Mondiali 1998: Francia-Italia 0-0 dts; 4-3 dcr

Lodovico Maradei – La Gazzetta dello Sport del 04/07/1998

Francia avanti, ancora rigori stregati

L’eliminazione dell’Italia e’ di rigore. E’ straordinaria questa costante negativa che ci affligge e che ci deprime dal 1990. Tre edizioni del Mondiale consecutive con gli azzurri che sbagliano sempre l’ultimo rigore e vengono sbattuti fuori dalla competizione. Accadde a Napoli contro l’Argentina in semifinale; ci siamo pervicacemente ripetuti contro il Brasile nella finale di Pasadena quattro anni dopo ed eccoci ancora qui a rifare le valigie per tornare a casa sconsolati dopo altri due errori nel crudele tirassegno che permettono alla Francia di rimediare al suo primo errore e di proseguire il cammino.

Francamente non sappiamo a cosa attribuire una simile deficienza che non e’ tecnica, ma chiaramente emotiva. Hanno sbagliato negli anni fior di campioni. Stavolta e’ toccato ad Albertini e Di Biagio che sono specialisti nei tiri piazzati, ma soprattutto il romanista era l’ultimo e ha pagato l’enorme responsabilita’ che gravava sulle sue spalle. Era gia’ successo a Roberto Baggio che stavolta ha tirato tra i primi e non ha fallito. Ma e’ inutile stare a recriminare. Siamo fuori dal Mondiale in fondo giustamente.

E’ duro ammetterlo quando si finisce 0-0 dopo 120′ di gioco davanti ai padroni di casa, ma la Francia nel complesso della gara ha meritato qualcosina in piu’. Quel qualcosina che ora le permette di giocarsi le sue carte. Diciamo che il merito dei francesi sta nel fatto di aver attaccato di piu’, di averci chiuso nella nostra meta’ campo e spesso nell’area di rigore per tutto il primo tempo e per buona parte della ripresa. Pagliuca ha dovuto subito opporsi con bravura a due tiri di Zidane e Petit, poi non e’ stato piu’ chiamato in causa in modo decisivo, se si esclude la sua uscita su Djorkaeff a un minuto dalla fine.

Grazie all’ingresso in campo di Roberto Baggio che si e’ reso piu’ utile di Del Piero perche’, giocando piu’ indietro, riusciva a catturare qualche buon pallone e a tradurlo in utili suggerimenti. Contro una Francia che correva di meno ed era sempre sbilanciata in avanti, abbiamo giocato con una sola vera punta invece di due, ma avevamo con Baggio piu’ possibilita’ di gioco. Mentre, prima, Vieri e Del Piero erano stati serviti poco e male. Sembrava che stessimo rimettendo le cose a posto, che dopo aver rintuzzato la mossa prevista di Jacquet, quella di gettare in campo nella ripresa due punte fresche, i monegaschi Trezeguet e Henry, potessimo non solo farla franca, ma addirittura mettere a segno il colpaccio definitivo.

E ci stavamo persino riuscendo con Roberto Baggio al 12′ del primo tempo supplementare: Albertini, ai limiti dell’area di rigore francese, inventava un bel pallonetto che proiettava il compagno solo al tiro. Di collo pieno e al volo la girata in corsa dell’azzurro che superava Barthez, faceva ammutolire lo stadio, ma si spegneva sul fondo dopo aver dato l’illusione, soltanto l’illusione purtroppo, del gol.

E qui si spegnevano anche le nostre speranze. C’erano i rigori a cui siamo giunti grazie al coraggio, alla vigoria di un gruppo di azzurri che hanno dato davvero tutto e sui quali spiccava (nel vero senso della parola) un Cannavaro incredibile, che sembrava sdoppiarsi, triplicarsi, spuntare ovunque (uno spettacolo difensivo addirittura emozionante); c’erano i rigori dicevamo, ma si sapeva che rappresentavano il nostro punto debole e purtroppo ne abbiamo avuto una dolorosa conferma.

