Ai Mondiali del 1998 il Brasile arrivò in finale. Ronaldo soffriva di una tendinopatia bilaterale al ginocchio sinistro: poche ore prima dell’epilogo contro la Francia, il Fenomeno accusò un malore, ma dopo un ricovero lampo giocò lo stesso in condizioni pietose. Perchè gli fu permesso l’ingresso in campo?
Mario Zagallo dormiva. Pochi metri più in là, nel bell’albergo che ospitava il Brasile, decine di persone – medici, giocatori, agenti della sicurezza – affollavano la stanza di Ronaldo, accalcandosi nel corridoio. «Dalla finestra vedevo tanta gente nella camera di Ronaldo», raccontò più tardi Paul Chevalier, il direttore dell’hotel, «ho sentito gridare più volte la parola: morto, morto, morto. C’è stato un parapiglia pazzesco: Ronaldo aveva avuto un malore». E Zagallo dormiva…
Sono le due e mezzo del 12 luglio 1998, il giorno della finale del sedicesimo campionato del mondo. Mentre Ronaldo, la stella del Mondiale, viene caricato in tutta fretta su una macchina e trasportato alla clinica Les Lilas, nessuno sente la necessità di bussare alla porta di Zagallo, il commissario tecnico. Che racconterà: «A un certo punto, verso le due e mezzo, sento delle grida, penso che siano i ragazzi che stanno scherzando e non ci faccio troppo caso. Alle 17, vale a dire due ore e mezzo dopo, sento bussare alla porta. Il dottore, Lidio Toledo, mi racconta tutto, mi dice che il ragazzo si è sentito male, mi dice che difficilmente sarà disponibile per la finale. Un momento assurdo. Guardo Toledo e gli chiedo perché non mi abbiano avvisato prima. Pensavamo che stessi riposando, è stata la risposta».
Secondo mistero di un pomeriggio ai confini della realtà. Il primo – il più importante – è il malore di Ronaldo. Cosa è successo al Fenomeno? Lui, il giorno dopo, non nasconde la paura: «Ho temuto di morire. Per trenta secondi sono stato malissimo, ho avuto le convulsioni. La lingua si è rovesciata, è arrivata fino in gola, mi mancava il respiro, avevo la bava alla bocca: così mi hanno raccontato i compagni. Ero sul letto, stavo parlando con Roberto Carlos. Poi lui si è girato e ha cercato di dormire. All’improvviso non ho capito più niente. Sudavo, non riuscivo a controllare i miei movimenti. Roberto Carlos ha sentito i miei lamenti e si è precipitato dal dottore. L’attacco è durato trenta secondi, al massimo quaranta. Non è stata, comunque, una crisi epilettica».
Non erano stati giorni facili, quelli. Ronaldo si era allenato poco per un malanno alla caviglia sinistra. Aveva fatto infiltrazioni, aveva preso medicinali. Forse troppi. E poi lo stress: chi avrebbe perdonato al Fenomeno una stecca nel giorno più importante? A distanza di tanti anni la causa del malore resta un mistero: nell’aprile del ’99 il Giornale allungò l’elenco delle ipotesi, avanzando quella di una fibrillazione atriale, una malattia al cuore subito smentita dal professor Carù, cardiologo dell’Istituto di Medicina dello Sport di Milano.
Non è questo l’unico giallo: chi si assunse la responsabilità di mandare in campo un giocatore dimesso dall’ospedale un’ora e mezzo prima della finale? Zagallo, tenuto quasi completamente all’oscuro delle reali condizioni del Fenomeno, la Federazione o addiritura l’onnipotente sponsor (la Nike)? Ronaldo risponderà nell’unico modo possibile: «Mi assumo ogni responsabilità. Sono sceso in campo perché mi sentivo bene: sono stato io a dire a Zagallo che sarebbe stato ingiusto tenermi fuori. Lui mi ha ascoltato, non mi ha negato questa possibilità. In ospedale mi hanno sottoposto a una serie dì esami. Mi hanno fatto una Tac, un elettrocardiogramma, un elettroencefalogramma. Tutte le analisi hanno dato esito negativo».
Alle 20 di quel 12 luglio, allo Stade de France vengono distrubuite le copie delle formazioni in tribuna stampa: Ronaldo non c’è. Alle 21 Francia e Brasile scendono in campo: il ragazzo che poche ore prima si sentiva morire è pronto a giocare. Giocare per modo di dire: non c’è nulla di divertente nel suo penoso trascinarsi sul prato. Un’impressione ancora peggiore susciterà il giorno dopo, all’arrivo a Rio: sulla scaletta dell’aereo Ronaldo barcolla, si appoggia alla balaustra, sembra quasi tremare. Lo sconcerto dell’opinione pubblica mondiale evaporerà senza aver trovato risposte. Come l’inchiesta parlamentare istituita da alcuni deputati brasiliani per chiarire i rapporti tra la Federcalcio e la Nike. «Voglio solo dimenticare», dirà Ronaldo. Sicuro che sia la scelta giusta?
