Mondiali 1998: Italia-Austria 2-1

Licia Granello – La Repubblica del 24/06/1998

Attenta Italia, ora c’è la Norvegia

Ancora una vittoria a chiusura di una gara in salita, ancora una volta gli ultimi 10′ a legittimare il risultato finale: l’Italia che guadagna l’accesso agli ottavi è una squadra poco bella e molto pratica, capace di assorbire i fischi e tradurli in giocate mirate e assassine, di restituire i dubbi al mittente solo dopo aver dubitato lei stessa. Però, funziona.

Bravo, Maldini, ad adattare in maniera progressiva la squadra alle proprie convinzioni: va letta così la sostituzione di Albertini con Pessotto, uno dei più tonici e meno disposti a farsi strapazzare dagli austriaci, che cominciano a collezionare ammonizioni fin dal 2′ (reazione su Nesta, che aveva appena commesso fallo su Pfeifenberger). L’entrata scombiccherata del laziale si trasforma in un’ autopunizione tremenda. Entra Bergomi, che va a occupare la posizione di libero, alle spalle di Costacurta, spostato in marcatura. L’ interista va anche spesso in raddoppio su Polster. L’Austria di Polster è soprattutto la squadra di Vastic, rissoso, rapido e mobilissimo: lo si vede ovunque, compreso il centrocampo, dove Di Biagio e soci sono quasi costantemente in debito di un uomo.

L’Italia, in compenso, è lentissima: prova a velocizzare Del Piero al quarto d’ora, ma dopo aver lasciato per le terre Schottel, il suo servizio pesca Vieri e Moriero in fuorigioco. I due sono in ritardo anche qualche minuto più tardi, a testimonianza che i ritmi troppo blandi mettono in difficoltà il reparto meglio dotato. Patimenti anche a sinistra, dove prima Mahlich e poi Vastic sovrastano un Maldini molliccio. Al 23′, Vastic, servito da Polster, alza troppo la mira. Subito dopo, le parti s’invertono e questa volta tocca a Cannavaro deviare la conclusione dell’ex torinista. Occorre arrivare quasi alla mezz’ora per applaudire l’Italia: combinazione Del Piero-Pessotto-Moriero, con tiro al volo largo alla destra di Konsel.

Gli austriaci sono duri, ma non cattivi: se gli azzurri hanno costantemente la peggio nei tackle è anche per poco tono generale. Durkin ammonisce in sequenza Vastic e poi Schottel, entrambi sorpresi a strapazzare Del Piero. In chiusura di tempo, Vastic semina Cannavaro e appoggia a due passi dalla porta: Pessotto calcia via la palla a un passo dalla linea. Squadre al riposo tra i fischi. Si riprende con l’Austria in attacco: al 2′, il tiro del solito Vastic, imbeccato dal bravo Reinmayer, viene deviato incolpevolmente da Bergomi. Pagliuca rimedia, bloccando la palla sulla linea. Un attimo dopo, però, l’Italia è in vantaggio: punizione ben calciata da Del Piero e bravissimo Vieri a bruciare sullo stacco aereo Polster, deviando la palla prepotentemente in rete.

Potrebbe raddoppiare, l’Italia, ma sul colpo di testa di Moriero, smanacciato da Konsel, l’arbitro inglese Durkin – pessimo – sanziona un precedente fallo di Vieri. Al 12′ , Maldini spinge Vastic in area, ma il fallo passa sotto silenzio. Al quarto d ora, Maldini richiama Vieri e inserisce Inzaghi. La squadra ha un soprassalto di rapidità, accentuato dall’ingresso in campo di Roberto Baggio, al posto dello stanco Del Piero.