C’e’ rammarico, questo si’, perche’ abbiamo giocato una grossa partita difensiva, ma non e’ detto che contro questa Francia fosse l’unico modo di stare in campo. Nel calcio non esiste la prova contraria, ma l’idea che li abbiamo fatti piu’ grandi e pericolosi di quanto non siano in realta’ non ci abbandona. Secondo noi Maldini, pensando troppo alle soluzioni da adottare, si e’ fatto male da solo. Pessotto in campo, non solo, ma in marcatura di Zidane, per lasciare libero Dino Baggio. Ma se poi quest’ultimo invece di far la guardia allo juventino, ha finito per marcare Petit, senza dare nessun apporto alla manovra e sostenere un pimpante Moriero, cosa ne abbiamo ricavato? Intanto, che Pessotto non e’ riuscito a fermare Zidane e nello stesso tempo e’ stato perso anche Dino Baggio alla manovra. In questo modo sulla sinistra soffrivamo per le avanzate travolgenti di Karambeu (la mossa a sorpresa di Jacquet) e Thuram, che neppure si curava di Del Piero e metteva in difficolta’ Paolo Maldini, costretto a giocare sempre in linea con gli altri difensori.

Una formazione arrembata che non riusciva a esprimere un gioco convincente, aiutava poco le punte e veniva costantemente schiacciata indietro dai francesi. Non era questa la squadra e la prestazione che ci attendevamo. Cosi’ non era questo il Del Piero tanto invocato. Al momento decisivo ne’ il campione juventino, ne’ la nostra nazionale hanno saputo fare il vero salto di qualita’. Il primo ha costituito la piu’ grande delusione di questo Mondiale e Maldini lo ha atteso troppo: anche ieri poteva e doveva sostituirlo almeno all’inizio della ripresa. La squadra sembrava sempre sul punto di decollare e invece non si e’ innalzata dall’ambito di una appena discreta partecipazione. Che veniva sempre tollerata, confortata perche’ ci si aspettava l’acuto finale. Che e’ rimasto in gola. Cesarone si e’ detto soddisfatto della prestazione dei suoi. Sul piano morale non c’e’ dubbio, ma su quello del gioco, considerando sopratutto il valore dei suoi attaccanti, non ci tornano i conti.

La condanna dei rigori e quell’ultimo errore del Ct

di Gianni Mura – La Repubblica del 04/07/1998

A casa. E la testa, come? Bassa, perché perdere ai rigori fa più male. Alta, perché la Francia era pur sempre una delle favorite, e ci sono modi peggiori di perdere una partita. Se esiste la nuvola di Fantozzi, esiste per i ct azzurri la nuvola dei rigori. Battuto Vicini nel ’90, ed erano le semifinali. Battuto Sacchi nel ’94, ed era la finalissima. Battuto Maldini nel ’98, ed erano i quarti. Ma ancora una volta dico: non è vero che i rigori sono una lotteria, come non lo sono i tiri liberi nel basket. Segnano i più lucidi, sbagliano i meno lucidi o i più emotivi. Stavolta hanno sbagliato Albertini (parato) e Di Biagio (traversa) ma bisogna ammettere una cosa: che la Francia ha fatto molto per vincere questa partita e l’Italia no.

E allora il risultato del campo va accettato, perché è giusto. Di Maldini, probabilmente all’ultima uscita azzurra, voglio sottolineare la grande sportività, l’abbraccio col collega Jacquet alla fine, toccante e sincero, c’era un’ atmosfera veramente bella tra vincitori e vinti. Barthez che consola Pagliuca, Vieri che piange tra le braccia di Zidane. Da nomade dei campi, da osservatore di persone e non solo di schemi, sono questi i fotogrammi che mi porto via da St. Denis. Di Maldini, ancora, voglio dire che lo capisco ma non lo giustifico. E’ tra i rischi del suo mestiere quello di doversi fidare a occhi chiusi di qualche giocatore.

