Liedholm, il Mago Maggi e l’esclusione di Rivera nel Derby

I bioritmi calanti del capitano e l’allenatore svedese gli preferì Sartori. L’aneddoto di Fulvio Collovati.

Domenica 12 novembre 1978. E’ il giorno della stracittadina milanese, sfida d’andata del massimo campionato conclusosi con la conquista del decimo scudetto del Milan. Nello spogliatoio rossonero, Nils Liedholm è intento a distribuire le maglie: la numero 8 a Buriani, la 9 a Sartori, la 10 per Bigon la 11 a Chiodi. Tra i titolari manca Gianni Rivera. A svelare l’aneddoto a Marco Montanari (Guerin Sportivo) è Fulvio Collovati, difensore di quel Diavolo “stellato”.

Secondo l’ex giocatore rossonero, il Barone di Valdemarsvik, con la consueta flemma, prese quella decisione dietro suggerimento del mago Mario Maggi che Liedholm consultava in occasioni particolari. “Tieni fuori Gianni e vincerai il derby”: sarebbe stato questo il suggerimento del mago subito raccolto da Liedholm. Maggi avrebbe delineato una situazione di bioritmi in fase calante per capitan Rivera e al massimo livello per Sartori, classe ‘57, coetaneo di Collovati.

Giovanni Sartori e Fulvio Collovati

I due giocatori avevano condiviso la trafila nel settore giovanile milanista fino alla squadra Primavera, compagni anche di letto a castello. Dopo alcuni prestiti in squadre di categorie inferiori, Venezia, Udinese e Bolzano, Sartori era rientrato al Milan nell’estate ‘78. “Joca Giovanni”, disse convinto l’allenatore rossonero la mattina prima del derby. Rivera, quella domenica di novembre, non andò neanche in panchina. Tutto secondo previsioni per gli altri sette titolari, con Albertosi tra i pali e, a seguire, Collovati, Maldera, De Vecchi, Boldini (al posto dell’infortunato Bet), Franco Baresi e Novellino.

Le cronache del tempo riferirono della scelta di Rivera di non scendere in campo contro i nerazzurri presa in pieno accordo con Liedholm, poche ore prima della partita e dopo un dubbio trascinatosi da almeno cinque giorni a causa di acciacchi fisici. “Ho preso in considerazione l’importanza della partita e quindi ho rinunciato”, dichiarò Rivera. Tra gli indisponibili spiccò anche Roberto Antonelli che nel corso di quella stagione avrebbe fatto molto bene.

Gianni Rivera: il 1978/79 la sua ultima stagione

Sul versante interista, il tecnico Eugenio Bersellini, privo dell’infortunato Muraro, rispose con Bordon, Giuseppe Baresi, Fedele, Pasinato, Canuti, Bini, Oriali, Marini, Altobelli, Beccalossi, Scanziani. A dirigere quel derby venne designato il parmense Michelotti che arbitrò davanti a 66 mila spettatori.

In classifica, il sorprendente Perugia di Ilario Castagner guardava tutti dall’alto. Qualcuno definì il grifone umbro il Nottingham Forest italiano, altri lo associarono al Cagliari di Riva o alla Lazio di Maestrelli. In quei giorni di gloria, a Perugia rimpiangevano Paolo Rossi. “Per vincere il titolo ci manca un attaccante da 20-25 reti, il nostro obiettivo è la zona Uefa”, affermò Castagner.

Il derby deciso da Maldera

Per i Fratelli Baresi primo derby-contro

A San Siro, sin dai primi minuti, spiccò la posizione di Novellino, libero di spaziare sul fronte offensivo. Fu il primo derby a vedere in campo i due fratelli Baresi: Beppe in nerazzurro, Franco in maglia rossonera, con l’interista a beccarsi anche un cartellino giallo per un fallo ai danni del libero rossonero.

Quella stracittadina, non bella, fu piuttosto caotica e confusa, contrassegnata da eccessi di nervosismo. Dopo le scintille tra Novellino e Oriali, il Milan colse un palo con un Chiodi. Prima dell’intervallo, l’Inter rimase in dieci per l’espulsione di Spillo Altobelli, reo di aver risposto con una gomitata ad un fallo di Collovati. Il difensore rossonero fu tra i migliori in campo con Aldo Maldera, autore del gol decisivo in avvio di ripresa. Azione partita da una punizione calciata da De Vecchi: Chiodi fornì un assist per Maldera che di testa, con uno stacco imperioso, non diede scampo a Bordon.

I restanti minuti passarono tra alcuni colpi di lotta libera tra Novellino e Oriali, qualche sgroppata dell’interista Pasinato ed un’incursione di Scanziani dalle parti di Albertosi, sventata da Buriani. Di calcio, in quel derby, se ne vide poco. Abbondarono calcioni, testate e schiaffi. Al Milan andò la vittoria, all’Inter le proteste.

Lo stacco di Maldera decide un mediocre derby

Sandro Mazzola giudicò insufficiente l’arbitraggio di Michelotti, lodato invece dallo 007 del Manchester City, Tony Buck, venuto a visionare i rossoneri in vista della doppia sfida di Coppa Uefa. Fraizzoli definì “da deficienti” l’espulsione di Altobelli e “da polli” il gol subito. In tribuna, immancabile, l’avvocato interista Peppino Prisco parlò di … cardiologia: il centro cardiologico di Milano, infatti, lo aveva scelto per testare un apparecchio in grado di rilevare le pulsazioni del cuore durante la partita. “Hanno scelto il tipo meno adatto, comunque ho fatto da cavia”, affermò il dirigente nerazzurro, deluso dopo la sconfitta.

La partita venne seguita anche da tredicimila spettatori che gremirono il Palazzo dello Sport – a poche centinaia di metri da San Siro – con telecronaca a circuito chiuso e pagando un biglietto di 2 mila lire. I bagarini fecero affari d’oro rivendendo alcuni posti fino a diecimila lire.

Le altre predizioni del Mago Maggi

Titoli della Gazzetta dello Sport dopo la tragica scomparsa di Gasparini

Il pallone racconta di “altri consigli” dati a Nils Liedholm da Mario Maggi, grande confidente del tecnico svedese e che svolgeva la sua attività di astrologo a Busto Arsizio, a due passi da Milanello. Il primo a farne le spese sarebbe stato Giorgio Biasiolo, ceduto proprio su consiglio del mago. Celebre la sua predizione prima del tour sudamericano al termine della stagione 1978/79. Maggi disse a Liddas: “Rinuncia alla tournée sudamericana, un allenatore del Milan perderà la vita”. Liedholm non prese parte alla trasferta. L’allenatore in seconda dei rossoneri, Alvaro Gasparini, morì pochi giorni dopo, in seguito ad un infarto, a 41 anni non ancora compiuti.

In una circostanza, l’allenatore ignorò i suggerimenti di Maggi: prima della finale di Coppa dei Campioni ‘84 tra Roma e Liverpool. “Se arrivi ai rigori non far calciare i due campioni del mondo”, disse il mago. Lo svedese non sentì quel consiglio. Come andò a finire all’Olimpico quella sera di fine maggio è noto a tutti. Liedholm concluse: “Ho detto a Maggi di non dirmi più i risultati in anticipo, altrimenti durante la partita mi annoio”.