone, approfitta di quella frazione di secondo che gli è “concessa” dalla conclusione del gesto atletico per rifilare qualche colpo proibito agli attaccanti francesi; il primo a farne le spese è Platini, che prende un’altra botta nel solito “punto Panenka”.

Nel finale di tempo Corver diventa protagonista del match: dapprima non ammonisce Dremmler per un fallo da dietro molto brutto su Tigana poi non esita a mostrare il giallo a Giresse per proteste nemmeno tanto esagitate; è evidente l’intenzione di dare una certa “direzione” alla partita. L’ultima occasione del primi quarantacinque minuti è per la Germania, Briegel penetra sul lato sinistro dell’area e crossa in mezzo, ci sono due attaccanti tedeschi ed il solo Bossis per la Francia ma il difensore del Nantes con un meraviglioso intervento in spaccata riesce ad anticipare i suoi avversari.

Il secondo tempo si gioca con una temperatura leggermente più fresca, dopo pochi secondi Rocheteau viene steso sulla trequarti da un’entrataccia di Bernd Forster che viene ammonito. Al 51’ al posto di Bertrand Genghini entra il terzino d’attacco Patrick Battiston: Hidalgo ritiene l’interno del Sochaux troppo tecnico ma poco prestante per quella che sta diventando una vera e propria battaglia sportiva. Platini ha un paio di buone occasioni prima con una punizione con cui colpisce però la barriera, e poi con un tiro dal limite dell’area che termina alto a conclusione di una splendida azione personale; nel raccogliere il pallone Harald Schumacher provoca i tifosi francesi che sono seduti alle sue spalle con gesti minacciosi, nessuno può immaginare quanto serie siano le minacce dell’estremo difensore tedesco, ma un minuto più tardi, esattamente al 57’, un suo intervento cambierà per sempre la partita…

La sequenza del terribile incidente a Patrick Battiston

Il cinquantasettesimo minuto: finora abbiamo raccontato una bellissima semifinale dei Mondiali di calcio, adesso comincia la “Leggenda di Siviglia”.Patrick Battiston è nato in Lorena come Michel Platini, e come il capitano dei Bleus milita per il Saint-Etienne, la squadra di tutti i francesi…Tanti altri sono i punti in comune di questi due grandissimi amici, anche fuori dal campo; entrambi disputeranno i 3 Mondiali della “Generazione Platini”, dall’Argentina al Messico (con loro anche Bossis e Rocheteau), ed entrambi vinceranno da protagonisti l’Europeo 1984, l’intesa in campo è perfetta, si conoscono alla perfezione, così quando Platini ha la palla Battiston sa che può partire sulla fascia certo di ricevere un passaggio perfetto, e viceversa, il capitano cerca sempre di servire il compagno in velocità per sfruttare le sue ottime doti atletiche.

È il 57’ minuto, da ormai dieci minuti la Francia ha in mano la partita, i tedeschi tentano senza successo qualche azione di alleggerimento ma Bossis riconquista puntualmente il pallone per lanciare i contrattacchi dei compagni… Platini riceve palla dal terzino del Nantes a centrocampo, con una finta evita Breitner, la difesa tedesca è piazzata male; Battiston non ci pensa nemmeno mezzo secondo e si lancia in profondità: l’esterno destro di Platini che lo va a pescare al limite dell’area è da cineteca, Battiston è solo, e la sua velocità gli ha permesso di lasciarsi Stielike e Kaltz alle spalle, Schumacher esce, gli si fa incontro minaccioso, ma la palla di Michel rimbalza perfettamente davanti a lui, non è impossibile tentare il pallonetto, il portiere è fuori dai pali…
Ma Schumacher non si sta lanciando in avanti per intercettare il pallone, sta correndo troppo forte perché possa fermarsi e fronteggiare il terzino del Saint-Etienne per evitare la rete…Battiston lo vede, capisce che le intenzioni di Schumacher sono violente, ma ancora un piccolissimo istante di vantaggio gli permetterebbe di arrivare primo sul pallone, per segnare una rete.

