1991: la Mitropa del Torino

Giugno 1991, battendo il Pisa al «Delle Alpi», il Torino di Mondonico conquistava la Mitropa Cup dopo una finale caratterizzata da polemiche e colpi di scena.


PROLOGO

Sono passati ventuno anni dal primo tropefo internazionale conquistato dal Torino. La squadra granata, guidata nella stagione 1990/91 da Emiliano Mondonico, fu artefice di un ottimo campionato, chiuso al quinto posto, un punto in più rispetto alla Juventus, con conseguente qualificazione in Coppa Uefa. Un piazzamento sorprendente per una neopromossa dalla serie B. Con il “Genoa dei miracoli” di Osvaldo Bagnoli, la compagine granata fu la squadra rivelazione del campionato di A post Italia ’90. Il finale di stagione, inoltre, riservò la ciliegina sulla torta, con l’affermazione nella Mitropa Cup, trofeo un tempo molto prestigioso, che si avviava a dare gli ultimi colpi di coda prima di chiudere i battenti nel ’92.

L’edizione 1991 della Mitropa Cup, la quarantanovesima della serie, si disputò ad inizio giugno e fu tutta di marca italiana. In lizza sei squadre, tra cui Pisa e Torino, suddivise in due gironi. Le vincenti di ciascun gruppo andavano in finale. La squadra toscana, retrocessa nettamente in B, mise in riga i cechi del Bohemians Praga e gli jugoslavi del Rad Belgrado. Il Pisa, dopo aver battuto 4-1 il Rad, scavalcò il Bohemians grazie alla migliore differenza reti. Più agevole, invece, fu la marcia del Torino. Per approdare in finale, alla squadra di Mondonico bastarono due vittorie di misura contro gli austriaci del Vorwärts Steyr (1-0, rete di Policano) e gli ungheresi del Veszprémi (autorete di Kelemen).

IL RITORNO DI LEO

La Mitropa Cup del ’91 riportò in maglia granata il brasiliano Leo Junior, già al Toro negli anni ’80. Junior arrivò in prestito dal Flamengo mentre dal Cesena giunse l’attaccante Amarildo. Per l’ex giocatore del Brasile ’82 fu un gradito ritorno, salutato dal grande entusiasmo dei tifosi granata che lo ritenevano ancora tra i beniamini della Curva Maratona.

LA FINALE

Torino-Pisa si giocò al Delle Alpi il 4 giugno 1991. Mondonico, costretto a rinunciare allo squalificato Bruno, espulso nella partita contro i magiari, schierò la seguente formazione: Di Fusco, Annoni, Atzori, Fusi, Junior, Carillo, Venturin, Francesco Romano, Amarildo, Martin Vazquez e Policano. Sull’altro versante, mister Luca Giannini scelse Simoni, Chamot, Taccola, Boccafresca, Dondo, Bosco, Fiorentini, Cristallini, Ferrante, Marini, Polidori.

Giocatori, tranne rare eccezioni, tutt’altro che di primo piano. Del resto, la Mitropa Cup era da diversi anni una competizione riservata alle squadre provenienti dalla B. Tuttavia, il Trofeo dell’Europa Centrale si faceva apprezzare per la capacità di mettere in evidenza un calcio all’antica, carico di agonismo, tipico di un football di provincia, sanguigno e polveroso, lontano dai soldi ma non dalla passione popolare.

La sfida tra granata e nerazzurri non fu certo un match spettacolare. Per più di ottanta minuti, gli scampoli di bel gioco furono rari, quasi inesistenti, come una rondine a fine febbraio di passaggio dalla Sicilia. A pesare fu la fatica dei match precedenti che aveva reso pesanti le gambe di parecchi giocatori. Gli applausi del pubblico furono soprattutto per Junior, classe pura e riflessi intatti, malgrado l’anagrafe.

A garantire ordine e geometria nel centrocampo del Toro c’era Francesco Romano, Fusi infondeva sicurezza al reparto arretrato mentre Amarildo appariva spaesato ed inconcludente, stesso discorso per Rambo Policano e Martin Vazquez, l’ex madridista da 8 miliardi di ingaggio per tre anni che aveva deluso al suo primo campionato in maglia granata.

Non era certo migliore la situazione sulla sponda pisana. L’immediato ritorno in B pesava sul morale della squadra. I nerazzurri badarono a svolgere, né più né meno, il minimo indispensabile, sperando nel colpo a sorpresa, magari in uno svarione avversario. E l’errore arrivò a cinque minuti dal termine. A commetterlo fu il giocatore meno sospettabile: Junior. Il brasiliano, ciccando clamorosa- mente un pallone, diede via libera a Polidori. L’attaccante del Pisa superò in uscita Di Fusco, spezzando l’equilibrio. Sembrò il colpo decisivo.

Due minuti più tardi, anche il più ottimista dei tifosi granata perse ogni speranza dopo il cartellino rosso rimediato da Policano (entrata pesante su Taccola). Tutto finito? No, c’era ancora l’ultimo coniglio pronto a far capolino dal cilindro del mago, mentre il pubblico, appena cinquemila irriducibili, stava già abbandonando le tribune del Delle Alpi. Nei minuti di recupero, capitan Romano calibrava un lancio millimetrico per il nuovo entrato Brunetti. Contatto in area con il pisano Fiorentini, l’arbitro decretò il rigore, trasformato da Martin Vazquez per l’ormai inatteso 1-1. Il presidente del Pisa, Romeo Anconetani, che già pregustava il tris in Mitropa Cup, dopo le affermazioni del 1986 e del 1988, andò su tutte le furie.

