Il Derby County di Clough

Sotto la sua guida il Derby County nella stagione 1968/69 vinse la Second Division e nel 1971/72 conquistò il massimo campionato inglese per la prima volta nella sua storia.

Nel 1974, quando giunse al Leeds, Clough disse ai suoi nuovi giocatori: «Gettate nel cestino le medaglie che avete vinto finora, perché le avete vinte con l’inganno e il raggiro». Ma il bello è che Clough aveva agito in maniera simile anche quando era arrivato al Derby, nel 1967, portandosi appresso il vice Peter Taylor: appena entrato nella sede dei Rams al Baseball Ground, stadio spettacolarmente antico, aveva fatto togliere le fotografie dell’ultimo (unico!) grande successo nella storia del club, la FA Cup vinta nel 1946, licenziato il capo degli osservatori, Sammy Crook, e ceduto uno dei giocatori più in vista, Ian Buxton, perché voleva a tutti i costi portare a termine la stagione del cricket con la squadra del Derbyshire, come aveva fin lì fatto ogni anno, prima di riunirsi coi compagni ad agosto inoltrato.

Rivoluzione senza frutto al primo anno, con il diciottesimo posto in Second Division, un gradino sotto di quel che aveva fatto il predecessore Tim Ward, ritenuto da molti “troppo buono” per allenare. Ma già nella stagione successiva, 1968-69, arrivò la promozione. Cardine della squadra era il mediano Mackay, vincitore nel 1961 di coppa e campionato con il Tottenham e grande leader, ma fu importante pure l’arrivo di John McGovern, centrocampista che di Clough sarebbe diventato un fedelissimo.

Il tecnico non era quello che si definisce uomo di campo in senso stretto: la parte tattica veniva curata da Taylor, che era stato il portiere del Middlesbrough negli anni in cui Brian vi aveva giocato da prolifico centravanti, mentre Clough stesso si limitava a osservare, esponendosi più in consigli generici ed esortazioni che in specifiche istruzioni.

Brian Clough e Peter Taylor

Lo stesso Clough nell’estate del 1969 decise di cambiare le divise da gioco dei Rams: ok le maglie bianche, ma i pantaloncini sarebbero ora stati blu scuro, non neri. «Visto che ora assomigliate alla nazionale inglese come aspetto cercate di farlo anche come gioco».

Due anni di stabilizzazione nella massima serie poi le mosse decisive del 1971, quando Clough disse pari pari al presidente Sam Longson che con l’acquisto del difensore centrale Colin Todd, che conosceva dai tempi delle giovanili del Sunderland, il Derby sarebbe stato in grado di diventare campione d’Inghilterra.

Todd arrivò per 175.000 sterline e pochi mesi dopo i Rams vinsero effettivamente il primo titolo della loro storia, anche se se lo dovettero sudare: chiusero infatti la stagione con una vittoria per 1-0 sul Liverpool. Ma lo stesso Liverpool e il Leeds United avevano una partita e due punti in meno in classifica e a ciascuno di loro sarebbe bastato vincere per sopravanzare il Derby per media-gol. Solo che i Reds pareggiarono 0-0 a Londra contro l’Arsenal mentre il Leeds addirittura cadde 2-1 contro il Wolverhampton, e i Rams furono così campioni.

Colin Todd

Un esempio di squadra costruita poco alla volta (e con giocatori di talento, nonostante la disgrazia di dover giocare la metà delle gare sul terreno del Baseball Ground spesso simile a una palude fangosa) dalla lungimiranza di Clough (e dal lavoro di Taylor). Che aveva metodi intimidatori anche con molti giornalisti – se la prese con uno di loro perché saltò una partita per andare a seguire un avvenimento di un altro sport: per lui chi “sposava” il calcio non doveva mai tradirlo – e li applicava anche ai giocatori da acquistare.

