Jugoslavia Top Players

La nazionale di calcio della Jugoslavia è stata una delle più forti e affascinanti del panorama internazionale, capace di sfidare le grandi potenze del calcio mondiale e di regalare spettacolo e emozioni ai suoi tifosi. Dal 1920 al 1992, ha partecipato a otto edizioni dei Mondiali, quattro degli Europei e cinque delle Olimpiadi, ottenendo risultati di prestigio come due secondi posti agli Europei, due quarti posti ai Mondiali e una medaglia d’oro olimpica.

La Jugoslavia era nota anche come il “Brasile d’Europa” per il suo stile di gioco tecnico e offensivo, espresso da campioni come Stjepan Bobek, Dragan Džajić, Siniša Mihajlović e Dejan Savićević. La nazionale ha cessato di esistere nel 1992, a causa della dissoluzione del Paese in seguito alle guerre balcaniche.

Ecco una lista, divisa per reparto, dei migliori top players jugoslavi:


Vladimir Beara (portiere)

E’ considerato uno dei più forti numeri uno della storia del calcio. Nato nel 1928 a Zelovo, in Dalmazia, fece l’ elettricista e addirittura il ballerino classico prima di entrare nell’Hajduk Spalato, dove vinse tre campionati nazionali. Nel 1955 passò alla Stella Rossa di Belgrado, con cui conquistò altri quattro titoli, due coppe e una Mitropa Cup. Nel 1960 si trasferì in Germania Ovest, dove chiuse la carriera tra Alemannia Aachen e Viktoria Colonia. Con la nazionale jugoslava disputò 59 partite, partecipando ai Mondiali del 1950, 1954 e 1958 e vincendo la medaglia d’argento alle Olimpiadi del 1952. Era soprannominato “Il ballerino dalle mani d’acciaio” per la sua agilità, eleganza e sicurezza tra i pali. Morì a Spalato nel 2014.


Milutin Soskic (portiere)

Nato nel 1937 a Peć, in Kosovo, da una famiglia di origine montenegrina, iniziò a giocare a calcio a 11 anni nel Red Star, per poi passare al Partizan nel 1955. Con la maglia bianconera vinse quattro campionati e una coppa di Jugoslavia, arrivando anche in finale di Coppa dei Campioni nel 1966, persa contro il Real Madrid. Nel 1965 si trasferì in Germania, al Colonia, dove conquistò una coppa nazionale prima di ritirarsi nel 1971. Con la nazionale jugoslava ha collezionato 50 presenze, partecipando ai Mondiali del 1962 (quarto posto) e agli Europei del 1960 (secondo posto). Ha vinto anche l’oro olimpico a Roma nel 1960. Dopo il ritiro ha intrapreso la carriera di allenatore, guidando l’OFK Belgrado e il Partizan come vice, e lavorando come preparatore dei portieri per la nazionale statunitense dal 1994 al 2006. È morto nel 2022, all’età di 84.


Ivan Ćurković (portiere)

Ivan Ćurković nacque a Mostar il 15 marzo 1944. Fu un portiere di talento che difese i pali di tre squadre: il Velež Mostar, il Partizan e il Saint-Étienne. Con il Partizan raggiunse la finale della Coppa dei Campioni nel 1966, ma perse contro il Real Madrid. Con il Saint-Étienne vinse quattro campionati e tre coppe francesi, e disputò un’altra finale europea nel 1976, sconfitto dal Bayern Monaco. Si ritirò dal calcio nel 1981, dopo aver collezionato 19 presenze con la nazionale jugoslava. Divenne poi dirigente sportivo e presidente del Partizan e del Comitato Olimpico Serbo.


Milutin Ivković (difensore)

Soprannominato Milutinac, brillò ai Mondiali del 1930 in Uruguay, dove fu il primo europeo a essere nominato nella squadra del torneo. Nato a Belgrado nel 1906, era nipote del vojvoda Radomir Putnik, eroe della Prima guerra mondiale. Iniziò a giocare nel SK Jugoslavija, dove vinse due campionati nazionali, e poi passò al BASK Belgrado. Vestì la maglia della nazionale jugoslava 39 volte tra il 1925 e il 1934, partecipando anche alle Olimpiadi del 1928. Si laureò in medicina nel 1934 e aprì uno studio a Belgrado. Fu un attivista comunista e antifascista, fondatore del giornale Mladost e oppositore dei Giochi di Berlino del 1936. Fu arrestato e fucilato dai nazisti nel 1943 a Jajinci, vicino a Belgrado. Il suo corpo non fu mai ritrovato. La sua memoria è onorata da una targa nello stadio Partizan e da una strada e un monumento vicino allo stadio Stella Rossa.


