Rapid Wien Sportklub

Il nome originario della so­cietà, che nasce a Vienna nel 1898, tradisce le umili origi­ni operaie dei fondatori: Erste Wiener Arbeiter-Fussball-Club, cioè Primo club calcistico dei lavoratori di Vienna. Ma è una denominazio­ne che non dura a lungo, già nel­l’anno successivo si opta per Sportklub Rapid. Neanche i co­lori sociali erano in origine gli stessi – bianco e verde – delle di­vise attuali: fino al 1904 i gioca­tori del neonato Rapid usano ca­sacche bianche e rosse.

I primi anni della Wiener Liga vedono lo strapotere di Amateur (successi­vamente Austria Vienna), Admira e Rapid, che fra il 1910 e il 1930 conquista ben dieci titoli. Risale proprio al 1930 la prima affermazione dei biancoverdi al di fuori del territorio viennese con la conquista della Coppa del­l’Europa Centrale. Quel 1930 è anche l’anno dell’arrivo in squa­dra dell’ancora diciannovenne Franz Binder, il popolare “Bim­bo”, che lega il suo nome a quel­lo della società viennese per vent’anni, vestendo per 756 vol­te la maglia biancoverde e colle­zionando addirittura più di mille marcature. Trascinato dalle sue reti, il Rapid conquista quattro titoli nazionali ed è, nel 1938, la prima formazione austriaca ad aggiudicarsi la Coppa di Germa­nia. Si avete capito bene, la Cop­pa di Germania.

Il Rapid del primo titolo austriaco, stagione 1911/12

La storia infatti ci racconta che proprio nel 1938 Hitler aveva annesso alla Ger­mania l’Austria e i Sudeti, regio­ni dell’allora Cecoslovacchia. Tutto questo con la scusa di riu­nire sotto un’unica bandiera le popolazioni… germaniche. Il consesso europeo aveva reagito blandamente e aveva ratificato tali annessioni con la conferenza di Monaco, che in pratica aprirà la strada alla Seconda guerra mondiale. Prima però il Rapid ha avuto (e sfruttato) l’occasione di lasciare il segno nel campiona­to tedesco, raccogliendo un allo­ro che nessun’altra squadra al mondo può vantare. Tant’è che il nome Rapid compare, alla voce 1941, sia nell’albo d’oro della Bundesliga tedesca, che in quel­lo della Bundesliga austriaca.

Ma ecco il fatto. Il 22 giugno 1941 il Rapid Vienna affronta gli agguerritissimi rivali dello Schalke 04 per la finale che as­segna la vittoria nel campionato tedesco: dopo un tempo chiusosi sul 3-0 per i “Minatori”, l’Olympiastadion di Berlino è testimone di un‘incredibile rimonta dei biancoverdi e tre delle quattro re­ti che ribaltano la situazione in favore del Rapid portano pro­prio la firma di uno scatenato Binder; lasciando per sempre il segno nella storia, quella con la “S” maiuscola, oltre che in quel­la più piccola del Rapid Vienna e del calcio mondiale.

Dopo l’annessione alla Germania di Hitler, il Rapid trionferà anche nella Bundesliga 1940/41

Nel 1953 i viennesi disputano a Bruges un torneo internazionale, che ha tut­ta l’aria di una prova generale per il debutto nelle coppe europee: una serie di prestazioni di tutto rilievo coronata da un 6-1 con cui il Rapid travolge i forti in­glesi dell’Arsenal. I nomi più si­gnificativi di quella formazione sono Ernst Happel, Alfred Kòrner e Robert Dienst in at­tacco, Walter Zeman in porta. I biancoverdi sono i primi austriaci a giocare in Coppa dei Cam­pioni, nel 1955, ma, dopo aver superato gli olandesi del PSV Eindhoven, si fermano contro il Milan, che li sommerge con un 7-2 a San Siro. L’anno successivo è il Real Madrid che mette fuo­ri causa i viennesi, ma non senza soffrire: sconfitti in territorio au­striaco, gli spagnoli devono dare fondo a tutte le loro risorse ago­nistiche per aggiudicarsi lo spa­reggio.

Nel ’60-61 il leader della squadra è il mediano Gerhard Hanappi e, guidato da lui, il Ra­pid raggiunge le semifinali di Coppa Campioni dopo aver eli­minato Besiktas Istambul, Wismut Aue, IFK Malmo. L’avver­sario di quella semifinale è il Benfica, poi vincitore della Cop­pa: dopo un secco 3-0 dell’anda­ta, la gara di ritorno è sospesa per l’intervento delle forze dell’ordi­ne che tentano di sedare i disor­dini provocati dai tifosi austriaci inviperiti per tre presunti calci di rigore non concessi: il bilancio è di 63 feriti.

Il protagonista asso­luto degli anni Settanta è senza ombra di dubbio Johann Krankl, attaccante capace di se­gnare reti a valanga e di conqui­stare nel 1974 la “Scarpa d’Ar­gento”, con 34 gol segnati nel campionato austriaco, e nel 1978 la “Scarpa d’Oro” grazie alle sue ben 41 reti messe a segno in quell’anno. A questo punto in Spagna pensano che sia l’unico in grado di sostituire Johan Cruijff al Barcellona, Krankl si allontana così da Vienna per vestire la maglia azulgrana e presto ripaga la fiducia dei dirigenti del Barcellona con 29 reti messe a segno nella Liga. Ma l’ambiente che trova in Spagna non è quello in cui è cresciuto e a cui è indisso­lubilmente legato e decide di trascorrere la fase finale della car­riera al Rapid, dove torna poi co­me allenatore, dopo aver fatto la prima esperienza da tecnico all’Austria Salisburgo.

Il Rapid Vienna nella finale di Coppa Coppe del 1985: Peter Pacult, Karl Brauneder, Zlatko Kranjcar, Kurt Garger e Hans Krankl. Accosciati da sx: Leo Lainer, Peter Hrstic, Heribert Weber, Michael Konsel, Rudi Weinhofer e Reinhard Kienast.

Nel 1985 arriva la prima finale di una coppa europea, gli avversari so­no gli inglesi dell’Everton, che vincono per 3-1 e sono gli ultimi inglesi ad aggiudicarsi un trofeo europeo prima del lungo digiuno dovuto alla sospensione del dopo-Heysel. Con lo jugoslavo Ot­to Baric in panchina, il Rapid si aggiudica due titoli nazionali consecutivi (1986-87 e 1987-88) e una coppa d’Austria (1987). L’ultimo periodo di grazia dei biancoverdi è quello che comin­cia con la vittoria, nel 1995, del­la coppa nazionale nella finale contro il DSV Loeben (1-0) e continua l’anno successivo con un brillante percorso in Coppa delle Coppe: dopo aver eliminato il Feyenoord in semifinale il Ra­pid si aggiudica il diritto di di­sputare la finale a Bruxelles con­tro il Paris Saint Germain ma a spuntarla sono i francesi, che si impongono per 1-0. Negli anni Duemila arriveranno un altro paio di scudetti e una serie di piazzamenti in campionato dietro ai rivali stratosferici del Salisburgo.