Battiston però esita per quell’istante brevissimo, la mole del portiere gli si fa incontro minacciosa, entrambi stanno correndo troppo velocemente per evitare lo scontro, “proviamo ad evitarlo con un tocco di sinistro”: senz’altro Patrick deve aver pensato questo, l’idea è ottima, ma il piede trema e la palla, colpita con troppa timidezza, termina fuori di un soffio…sotto gli occhi dei giocatori, dell’arbitro Corver e dei 75 mila del Pizjuan, che seguono col fiato sospeso la sua lenta rotolata che sfiora il palo.

Tutto il mondo sta seguendo quella palla, Harald Schumacher no, del pallone a lui non importa nulla, è nervoso e vuole soltanto colpire i francesi, è uscito a valanga con i suoi novantacinque chili per colpire il giocatore in maglia blu, meglio se procurandogli un danno fisico; l’impatto è terrificante, Battiston sta guardando il pallone e non fa in tempo a proteggersi, Schumacher invece salta voltandosi per colpire l’avversario con tutto il peso del corpo, come se stesse cercando di sfondare una vetrata. Battiston crolla a terra, trema visibilmente e serra il pugno, ma non è una reazione normale…

Passano due lunghissimi secondi, l’attenzione di tutti è sul pallone che termina fuori, ma subito dopo lo sguardo indietreggia di una decina di metri, ritorna sul numero 3 francese a terra, privo di sensi, lo scontro è stato terribile, e le conseguenze sono gravissime. Battiston è disteso immobile sul terreno di gioco, i compagni accorrono e subito vengono presi dal panico, Didier Six cerca di rianimarlo, Platini, Rocheteau e Tresor chiamano i soccorsi. Il dottor Vrillac sbianca, il polso di “Battiste” non risponde, si teme il peggio, una frattura delle vertebre cervicali, la squadra francese è presa dal panico, Schumacher intanto si allontana come se niente fosse, con un cinismo vergognoso che lo porterà poi ad affermare, negli spogliatoi “se può far piacere a Battiston sono pronto a pagare di persona il conto del dentista”.

Il replay della televisione è impietoso, non ci sono dubbi sul fatto che Schumacher volesse deliberatamente colpire Battiston, nessun gesto per rallentare od attutire l’impatto inevitabile. Al contrario, il portiere del Colonia si gira per aumentare lo slancio, la forza d’urto che colpisce Battiston in pieno volto. Termina il replay, e si vede lo stesso Schumacher pronto a riprendere con un rinvio da fondo campo e visibilmente spazientito per l’interruzione del gioco. Tutti i medici sono ancora in campo intorno a Battiston cercando di fargli riprendere conoscenza anche praticandogli un massaggio cardiaco; Schumacher però non volge nemmeno per un istante lo sguardo a ciò che sta avvenendo a cinque metri da lui.

Centoventi secondi, il tempo in cui Patrick Battiston resta svenuto sul prato, prima che il dottor Vrillac riesca a rianimarlo, lo caricano su una barella, Platini lo accompagna fuori tenendogli la mano, da capitano vero, da grande amico. Corver intanto non fa una piega e fa segno di ricominciare, Janvion lo insulta: “c’è un ferito grave, al diavolo la Coppa del Mondo!”, ma le proteste dei francesi sono tuttavia deboli. Più che l’indignazione e la rabbia per l’intervento abominevole del portiere, i sentimenti, fortissimi, che stanno travolgendo Platini e compagni sono la paura, il panico, ed il terrore per il dramma sfiorato, a nessuno viene in mente di fare il giustiziere con Schumacher che intanto tenta di fare la foca (con pessimi risultati) con la palla, cercando di distrarsi come uno che sa di averla combinata grossa e vuole cancellare immediatamente dalla propria mente quello a cui stanno pensando tutti gli spettatori intorno a lui…

Platini è sconsolato tanto è assurdo quello che ha appena visto, Corver chiama una barella con ampi gesti. La barella, probabilmente nascosta nelle cantine del Pizjuan tanto ci mette ad arrivare, viene portata con notevole impaccio da due poliziotti della Guardia Civil, rallentati dall’instabilità del tricornio d’ordinanza. Battiston viene portato alla clinica “Sagrado Corazon” di Sevilla, dove passa la notte in osservazione; la mattina dopo, visibilmente scosso, lamenta un forte mal di testa e ai denti: nello scontro con Schumacher ha perduto un incisivo e due molari oltre ad aver subito una commozione cerebrale, e per questo motivo si esprime con difficoltà davanti ai giornalisti… Vrillac spiegherà che ha perduto conoscenza per dieci minuti e la memoria per oltre un’ora.