Branko Stanković (difensore)

Nacque a Sarajevo nel 1921 e si appassionò al calcio fin da giovane. Dopo aver giocato nello Slavija Sarajevo e nel BSK Belgrado, nel 1946 si trasferì alla Stella Rossa di Belgrado, dove divenne una leggenda. Difensore elegante e forte, vinse quattro campionati, quattro coppe e una Mitropa Cup con la maglia rossonera. Con la nazionale jugoslava disputò due mondiali e due olimpiadi, conquistando due medaglie d’argento. Si ritirò nel 1958 e intraprese la carriera di allenatore, guidando diverse squadre in Jugoslavia, Grecia, Turchia e Portogallo. Morì a Belgrado nel 2002.


Ivan “Ivica” Horvat (difensore)

Nato a Sisak nel 1926, vestì la maglia della Dinamo Zagabria per undici anni, vincendo due campionati e una coppa nazionale. Nel 1957 si trasferì in Germania, all’Eintracht Francoforte, dove conquistò il titolo nel 1959. Con la nazionale jugoslava 60 presenze, partecipò a due mondiali e a un’olimpiade, ottenendo la medaglia d’argento nel 1952. Dopo il ritiro dal calcio giocato, intraprese la carriera di allenatore, guidando tra le altre la Dinamo Zagabria, lo Schalke 04 e il PAOK. Con la squadra croata vinse la Coppa delle Fiere nel 1967. Morì nel 2012.


Velibor Vasović (difensore)

Nato a Požarevac nel 1939, si distinse per il suo senso tattico, la sua grinta e la sua leadership. Iniziò la sua carriera nel Partizan Belgrado, con cui vinse cinque campionati jugoslavi e raggiunse la finale di Coppa dei Campioni nel 1966, segnando il gol del momentaneo vantaggio contro il Real Madrid. Passò poi all’Ajax, dove divenne il primo capitano straniero della storia del club olandese e conquistò tre campionati, tre coppe nazionali e una Coppa dei Campioni nel 1971, dopo aver perso quella del 1969 contro il Milan, realizzando anche in quell’occasione una rete. Si ritirò nel 1971 a causa dell’asma e intraprese la carriera di allenatore, guidando tra le altre squadre il Partizan, la Stella Rossa Belgrado, il Paris Saint-Germain e il Bellinzona.


Josip Katalinski (centrocampista)

Nato a Sarajevo nel 1948, iniziò a giocare nel piccolo club Igman, ma presto passò allo Željezničar, dove vinse il campionato jugoslavo nel 1972 e segnò più di 100 gol in 350 partite. Nel 1975 si trasferì in Francia, al Nizza, dove disputò altre 150 gare prima di ritirarsi nel 1979 per un grave infortunio. Con la nazionale jugoslava collezionò 41 presenze e 10 reti, tra cui quella decisiva nello spareggio contro la Spagna che qualificò la sua squadra ai Mondiali del 1974. Fu anche protagonista agli Europei del 1976, dove segnò nella finale per il terzo posto contro l’Olanda. Dopo il ritiro, fu dirigente e allenatore di varie squadre, tra cui lo Željezničar e il Čelik Zenica. Morì a Sarajevo nel 2011, all’età di 63 anni.


Siniša Mihajlović (centrocampista)

Nacque a Vukovar nel 1969 da madre croata e padre serbo. Si mise in luce con la Stella Rossa di Belgrado, con cui vinse la Coppa dei Campioni nel 1991. Arrivò in Italia nel 1992, alla Roma, e poi giocò per Sampdoria, Lazio e Inter, mostrando il suo potente sinistro nei calci piazzati. Con la nazionale jugoslava disputò 63 partite e segnò 10 gol. Esordì nel 1991 e partecipò ai Mondiali del 1998 e agli Europei del 2000. Nel 2003 giocò la sua ultima partita con la Serbia e Montenegro, la nuova denominazione della sua nazionale dopo la dissoluzione della Jugoslavia. Da allenatore guidò Inter, Bologna, Catania, Fiorentina, Milan, Torino e Sampdoria. Morì precocemente nel 2022 per leucemia.