Era successo anche a Sacchi, nella finale del 1994, con Roberto Baggio, tenuto insieme dagli spaghi. Stavolta Maldini non si è fidato di Baggino (che pure ha più carisma anche con gli avversari) ma di Del Piero, e Del Piero non lo ha ripagato. Non dovrebbe succedere ma succede. Mi sforzo di seguire il filo dei ragionamenti di Maldini: il ragazzo deve giocare per recuperare la forma, quando l’avrà recuperata faremo scintille. Invece, se non è in forma, nessun ragazzo deve giocare, perché toglie il posto a un ragazzo che può giocare meglio di lui.

Questa eliminazione, non grave né vergognosa ripeto, ha la faccia di Del Piero, i suoi movimenti incerti, i suoi balbettii agonistici (primo degli ammoniti per fallo su Deschamps: è il mondo alla rovescia) e il suo apporto alla causa è stato uguale a zero. Nessuna voglia di cercare il capro espiatorio, ma la realtà è questa. Non è bastata una grande prestazione collettiva dei difensori, con un Cannavaro semplicemente straordinario, non poteva bastare un Vieri troppo solo in avanti, non si poteva sperare di fare altra strada con una partita di puro contenimento.

A un certo punto, durante i supplementari, e anche quando ha sbagliato Lizarazu, ho pensato che la Francia meritava di essere eliminata solo per la sua incapacità a fare gol a una squadra capace solo di chiudersi. Ma in verità la Francia meritava trenta volte di andare avanti per quello che ha messo di suo nella partita. Un attaccare senza sosta, a volte disordinato, ma quanto generoso, con partenze dalle linee difensive (più Thuram di Lizarazu), con la regia affidata a uno Zidane sgobbone ma non ispiratissimo.

Su Zidane Maldini aveva schierato a uomo Pessotto, tenace ma molto spesso seminato. Purtroppo, liberato da questa incombenza, Dino Baggio non ha portato peso alla manovra, anzi si è squagliato al punto che il suo uomo, Petit, è stato grandissimo, il migliore della Francia. Non c’è stato un serio tentativo dell’Italia di vincere la partita, c’è stata una lotta, anche bella, agonisticamente commovente, a non perderla. La squadra, col solo Di Biagio a sforzarsi di lanciare e costruire, era spezzata in due, e davanti c’erano Vieri a fare a cornate con Desailly e Del Piero che sembrava quella poesia di Garcia Lorca per il torero Ignacio: corpo presente, anima assente. O forse c era l’anima e mancava adeguatamente (nel senso di forma, di forza) il corpo.

Particolare significativo: primo calcio d’angolo a favore dell’Italia al 44′ st. Pagliuca ha parato il parabile, i difensori hanno difeso il difendibile, i francesi hanno sbagliato, specie Djorkaeff, lo sbagliabile. Questo il succo di una partita che bisognava vincere. Con l’ingresso di Roberto Baggio non è cambiato molto, però qualche brivido in più Barthez lo ha avuto, specie al 13′ pts, su un morbido destro a girare che poteva essere il golden gol. E adesso staremmo tutti a dire quanto è bravo Maldini, che ha indovinato al momento giusto dei cambi risparmiando Baggino per il gran finale. Sarebbe servito in quel periodo, Inzaghi, ma i crampi di Pessotto hanno portato in campo Di Livio, mentre Vieri, finita la benzina, avrebbe meritato il cambio.

Ma sono solo rimpianti, dettagli in più, annotazioni doverose ma inutili. E’ dall’ inizio di questo Mondiale che le partite degli azzurri, sempre sul filo tra timore e voglia, sempre con vaste zone d’ ombra anche nelle fasi più luminose, possono essere paragonate a un bicchiere mezzo vuoto oppure mezzo pieno. Adesso è mezzo vuoto, è quasi vuoto.

