La Juve e quella volta sulla terra battuta maltese

Nel settembre 1971 i bianconeri, guidati da Vycpalek, affrontarono i maltesi del Marsa in un campo senza erbetta né panchine. Si giocò sotto un clima torrido: 35 gradi di temperatura in un contesto da oratorio, più che da competizione europea


Settembre 1971, trentaduesimi di finale di Coppa Uefa. La Juventus di Vicpalek esordì nell’Isola dei Cavalieri, affrontando i dilettanti maltesi del Marsa. Meno di una formalità, per la Vecchia Signora, dato l’immenso divario tra le due squadre. Allo stadio “Gzira” de La Valletta, il fischio d’inizio dell’arbitro scozzese Paterson scattò alle ore 17 in punto. L’impianto era molto simile a quelli che ancora oggi si vedono in tanti paesi siciliani.

Sembrava di stare al “Sasà Brancati” di Pachino, nel profondo sud della provincia di Siracusa: terra mista a pietrischio, assenza di panchine, il calore del pubblico dietro il collo ed i rincalzi delle due squadre seduti ai bordi del campo. Si giocò sotto un clima torrido: 35 gradi di temperatura, con un refrigerante temporale arrivato troppo tardi, quando ormai mancava una manciata di minuti al termine della partita. In un contesto da oratorio, più che da competizione europea, Cestmir Vycpalek schierò Carmignani, Spinosi, Marchetti, Furino, Roveta, Salvadore, Haller, Causio, Novellini, Capello e Bettega.

Encomiabile la volontà agonistica dei giocatori maltesi, tecnicamente impalpabili come un granellino di sabbia spazzato dall’uragano. Mister Calleja rispose con Collings, Tonna, Cassar, Ferrigi, Vella. Cassar II, Farrugia, Brincat, Portelli, Faure e Camilleri. Cognomi che, in larga parte, sembravano spuntare da centri siciliani, sentiti magari in qualche torneo estivo disputato tra luglio ed agosto, giocando dopo aver trascorso la mattinata in spiaggia a quasi 40 gradi sotto il sole, assaporando le atmosfere tipiche di certi racconti di Soriano.

Fotoricordo prima del match: Marchetti, Haller e Novellini

Per la Juventus fu poco più che un allenamento, un tiro al bersaglio. Il 4-3-3 maltese puntava a creare una sorta di sbarramento a centrocampo, come sottolineò Bruno Bernardi, inviato de La Stampa, nel racconto della partita. Il libero maltese Vella vide i bianconeri sbucare continuamente dalle sue parti sin dalle prime battute del match. Tanti i tifosi italiani sugli spalti del “Gzira”. L’attesa del primo gol durò poco più di mezzora. Al 32’, Haller scaricò un rasoterra imparabile per Collings e la Juventus passò in vantaggio. Nella prima frazione non vi furono altre marcature.

Essere sotto di un solo gol a metà partita fu per i maltesi motivo di grande orgoglio. Tra l’altro, i padroni di casa avevano sfiorato il clamoroso 1-1 con Farrugia che, su assist di Portelli, aveva chiamato Carmignani alla prodezza. Al ritorno in campo, il Marsa aveva cambiato le maglie da blu a rosse. Nove minuti più tardi, cominciò il festival del gol bianconero: raddoppio di Causio, sfruttando un colossale liscio della difesa maltese, tris di Haller con uno spettacolare tiro al volo al quarto d’ora e poker di Novellini, appena tre giri di lancette più tardi, in contropiede.

La cinquina la firmò Capello, complice un’uscita a vuoto di Collings. Sul fronte maltese, ad evitare il “non pervenuto” in zona offensiva ci pensò Portelli che colpì il palo con un tiro da fuori. Quasi allo scadere, fu Cuccureddu a chiudere il tabellino, segnando il sesto gol con un tiro deviato in rete da un difensore avversario. I movimenti dei giocatori bianconeri avevano annichilito la flebile resistenza maltese.

Nell’assolata terra battuta dello Gzira Stadium, ecco un tentativo di Bettega

Fu una passeggiata in piena regola per i bianconeri. L’ostacolo più duro era stato il caldo, Haller e Causio, imprendibili e imprevedibili, erano risultati i migliori in campo. Il pubblico de La Valletta tributò applausi frequenti soprattutto all’indirizzo dell’attaccante tedesco. “E’ raro ricevere così tanti complimenti fuori casa, – commentò Haller – e qui mi attendevano con curiosità”. Negli spogliatoi, il tecnico maltese Calleja esaltò le qualità della Vecchia Signora. “E’ la migliore squadra vista a Malta, superiore al Real Madrid e al Manchester United”.

Due settimane dopo, a Torino, la Juventus rifilò cinque reti al Marsa ma in un contesto ambientale ordinario e normale, senza il fascino che il terreno di gioco maltese in terra e pietrischio, in uno stadio privo di panchine, aveva saputo conferire alla sfida d’andata. Il calcio, quando sfocia nella letteratura, si porta dietro emozioni difficili da spiegare, come il richiamo di Mompracem per Sandokan o l’euforia provata dal soldato di sentinella quando intravide i tartari, dopo una lunghissima attesa, sbucare dal deserto e partire all’assalto della Fortezza Bastiani.

Gzira Stadium, La Valletta (Malta), 15.09.1971 – Coppa U.E.F.A – Trentaduesimi di Finale – Andata
Marsa – Juventus 0-6
Reti
: 32’ Haller (J); 54’ Causio (J); 60’ Haller (J); 63’ Novellini (J); 69’ Capello (J); 88’ Cuccureddu (J)
Marsa: Collins, Tonna, Victor Cassar; Ferriggi (67’ Landridge), Wella, Joe Cassar; Faruglia, Brincat, Portelli (82’ Baiada); Faure, Camilleri – All. Calleja
Juventus: Carmignani, Spinosi, Marchetti; Furino (46’ Cuccureddu), Roveta, Salvadore; Haller (65’ Viola), Causio, Novellini; Capello, Bettega – All. Vycpalek
Arbitro: Paterson (Scozia)
Testo di: SERGIO TACCONE, Autore di “Un biscione piccolo piccolo – 1993/94, l’Inter quasi in B vince la Coppa Uefa” (Limina, 2010) e di “Quando il Milan era un piccolo diavolo – 1980-83″ (Limina, 2009)