Fahrudin Jusufi (centrocampista)

Nacque nel 1939 nell’attuale Kosovo in una famiglia di etnia gorana. Centrocampista tenace e veloce, militò nel Partizan Belgrado, con cui vinse quattro campionati e raggiunse la finale di Coppa dei Campioni nel 1966, e nell’Eintracht Francoforte, dove conquistò una Coppa Intertoto. Con la nazionale jugoslava disputò 55 partite, partecipando ai Mondiali del 1962 e vincendo l’oro olimpico nel 1960 e l’argento europeo nello stesso anno. Dopo il ritiro, avvenuto nel 1972, intraprese la carriera di allenatore, guidando tra le altre Schalke 04, Monaco 1860 e lo stesso Partizan. Morì ad Amburgo nel 2019, all’età di 79 anni


Branko Zebec (centrocampista)

Nacque a Zagabria nel 1929. Brillò come centrocampista e ala sinistra nel Partizan Belgrado, con cui vinse tre Coppe di Jugoslavia, e nella Stella Rossa, campione nazionale nel 1960. Con la Nazionale partecipò ai Giochi Olimpici di Helsinki nel 1952, dove fu il capocannoniere con sette reti e vinse l’argento, perdendo la finale contro l’Ungheria. Fu convocato anche per i Mondiali del 1954 e del 1958. Nel 1960 fu tra i protagonisti del primo Europeo di calcio, dove la Jugoslavia arrivò seconda, sconfitta dall’Unione Sovietica. Chiuse la sua carriera internazionale nel 1961, con un totale di 65 presenze e 17 gol. Chiuse la carriera da giocatore in Germania, all’Alemannia Aachen. Come allenatore, guidò la Dinamo Zagabria alla Coppa delle Fiere 1967, il Bayern Monaco al double campionato-coppa nel 1969 e l’Amburgo al titolo tedesco nel 1979. Morì a Zagabria nel 1988, a soli 59 anni.


Ante Žanetić (centrocampista)

Nato a Blato, sull’isola di Korčula, nel 1936, si formò come učitelj (insegnante) a Dubrovnik e iniziò la sua carriera calcistica nel GOŠK Dubrovnik. Nel 1954 passò all’Hajduk Split, dove divenne una leggenda del club, vincendo due Coppe di Jugoslavia e partecipando a 115 partite di campionato, segnando 11 gol. Con la Nazionale jugoslava disputò 15 partite e segnò due gol. Vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma nel 1960 e l’argento al Campionato europeo nello stesso anno. Inoltre, giocò una partita amichevole per la nazionale croata contro l’Indonesia nel 1956. Nel 1961, approfittando di una trasferta in Germania, decise di lasciare la Jugoslavia per giocare in Europa occidentale. Si trasferì in Belgio, dove vestì le maglie del Club Bruges e del Racing White. Nel 1966 emigrò in Australia, dove morì nel 2014.


Zlatko Čajkovski (centrocampista)

Nato a Zagabria nel 1923, giocò come centrocampista difensivo per l’HAŠK, il Partizan, il Colonia e l’Hapoel Haifa, dimostrando grande resistenza fisica e capacità di marcatura. Con la nazionale jugoslava (55 presenze per 7 reti) vinse due medaglie d’argento olimpiche nel 1948 e nel 1952 e partecipò ai Mondiali del 1950 e del 1954, segnando due gol contro il Messico. Come allenatore, guidò il Colonia alla vittoria del campionato nel 1961 e il Bayern Monaco alla promozione in prima divisione e al successo nella Coppa delle Coppe nel 1967, lanciando giovani talenti come Maier, Beckenbauer e Müller. Vinse anche una Coppa di Germania con i Kickers Offenbach, un campionato e una Coppa di Grecia con l’AEK Atene. Morì a Monaco di Baviera nel 1998.