I ricordi sono assai vaghi: Ricordo che stavo correndo verso la porta, che Michel mi aveva dato una palla splendida dalla destra, che Stielike mi pressava e Schumacher mi veniva incontro…poi ho un buco…ho fatto il pallonetto vero?” – “sì Patrick, ma è terminato fuori, di poco…” – “Peccato… mi ricordo qualcuno che mi diceva di stendermi sull’ambulanza, ecco tutto…quando ho ripreso conoscenza ero negli spogliatoi con a fianco Philippe Mahut (il difensore dello Strasburgo trascorrerà accanto a lui la notte in ospedale), che mi diceva che stavamo vincendo 3-1…non ci potevo credere, mi sentivo come nella nebbia, in un sogno… sognavo che contrastavo Forster, che rubavo la palla a Briegel, che tiravo in porta di sinistro (tutte azioni effettivamente svolte da Battiston nei nove minuti giocati)…e infine che mi involavo verso Schumacher… ma poi non ricordo nulla…è una sensazione curiosa”.

Si tocca la mascella Battiston, si passa la lingua sui denti spezzati…lo sguardo è triste: “Che peccato averla persa… c’eravamo così vicini… chi ha sbagliato i rigori?” – “Stielike, Six e Bossis” – “Come? Stielike ha sbagliato il suo? C’est trop bête…”. Probabilmente, in un’azione così veloce, nessuno ha badato allo scontro tra i due giocatori, e, colpevolmente, nemmeno l’arbitro che avrebbe dovuto, senza alcun dubbio, espellere Schumacher ed assegnare il calcio di rigore. Al contrario si riprende con una rimessa da fondo campo e con Hidalgo costretto a far entrare Christian Lopez, giocatore intelligente e di esperienza ma inadatto ad una partita ad altissimi ritmi come questa, ma Lopez è soprattutto il secondo ed ultimo cambio dei Bleus che praticamente azzera le possibilità di una variante tattica nel finale di partita (Soler sarebbe stata la mossa strategica di Hidalgo), quando la Germania Ovest, al contrario, avrà modo di inserire due giocatori freschi tra cui il leggendario Rummenigge.

La partita riprende con la Francia propositiva come prima dell’incidente di Battiston, Platini è nervoso e reclama un corner che non gli viene concesso, i Bleus attaccano in massa, anche con Trésor, Amoros e Bossis, Platini entra in area e viene sfiorato da Briegel ma l’arbitro non concede il penalty tra le proteste del futuro juventino. Al 65’ Schumacher sbaglia l’uscita su un corner ma Lopez manda alto di poco, Trésor e Bossis sono in condizioni atletiche straripanti e si lanciano coraggiosamente contro tutti i Tedeschi che si propongono all’attacco, proprio Trésor entra in tackle su Stielike a piedi uniti (oggi sarebbe da rosso), ma l’arbitro lo rimprovera solo verbalmente.

La Francia attacca ancora, Rocheteau viene fermato da un tackle spettacolare di K.H. Forster al limite dell’aera, Jupp Derwall capisce che la sua squadra ha bisogno di giocatori freschi e fa scaldare Horst Hrubesch. La Germania reagisce con un’azione di pura potenza di Briegel che libera al tiro Dremmler, Ettori para. Punizione dal limite per la Francia ma per Platini non è giornata dalla mattonella: barriera, una mano tedesca tocca il pallone ma è involontaria (in realtà una delle critiche mosse dall’Equipe il giorno dopo a Corver sarà il fatto che la barriera tedesca si piazza sempre a sei metri dalla palla, impedendo ogni conclusione di Roi Michel.

