Licia Granello- La Repubblica del 28/06/1998
Italia, la vittoria della sofferenza
Se è solo il risultato, a contare, questa è la cronaca facile di una vittoria ipotecata un attimo dopo il quarto d’ ora di gioco e rimasta contenuta nei numeri per la scarsa vena di Del Piero. Ma se si vuole guardare un passo oltre, soprattutto in proiezione quarti (e quindi, verosimilmente Francia), il racconto della partita è quello di una sofferenza lunghissima, prologo inquieto della partita che sarà, tra sei giorni, allo stadio Saint-Denis. Italia utilitarista e sveglia, capace di schiodare la partita dal pareggio proprio nel momento in cui la Norvegia quasi accennava a giocare.
Un gol nato e vissuto secondo un copione già abbondantemente sperimentato, addirittura identico alla prima azione della partita, quando Vieri, lanciato da Di Biagio, aveva fallito di un soffio l’aggancio col piede destro. Schema ripetuto al 18′, con palla recuperata dal romanista e lanciata in verticale sul centravanti, accompagnato con gentilezza nella sua percussione da Eggen, fino al momento di battere a rete, incrociando benissimo, di destro, con l’incolpevole Grodas battuto.
Intanto, Olsen aveva richiamato Leonhardsen per immettere Strand, mossa che induceva Maldini a cambiare le posizioni di centrocampo: per Albertini, appena il tempo di riassaporare il piacere di giocare nel proprio ruolo (centrale, di fianco a Di Biagio), e subito lo spostamento a sinistra, proprio come con il Camerun: ancora una partita in salita, per il milanista, nella posizione evidentemente sbagliata di marcatore decentrato, a fronte del peperino Mykland.
Il tempo di essere felici per il gol segnato, e Cannavaro sbaglia l’intervento sul temutissimo Flo: traversone del centravanti a uso e consumo di Strand, aiutato a cadere in area dalla manata potente di Dino Baggio. L’arbitro Heynemann non batte ciglio. Ancora Strand in passerella: palla recuperata a centrocampo e servita a Havard Flo: troppo morbido, il tocco dell’ esterno, per impensierire Pagliuca. Si ripete in chiusura di tempo, il portiere, neutralizzando con l’aiuto di Berg il pallonetto dolce, gratuitamente lussuoso, di Del Piero. Italia perfino più brutta, nel secondo tempo: lunga, sfilacciata, perfino in imbarazzo davanti alla più farraginosa macchina da gioco del Mondiale. Il tutto, con una serie di giocatori – Maldini, Moriero, lo stesso Vieri – in chiaro difetto di condizione.
Dopo un’ora di gioco, Maldini richiama il vago Moriero per inserire Di Livio. Subito dopo, Del Piero mette a lato di un palmo, su lancio di Albertini: tra fischi e lazzi, lo stadio si riempie di cori pro-Roberto Baggio. Maldini senior, inviperito, gira le spalle al campo e si mette a litigare con gli spettatori più vicini (!). Così impermalosito, il ct, che quando lo juventino esce, al suo posto entra Chiesa, lasciando Roberto Baggio a meditare in panchina.
Un attimo prima, Albertini aveva lasciato spazio a Pessotto. La Norvegia è a un passo dal pareggio: sul cross di Mykland, Flo salta più alto di Bergomi ed è bravo Pagliuca a neutralizzare in qualche modo il suo colpo di testa. Ultimo quarto d’ora da assalto al fortino, con l’Italia ancora e sempre zoppa a sinistra, dove Maldini junior fatica da morire e Chiesa s’improvvisa marcatore. I colpi di testa di Cannavaro, al centro, ricordano le respinte epiche di Pino Wilson. Quando Heynemann fischia la fine, la quota italiana del Vélodrome tira un lunghissimo sospiro di sollievo: archiviata la pratica Norvegia, da oggi è già ora di pensare alla Francia, se Francia sarà.
Vince l’Italia di Vieri e Pagliuca
di Gianni Mura – La Repubblica del 28/06/1998
Nel gioco del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, Cesare Maldini direbbe sempre che è mezzo pieno. E’ un ottimista. Ieri ha visto una bellissima partita, e mi fa molto piacere per lui. L’ Italia l’ha vinta 1-0. Con pieno merito e con gol del solito Vieri. Quattro partite, 5 gol. Sempre più bravo, sempre più utile (come Pagliuca, e anche Di Biagio). Sui fatti non si discute. I fatti dicono che l’Italia è già fra le prime otto del Mondiale e il 3 luglio a St. Denis incontrerà la Francia, sempre che il Paraguay non faccia miracoli. Più di così, personalmente, non avrei mai osato chiedere.