04 luglio 1998 – Parigi
FRANCIA – ITALIA 0-0 dts; 4-3 dcr
Reti: –
Sequenza rigori: Zidane (F) gol, R.Baggio (I) gol, Lizarazu (F) parato, Albertini (I) parato, Trezeguet (F) gol, Costacurta (I) gol, Henry (F) gol, Vieri (I) gol, Blanc (F) gol, Di Biagio (I) traversa
Francia: Barthez; Thuram, Blanc, Desailly, Lizarazu; Karembeu (Henry dal 20′ s.t.), Deschamps, Zidane, Petit; Guivarc’h (Trezeguet dal 20′ s.t.), Djorkaeff. Allenatore: Jacquet
Italia: Pagliuca; Cannavaro, Bergomi, Costacurta; Moriero, D.Baggio (Albertini dal 7′ s.t.), Di Biagio, Pessotto (Di Livio dal 48′ s.t.), Maldini; Vieri, Del Piero (R.Baggio dal 22′ s.t.) Allenatore C.Maldini
Arbitro: Dallas (Scozia)

LE PAGELLE

PAGLIUCA 6,5
Impegnato da Zidane e Petit all’inizio, se la cava con la solita sicurezza, poi riesce anche a respingere il rigore di Lizarazu, ma stavolta non ci basta
CANNAVARO 8
Migliore in campo, lui esce vincitore da questa sfida. Assolutamente esaltante il modo con cui si avventava sui francesi e li ricacciava indietro. Ha giocato per due, per tre. Spuntavano Cannavaro da tutte le parti. Non si è fermato neppure quando si è beccato in faccia una gomitata proditoria di Guivarc’h. Pensare che aveva iniziato male il Mondiale, poi si è consacrato difensore immenso
BERGOMI 6,5
Anche lui encomiabile. Dove c’era bisogno arrivavano il suo esempio e la sua esperienza
COSTACURTA 6
Qualche incertezza iniziale su Guivarc’h poi ha trovato il modo di giocare a zona come preferisce
MORIERO 6,5
Ha fornito un’ottima palla a Vieri nell’azione che ha interrotto per un attimo il dominio della Francia nel primo tempo. Ha corso tanto, ha quasi sempre tenuto in soggezione il temuto Lizarazu. Peccato che la squadra non sia riuscita ad assecondare la sua verve
DINO BAGGIO 5
Non voleva marcare Zidane e non lo ha fatto, ma contro Petit l’ha vista poco
ALBERTINI 6
Meglio del previsto sia su Petit, sia nel raccordare l’azione di rilancio. Ha fornito a Roberto Baggio un assist prezioso. Purtroppo è stato il primo a fallire il rigore
DI BIAGIO 5,5
Ha lasciato troppo spazio a Deschamps e ha combinato poco in fase di rilancio, tirato indietro da una partita che non gli si confaceva. E poi ha sbagliato il rigore decisivo
PESSOTTO 5,5
Non era adatto a marcare Zidane. Lo ha completamente perso nell’avvio e poi è sparito lui nella ripresa. Il francese, pur senza strafare, ha comandato il gioco dei suoi, mentre il nostro non ha lasciato traccia
DI LIVIO 6
E’ entrato per giocare i supplementari e si è dedicato a uno Zidane visibilmente affaticato. Ha cercato anche di alternarsi con Moriero sulla fascia destra
MALDINI 5,5
Forte sui colpi di testa in mischia nella nostra area, ma quasi sempre in difficolta’ per il resto
VIERI 6
Ha avuto poche palle giocabili nel primo tempo e ha rischiato di segnare di testa, poi è stato fermato sempre per fuorigioco millimetrici
DEL PIERO 5
Lo abbiamo atteso per tutto il Mondiale e lui ci ha illuso solo nel finale contro il Camerun. Più sfortunato che colpevole
ROBERTO BAGGIO 6,5
Il rammarico per averlo visto troppo tardi e’ forte. Per poco non ci regalava un golden – gol stupendo. Stavolta il suo rigore lo ha messo a segno, ma non e’ bastato lo stesso