UN EPILOGO CON TANTE EMOZIONI

Si andò ai tempi supplementari. La partita ebbe una fiammata. Di Fusco dovette intervenire due volte, salvando la porta granata su conclusioni di Marini e Ferrante. Per l’estremo difensore ci furono gli applausi dello stadio. Dove non arrivò Di Fusco, ecco Annoni, lesto a salvare sulla linea di porta su tiro ravvicinato del solito Ferrante. Dal torpore si destò anche il sonnecchiante Amarildo, vicino al gol con una palombella che lambì la traversa.

La lotteria dei rigori era ormai dietro l’angolo. Mancava un minuto alla fine quando Junior, servito da Amarildo, trovò il pertugio giusto per l’ex ascolano Giuseppe Carillo. Tocco preciso e palla in rete. Per i granata fu l’epilogo migliore di una stagione già da incorniciare. Nella casella dei migliori in campo trovò spazio Junior, esemplare per dedizione e serenità. Francesco Romano, già vincitore nove anni prima del trofeo con la maglia del Milan, alzò al cielo la Mitropa Cup al termine di un match che aveva confermato il vecchio assioma granata: esistenza sinonimo di sofferenza.

LA FURIA DEL PRESIDENTE PISANO

Anconetani a fine partita lanciò accuse a ripetizione. «E’ stata una pastetta, – disse il patron del Pisa – ma non per colpa del Torino, quel rigore è però un insulto allo sport. E’ l’ultima volta che iscrivo la mia squadra in una manifestazione riportata da me agli onori del mondo». Mister Mondonico usò toni pacati per commentare la vittoria. «Tutti dicono di non tenerci a vincere, poi si dannano l’anima per farlo. Perciò sono felice», disse il Mondo che un anno dopo avrebbe portato il Toro ad un passo dalla Coppa Uefa, persa in finale contro l’Ajax dopo aver eliminato il Real Madrid.

La Mitropa Cup è l’ultimo trofeo conquistato dalla squadra granata, settimo club italiano a vincere la Coppa dell’Europa Centrale. Piccola curiosità: i telespettatori furono privati della visione dei tempi supplementari. La Rai, infatti, aveva previsto la diretta solo per i novanta minuti regolamentari. Il rigore di Martin Vazquez, oltre a scatenare la furia di Anconetani, determinò una pessima figura della televisione di Stato. Ad imprecare furono soprattutto i tifosi granata non presenti allo stadio, privati della parte più bella di quella partita e dell’esultanza del Toro dopo aver alzato la coppa al cielo, con alle spalle le deserte tribune dello stadio.

La domenica seguente, a Bibiana, piccolo comune della provincia torinese, si festeggiò la vittoria in Mitropa Cup e l’ingresso in Coppa Uefa insieme a qualche vecchia gloria del Toro. Il Club Pinerolo Giorgio Ferrini e il Club Fratelli Martin organizzarono la Giornata Granata. Il programma prevedeva una partita di calcetto, aperitivo e grigliata. L’opera era ormai compiuta. Per il Toro, il rompete le righe di fine stagione fu all’insegna della gioia e della serenità.

Testo di: SERGIO TACCONE, Autore di Un biscione piccolo piccolo  1993/94, l’Inter quasi in B vince la Coppa Uefa (Limina, 2010) e di Quando il Milan era un piccolo diavolo  1980-83″ (Limina, 2009)

Torino. 1 marzo 1991
TORINO – VORWAERTS STEYR 1-0
Reti: Policano 42′
Torino: Di Fusco, Bruno, Mussi (41′ Martin Vazquez), Annoni, Benedetti, Cravero (46′ Romano), Fusi, Carillo, Amarildo, Venturin, Policano. All.: Mondonico.
Vorwäerts Steyr: Trost, Lukic, Barac (30′ Gonzales), Hoechdelinger (73′ Petrovic), Kirchhoff (76′ Kocijan), Feirer, Kastner, Urban, Brankovic, Krinner, Novak. All.: Latzke.
Arbitro: Beussan (Jugoslavia)

Torino. 3 marzo 1991
TORINO – VESZPREMI 1-0
Reti: Aut.Kelemen 48′
Torino: Di Fusco, Bruno, Cois, Fusi, Junior (70′ Romano), Annoni, Carillo, Venturin, Amarildo, Martin Vazquez (70′ Brunetti), Policano. All.: Mondonico.
Veszpremi: Vegh, Horvath R., Bimbo, Szecsi (61′ Horvath L.), Csik, Kelemen, Plotar (46′ Kiss), Bognar, Sule (80′ Vassi), Rugovics, Lehota. All.: Dunai.
Arbitro: Marko (Cecoslovacchia)

Torino. 4 marzo 1991
TORINO – PISA 2-1
Reti: Polidori 85′, Martin Vazquez 92′ rig., Carillo 119′
Torino: Di Fusco, Annoni, Atzori (87′ Brunetti, al 104′ Cois), Fusi, Junior, Carillo, Venturin (59′ Mezzanotti), Romano, Amarildo, Martin Vazquez, Policano. All.: Mondonico.
Pisa: Simoni, Chamot, Taccola (90′ Baldini), Boccafresca (69′ Moretti), Dondo, Bosco, Fiorentini,
Cristallini, Ferrante, Marini, Polidori (89′ Dianda). All. Giannini
Arbitro: Vagner (Ungheria)