Intanto entra Hrubesch per un Magath davvero deludentissimo, le squadre nell’ultima metà della ripresa iniziano ad essere più stanche e ad allungarsi moltissimo, le azioni pericolose partono non necessariamente dai piedi più raffinati, ma spesso da giocatori come Briegel, Dremmler, Amoros, Bossis, Tigana, che hanno più energie… Ettori salva appunto un tiro potente scagliato dal futuro veronese da posizione decentrata un minuto dopo che Amoros, con una strepitosa azione, aveva servito Six di fronte a Schumacher…Un cross di Six pericolosissimo potrebbe essere trasformato in gol da Rocheteau, ma l’attaccante del Paris Saint-Germain, non un cuor di leone in verità, non si tuffa di testa come sarebbe necessario: il ricordo di Battiston venti minuti prima e l’ombra minacciosa di Schumacher che si lancia in avanti evidentemente lo hanno spaventato.

Al minuto 85 Tigana parte in progressione sulla fascia destra, la sua accelerazione dopo una partita del genere è impressionante, il cross è bellissimo ma Rocheteau e Six si ostacolano a vicenda e mandano fuori un gol già fatto. La Germania Ovest inizia a cercare la testa di Hrubesch con lanci lunghi; la tattica ha un doppio vantaggio, innanzitutto Bossis deve abbandonare le sue scorribande sulla fascia perché è l’unico che ha i centimetri per poter marcare efficacemente il centravanti dell’Amburgo, e poi Hrubesch mette in difficoltà Ettori (solo 172 cm) nelle uscite in presa alta, vero tallone d’Achille del portiere monegasco.

Al minuto 88 la Francia è in possesso di palla, poco oltre la metà campo sulla sinistra avanza Amoros, nessun tedesco gli si avvicina e il giovanissimo terzino lascia partire un destro potentissimo da 35 metri circa che si stampa sulla parte bassa della traversa, Six non riesce a ribadire in rete. L’ultima emozione al 92′ è per Breitner che sottrae palla in fase d’attacco a Tigana e tira rasoterra centralmente, la palla ha però un rimbalzo irregolare ed Ettori non può bloccare, Fischer si avventa sulla palla ma lo stesso Ettori, con grande reattività, lo anticipa in calcio d’angolo prendendosi anche una scarpata in testa; i tempi regolamentari terminano qui, la partita è stata bellissima.

I massaggiatori si danno da fare mentre la regia spagnola indugia su Karl-Heinz Rummenigge, evidentemente destinato ad entrare in campo. Partono i supplementari e la Francia attacca ancora: dopo un corner c’è una punizione da posizione decentrata sulla destra, batte Giresse, a centro area Marius Trésor è completamente solo, il giocatore della Guadalupa si coordina perfettamente ed in semirovesciata spara di destro sotto la traversa, è un gol splendido che permette alla Francia di prendere il vantaggio. Ma i Bleus non si accontentano ed attaccano ancora, Rummenigge capisce che è il momento di accelerare il riscaldamento.

Dopo tre minuti di shock arriva la reazione della Mannschaft, Littbarski ruba la palla ad Amoros ma Ettori salva in corner evitando una situazione pericolosissima. La Germania ora reagisce trascinata dalla giovane ala del Colonia, la Francia prova a pungere in contropiede con Tigana (tiraccio fuori). Minuto 98, entra Karl-Heinz Rummenigge al posto di Hans-Peter Briegel, Derwall si gioca il tutto per tutto con quattro attaccanti, la Germania Ovest ora attacca in massa, non c’è più l’energia per difendere con i raddoppi, i duelli sono tutti uno contro uno, Janvion e Trésor salvano due volte su situazioni pericolose.

La Francia può contrattaccare, è un contropiede manovrato, lo guida Michel Platini, allarga sul vertice sinistro dell’area per Didier Six, l’ala sinistra attende il suo avversario, la Germania è spezzata in due, quattro difensori nell’aera piccola a marcare Rocheteau e Platini, Giresse ha seguito l’azione e si trova al limite dell’area, Six lo serve, il piccolo bordolese scaglia un destro di esterno-collo che sbatte contro il palo interno e poi in rete, è il magnifico gol del 3-1, Giresse esulta come farà 3 giorni dopo Marco Tardelli, stesso urlo e stessa gioia, per molti giornalisti transalpini ancora oggi l’immagine di Giresse che corre verso la panchina inseguito da Six è la più celebre e commovente della storia del calcio francese, da pelle d’oca…

