1973: l’omessa denuncia che condanna l’Atalanta

La storia dell’illecito per Atalanta-Sampdoria, durante la stagione 1972-73, che vide protagonisti l’ex allenatore bergamasco Paolo Tabanelli e il dirigente Franco Previtali

Paolo Tabanelli (Faenza 16 agosto 1915 – Genova, 20 ottobre 2000), a Bergamo era di casa. Quando faceva il calciatore, negli anni Quaranta, aveva giocato per sei stagioni in Serie A con la maglia dell’Atalanta. Vita da mediano, senza slanci, senza cadute. A fine carriera era rimasto nel giro e anche da allenatore aveva lavorato nella sua città d’adozione. Non aveva avuto molta fortuna. Nel 1973 si accontentava di un posto da osservatore alla Sampdoria. Ma a Bergamo tornava ogni volta che poteva: gli amici, gli ex compagni, l’aria di casa…

Non fu sorpreso insomma Franco Previtali (scomparso nel 2012), direttore sportivo dell’Atalanta, quando se lo ritrovò davanti quel giorno di maggio del 1973. Ma cosa porta il vecchio amico Tabanelli in quell’enorme valigione? «Trenta milioni. Sono per voi, se ci fate la cortesia di battere il Vicenza».

Per la domenica successiva, il 20 maggio, è in programma l’ultima giornata di campionato e sono ancora molti i verdetti in sospeso. Lassù ci sono Milan e Juve in lotta per uno scudetto che vinceranno in extremis i bianconeri dopo il naufragio milanista di Verona. Ma a Tabanelli e Previtali del testa a testa per il titolo non importa nulla.

Paolo Tabanelli

Atalanta e Sampdoria (oltre al Vicenza…) si dibattono sul fondo per evitare la retrocessione. A novanta minuti dal termine resta da assegnare il terzultimo posto, perché Palermo e Ternana ormai sono spacciate. Ebbene, a 22 ci sono Sampdoria e Vicenza, a 24 Atalanta, Roma e Verona. Ecco perché Tabanelli offre ai vecchi amici nerazzurri un premio a vincere.

La Sampdoria se la sarebbe dovuta vedere in trasferta col Torino: la sconfitta a Bergamo del Vicenza le avrebbe consentito di cavarsela con un pari.

«Caro mio» risponde Previtali, un po’ seccato, «non abbiamo bisogno dei tuoi soldi. Se perdiamo col Vicenza rischiamo di retrocedere noi. E questo dev’essere l’unico incentivo». La cosa andrebbe denunciata, e però come si fa – pensa Previtali – a mettere nei guai il vecchio Paolone? Facciamo finta di niente, ecco la soluzione. Ma siamo proprio certi che
i giocatori non avrebbero gradito e il gentile omaggio?

L’atroce sospetto si presenta all’incorruttibile diesse al 56’ di Atalanta-Vicenza, quando il nerazzurro Vianello realizza il più incredibile degli autogol. La reazione? Inesistente. Finisce così, 1-0 per gli ospiti. E a Torino intanto vince anche la Samp. Risultato: Roma, Sampdoria, Vicenza e Atalanta chiudono alla pari, a quota 24. Retrocede chi ha la peggiore differenza-reti, ovvero l’Atalanta.

A questo punto Previtali non può tacere: va all’ufficio Inchieste e denuncia la scellerata offerta di Tabanelli. Bravo – gli dicono ma non potevi pensarci prima? E allora è chiaro che la Sampdoria merita una punizione, ma a trarne vantaggio non può certo essere l’Atalanta, colpevole secondo la commissione giudicante, di ritardata denuncia.

Così i blucerchiati vengono penalizzati di tre punti da scontarsi però nel campionato successivo, mentre l’Atalanta viene multata e non evita la retrocessione. Sembra che da quel giorno Tabanelli a Bergamo non si sia più fatto vedere…

    25 marzo 2024 – Addendum
    Su richiesta di Matteo Martelli, nipote di Paolo Tabanelli (citato nel post) pubblichiamo quanto segue:
    “Faccio riferimento ad un vostro articolo del maggio 2022 intitolato 1973: l’omessa denuncia che condanna l’Atalanta, che mi è capitato casualmente di leggere ora. Ormai mio nonno è mancato da più di vent’anni e non può più dire la sua, ma l’ho conosciuto bene e sono stracerto che una cosa del genere non l’abbia mai fatta. Ho chiesto anche a mia madre, sua figlia, e anche lei che ha seguito mio nonno ovunque in tutte le sue avventure ha smentito categoricamente questa storia. So che la mia semplice parola non basta e che gli “atti” del processo sono depositati. Volevo solo esporvi la mia opinione e lo sdegno che provo nel leggere questa che sono sicuro sia stata una montatura per scaricare le colpe su una persona integerrima come fu mio nonno ormai quasi fuori dal circus del pallone.”