È celebre la storia del tentativo, riuscito, di convincere Willie Carlin, minuto ma grintoso centrocampista che fu fondamentale nel portare il Derby alla promozione nel 1969. Carlin nel 1968 era appena arrivato allo Sheffield United e un giorno venne convocato dal manager John Harris. Si aspettava di poter parlare con lui di alcune questioni relative al mutuo per la casa, per il quale aveva egli stesso richiesto un colloquio, ma si sentì dire «del mutuo possiamo parlare, ma volevo dirti che nella stanza qui accanto c’è Brian Clough che vuole vederti».

Clough propose a Carlin di passare al Derby, ma il giocatore non voleva sentirne parlare, perché solo da poche settimane aveva trasferito la famiglia e non aveva intenzione di spostarsi di nuovo (peraltro Derby e Sheffield sono tutt’altro che lontane). A quel punto Clough aumentò la pressione e spiegando quel che voleva fare con i Rams riuscì quasi a convincere Carlin, che però chiese, prima di prendere una decisione, di poter andare a parlarne con la moglie Marie. «Cosa? Tua moglie? Ma chi è che porta i pantaloni, a casa tua?».

Willie Carlin

Carlin non cambiò idea e allora Clough cambiò tattica. «Ok, dove abiti? Andiamo a sentire tua moglie. Sali in macchina». Arrivati a casa, Carlin si rivolse immediatamente alla sua signora chiedendole la disponibilità a spostarsi a Derby e con sua sorpresa si sentì rispondere «subito o domani?». Clough capì di avercela quasi fatta, ma volle portare l’affondo finale, e si mise a parlare con la signora Marie di arredamento, mobili, tappeti, figli, «senza che io potessi aprire bocca, tanto che avrei anche potuto andarmene e non se ne sarebbe accorto nessuno. A un certo punto dovetti intromettermi e dire a Clough: Guardi che lei vuole acquistare me, non mia moglie» raccontò qualche anno dopo Carlin.

Vinto il titolo, finita l’esperienza in Coppa Campioni per mano di una Juventus verso la quale Clough fu durissimo per il sospetto di gioco sporco e di corruzione dell’arbitro della prima partita, nella quale vennero ammoniti per motivi misteriosi i due giocatori che in tal modo sarebbero stati squalificati per il ritorno, il Derby non riuscì a ripetersi (terzo) e l’allenatore finì nei guai poco dopo.

Clough e Taylor non erano sempre ligi al dovere e si prendevano qualche libertà, nel senso di assenze ingiustificate o atteggiamenti sopra le righe, e poche settimane dopo il trionfo si crearono frizioni tra la coppia di allenatori e un nuovo dirigente, Jack Kirkland, che per motivi mai chiariti cercò di metterli in difficoltà. Chiedeva a Taylor, il più vulnerabile dei due in quanto assistente, dove fosse stato, quando si assentava, e quale fosse esattamente il suo compito, quasi a insinuare che Clough se lo fosse portato appresso solo per consentirgli di guadagnare uno stipendio senza sudare.

Longson e Clough: amarsi e dirsi addio

Questi mugugni arrivarono al presidente Longson, che per conto suo era già irritato per la sfacciataggine e la prosopopea che l’allenatore aveva più volte mostrato, con dichiarazioni polemiche contro la Football Association che a suo dire non trattava tutte le squadre allo stesso modo ed era troppo tollerante con club come il Leeds che a suo avviso giocavano un calcio sporco.

La tensione divenne insostenibile: Longson temeva che la coppia Clough-Taylor volesse addirittura defenestrarlo per assumere il controllo del club, e quando dopo una partita all’Old Trafford nell’ottobre del 1973 Clough fu visto fare un gestaccio rivolto alla tribuna dove sedevano i dirigenti dello United Longson, infuriato da quell’ennesima mancanza di rispetto, aumentò la pressione e costrinse i due alle dimissioni.

Clough sarebbe rispuntato pochi mesi dopo al Brighton, dove rimase poco e con scarso successo, e prima di prendere le redini del Nottingham Forest e portarlo alla gloria nazionale ed europea accettò di guidare il Leeds United, squadra e giocatori di cui aveva una pessima opinione. Durò solo 44 giorni, ma questa è decisamente un’altra storia…

  • Roberto Gotta (tratto da Mister Football)