Alain Giresse viene intervistato 21 anni dopo quella partita leggendaria, che non è stata ancora digerita:”Ci diciamo sempre, tra di noi, che Corver ce l’ha messa tutta per farci perdere, non l’abbiamo ancora perdonato, ci sarebbero state così tante occasioni non dico per favorirci, ma almeno per essere obiettivi”. Giresse ricorda con passione e rimpianto quella serata entrata nella storia: “Dopo la fine dei calci di rigore siamo diventati degli zombie, tutto quello che stavamo facendo, lo stavamo facendo in modo meccanico, aspettando semplicemente che il tempo passasse… non pensavamo a nulla, solo a partire immediatamente per dimenticare tutto, ma sarebbe stata soltanto un’illusione, perché l’oblio non è mai arrivato, ti rendi conto col passare del tempo che è impossibile, che non se ne andrà mai…ventun anni dopo è sempre là, sempre caldo”.

Certamente il fatto che nel 1982 Didier Six fosse il solo giocatore francese a militare un campionato estero, era una lacuna della nazionale francese i cui giocatori non erano ancora abituati a fare calcoli e, soprattutto, a gestire una situazione di vantaggio. Sedici anni dopo, quando finalmente i Bleus riusciranno a vincere il Mondiale, una buona parte di questa vittoria sarà da attribuire alla mentalità vincente e alla capacità di gestire il risultato appresa dai numerosi giocatori come Thuram, Zidane, Djorkaeff, Deschamps, Desailly che militavano nel campionato italiano. Ma nel 1982 purtroppo la Francia di Hidalgo non sapeva difendersi, sapeva solamente attaccare e di fronte a lei si stava per compiere la resurrezione di Karl-Heinz Rummenigge.

Dopo il 3-1 la Germania continua ad attaccare con ancor più convinzione e al minuto 101′ viene annullato per fuorigioco un gol a Fischer. La Francia gestisce la partita in zona d’attacco, Giresse viene steso al limite ma la palla resta per un istante ai Bleus, pertanto Corver non fischia. Anche Platini subisce un duro contrasto ma il gioco prosegue, la Germania riparte e ci sono due giocatori francesi a terra. Bossis perde un contrasto con Rummenigge che lancia, aiutato da Stielike e Littbarski, una pericolosa azione d’attacco. Proprio Littbarski penetra in area da sinistra, Bossis ha lasciato scoperta la sua zona, il cross è morbido, Janvion sarebbe in vantaggio ma Rummenigge in acrobazia si tuffa in spaccata e tocca la palla anticipando proprio Janvion ed Ettori. E’ un gol meraviglioso di classe infinita del numero undici tedesco, che riapre la partita. Finisce il primo supplementare e le squadre cambiano di campo.

La Francia inizia a soffrire, la situazione è difficilissima e gli avversari hanno troppi giocatori di personalità ed esperienza per una partita del genere, le sortite offensive si fanno sempre meno frequenti, i palloni piovono in area francese: i chili ed i centimetri dei tedeschi si fanno sentire, eccome. Rummenigge batte un corner corto con Kaltz che gli fa la sponda, Kalle gestisce la palla e poi dà a Forster, il numero 5 apre a sinistra per Littbarski che crossa alto al centro sul secondo palo, Janvion non è in grado di contrastare Hrubesch che di testa fa la torre per Fischer, la palla rimane un po’ indietro ed il centravanti del Colonia si deve coordinare per una rovesciata, il tiro è perfetto e termina nell’angolino alla sinistra di Ettori che rimane immobile; è il 3-3 della Germania dopo soli 2 minuti dall’inizio del secondo supplementare; Platini urla, ce l’ha con l’arbitro che non ha fischiato due contrasti duri, ma soprattutto rimprovera i suoi compagni: sta capendo che la partita gli sta scivolando via dopo aver creduto di tenerla saldamente in mano.

La Germania attacca ancora, Amoros per evitare un corner salta su un cartellone Iveco ma scivola e termina su un fotografo. Rummenigge è incontenibile quando cambia passo, la Francia soffre ancora. Trésor riesce a tenere bene la difesa, tuttavia il problema delle marcature non è ancora risolto. I giocatori sono stanchissimi, e la partita si avvia alla fine senza azioni particolarmente pericolose, a parte qualche mischia in area francese, e per la prima volta nella storia della Coppa del Mondo una partita viene decisa ai calci di rigore.

