A Bucarest l’epilogo dell’Italia Mundial del Vecio

Nell’aprile 1983, la sconfitta in Romania chiuse agli azzurri di Enzo Bearzot le porte di Euro 84.

Com’era lontana Madrid il 16 aprile 1983 ad appena nove mesi dalla finale mondiale. L’Italia di Enzo Bearzot dopo il trionfo mundial si era progressivamente sgonfiata, mancando nettamente la qualificazione agli Europei ‘84, in un girone che la vide insieme a Cecoslovacchia, Romania, Svezia e Cipro, indicate in ordine di fascia di merito.

I primi segnali di preoccupazione si erano già percepiti all’esordio (13 novembre ‘82) contro la Cecoslovacchia, con un 2-2 a San Siro frutto di altrettante rimonte degli ospiti. Un mese dopo, altro pareggio casalingo, uno scialbo 0-0 contro la Romania, a Firenze, nella partita che segnò l’esordio in azzurro di Franco Baresi. Il 13 febbraio ‘83 arrivò da Limassol la conferma che il ciclo dell’Italia di Bearzot stava avviandosi a grandi falcate verso la sua conclusione dopo il terzo pareggio (1-1) al cospetto del modesto Cipro.

L’ultimo appello per gli azzurri arrivò due mesi dopo. Lo stadio “23 Agosto” di Bucarest ospitò la sfida contro la Romania di Mircea Lucescu, nazionale in piena corsa per la qualificazione dopo le due vittorie contro ciprioti e svedesi e il pareggio in terra italiana. All’apertura del collegamento in Eurovisione, Nando Martellini comunicò dai microfoni Rai l’ora locale: le 20. Gradinate e tribune scoperte, un vento fresco a sferzare Bucarest minacciando pioggia. Quel giorno, entrato nella storia del calcio rumeno, coincise con la prima vittoria contro l’Italia. Record di presenze sugli spalti: ottantamila spettatori, atmosfera da grande occasione al cospetto dei campioni del mondo.

Le due squadre schierate. Nell’Italia, 8/11 dei campioni del mondo più Bettega, all’utlima apparizione in azzurro

Il giocatore decisivo

L’eroe della serata fu il trentenne László Bölöni, autore del gol vittoria con un tiro dai venticinque metri, agevolato da un’incertezza di Dino Zoff. Una sconfitta che azzerò le residue speranze italiane di qualificarsi agli Europei. La Romania con quei due punti divenne la favorita del girone. Centrocampista, cresciuto nel Chimica Tarnaveni, club calcistico della Transilvania, Bölöni dal 1970 militava nel Targu Mures, club calcistico della polisportiva dell’esercito rumeno, squadra che in tre occasioni (1975-‘77) prese parte alla Coppa Uefa, non riuscendo a superare il primo turno. Nel 1973, il Targu raggiunse la finale della Coppa Balcanica, perdendo contro il Lokomotiv Sofia.

In maglia rossoblù, Bölöni disputò quattordici stagioni, fino al 1984, diventando una bandiera del club prima di passare alla Steaua Bucarest dove avrebbe vinto tre campionati rumeni, due Coppe di Romania, una Coppa dei Campioni e una Supercoppa europea. Il suo esordio in nazionale risaliva al 24 settembre ‘75, a Salonicco contro la Grecia, partita valida per la Coppa dei Balcani. Il suo primo gol, invece, era datato 2 luglio 1976, nell’amichevole contro l’Iran disputata a Teheran e conclusasi 2-2.

L’episodio decisivo di Romania-Italia arrivò sugli sviluppi di un calcio piazzato, decretato per fallo di Collovati su Camataru. “Non è stata una decisione improvvisata ma uno schema praticato in allenamento e utilizzato più volte. – ricorda Bölöni in un’intervista rilasciata al sito della Federcalcio Rumena – Tutto ideato da Lucescu che ci faceva provare diversi schemi di gioco. Dovevamo sorprendere l’avversario, distrarlo e questo è quello che abbiamo fatto”.

