Bramall Lane, teatro della prima partita notturna

La prima partita di calcio al mondo sotto i riflettori ebbe luogo nel 1878 al Bramall Lane di Sheffield, quando i “Blues” affrontarono i “Reds” in amichevole

Il calcio notturno ha un fascino particolare. Sia che si giochi in un campetto di periferie o in un grande stadio, l’atmosfera si trasforma quando si accendono le luci artificiali. Gli inglesi lo avevano intuito molto tempo prima, esattamente a Sheffield. Lì nacque l’idea, allo stadio Bramall Lane, addirittura dieci anni prima che nascesse il campionato di calcio.

Era il 14 ottobre 1878, quando i “Blues” sfidarono i “Reds” nello stadio che sarebbe diventato quello dello Sheffield United (fondato nel 1889). I 22 giocatori in campo furono scelti dalla Sheffield Football Association, solo un anno dopo aver abbandonato le “Sheffield Rules” e adottato lo standard del calcio così come lo conosciamo ancora oggi.

A quel tempo, la lampadina elettrica di Thomas Edison non era ancora stata inventata. Sarebbe stata brevettata l’anno successivo. La prima illuminazione a incandescenza era stata realizzata qualche anno prima (1835 per la prima lampada, opera di James Bowman Lindsay), ma l’illuminazione elettrica era tutt’altro che diffusa. Alcune gare di atletica leggera si erano già svolte con la luce artificiale nel Regno Unito, anche se alimentata a gas. Per il resto l’elettricità veniva usata in alcune fabbriche, ma moltissime persone non avevano ancora mai visto quel tipo di illuminazione.

Organizzare una partita di calcio notturna rispondeva quindi a due scopi: aumentare le entrate dello Sheffield FA attirando più spettatori allo stadio e promuovere l’elettricità come fonte di luce.

E in effetti ci fu un record di affluenza, con 12.000 persone che pagarono il biglietto d’ingresso (sei pence) per assistere alla partita quella sera. Molte altre approfittarono proprio del buio per entrare allo stadio senza pagare, tanto che le presenze a quella partita amichevole furono stimate in non meno di 20.000. Un record per l’epoca. “L’evento suscitò grande interesse e molti visitatori arrivarono da luoghi lontani. Tra le sei e le sette sembrava che tutta Sheffield si stesse dirigendo verso Bramall Lane”, riportò all’epoca lo Sheffield Telegraph.

Il giornale proseguì confermando che l’interesse della serata fu diviso tra sport e innovazione tecnologica: “Durante la partita la curiosità ebbe la meglio sulla cortesia e le poche persone veramente interessate alla gara dovettero cedere il posto a chi aveva occhi solo per le nuove luci. Molte signore, una volta sugli spalti, aprirono gli ombrelli come per proteggersi dal sole di mezzogiorno!

The Independent ci racconta anche i dettagli tecnici: erano state montate quattro luci su delle piattaforme di legno alte nove metri. Ogni luce era collegata a un “generatore portatile” che le alimentava, producendo una luminosità totale di 8.000 candele. L’esperimento fu un grande successo. “Tutti erano molto contenti del risultato, la luce era intensa ed efficace”, il commento del giornalista.

Ma se The Independent si dichiarava soddisfatto dell’esperienza, The Times sottolineava un aspetto negativo: “la luce accecava i giocatori e a volte li induceva a commettere errori”.

Lo Sheffield & Rotherham Independent parla a lungo della partita nella sua edizione del 15 ottobre 1878. La maggior parte dell’articolo è dedicata alle questioni tecniche e al progresso dell’elettricità come fonte di illuminazione sicura ed efficiente in grandi spazi come le stazioni ferroviarie e i grandi magazzini. Con questi esempi, il giornalista introduceva il dibattito in corso sull’elettricità come luce del futuro, prima di descrivere la partita (vittoria dei Blues 2-0). “Una volta terminata la partita, la difficoltà era uscire dallo stadio”, scriveva il giornale prima di spiegare che gli accessi a Bramall Lane non erano certo adatti a una tale folla.

In seguito altre città proposero partite notturne per promuovere il calcio e la magia dell’elettricità. Ma le condizioni atmosferiche (pioggia, vento) presto ebbero la meglio su un sistema di illuminazione ancora poco affidabile e incapace di resistere alle intemperie. Alcuni tentativi di illuminare con solo due riflettori invece di quattro furono un fallimento e le partite notturne persero presto interesse.

Avrebbero rivisto la luce solo nel XX secolo, quando l’elettricità sarebbe diventata più accessibile.