Germania 1954: fu vero doping?

Fu vero doping? La straordinaria prestazione fisica della Germania Ovest nella famosa finale di Berna del 1954 contro l’Ungheria fece nascere mille sospetti, anche se la verità non venne mai a galla.

Un’edizione altamente spettacolare della Coppa del Mondo, le immagini vivide di partite straordinarie, soprattutto per merito della Grande Ungheria, da qualcuno definita la più grande squadra di tutti i tempi. E poi… Poi la delusione e il giallo, determinato dall’esito della finale. Subito all’indomani dell’incredibile sconfitta presero corpo le voci più disparate.

Da parte ungherese venne avanzata addirittura la tesi che le autorità magiare avessero venduto la finale in cambio di una cospicua partita di trattori indispensabili alla propria agricoltura in difficoltà. Un’altra voce, sempre di parte ungherese, tentò di accreditare la trama di un complotto contro il sistema politico ungherese, una specie di “vendetta” dell’Occidente per il tramite dell’arbitro inglese Ling, la cui direzione arbitrale, peraltro, non aveva destato particolari sensazioni negative.

Infine un’ipotesi, molto meno fantasiosa e più realistica, fino a entrare nella storia della manifestazione, venne lanciata subito dopo la partita: la strepitosa condizione atletica dei tedeschi, capaci di crescere agonisticamente nel finale, proprio mentre i magiari, spossati dal torneo, crollavano, dipendeva da un massiccio ricorso al doping. Venne respinta sdegnosamente dagli interessati. Però qualche settimana dopo la finale di Berna accadde un fatto singolare. I giocatori tedeschi vennero colpiti in massa da uno strano morbo itterico dalle pesanti conseguenze: profondamente prostrati nel fisico, furono costretti all’abbandono temporaneo dell’attività.

Leggiamo una corrispondenza del novembre 1954 da Ginevra, di Lelio Rigassi:

«La notizia che ben cinque giocatori della nazionale germanica (Fritz e Ottmar Walter, Max Morlock, Helmut Rahn e il portiere di riserva Kubsch) siano afflitti dall’itterizia infettiva ha provocato enorme impressione in Svizzera ed ancora maggiore impressione ha fatto una dichiarazione del dottor Loogen, medico ufficiale della spedizione germanica, fatta un pò alla leggera, secondo la quale il microbo dell’itterizia sarebbe stato attaccato ai giocatori tedeschi durante la loro permanenza a Spiez sul lago di Thun. Il direttore dell’Hotel Belvedere, dove alloggiarono i tedeschi, ha protestato energicamente presso la Federazione germanica contro quest’asserzione, facendo presente che il dott. Loogen deve sbagliarsi di grosso, perché non è concepibile, qualora il microbo fosse esistito a Spiez, che solo alcuni giocatori tedeschi e nessun cliente o impiegato dell’albergo ne siano stati infezionati. Ciò che anche dal punto dì vista medico è ampiamente giustificato. A meno che il doti Loogen non la sappia lunga e cerchi qualche diversivo di fronte agli attacchi e ai sospetti formulati da numerosi giornali tedeschi… Che cioè i loro giocatori siano stati eccessivamente “drogati”».

Dopo quel fatidico 4 luglio i campioni non seppero più ripetersi, collezionando anzi una serie di rovesci, avviati col clamoroso 2-0 loro inflitto dal mediocre Belgio a Bruxelles in settembre, prima uscita ufficiale.La voce si diffuse a macchia d’olio, ma trovò anche fieri oppositori. Uno, italiano, fu il sommo Gianni Brera, che così scrive nella sua “Storia critica del calcio italiano”:

«Mi picco di essere stato il solo o comunque uno dei pochi a intuire che la finale avrebbe avuto un esito di origine agonistica più che tecnico-tattica. I magiari mi hanno dato ragione infilando subito i tedeschi e confermando di non sapersi difendere. I loro schemi sono pervenuti a creare non meno d’una decina di palle gol ma quasi tutte sono finite addosso al portiere Turek, che ci ha fatto la figura del campionissimo. In realtà, gli ungheresi boccheggiavano: giunti a concludere, non avevano più né lucidità né forza per indirizzare la palla. Conclusi i mondiali 1954, i tedeschi sono tutti finiti all’ospedale con l’epatite: è voce comune che si siano drogati come cavalli secondo dettami biochimici allora ignoti agli altri comuni mortali. Sta di fatto che la loro vittoria aveva sorpreso troppa gente per non sembrare anche un furto. Sullo slancio di quella, però, i tedeschi seppero mirabilmente restare alla ribalta del calcio mondiale. Andassero dunque pianino, i malevoli e gli invidiosi, a pigliarli per ladri di titoli e di onori internazionali. Qualità di vivaio e civiltà sportiva garantiscono per loro».

E questo è un dato di fatto: nel 1954 comincia una sorta di “ciclo” che con rare eccezioni mantiene i tedeschi ai vertici del calcio mondiale fino ai giorni nostri. Un altra testimonianza, ncorché di parte, è quella di Friederbert Becker, direttore della rivista “Kicker”, nel marzo del 1955, in presentazione del match tra Italia e Germania a Stoccarda:

«Gli italiani non incontreranno veramente la squadra campione del mondo. E noto certamente anche in Italia che, salvo Posipal, Liebrich e Kohlmeyer, TUTTI i componenti della Nazionale tedesca campione del mondo sono da mesi infermi o infortunati. Fritz Walter, Ottmar Walter, Morlock, Rahn (con Schàfer, l’intero attacco), Mai, Kubsch, Herkenrath sono stati colpiti da quell’epidemia che così spesso imperversava fra i soldati nella seconda guerra mondiale: l’itterizia contagiosa. Eckel s’è fratturato una gamba, Turek il malleolo, Schàfer s’è ferito una settimana fa, Morlock, Rahn e Mai giocarono già con l’itterizia (allora non ancora riconosciuta) a Bruxelles, e ciò spiega la disfatta dei tedeschi di fronte ai belgi. Sull’origine dì questa epidemia, negli ambienti stranieri ostili ai tedeschi, si sono sparse voci ridicole. S’è detto che è la conseguenza dell’eccessivo uso di droghe. Se la cosa non fosse così seria, ci sarebbe da riderci sopra. Siccome anche Herberger è stato colpito dall’itterizia e ha dovuto fare parecchie settimane dì cure speciali a Bad Mergentfeìm, si dovrebbe concludere che s’è drogato anche lui. Herkenrath ha preso anche lui l’itterizia, eppure non era al quartiere di Spiez in Svizzera ove – secondo ad esempio le voci viennesi – i tedeschi furono drogati».

E probabilmente c’è da credere a questa, sia pure parziale, versione dei fatti…

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