Si attendeva la conclusione di Ilie Balaci che invece passò la palla a Bölöni, autore di una sventola velenosa che colse Zoff di sorpresa. Il portiere azzurro rivide vecchie streghe. Partita poco spettacolare, ricordata per il gioco duro.

Bearzot schierò Zoff, Gentile, Cabrini, Marini, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Antognoni, Bettega. In campo dall’inizio otto titolari della finale mondiale di Madrid. Per Roberto Bettega si trattò del ritorno in azzurro a distanza di un anno e mezzo dal terribile infortunio dopo lo scontro con il portiere Munaron in Coppa dei Campioni.

La rete del vantaggio arrivò nel momento migliore dei padroni di casa, dominatori a centrocampo e abili a cingere spesso d’assedio gli azzurri, incapaci di impensierire Moraru, estremo difensore rumeno. L’esperto arbitro francese Vautrot evitò la rissa dosando con sapienza i cartellini gialli e usando spesso il pugno duro.

Saltati a centrocampo, incapaci di porre un freno alle scorribande della coppia BölöniBalaci, agli spunti di Geolgau e ai tentativi di sfondamento del poderoso Camataru, i giocatori italiani si destarono troppo tardi, complice un calo fisico avversario, a meno di una ventina di minuti dalla fine. Bettega, il più pericoloso in fase offensiva grazie anche alla sua abilità sui palloni alti, uscì per infortunio, sostituito da Altobelli. Per lo juventino fu l’addio alla maglia azzurra.

Oltre a Bettega si salvarono Collovati, Gentile e Tardelli. Acciaccato e fuori forma, Bruno Conti sembrò la copia sbiadita del “Marazico” ammirato in Spagna nel 1982. L’interista Marini, pur lottando, palesò una carenza di tenuta atletica.

la rete di Boloni

Si compì a Bucarest un destino che era già nell’aria. Paolo Rossi venne bloccato, come già all’andata, nella morsa degli atletici Iorgulescu e Stefanescu, stopper e libero della squadra rumena. Le prime avvisaglie per Zoff giunsero in avvio, con un tiro di Balaci respinto di piede dal guardiapali italiano. Vautrot annullò un gol di Camataru per carica sul portiere. L’unica conclusione in porta per l’Italia fu di Antognoni: una punizione smorzata dalla barriera. Buona occasione anche per Tardelli (colpo di testa appena fuori dallo specchio della porta). Conti provò qualche sortita, i rumeni agirono in contropiede. Bölöni sfiorò il raddoppio con un’altra botta passata a pochi centimetri dal montante, con Zoff battuto.

Bearzot sostituì l’acciaccato Antognoni con Dossena. L’estremo rumeno in uscita volante fermò un pallone centrato dal nuovo entrato e non raccolto da Rossi. L’ultima emozione arrivò da un pallonetto di Altobelli, fuori di poco. Sulle gradinate si accesero fuochi per salutare la vittoria dei padroni di casa contro i campioni del mondo.

L’analisi di Bearzot

Negli spogliatoi, il commissario tecnico azzurro non parlò di ciclo finito, rigettando le critiche mosse anche dal presidente federale Sordillo. “Non ho mai lavorato per aprire o chiudere un ciclo, abbiamo lottato e anche preso l’iniziativa. Il pari lo avremmo meritato ma Conti è stato fermato da un fuorigioco inesistente”. Così parlò il Vecio che accennò anche al rinnovamento della sua nazionale: “Non comincerà subito ma verrà diluito gradualmente nel tempo”.

L’Europeo ‘84 si allontanava definitivamente. Rimase solo la difesa della reputazione. Nelle restanti partite arrivarono tre sconfitte (due contro la Svezia e l’altra in Cecoslovacchia) e la vittoria di consolazione contro Cipro nella sfida tra le derelitte del girone di qualificazione. Lucescu si complimentò con Tardelli. “E’ inutile essere il migliore in campo quando tutto va male”, disse il centrocampista juventino.