Branko Oblak (centrocampista)

Nato a Lubiana nel 1947, iniziò la sua carriera nello Svoboda e poi nell’Olimpia, dove segnò 33 gol in sette stagioni. Nel 1973 si trasferì all’Hajduk Spalato, con cui vinse due doppiette di campionato e coppa. Nel 1975 passò allo Schalke 04, dove fu candidato al Pallone d’oro e sfiorò il titolo nazionale. Nel 1977 approdò al Bayern Monaco, dove conquistò un campionato nel 1980. Chiuse la sua avventura calcistica in Austria nel 1987. Con la nazionale jugoslava disputò 42 partite e 6 reti, partecipando ai Mondiali del 1974 e agli Europei del 1976. Dopo il ritiro divenne allenatore, guidando anche la Slovenia dal 2004 al 2006.


Dejan Savićević (centrocampista)

Nato a Titograd (oggi Podgorica) nel 1966, iniziò la sua carriera nel Budućnost Titograd, dove si mise in luce per la sua fantasia e il suo dribbling. Nel 1988 passò alla Stella Rossa di Belgrado, con cui vinse la Coppa dei Campioni nel 1991, segnando un gol nella finale contro l’Olympique Marsiglia. Nel 1992 fu acquistato dal Milan, dove divenne uno dei protagonisti della squadra che dominò il calcio italiano e internazionale negli anni ’90. Con i rossoneri conquistò tre scudetti e una Champions League, nella quale realizzò una rete memorabile contro il Barcellona nella finale del 1994. Nel 1999 tornò brevemente alla Stella Rossa, prima di chiudere la carriera nel Rapid Vienna nel 2001. In nazionale rappresentò la Jugoslavia ai Mondiali del 1990 e del 1998, segnando complessivamente 19 gol in 56 presenze. Dopo il ritiro divenne allenatore e poi presidente della federazione calcistica del Montenegro.


Dragan Stojković (centrocampista)

Soprannominato Piksi, nacque a Niš nel 1965 e iniziò la sua carriera nel Radnički Niš. Nel 1986 passò alla Stella Rossa di Belgrado, dove vinse quattro campionati e una Coppa di Jugoslavia. Si trasferì poi in Francia all’Olympique Marsiglia, con cui conquistò una Champions League nel 1993. Dopo una breve esperienza al Verona, si trasferì in Giappone al Nagoya Grampus Eight, dove chiuse la sua carriera nel 2001. Fu capitano della nazionale jugoslava e partecipò a due Mondiali, nel 1990 e nel 1998. Vinse anche una medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1984. Considerato uno dei migliori calciatori della storia jugoslava e serba, era dotato di grande visione di gioco e dribbling. Dopo il ritiro divenne allenatore e dirigente sportivo.


Dragoslav Šekularac (attaccante)

Detto Šeki, nacque a Štip nel 1937 da padre montenegrino e madre macedone. Si trasferì a Belgrado con la famiglia e iniziò a giocare nella Stella Rossa, dove divenne una leggenda. Centrocampista offensivo, dotato di grande tecnica e fantasia, vinse cinque campionati e tre coppe di Jugoslavia. Con la nazionale jugoslava (41 presenze e 6 reti) disputò due Mondiali e un Europeo, vincendo una medaglia d’argento olimpica nel 1956. Nel 1966 si trasferì in Germania, al Karlsruhe, poi giocò negli Stati Uniti, in Colombia e in Francia. Chiuse la carriera nel 1976 e intraprese quella di allenatore, guidando squadre in vari paesi. Morì a Belgrado nel 2019.


Aleksandar Tirnanić (attaccante)

Nato nel 1910 a Krnjevo, un piccolo villaggio della Serbia centrale, si trasferì a Belgrado da bambino e iniziò a giocare a calcio nelle giovanili del SK Jugoslavija e poi del BSK Belgrado, dove debuttò in prima squadra a 17 anni. Fu un’ala destra di grande talento e temperamento, che formò con Blagoje Marjanović una coppia di centrocampisti temibile. Vinse cinque campionati jugoslavi con il BSK e vestì la maglia della nazionale per 50 volte, segnando 12 gol. Partecipò al primo Mondiale in Uruguay nel 1930, dove fu il più giovane marcatore dell’edizione. Si ritirò dal calcio giocato nel 1940 e intraprese la carriera di allenatore, guidando la nazionale jugoslava in tre Olimpiadi, vincendo un argento nel 1948, un altro nel 1952 e l’oro nel 1960. Morì a Belgrado nel 1992.