Platini vince il tiro della monetina e Giresse inizia la serie di rigori, tirando nella stessa porta dove mezz’ora prima aveva segnato il gol del sogno, dell’illusione. È il terzo lancio della monetina della partita e per la terza volta vincono i francesi. Qualche anno prima le partite terminate in parità venivano decise proprio in questa maniera ma purtroppo per i francesi, così fortunati con la peseta, a Sevilla la finalista verrà decisa dai calci di rigore. L’attesa del primo rigore è lunghissima, Corver improvvisa un momento teatrale riprendendo per tre minuti buoni i giocatori a centrocampo e poi Schumacher in porta. Questa perdita di tempo potrebbe aumentare terribilmente la tensione di Giresse, il numero dodici francese però rimane freddissimo e spiazza Schumacher con un rasoterra preciso. Kaltz, Amoros, Breitner e Rocheteau spiazzano il portiere a loro volta, la Francia conduce sei a cinque.

È il sesto rigore della serie e tocca ad Ulrich Stielike. Ed è proprio lui, il libero del Real Madrid, terzo rigorista tedesco, a rompere l’equilibrio facendosi parare il tiro dal dischetto da Jean-Luc Ettori. Nonostante la fama di duro (chiedere ad Altobelli) Stielike dopo l’errore scoppia a piangere come un bambino, sdraiato a fianco del dischetto. Schumacher arriva e sposta di forza il suo compagno numero 15 garantendogli che parerà il rigore successivo. Quando Didier Six, quarto rigorista francese, si avvicina al dischetto del rigore per posizionare la palla, Stielike è l’unico degli ottantamila del Pizjuan a non guardare verso la porta difesa da Schumacher, la testa tra le braccia del giovane Pierre Littbarski, inconsolabile nella sua esplosione di lacrime, così poco dignitose per un cattivo come lui. Ma è il momento di Didier Six, il numero 19 ha la possibilità di scagliare in rete la palla della finale. Dopo di lui infatti tirerà Michel Platini, praticamente una sicurezza.

La leggenda di Sevilla (smentita e confermata migliaia di volte dai protagonisti) racconta che Harald Schumacher abbia alzato gli occhi verso il centrocampo dove Hansi Muller, giocatore assai intelligente che conosce bene Six, sta mimando vistosamente un tiro di piatto verso sinistra, indicando la parte verso la quale sicuramente l’attaccante francese avrebbe tirato. Vero o falso che sia, Schumacher si getta verso la sua destra e respinge il tiro di Six, al quale improvvisamente cedono le ginocchia. Di nuovo parità. Si va avanti in equilibrio. Didier Six, il maledetto del calcio francese: era stato lui 4 anni prima a Buenos Aires, durante una partita spettacolare, a fallire un gol contro l’Argentina che avrebbe cambiato la partita ed è lui a fallire il rigore che tutti i francesi ancora oggi identificano come quello decisivo.

Stielike si accorge dell’errore dell’avversario, alza gli occhi e vede che il suo errore è stato neutralizzato dal portiere ma non sorride ancora, sa di averla combinata grossa, torna con il volto tra le mani, tra le ginocchia, forse per vergogna, forse perché ancora disperato. O forse perché pensa che mantenendo questo atteggiamento il suo portiere parerà anche il rigore successivo di Platini. Tocca ora Littbarski ristabilire la parità, uno dei migliori in campo non si smentisce con un rigore centrale sotto la traversa. E’ il momento dei rigoristi finali, Platini, e Rummenigge, cinque anni di Palloni d’Oro 1981-1985, i due fuoriclasse trasformano il proprio rigore in maniera perfetta: ora si va avanti ad oltranza.

Hidalgo racconterà che non era stata preparata una lista di rigoristi ma si sarebbero valutati al momento i disponibili. Tigana, infortunatosi nel finale, è automaticamente escluso ed il primo a presentarsi sul pallone è quindi Maxime Bossis, uno dei migliori in campo; “Ho preferito offrirmi di tirare il rigore piuttosto che farmelo chiedere, dopotutto al Nantes ero uno dei tiratori”. Con i consueti calzettoni alle caviglie, Bossis tira con decisione ma Schumacher intercetta il pallone e i sogni della Francia crollano: “in quel momento mi sentivo perso, credevo che la serie si sarebbe arrestata al primo errore e non ho pensato minimamente al fatto che toccava a Hrubesch, per me era già finita in quell’istante, non capivo più nulla”.