Parlò anche Zoff. “Prima del gol mi sono tuffato e sono riuscito a deviare la palla con il piede. – dichiarò il portiere azzurro all’inviato del quotidiano La Stampa – Successivamente, sulla fucilata di Boloni, non ho visto partire il pallone e sono rimasto sorpreso tentando, inutilmente, un intervento in extremis. Comunque non c’è stata nessuna deviazione. Ne è venuto fuori un tiro così che è rimbalzato per terra e mi ha fregato”.

I due punti contro l’Italia si rivelarono decisivi per la qualificazione della Romania (la prima della sua storia) precedendo in classifica la Svezia di una lunghezza. Bölöni ricorda: “Vincemmo perché rispettammo l’avversario, prendendoci grandi responsabilità e concentrandoci durante la partita. L’adrenalina ci condusse verso una vittoria storica, spinti dai tifosi che quel giorno crearono un’atmosfera fantastica che non dimenticherò mai. Non ho più la maglietta di quella partita, ho fatto uno scambio, mi venne chiesta da un campione del mondo, Tardelli. La sua maglietta la conservo ancora in un posto d’onore”.

Il gol del 16 aprile ‘83 rese Bölöni molto popolare in Romania. “La gente non mi lasciava fare la fila al distributore di benzina. La notte dopo la vittoria contro l’Italia venne un mio caro amico di Târgu Mureș, al quale avevo promesso che ci saremmo incontrati dopo la partita. All’Hotel Bucarest giocammo a scacchi fino alle sei del mattino prima di ripartire per Târgu Mureș. La gente mi applaudiva. Momenti indelebili”.

Claudio Gentile e Ilie Balaci, autore dell’assist vincente

Anche per Rodion Cămătaru quella partita è un ricordo indelebile. “Ricorderò quella grande vittoria per tutta la vita. La vittoria contro l’Italia è stata un risultato enorme. Il segreto fu la preparazione fatta da Mircea Lucescu. Avevo un foglio con ogni singolo avversario. Ho lavorato senza sosta sulle fasi fisse, sapevo tutto quello che fanno gli italiani in campo. La mia missione era creare spazi”.

Per Dumitru Moraru, portiere rumeno, “l’Italia in quel momento era una forza e ne eravamo consapevoli ma le nostre ginocchia non tremavano perché le nostre squadre di club, come Craiova o Dinamo, giocavano in Europa. Abbiamo fatto tante partite forti contro le grandi squadre europee, quindi eravamo fiduciosi ma devo ammettere che siamo stati aiutati molto anche dal pubblico che è venuto numerosissimo allo stadio. Avevamo giocatori di grande valore e un ottimo allenatore, Mircea Lucescu. Ho scambiato la maglia con Zoff dopo la partita”.

L’esultanza di Bölöni a Euro 84

László Bölöni fu tra i convocati per la fase finale dell’Europeo ‘84, giocando le tre partite della Romania e segnando il gol del pareggio contro la Spagna all’esordio (1-1). Unico punto conquistato dalla squadra di Lucescu in un girone che promosse in semifinale spagnoli e portoghesi. In totale, con la nazionale rumena Bölöni ha collezionato 102 presenze e segnato 23 reti. La sua carriera si è conclusa nel 1992 con i francesi dell’Orleans.

Il tabellino della partita
Bucarest, 16 aprile 1983
ROMANIA-ITALIA 1-0
Rete
: 23’ Boloni.
Romania: Moraru, Rednic, Ungureanu, Augustin (77’ Andone), Iorgulescu, Stefanescu, Geolgau (88’ Cirtu), Klein, Camataru, Boloni, Balaci. Ct: Lucescu.
Italia: Zoff, Gentile, Cabrini, Marini, Collovati, Scirea, B. Conti, Tardelli, Rossi, Antognoni (56’ Dossena), Bettega (69’ Altobelli). Ct: Bearzot.
Arbitro: Vautrot (Francia).