Nel frattempo, Pagliuca si è guadagnato il 7 in pagella respingendo la palla calciata in rovesciata da Wetl, a due passi da lui. Sembra l’inizio dell’ assalto al fortino made in Austria, e invece si sveglia l’Italia: al 38′, Inzaghi sbaglia servendo Moriero con Baggino libero di fianco a lui: l’ interista calcia a lato. Al 40′ Inzaghi anticipa di un soffio Konsel. L’ attaccante viene fermato subito dopo per un fuorigioco inesistente. Il gol della tranquillità arriva al 90′ : prezioso, il triangolo Baggino-Inzaghi-Baggino, facile e vincente la conclusione del piccolo principe. Così, quasi non fa male il rigore di Costacurta su Reinmayer, trasformato dal subentrato Herzog: un dispiacere piccolo così a fronte di tanta, naturale soddisfazione.

Dalla trincea alla danza di Baggio

di Candido Cannavò – Gazzetta dello Sport del 24/06/1998

Guardando i numeri, urra’: andiamo avanti a valanga. Sette punti l’Italia, tre appena il Cile che va a scontrarsi con il Brasile. Ma se il brindisi per gli azzurri e’ una santa benedizione, il cuore che ci picchia dentro il petto denuncia i suoi patimenti e si ribella all’euforia. Ce la siamo vista brutta, ragazzi, prima di domare gli assatanati austriaci e di inchiodarli a una sorta di tiro a bersaglio negli ultimi minuti. E’ stata la piu’ maldiniana delle partite: nel bene, certo, ma anche nei risvolti coronarici.

Viva Vieri, viva Baggio. I gioielli del nostro mondiale non si smentiscono. Ma, poveri azzurri, che calvario prima dei sorrisi: traumatizzati dall’incidente a Nesta subito all’inizio, picchiati col consenso di un arbitro inglese che ha ammonito un sacco di gente ma doveva espellerne altrettanta, allarmati dal vantaggio del Cile sul Camerun, costretti persino a costruire una trincea d’altri tempi davanti a Pagliuca che ci ha regalato un miracolo nel momento peggiore.

Poi, con gli austriaci ormai accecati dalla rabbia, Moriero, Baggio e Inzaghi hanno ricordato al mondo che l’Italia e’ la patria del balletto. Quelle danze finali, che potevano portarci sul 4-0, meriterebbero un commento di Carla Fracci. Spacchiamo la mela a meta’. Da una parte c’e’ la sostanza: il successo, la qualificazione, l’infinita capacita’ di lotta, il cuore.

C’e’ Vieri, tornato capocannoniere, che ieri ci ha sollevato dagli incubi con un gol che non evoca Nordahl, Piola o Chinaglia, bensi’ il grande John Charles che segnava di testa con due difensori appesi al collo. C’e’ ancora il terrificante potenziale offensivo della squadra che puo’ permettersi le perentorie incursioni di Del Piero e i balletti di Baggio, la potenza di Vieri e la fremente agilita’ di Inzaghi, con l’aggiunta della salubre follia connessa agli scatti di Moriero.

E c’e’, infine, tra le cose buone, il recupero leggendario di Bergomi che, a sedici anni di distanza dal suo titolo mondiale, di diverso ha solo la mancanza dei baffi che lo battezzarono Zio. A questo punto, si puo’ addentare senza spaventi l’altra parte della mela. E qui si rischia di tornare sul lettino dello psicanalista, perche’ e’ inconcepibile che una squadra nettamente piu’ forte, superata la fase piu’ inquietante della partita, si disarmi quando va in vantaggio e apprende che il Cile e’ stato raggiunto dal Camerun.

La tranquillita’ dovrebbe generare sicurezza, spettacolo. Ne vengono fuori, invece, almeno 20 minuti di angoscioso ripiegamento, con rischi sproporzionati alla pochezza degli austriaci. Cosa ci faceva Moriero sulla linea di porta? E’ finita col balletto di Robi Fracci, ma quella meta’ campo azzurra impietrita, quelle immagini di paura non vorremmo piu’ vederle. E neanche sognarcele stanotte.

