Claudio Vagheggi: calciatore on the road

«Le mie caratteristiche? Rapido, contropiedista. Credo che mi troverei bene nel calcio d’oggi. Ho cambiato squadra praticamente ogni anno. Se andava bene, per squadre migliori»

Meteora nella serie massima sì, con tocco e ritocco: Udinese 79-80 e Napoli 82-83. Meteora no: sedici anni da professionista, 68 reti e 351 presenze di campionato sono coordinate da buona carriera. Claudio Vagheggi, all’occorrenza centravanti o ala, è stato, senza forse, più un prototipo di calciatore on the road, fra undici maglie diverse.

Vagheggi qualche ciottolo nella fionda lo mette. E tira. «Penso a un bilancio e dico: sono stato fortunato. Comunque mi sono trovato in squadre con giocatori che vendevano le partite. Serie B, il Pescara 84-85 di Enrico Catuzzi: sempre vinto in casa e sempre perso fuori, settimi in classifica. Due anni dopo sembrava che qualcuno non fosse proprio perfetto… Giravano voci strane pure alla Lazio, nell’81-82, sempre B. Lì non è emerso nulla, però quell’anno abbiamo vinto in trasferta cinque volte e perso sei in casa. Forse uno dei motivi per cui ho vissuto poco la serie A è che quando si doveva vincere, si perdeva».
Però, Lazio scottata dallo scandalone dell’80 e ancora (forse!) inquinata. Viriamo sull’azzurro paradiso di Vagheggi, che è meglio.

Claudio, classe 1956, se lo è guadagnato mettendosi alle spalle Lucignano, la Terza categoria e la Val di Chiana: «Che posto splendido…, il nucleo centrale del paese è medioevale e il resto gli cresce attorno, zona di olio, di vino, la carne chianina».
A 18 anni comincia con un paio di stagioni all’Aquila Montevarchi, in C, seguono Varese in B e Alessandria in C. Giacomini lo vuole all’Udinese e il 78-79 è un campionato di B vinto. Primi in classifica. Giacomini promosso al Milan, sulla panchina friulana c’è Orrico. Serie A. E Vagheggi a 22 anni scopre che il cielo più alto confina col girone più profondo. Non c’entrano i risultati, la sostituzione di Orrico con D’Alessi, il penultimo posto in classifica e la B evitata solo perché devono accomodarsi di sotto Milan e Lazio, frustate dal calcio-scommesse. Tenere buona rotta schierando i Vriz e i Fellet è, francamente, impensabile.

No, la questione non è tecnica, è infermieristica, con tanto di siringhe idiote: «Problemi fisici. Strappi mal curati. Dopo uno stiramento mi hanno mandato a Milano, a fare delle infiltrazioni e in capo a tre giorni ero di nuovo in campo. Complimenti. Sono stato fermo sei mesi. Era dicembre, stavamo a metà classifica e avevo segnato due gol, con Inter e Ascoli. Bella cura, no? Secondo me era cortisone, per rimettermi in piedi alla veloce. Fortunatamente mi sono rifatto male».

Ovvero: non mi son dovuto sorbire altre “terapie”. Sedici presenze e adieu. «Confesso che in seguito, quando leggevo certe notizie, mi è venuto un po’ d’allarme».
Calciatori demoliti da malattie poco plausibili in atleti robusti? «Un giocatore si fida e i medici dovrebbero tutelare la salute o sbaglio? Se uno è scalognato e capita in una società poco seria… Credo che il calciatore sia sempre una vittima, un ragazzo a vent’anni non sa cosa possono proporgli, magari imita i vecchi. Ai miei ragazzi, da procuratore trasmetto questa idea: se capita un infortunio, è sempre meglio un’altra settimana di riposo, il rischio non vale la candela e se rimani fermo due mesi, ne comprano subito un altro».

Fine dell’Udinese/1, Lanerossi Vicenza e Lazio, nell’81-82: 34 presenze e 9 gol in B. Il presidente Lenzini arruolando Vagheggi aveva lavorato bene. E, s’immagina, vende bene in autunno al Napoli, dove allenatore è Giacomini che spende giuste parole. Secondo giro in A: «Sono arrivato con la squadra penultima, abbiamo chiuso oltre la metà classifica». Decimi. Castellini, Bruscolotti, Diaz, Krol: il minimo. «Nei momenti decisivi ho fatto i conti con stiramenti e contratture, che, ho scoperto poi, erano dovute a un fattore denti, le infezioni passavano dai denti ai muscoli. Messo a posto quello, finiti i problemi».

Troppo tardi. Voltata la pagina di Napoli, ci sono la Cavese, («Un inferno»), il Pescara e un’altra Cavese prima di incontrare Piero Aggradi, direttore sportivo del Campobasso: «E stato lui a farmi curare i denti». A quasi trent’anni. Nel calcio e di calcio vivono dunque uomini positivi… «Aggradi, ovviamente. E Catuzzi: ai tempi di Pescara lo vedevano come emergente. È andata diversamente, però sapeva insegnare football. E Giacomini: mi ha sempre chiesto». Già, da Campobasso Vagheggi risale all’Udinese/2 nell’87-88 e sulla panchina troverà, per la terza volta, il suo mentore-allenatore.

Cerchio quasi chiuso. Mancano un’altra stagione in bianconero e una alla Samb. «Ci devi aggiungere due fratture, la clavicola a Pescara, il piede a Campobasso nell’86-87. Potevo finire a 18 gol, mi è spiaciuto. Giocavamo a Catania e Canuti da dietro mi ha rotto. Non so perché, vincevamo nettamente. Se giocassi adesso mi sentirei più tutelato, chi mette giù l’ultimo uomo viene espulso. Allora no. Si randellava. Andavi al Partenio, ti trovavi davanti Cattaneo e Di Somma, i centrali dell’Avellino, ed era dura. Le mie caratteristiche? Rapido, contropiedista. Credo che mi troverei bene nel calcio d’oggi».

Tecnicamente avanti, dicevi… «Ma piano a esaltare tanto la velocità, il grande spettacolo. Calma. Fa comodo dirlo, ma vuoi mettere Rivera? L’ho incontrato in un’amichevole col Milan, era a fine carriera e non ci fece vedere palla. Era un’altra roba, lo stesso per Antognoni: una semplicità, una facilità di corsa…».

Autocritiche? «Son stato uno che quando aveva da dire, parlava. Ho cambiato squadra praticamente ogni anno. Se andava bene, per squadre migliori». Se no, gomiti larghi e avanti. Vagheggi dal signor Pallone regali col fiocco non ne ha mai ricevuti.

  • Estratto da un’intervista di Andrea Aloi – Guerin Sportivo

Claudio Vagheggi (Lucignano, 4 ottobre 1956)

StagioneSquadraPres. (Reti)
1974-1976 Montevarchi35 (3)
1976-1977 Varese3 (0)
1977-1978 Alessandria35 (9)
1978-1980 Udinese47 (8)
1980-1981 L.R. Vicenza24 (5)
1981-1982 Lazio38 (9)
1982-1983 Napoli15 (0)
1983-1984 Cavese34 (3)
1984-1985 Pescara16 (3)
1985-1987 Campobasso32 (15)
1987-1988 Udinese41 (10)
1989-1990 Sambenedettese23 (3)