Arnaldo Sentimenti: «Fratelli miei, nemici da amare»
Splendida intervista di Sentimenti II rilasciata al Corriere della Sera nei primi anni novanta. «Cochi interruppe il mio record di rigori parati, Primo mi portò via una fortuna alla Sisal»
Splendida intervista di Sentimenti II rilasciata al Corriere della Sera nei primi anni novanta. «Cochi interruppe il mio record di rigori parati, Primo mi portò via una fortuna alla Sisal»
Possente centrocampista svedese con il vizio del gol, è stato uno degli stranieri più forti che abbiano mai vestito la maglia nerazzurra dell’Atalanta.
Estro, rapidità e fantasia erano le qualità di questa imprevedibile estrema ungherese dalla vita tumultuosa. Un uomo e un calciatore generoso, che non si è mai risparmiato, in campo come fuori
Articolo scritto da Marco Impiglia, autore de “IL MIO NOME E’ SCUDETTO. Storia del simbolo più amato dagli italiani“. Il preziosissimo volume lo si può richiedere scrivendo direttamente a: [email protected] Introduzione Lo Scudetto è il simbolo che più rappresenta le … Leggi tutto
Il divino Michel fu il trascinatore e il cannoniere di una Francia che, sino allora, aveva spesso incantato, con il suo gioco frizzante, ma vinto mai.
Con l’argentino Gustavo Abel Dezotti prima, e il giovane Enrico Chiesa poi, era il terminale offensivo della Cremonese di Gigi Simoni che nei primi anni Novanta si impose come una delle realtà di Provincia più belle del calcio italiano.
«Con il Torino furono tre stagioni indimenticabili e mi sono trovato veramente bene anche a livello di piazza, i risultati poi furono grandiosi»
Rush è la delusione del campionato 1987-88 e forse anche la delusione più grande tra tutti gli acquisti della Juventus; il gallese ha sempre dimostrato di essere un grandissimo goleador, parentesi bianconera a parte…
I due britannici diventarono subito idoli del tifo rossonero, tanto gentili e disponibili fuori dal campo tanto combattivi e pronti a dare il 101 per cento in campo: Wilkins più lento, stiloso e ragionatore, Hateley veloce, irruento e con uno stacco di testa imperioso.
Campione in carica e con un Maradona in più: l’Albiceleste era la grande favorita del Mondiale spagnolo ma naufragò clamorosamente. E non solo per colpa dei giocatori
Nata nel 1918 dalla dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico, la Cecoslovacchia visse come entità politica fino al 1992, quando venne divisa tra Repubblica Ceca e Slovacchia. Tra i momenti più alti della Nazionale: due finali mondiali (1934 e 1962), un Europeo (1976) e un oro olimpico (1980).
Affermatosi in Colombia, il poderoso attaccante argentino diventa una stella anche in patria. Ma il cuore lo tradisce, costringendolo prima al ritiro e poi portandolo a una prematura morte. Tra i 40 mila al suo funerale, anche Diego Maradona
L’incredibile storia del primo Mondiale di Calcio, Uruguay 1930, raccontata dal grande Vladimiro Caminiti
Personaggio unico, si impose all’attenzione generale con una tripletta all’Italia ai Giochi di Seul nel 1988. Poi i successi con il Psv e in Messico. Bandiera del calcio dello Zambia, in nazionale è stato allo stesso tempo Ct e attaccante … Leggi tutto
Svedese tranquillo, in campo si scatenava con finte, dribbling e fughe inarrestabili che esaltavano la tifoseria. Passò per la Juventus senza poter giocare in campionato e si affermò a Marsiglia.
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