Dragan Džajić (attaccante)

E’ considerato come uno dei migliori calciatori jugoslavi di tutti i tempi e una delle più grandi ali sinistre della storia del calcio. Nato a Ub nel 1946, debuttò a 17 anni con la maglia biancorossa e vi rimase fino al 1975, vincendo cinque campionati e quattro coppe di Jugoslavia. Fu vice campione d’Europa nel 1968, segnando il gol decisivo nella semifinale contro l’Inghilterra. Nel 1975 si trasferì al Bastia in Francia, dove segnò 31 gol in due stagioni. Tornò allo Stella Rossa nel 1977 per chiudere la carriera l’anno successivo. Fu 85 volte internazionale e segnò 23 gol con la Jugoslavia. Nel 2003 fu eletto il miglior giocatore serbo-montenegrino degli ultimi 50 anni dalla UEFA.


Bernard Vukas (attaccante)

Nato a Zagabria nel 1927, iniziò la sua carriera nel Concordia Zagabria, poi passò all’Amater Zagreb e al NK Zagabria. Nel 1947 si trasferì all’Hajduk Spalato, dove divenne una leggenda: vinse tre campionati jugoslavi (1950, 1952 e 1955), fu capocannoniere nel 1954-55 con 20 gol e giocò 202 partite segnando 89 reti. Nel 1957 si trasferì al Bologna, dove rimase due anni. Tornò all’Hajduk nel 1959 e vi rimase fino al 1963, poi chiuse la carriera in Austria. Con la nazionale jugoslava disputò due Mondiali (1950 e 1954) e vinse due medaglie d’argento olimpiche (1948 e 1952). Fu anche convocato due volte per le selezioni del Resto d’Europa e dell’UEFA, segnando tre gol contro la Gran Bretagna nel 1955. Morì di infarto a 55 anni.


Stjepan Bobek (attaccante)

Nato a Zagabria nel 1923 e morto a Belgrado nel 2010 è considerato tra i grandi giocatori jugoslavi di sempre, distinguendosi per tecnica, visione di gioco e capacità realizzativa. Iniziò la sua carriera nel Concordia Zagabria, per poi passare al Građanski Zagabria e infine al Partizan, dove militò dal 1946 al 1959, segnando 403 gol in 468 partite e vincendo due campionati e quattro coppe nazionali. Con la nazionale jugoslava disputò 63 partite e segnò 38 gol, diventando il miglior marcatore della sua storia. Partecipò a due Olimpiadi, vincendo due medaglie d’argento, e a due Mondiali, raggiungendo il quarto posto nel 1954. Dopo il ritiro, divenne un allenatore di successo, guidando tra le altre il Partizan, il Panathinaikos e il Vardar.


Blagoje Marjanović (attaccante)

Nacque a Belgrado il 9 settembre 1907 e morì nella stessa città il 1° ottobre 1984. Fu un attaccante prolifico e intelligente, capace di segnare con ogni parte del corpo e di adattarsi al gioco dei compagni. Vestì per tredici anni la maglia del BSK Belgrado, con cui vinse cinque campionati e fu tre volte capocannoniere. Fu anche il primo calciatore professionista della Jugoslavia, assieme al suo amico Tirnanić. Con la nazionale jugoslava disputò 58 partite e segnò 37 gol, partecipando alle Olimpiadi del 1928 e ai Mondiali del 1930, dove si mise in luce con tre reti in altrettante gare. Dopo il ritiro dal calcio giocato, intraprese la carriera di allenatore, guidando tra le altre il Torino e il Catania.


Predrag Mijatović (attaccante)

Nato a Podgorica nel 1969, iniziò la sua carriera nel Budućnost, dove si mise in luce come attaccante prolifico e vinse una Coppa di Jugoslavia. Passò poi al Partizan, con cui conquistò due campionati e un’altra coppa nazionale. Nel 1993 si trasferì in Spagna, al Valencia, dove divenne capocannoniere della Liga con 28 reti nel 1995/96. Fu acquistato dal Real Madrid, dove raggiunse l’apice della sua carriera: vinse una Liga, una Supercoppa di Spagna e soprattutto la Champions League nel 1998, segnando il gol decisivo nella finale contro la Juventus. Fu secondo nella classifica del Pallone d’oro nel 1997. Nel 1999 si trasferì in Italia, alla Fiorentina, dove però non ebbe lo stesso successo. Chiuse la sua carriera nel Levante nel 2004. In nazionale giocò 73 partite e segnò 27 gol, partecipando ai Mondiali del 1998 e agli Europei del 2000.