Lasciando da parte il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, ci si può divertire (dopo una partita così noiosa divertirsi è quasi obbligatorio) spostando una parolina, un ma. Italia bruttina ma vincente. Italia vincente ma bruttina. Da Marsiglia in poi, solo vincere contava, alla faccia del golden gol o morte improvvisa, alla faccia dei rigori, alla faccia di tutto. Obiettivo raggiunto. Se l’Italia è stata bruttina la Norvegia è stata bruttissima, assai peggiore di quanto l’avevo descritta alla vigilia. Per entrambe le squadre, l’attenuante è di un caldo africano, da savana. Come in America, già dopo cinque minuti i giocatori chiedevano da bere. Non sono orari, né temperature che propiziano lo spettacolo. Nemmeno Italia-Norvegia, peraltro.
La Norvegia ha il 4-5-1 annunciato, ma forse da oggi qualcuno dovrà dire al signor Olsen che i computer non sono tutto. Forse Berg è avanzato diciotto volte nella zona di Maldini figlio per il cross, ma se non è capace di crossare è tutto inutile. Così come è inutile un centrocampo a cinque con le caratteristiche dell’alce. Unica eccezione, una specie di folletto mediterraneo in quella adunata di tronconi biondi, Mykland. Che infatti già alla vigilia aveva annunciato che questa sarebbe stata la sua ultima partita, perché lui non si diverte a giocare come vuole Olsen. E ha perfettamente ragione. Né quelli che giocano né quelli che guardano possono divertirsi a questo calcio da ruminanti, che pure ha consentito al signor Olsen di avere la squadra imbattuta per 17 partite e 17 mesi.
Non è superstizioso e gli è andata bene, perché se Del Piero avesse infilato almeno una delle quattro palle-gol capitategli sul piede il risultato parlerebbe più chiaro e forte. Lenta e sgraziata dietro, lenta e impacciata in mezzo, lenta e poco pratica in attacco, dove T.A.Flo ha svariato sulle fasce, azzeccando da centravanti un colpo di testa dove è stato molto bravo Pagliuca, la Norvegia non è stata davvero nulla di speciale. Sapendo di averlo scritto in anticipo, non posso considerare questo 1-0 un’impresa titanica. è un risultato logico, che poteva essere più largo se Del Piero avesse avuto più mira e se la Norvegia avesse collaborato scoprendosi un po’ nel tentativo di rimontare.
Non avendolo fatto la Norvegia, per lunghi tratti i nostri difensori si sono passati la palla, la conquistasse chi stava sotto di un gol, ma ai norvegesi di pressare non è mai passato per la testa, si vede che il computer non vuole. In questa atmosfera sonnolenta e appiccicosa va segnalato (si era sullo 0- 0 dopo otto minuti) un annuncio dell’altoparlante col microfono dato in mano ad un autentico fregnone, che in un italiano stentato ha sillabato: “Si invitano i tifosi italiani di non comportarsi come uligani o saranno trattati come uligani”. Annuncio pericoloso, immotivato e in una certa misura provocatorio. I tifosi italiani, come quegli altri, sudavano (non freddo) e aspettavano il gol.
Non c’ è riuscito H. Flo, respinta di Pagliuca, c’ è riuscito Vieri al 18′ su lancio perfetto di Di Biagio. L’Italia ringrazia e mette il risultato in cassaforte. Può rimpolparlo al 36′ (testa di Dino Baggio su corner, blocca Grodas), può rimpolparlo con Del Piero (29′ ,41′ e 47′ pt, 21′ st). La Norvegia ha due sole occasioni, di testa: Berg al 46′ pt, fuori, e T. A. Flo al 26′ st, parato. Anche i numeri, insomma, danno ragione a Maldini. L’ Italia non ha incantato ma ha rischiato pochissimo.
Cannavaro va lodato per lo spirito di sacrificio, più che per l’elevazione, ma Bergomi e Costacurta lo hanno protetto il più possibile, mentre sulla loro destra (dove dovevano coprire Albertini e Maldini) i norvegesi hanno avuto più iniziative, che solo una desolante, manifesta broccaggine ha smorzato ben prima dell’allarme rosso. Per le mamme e i baggiofili dell’ intera Italia e del continente tutto, la notizia è che Maldini al posto di Del Piero non ha fatto entrare Dino Baggio ma Chiesa. E prima del cambio ha avuto un battibecco con tifosi alle spalle della panchina che chiedevano Roberto Baggio .