Il mistero del Fenomeno raccontato dai giornali dell’epoca:
Ronaldo: accuse allo staff del Brasile
Il Corriere della Sera – 16 luglio 1998 – di Fernanda Campanelli e Gaia Piccardi
Una scelta folle e sconsiderata, l’ennesima stilettata al cuore del presidente dell’Inter Massimo Moratti, che martedi’ non aveva usato perifrasi: “Zagallo non doveva far giocare Ronaldo: ha pensato al campione e non all’uomo”. L’ultima e inquietante ipotesi sulla causa scatenante del malore che ha colpito il Fenomeno a poche ore dalla finale con la Francia arriva dal Brasile: il quotidiano “O Globo”, riportando le dichiarazioni di un’anonima fonte all’interno della commissione medica della Selecao, parla di una reazione a un’iniezione somministrata al giocatore a poche ore da Francia – Brasile. Ronaldo si sarebbe sentito male pochi minuti dopo che il medico della nazionale Livio Toledo gli aveva iniettato nel ginocchio infiammato una dose di cortisone e xilocaina, che gli avrebbe provocato una violenta reazione allergica. Per calmare la crisi e permettere al brasiliano di scendere in campo comunque, gli sarebbe poi stata somministrata un’altra iniezione di miorilassanti e ansiolitici. Troppo, anche per un Fenomeno. Ora ne e’ convinto pure il medico della Selenao Toledo, che ha dichiarato: “La sola tensione non giustifica le convulsioni, Ronaldo fara’ ulteriori accertamenti clinici”.
Da Rio de Janeiro, dove si e’ rifugiato per dimenticare la triste vicenda, Ronaldo ha chiesto ancora una volta tregua: “Lasciatemi in pace, cosi’ non vivo piu”. Sono state le sue ultime parole nel lasciare l’aeroporto di nascosto, diretto a casa della madre Sonia, nella zona di Barra da Tijuca. Il padre di Ronaldo, Nelio Luiz Nazario de Lima, si e’ lamentato: “Non ho tempo di parlare con mio figlio. Ronaldo e’ preoccupato, non riesce a dormire: teme di avere un’altra crisi di convulsioni mentre e’ a letto”. Dopo la sconfitta con la Francia, Ronaldo aveva dormito qualche ora nella villa di Lesigny abbracciato al padre: “Quando ha cominciato a prendermi a calci, sono andato a dormire sul divano”.
Dalla Francia, nel frattempo, filtrano particolari sul pomeriggio di paura vissuto dal Fenomeno prima della finale mondiale. Paul Chevalier, direttore dell’hotel “Grande Romaine” a Lesigny, ritiro dei brasiliani, e’ stato testimone delle ore di angoscia che hanno preceduto Francia – Brasile. “Ero nel mio ufficio – ha raccontato Chevalier -, a un certo punto ho visto correre le guardie verso la camera di Ronaldo. Io sono rimasto al mio posto, ma dalla finestra vedevo tanta gente nella stanza ed ho sentito gridare piu’ volte “e’ morto, e’ morto, e’ morto”. C’e’ stato un parapiglia pazzesco, le urla hanno svegliato tutti i giocatori che stavano facendo la siesta: Ronaldo aveva avuto un malore, una crisi di epilessia. Quanto accaduto ha certo creato un’atmosfera di tensione intorno alla squadra e cio’ si e’ avvertito piu’ tardi sul campo”.
Stando alla testimonianza di Chevalier, dunque, non c’e’ piu’ alcun dubbio che i giocatori brasiliani siano scesi in campo allo “Stade de France” sotto shock per quanto accaduto poche ore prima al compagno, del quale non avevano avuto notizie fino a mezz’ora prima della partita. “Ogni volta che partivano dal ritiro, i brasiliani erano accompagnati da allegria, tamburi e feste. Ma quando quella maledetta domenica la Selenao ha lasciato l’hotel, in pullman c’era un silenzio incredibile e irreale. Io e tutto il personale abbiamo capito subito che il Brasile aveva gia’ perso la coppa”.
LA REPLICA Il medico francese smentisce “Niente farmaci, solo stress” PARIGI – “Escludo l’epilessia, escludo l’avvelenamento da cibi o da medicine. Ronaldo ha avuto soltanto un breve malessere dovuto all’enorme stress: in termini clinici una contrazione del nervo vagale”. Il dottor Bernard Roger, responsabile del servizio radiografia, doppler ed ecografia dell’ospedale “Les Lilas”, che si trova in un sobborgo ad est di Parigi, e’ il medico che ha fatto i primi accertamenti su Ronaldo domenica scorsa, dopo il malore che ha colpito il Fenomeno poche ore prima di scendere in campo per Brasile – Francia. Il dottor Roger e’ categorico nell’escludere qualsiasi complicazione per il Fenomeno. “Comprendo perfettamente – afferma – che i compagni di squadra di Ronaldo e lo stesso giocatore abbiano potuto spaventarsi moltissimo vedendolo cadere a terra privo di sensi. Ma questo, in assenza di qualsiasi segnale di lesione, di malattia, di intossicazione, e’ qualcosa di molto comune fra gli atleti sottoposti a superattivita’ ed a grande stress fisico e mentale”. Il dottor Roger, che ha visitato diverse volte anche Christian Vieri ed e’ stato il primo a prestare i soccorsi ad Alessandro Nesta dopo l’infortunio contro l’Austria, spiega cosa puo’ succedere ad un giocatore sottoposto allo stress di Ronaldo. “Ho visto tanti atleti cadere svenuti prima di correre i 400 metri o prima di una gara. Escludo che Ronaldo sia epilettico, perche’ da tutti gli esami cerebrali non e’ stato evidenziato nulla”.