Chinaglia USA e getta

E’ il giugno del 1975, Giorgio Chinaglia il centravanti-monstre della Lazio, reduce da una stagione non certo all’altezza della precedente, quella che portò allo storico primo scudetto biancoceleste, è in vacanza negli Stati Uniti, patria della moglie Connie Eruzione, assieme ai figli.

La stampa e tifosi gli hanno gettato veleno per tutto il campionato. Giorgione non le manda certo a dire, e si sfoga:

«Pure nella stagione dello scudetto su molti campi ricevevo fischi, ma i limiti non erano stati passati, mi rendevo conto che la Lazio, siccome vinceva, era diventata antipatica. Insomma, era una contestazione accettabile, mentre quando l’ultima stagione è cominciata, sin dal ritiro di Pievepelago, dopo i Mondiali che io non immaginavo potessero essere per me così amari, ho capito che le cose si mettevano male. Ne parlai con il presidente Lendini e con Maestrelli. II presidente mi rassicurò, invece Maestrelli era pure lui preoccupato. Purtroppo avevo ragione io a essere pessimista. Il “dalli a Chinaglia” è diventato di moda, ho sofferto le pene dell’inferno. Dice: ma ti saresti dovuto abituare! Balle, a certe cose non ci si abitua. Uno si sente insultare ma non può reagire, migliaia di voci anonime che ce l’hanno con te, che ti urlano le cose più cattive e tu puoi solo guardare verso le tribune, avere una voglia matta di alzare i pugni, di minacciare, ma poi non lo fai perché tanto non servirebbe a nulla».

Gennaio 1975, Lazio-Fiorentina 1-2

“Long John” ha venduto tutte le proprietà romane e ha preso casa negli Stati Uniti. Si è sparsa la voce che non voglia tornare, che pretenda da Lenzini il via libera per trovar posto nel “soccer” che tenta il lancio in grande stile nel Paese a stelle e strisce.

Lui smentisce: ammette di prepararsi un futuro nel paese di sua moglie (sta entrando in affari col suocero), ma è pronto dopo le vacanze a tornare alla Lazio come da contratto. Invece, di li a pochi giorni, scoppia la bomba. Chinaglia vuole accasarsi al Cosmos, il club di New York che a partire da Pelé va rastrellando stelle per lanciare il calcio in pompa magna.

«I miei impegni con la Lazio si sono conclusi il 30 giugno 1975. Non ho voluto nemmeno sapere quale cifra mi sarebbe stata offerta quest’anno per un eventuale rinnovo».

Assieme a Giancarlo Ferrari, il suo presunto sostituto

Il presidente Lenzini tenta di ricucire il rapporto, poi si arrende e acquista dall’Avellino (Serie B) il ventiseienne Giancarlo Ferrari, statura e un incedere un po’ goffo alla… Chinaglia (che dagli States lo descrive così: «È alto e gobbo come me…»).

Sono giorni bollenti. La tensione tra il reprobo (che accusa il “clan” laziale di Re Cecconi e Martini di avere fatto “epurare” Oddi, Frustalupi e Nanni per aver mano libera) e il presidente sale ai massimi livelli. Domenica 27 luglio, giorno del raduno della Lazio, in una pagina a pagamento del “Corriere dello Sport”, Chinaglia saluta i tifosi, ovviamente a modo suo.

Lenzini arriva al raduno e ribatte secco: «Chinaglia ha ringraziato i tifosi, noi diciamo grazie a Chinaglia per essersi tolto finalmente dalle… ehm, piedi». La durezza delle reciproche accuse sembra non lasciar spazio a ripensamenti, quand’ecco, subito dopo Ferragosto, il nuovo colpo di scena: convinto da Tommaso Maestrelli e dalla nostalgia per il calcio italiano (versione ufficiale), Chinaglia sale su un aereo per l’Italia e si mette a disposizione della Lazio.

Estate 1975: Maestrelli assieme a Wilson e Chinaglia. Long John questa volta è ritornato a casa.

Gli insulti? Le accuse a Re Cecconi e Martini e ai dirigenti? Tutto dimenticato. Spiegazione: la Lazio non gli ha concesso il nulla osta per l’ingaggio negli States e Giorgione ha dovuto piegarsi, previa rassicurazione di Maestrelli, il suo secondo padre, ammalato ma in fase dì miglioramento, che per la stagione successiva avrà il sospirato transfer per il Cosmos.

Con questa premessa, per la Lazio la stagione si risolverà in un disastro e Maestrelli, ufficialmente consulente, dovrà tornare in panchina dopo otto giornate. Ma la trattativa-Chinaglia andrà avanti in gran segreto.

E a primavera del 1976, con il campionato nella fase cruciale, i tifosi della Lazio, che hanno riaccolto come un trionfatore Long John solo pochi mesi prima, subiscono una nuova doccia fredda: il Cosmos acquista Chinaglia dalla Lazio per 450 mila dollari.

L’ultimo saluto di Long John al pubblico laziale

Il 25 aprile, in occasione del match casalingo col Torino, il centravanti dà l’addio al pubblico dell’Olimpico con un discutibile saluto romano, prima di imbarcarsi, la sera stessa, da Fiumicino per gli Stati Uniti. La Lazio ne denuncia la “fuga” alla Lega, formalità per cautelarsi contro l’accusa di non aver schierato nel finale la miglior formazione.

La squadra biancoceleste riuscirà a salvarsi sul filo di lana e Chinaglia, sia pure con qualche ritardo, avrà il transfer per giocare con Pelé. Cominciando una nuova e lunga carriera, gonfia di dollari e gol.

1979, Chinaglia ai Cosmos assieme alla moglie Connie Eruzione