L’Anderlecht si presenta alla finale di Amsterdam con un ottimo biglietto da visita: 20 reti in 8 partite danno infatti l’idea della continuità del suo brillante gioco d’attacco, incapace di trovare il gol soltanto nell’andata della semifinale contro il Napoli, in Italia, davanti a 90.000 tifosi scatenati. Ma nel ritorno a Bruxelles torna tutto come prima: 2-0 e finale per i belgi.
Ad Amsterdam, i biancomalva devono affrontare un Hamburger SV che, dopo aver iniziato la stagione europea con un deludente 1-1 contro i modesti islandesi dell’IBK Keflavík, mette in mostra un’impressionante miscela di tecnica sopraffina e caparbietà tipicamente tedesca. Ne è un perfetto esempio il ritorno della semifinale contro il’Atletico Madrid: sotto per 3-1 dopo l’andata in terra spagnola, l’Hamburger SV non si dà per vinto e si impone in casa per 3-0.
All’Olympisch Stadion si respira un’aria elettrica grazie ai 58.000 tifosi presenti, più o meno equamente divisi fra le due squadre. Fin dal calcio d’inizio appare chiaro che la formazione tedesca (con Manfred Kaltz in difesa, Felix Magath e Caspar Memering a centrocampo e l’esperto Georg Volkert sull’ala) ha tutto quello che ci vuole per respingere l’assalto dei belgi, il cui attacco è stato rafforzato per l’occasione da Arie Haan, schierato da Raymond Goethals in una posizione per lui insolita. Il gol del vantaggio tedesco arriva a 12 minuti dalla fine grazie a un calcio di rigore trasformato da Volkert. I belgi provano a reagire, ma non sono in serata: Magath trova un buco nelle maglie della difesa biancomalva e a 2 minuti dal fischio finale sigla in contropiede il raddoppio amburghese. L’Anderlecht diventa così la quarta squadra a fallire la doppietta di vittorie consecutive in Coppa delle Coppe.
La rete di Felix Magath
Il Napoli 1976/77 di Bruno Pesaola parte per l’avventura in Coppa eliminando facilmente i norvegesi del Bodoe Glimt con un 3-0 complessivo (due reti di Speggiorin in trasferta e rete di Massa al San Paolo). Il fortunato sorteggio degli ottavi propone i ciprioti dell’Apoel che a sorpresa impongono un pareggio in casa loro: 1-1 con la rete-salvezza di Savoldi su rigore a tre minuti dalla fine. In primavera per i quarti di finale è la volta dello Slask Wroclaw di Zmuda. In terra polacca è decisivo il portiere di riserva Favaro che salva il risultato su Garlowski, del resto l’avversario si rivela ben poca cosa. Al San Paolo bastano cinque minuti a Massa per sbloccare il risultato e al 50′ Chiarugi sigilla il match proiettano i partenopei alla loro prima semifinale europea.
Dove incontrano i belgi dell’Anderlecht che per quasi tutta la gara d’andata riescono a contenere le sfuriate degli uomini di Pesaola ma a cinque minuti dalla fine Juliano crossa per Bruscolotti che firma la rete del successo per 1-0. Quindici giorni dopo, il 4 aprile, al Parc Astrid di Bruxelles, succede di tutto: l’arbitro è Bob Matthewson, rappresentante in Inghilterra della birra Bellevue che oltre ad essere di proprietà del presidente dell’Anderlecht, è anche lo sponsor della squadra belga. Pronti, via, segna Speggiorin ma il gol è annullato, Esposito colpisce la traversa. Serata storta. Segnano Thissen e Van der Elst: Napoli eliminato tra le più feroci polemiche.
Andrerlecht – Napoli 2-0, semifinale di coppa delle coppe 1976-77, i giocatori del Napoli attorno all’arbitro dopo il goal annullato a Speggiorin
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