E alla fine, al cronista Rai che gli chiedeva spiegazioni in diretta, ha risposto secco che erano affari suoi. Essere così tesi dopo una vittoria non è un buon segnale. E poi Maldini ammetterà, che se ci sono 25 milioni di persone attaccate alla tivù per guardare l’Italia, questi sono anche affari loro, nostri, di tutti, e non solo suoi. Ad ogni modo, raramente ho visto partite più brutte in un Mondiale, in un Europeo e anche in un campionato italiano. Da buon patriota, attribuisco il 70% delle responsabilità alla Norvegia. Per il restante 30 fate voi.
27 giugno 1998 – Marsiglia
ITALIA – NORVEGIA 1-0
Reti: Vieri (I) al 18′ p.t.
Italia: Pagliuca; Costacurta, Bergomi, Cannavaro; Moriero (Di Livio dal 17′ s.t.), Albertini (Pessotto dal
27′ s.t.), Di Biagio, D.Baggio, P.Maldini; Vieri, Del Piero (Chiesa dal 32′ s.t.). Allenatore C.Maldini
Norvegia: Grodas; Berg, Eggen, Johnsen, Byornebye; H.Flo (Solskjaer dal 28′ s.t.), Mykland, Rekdal,
Leonhardsen (Strand dal 12′, Solbakken dal 39′ p.t.), Riseth; T.A.Flo. Allenatore: Olsen
Arbitro: Heynemann (Germania)
LE PAGELLE
PAGLIUCA 7,5
Ancora una parata provvidenziale che mette in salvo l’1-0. E’ questa e’ stata una di quelle parate che danno la dimensione del grande portiere: freddezza, prontezza di riflessi e scatto. E poi ha continuato a tenere a bada le tante teste che sbucavano come funghi nella sua area. Determinante come Vieri.
COSTACURTA 6
Un pomeriggio abbastanza tranquillo a passarsi e ripassarsi la palla con Bergomi e Di Biagio. Soltanto nel finale, quando è entrato in campo Solskjaer, ha dovuto darsi da fare.
BERGOMI 6,5
Primo tempo senza problemi e sbavature. Prendeva Tore Andre Flo quando entrava in area e si preparava a colpire di testa. E’ stato sorpreso una sola volta e ci ha pensato Pagliuca. Sembra giochi da sempre in questa squadra.
CANNAVARO 7,5
Marcatura azzeccatissima nonostante i tanti centimetri di altezza che lo dividono da T.A.Flo. Palla a terra ha sempre anticipato l’avversario annullandolo. Poi si è esaltato e ci ha salvato da parecchie situazioni intricate.
MORIERO 5,5
Ci aspettavamo di più dalla sua partita. Contro un avversario più potente, avrebbe dovuto osare di più lo sfondamento veloce, invece dalla sua parte son venuti pochi suggerimenti alle punte. Resta comunque un elemento fondamentale.
DI LIVIO 6
Entra nella ripresa, prendendo il posto di Moriero, e si mette diligentemente al servizio della squadra.
ALBERTINI 5
Comincia a destra, poi viene dirottato a sinistra perché Mykland opera su questo settore, ma lo perde spesso di vista. Non è uomo da marcatura stretta e soprattutto non è in forma. Gli riesce solo un bel lancio a Del Piero. Ma da lui si pretende molto di più. Sostituito a metà della ripresa.
PESSOTTO s.v.
Gioca una ventina di minuti al posto di Albertini: ingiudicabile.
DI BIAGIO 7
Stupendo il lancio che proietta Vieri al tiro dell’1-0. Poi s’impadronisce del centrocampo con grande autorità.
DINO BAGGIO 6,5
Cresce con il passare dei minuti. Con Vieri è l’unico ad avere la meglio con i norvegesi sul gioco aereo. Prova anche a dare profondità all’azione gettandosi in avanti.
MALDINI 6,5
Primo tempo un po’ in difficoltà contro H. Flo, poi cresce di tono e sicurezza e nella ripresa domina la sua zona anche se è costretto ad arretrare.
VIERI 7
Capocannoniere del mondiale e questo è già un grande attestato di merito. Sta rinverdendo la tradizione dei nostri centravanti da Paolo Rossi e Schillaci, sui quali per ora è in netto vantaggio di gol. Un gioiello la sua rete, oltretutto determinante come le altre che ha già realizzato in questo mondiale.
DEL PIERO 5
Ha fallito tre occasioni da gol, ma ciò sembra la conseguenza di una sua ridotta tonicità che veniva fuori anche nei complicati controlli di palla, nella difficoltà nel saltare l’uomo e di tirare con potenza. Speriamo che il tempo lavori a suo favore. L’Italia, per andare avanti, non puo’ fare a meno del miglior Del Piero.
CHIESA s.v.
Gioca un quarto d’ora. Ingiudicabile.