Copa Libertadores 1963: Santos

Non c’è scampo per il Boca Juniors

Il Santos di Pelé bissa il successo dell’anno precedente, confermando il suo status di squadra imbattibile su qualsiasi campo, poiché non ha giocato nel suo stadio di Villa Belmiro né in semifinale, andata in scena al Pacaembu sempre a San Paolo, né in finale, disputata al Maracanà di Rio de Janeiro.

Il Santos, come consuetudine per i campioni uscenti, entra in gara solo dalle semifinali, nelle quali deve fronteggiare il Botafogo, rivale storico di quel periodo che l’anno prima era addirittura finito a pari punti con i bianconeri nel campionato brasiliano, salomonicamente diviso fra queste due formazioni perché la Federazione non aveva trovato una data libera per lo spareggio a causa degli imminenti mondiali cileni. La partita di andata al Pacaembu termina in parità 1-1 e il Santos va a conquistarsi la qualificazione in trasferta espugnando con uno stupefacente 4-0 il Maracanà.

In finale affronta il Boca Juniors allenato da Italo Vicente Feola, Ct del Brasile campione del mondo nel 1958, prima squadra argentina a raggiungere l’atto conclusivo della manifestazione. La prima partita si gioca al Maracanà, scelto dal Santos perché Villa Beimiro era inadatto a un match così importante. Con due reti di Coutinho e una di Lima nella prima mezz’ora di gioco il Santos sembra aver già messo al sicuro la partita, ma il Boca si risveglia improvvisamente trascinato dal grande bomber José Francisco Sanfilippo, che sigla una doppietta facendo impazzire negli ultimi minuti la difesa brasiliana e sfiorando il clamoroso tris evitato solo da un miracolo di Gilmar. I centomila del Maracanà, terrorizzati dalla grande partita dell’attaccante argentino, iniziarono a intonare “E esse! E esse!” (è lui, è lui), tradizionale coro del pubblico sudamericano nei confronti di un giocatore che la folla vuole sia messo fuori causa.

Per il ritorno la Bombonera di Buenos Aires è gremita e l’ambiente infuocato. Il primo tempo non riserva grandi emozioni, forse per l’importanza della posta in palio, mentre il secondo si incendia immediatamente. Dopo un minuto, al termine di un’azione personale, Sanfilippo entra in porta con il pallone portando in vantaggio il club argentino. La gioia della tifoseria gialloblù dura solo quattro minuti fino a quando Coutinho, con un assolo personale simile a quello del suo avversario, impatta la situazione. Nel finale è poi Pelé con una splendida rovesciata a ristabilire le gerarchie e a regalare la seconda Libertadores consecutiva al Santos.

Una bella immagine di Pelè con il capitano del Boca, Rattin

Top: Pepe

Nato nel 1934, Pepe era in possesso del sinistro più terrificante che si sia mai visto su un campo di calcio. Una inaudita violenza nel colpire il pallone che si può spiegare con la grande potenza, nonostante due gambe simili a due stuzzicadenti, la tonicità muscolare, una coordinazione da manuale, una grande esplosione nervosa e una forma del piede speciale.

I calci di punizione di Pepe, ala sinistra del Santos e della Nazionale brasiliana, sono entrati nella leggenda: la palla viaggiava a una velocità folle, a mezza altezza, senza speranza di venire intercettata. Per non parlare dei rigori: un giorno contro l’Anderlecht ne calciò uno così forte che la palla rimbalzò in fondo alla rete e gli ritornò in mano; in un’altra occasione, al Parco dei Principi, il portiere del Racing corse il rischio di vedersi staccare la testa dal collo.

Questa potenza era spesso utilizzata per punire i falli commessi a ripetizione su Pelé, cercando di sconsigliare ai difensori avversari un’azione irregolare nei confronti di O’Rey perché poi avrebbero dovuto fronteggiare il terribile tiro di Pepe. Una volta l’ala sinistra brasiliana colpì violentemente un uomo della barriera avversaria provocandogli una profonda ferita alla testa, ma il momento più drammatico lo toccò quando Alfredo del San Paolo cadde addirittura in coma con gli occhi sbarrati per lunghi minuti, risvegliandosi solo l’indomani.

Pepe fu molto apprezzato da Pelé: i due si intendevano a meraviglia in attacco smarcandosi con grande tempismo e trovandosi l’un l’altro con passaggi precisi e tempestivi. Pepe debuttò in Nazionale nel 1956, ma la presenza di Zagallo all’ala sinistra nel classico 4-2-4 lo privò di un paio di titoli mondiali. Nonostante ciò si tolse ugualmente numerose soddisfazioni con il Santos vincendo due Coppe Libertadores e diventando bi-campione mondiale di club vincendo le Coppe Intercontinentali del ‘62 e del ‘63.

Trio del Santos: Pelè, Zito e Pepe
Finale di Andata – Maracaná, Rio de Janeiro, 3-9-1963
Santos – Boca Juniors 3-2
Reti
: 2′ Coutinho 1-0; 21′ Coutinho 2-0; 28′ Lima 3-0; 43′ Sanfilippo 3-1; 89′ Sanfilippo 3-2
Santos: Gilmar, Mauro, Geraldino, Dalmão, Zito, Calvet, Dorval, Lima, Coutinho, Pelé, Pepe
Boca Juniors: Errea, Magdalena, Marzolini (Orlando), Simeone, Rattín, Silveyra, Grillo, Rojas, Menéndez, Sanfilippo, A.González
Arbitro: Bois (Francia)
Finale di Ritorno – La Bombonera, Buenos Aires, 11-9-1963
Boca Juniors – Santos 1-2
Reti: 46′ Sanfilippo 1-0; 50′ Coutinho 1-1; 82′ Pelé 1-2
Boca Juniors: Errea, Magdalena, Orlando, Simeone, Rattín, Silveyra, Grillo, Rojas, Menéndez, Sanfilippo, A.González
Santos: Gilmar, Mauro, Geraldino, Dalmão, Zito, Calvet, Dorval, Lima, Coutinho, Pelé, Pepe
Arbitro: Bois (Francia)