23 giugno 1998 – Parigi
ITALIA – AUSTRIA 2-1
Reti: Vieri (I) al 3′ s.t., R.Baggio (I) al 45′ s.t., Herzog (A) su rigore al 46′ s.t.
Italia: Pagliuca; Nesta (Bergomi dal 4′ p.t.), Costacurta, Cannavaro; Moriero, D.Baggio, Di Biagio, Pessotto, Maldini; Vieri (Inzaghi dal 15′ s.t.), Del Piero (R.Baggio dal 28′ s.t.). Allenatore C.Maldini
Austria: Konsel; Mahlich, Schottel, Feiersinger, Pfeffer, Wetl; Pfeifenberger (Herzog dal 34′ s.t.), Reinmayr, Kuhbauer (Stoger dal 29′ s.t.); Polster (Haas dal 17′ s.t.), Vastic. Allenatore Prohaska
Arbitro: Durkin (Inghilterra)

LE PAGELLE

PAGLIUCA 7
Il portiere che da’ sicurezza. Quasi inoperoso per tutto il primo tempo, quando poi c’e’ bisogno della parata – salvezza, eccolo pronto a sfornare il miracolo
NESTA s.v.
Sfortunatissimo. Dopo poco piu’ di 2′ il suo mondiale finisce per entrate scomposte di due avversari contemporaneamente. Grave perdita
BERGOMI 7
Entra per cosi’ dire a freddo e sembra che giochi nell’Inter. Da’ tranquillita’ a tutti e non sbaglia quasi nulla. Poche finezze e molta sostanza
COSTACURTA 6,5
Cambia posizione, ma non perde efficacia
CANNAVARO 6,5
Vastic gli crea qualche problema, Polster lo maltratta, ma alla distanza esce vincitore con stacchi di testa imperiosi
MORIERO 6
Gara sofferta la sua contro un Wetl che lo costringeva spesso a fare il terzino. Si e’ diligentemente sacrificato in un lavoro oscuro, ma qualche spunto in avanti lo ha piazzato lo stesso: suo il piu’ bel tiro della giornata
DINO BAGGIO 6
Meno in spinta rispetto a Montpellier e cala nella ripresa
DI BIAGIO 6,5
Utile soprattutto perche’ la sua decisione e la sua aggressivita’ rappresentavano l’antidoto giusto contro la tracotanza degli austriaci, ma nella ripresa ha perso misura nei passaggi e piazzamento
PESSOTTO 6
E’ stato l’uomo sorpresa della gara. Schierato al posto di Albertini perche’ piu’ abituato a giocare a sinistra. Evidentemente Maldini non era convinto della soluzione Di Biagio – Albertini. Lo juventino ha bisogno di raccordarsi meglio con i compagni
MALDINI 6,5
La gomitata di Polster lo ha rintronato e per un po’ ci ha tenuti sui carboni ardenti. Poi si e’ ripreso alla grande
VIERI 7
Un’altra gara di straordinario vigore fisico e di enorme produttivita’. Lui e’ stato in campo quando gli avversari picchiavano e lui non si fermava mai tenendoli sempre impegnati. Come non bastasse e’ arrivato ancora il suo gol determinante. Non sbaglia un colpo
INZAGHI 6
Ha assicurato corsa e freschezza atletica al momento giusto. E anche un bell’assist a Roberto Baggio per il 2-0
DEL PIERO 6
Gli austriaci non hanno fatto complimenti con nessuno, ma con lui hanno usato un trattamento speciale. Praticamente non si poteva muovere che veniva o stoppato o trattenuto o falciato. Un trattamento piu’ scientifico di quello riservato a Roberto Baggio dai camerunensi. Va a suo merito il fatto di non aver mai smesso di lottare e anzi ha contribuito al gol di Vieri
ROBERTO BAGGIO 6,5
Invocato dal pubblico e’ entrato in campo al posto di Del Piero. Ma Maldini l’aveva gia’ fatto riscaldare. Qualcuno parlera’ di staffetta, ma avendo gia’ impiegato Inzaghi e dovendo risparmiare un po’ di energie a un Del Piero non al top, era ovvio che entrasse Baggio. Che ha subito ripagato il tecnico della fiducia: un assist a Inzaghi (fuorigioco inventato dal guardalinee coreano), un gol in collaborazione con lo juventino e un’azione personale che ha strappato applausi.