Horst Hrubesch nel giugno 1980 allo stadio Flaminio aveva consegnato la Coppa Europa alla Germania Ovest con una doppietta in finale contro il Belgio, è già stato decisivo per la sua squadra, potrebbe essere lui a chiudere la partita. Al contrario Ettori deve parare il rigore altrimenti la Germania è in finale. Corver posiziona il pallone sul dischetto ed invita Hrubesch a controllare, al contrario del solito il tedesco non tocca la palla, la lascia così com’è: “Ero talmente sicuro di segnare che ho lasciato il pallone là dove l’aveva posizionato l’arbitro”. Il rigore del centravanti è perfetto, Ettori non si butta nemmeno, la Germania Ovest è in finale. Racconta Hrubesch: “Inizialmente non volevo essere il sesto rigorista, ma poi mi sono detto ‘ce la fai, la metti in porta’ e mi sono preso le mie responsabilità… un’ora prima della partita, quando ho aperto l’armadietto negli spogliatoi, ho trovato incollata una foto di Gesù… ho detto ai miei compagni, ragazzi, oggi non ci può accadere nulla di male perché Gott Mit Uns” e in effetti Hrubesch durante i festeggiamenti si rende protagonista negli spogliatoi: “ve l’avevo detto che Dio sarebbe stato con noi e ci avrebbe aiutato”.

È finita, Rummenigge e Kaltz corrono ad abbracciare il corpulento centravanti, Platini è perso a centrocampo, Tigana zoppica, Rocheteau, sportivissimo, va ad applaudire i tifosi francesi che ricambiano: al Pizjuan di Sevilla è appena terminata la partita più bella del secolo e i protagonisti, vincitori e sconfitti, entreranno di diritto nella leggenda della Coppa del Mondo di calcio. A tarda notte, all’aeroporto di Sevilla, in attesa di prendere l’aereo per Alicante (due giorni dopo ci sarebbe stata la finalina contro la Polonia).

I giocatori francesi notano Corver che discute simpaticamente con i tedeschi in partenza per Madrid. Tigana è rosso dalla rabbia e viene trattenuto a stento dai compagni. Non c’è niente da fare, la Francia più bella di sempre volerà ad Alicante ed il viso di Giresse, stravolto dalla gioia, rimarrà per sempre un’immagine romantica e triste nell’immaginario degli sportivi francesi e di tutto il mondo. La resurrezione di Rummenigge e la traversa di Amoros, la rovesciata di Fischer e la sforbiciata di Trésor, il dolore di Battiston ed il cinismo di Schumacher, l’errore di Six e le lacrime di Stielike, i dribbling di Littbarski e la classe infinita di Michel Platini: tutto questo è la Leggenda di Sevilla, grazie a tutti i protagonisti di avercela regalata, perché anche a quasi trent’anni di distanza questa partita ci procura sempre emozioni infinite.

Testo di Carlo Maerna


08.07.82 (21.00) Seville, Estadio Sanchez Pizjuan
GERMANIA OVEST – FRANCIA 3-3 d.t.s. 5-4 d.c.r.
Reti: 1:0 Littbarski 17, 1:1 Platini 26 rig., 1:2 Tresor 92, 1:3 Giresse 98, 2:3 Rummenige 102, 3:3 Fischer 108
Sequenza Rigori: 0:1 Giresse, 1:1 Kaltz, 1:2 Amoros, 2:2 Breitner, 2:3 Rocheteau, (2:3) Stielike (parato), (2:3) Six (parato), 3:3 Littbarski, 3:4 Platini, 4:4 Rummenige, (4:4) Bossis (parato), 5:4 Hrubesch
Germania Ovest: Schumacher, Kaltz (c), K.H. Forster, Stielike, Briegel (96 Rummenigge), B. Forster, Dremmler,
Breitner, Littbarski, Magath (72 Hrubesch), Fischer
Francia: Ettori, Amoros, Janvion, Bossis, Tigana, Tresor, Genghini (52 Battiston, 62 Lopez), Giresse, Platini (c), Rocheteau, Six
Arbitro: Corver (Olanda)