Ecco una selezione delle migliori domande/risposta che Giuan ha proposto dalle colonne de “La Repubblica” nella seconda metà degli anni 80
Vorrei farle notare che sulla pista della tecnica televisiva, Canale 5 ha superato la Rai. Abbiamo avuto un magnifico esempio in occasione del Mundialito ’87: le riprese sono state molto spettacolari. E lei che calcio ha visto al Mundialito?
Chi potrebbe battere, secondo lei, la seguente formazione (una nazionale italiana da Superga in poi): Cudicini, Burgnich, Facchetti, Trapattoni, Guarneri, Picchi, Domenghini, Schiaffino, Rossi, Rivera, Riva. Le regalo anche la panchina: Sarti, Bellugi, Tardelli, Mazzola, Prati. Allenatore Nereo Rocco; secondo: Cesare Maldini.
Caro Brera, ho rivisto Milan-Ajax e Milan-Benfica, seguendo quel programma del lunedì sulla terza rete. Devo essere sincero: mi son chiesto come lei possa aver criticato, non dico perseguitato, per anni Rivera. Mi è parso splendido, impeccabile, un autentico campione, soprattutto rispetto ai brocchi che popolano oggi i nostri campi.
Caro Brera, hai mai visto giocare il fratello di Maradona? Se non avesse quel cognome, oggi sarebbe in Italia, a guadagnare contratti? Non diamo forse un altro esempio di provincialismo (per non dire peggio)?
Caro Brera, la lotta per la salvezza è sempre uno dei temi più appassionanti del campionato. E’ una lotta dura, da poveri cristi, una lotta disperata che si decide, spesso, all’ultimo minuto dell’ultima partita. Non le sembra invece ridicola, patetica, assurda (mi perdoni la domanda, un po’ “forte”, ma la sua superba penna saprà come cavarsela; e poi vorrei conoscere le sue idee in proposito) la lotta per la salvezza eterna, per conquistarsi il paradiso, per garantirsi il “posto al sole”? Non è questa, come diceva un filosofo francese, Francis Jeanson, “la forma più bassa di salvezza, quella che consiste precisamente nel salvarsi”? Salvezza, dannazione, paradiso, inferno: non sono parole troppo grandi per un uomo? E poi: se Dio esiste, non può che essere un Dio d’ amore, di misericordia, di comprensione, di compassione. E allora, come può condannare, come può non perdonare?
Sono un tifoso pentito che non va più allo stadio. Ho preso troppe botte in curva e non ho più voglia di riprovarci. Aspetto di avere i soldi per trovarmi un posto numerato. Io credo comunque che la violenza sia inestinguibile in uno stadio. Ci sono troppi deficienti per poterla vincere. L’ unico modo è il mio: restare a casa. Lei che ne pensa?
Caro Brera, è capace di dare una risposta chiara e semplice, soprattutto definitiva a questa domanda: Liedholm sì o no? In altre parole lei lo terrebbe o lo inviterebbe a passare la mano? E quando Berlusconi dice che tutti gli acquisti sono stati fatti su suoi suggerimenti lei ci crede? Come è possibile che Liedholm abbia chiesto Galderisi eppoi gli preferisca Virdis, oppure gente come Massaro e Donadoni che sono l’opposto del gioco corto che lui ama?
Caro Brera, il suo articolo su Maradona mi trova d’accordo solo in parte. L’ argentino è un calciatore sublime, arrivato, ma un uomo pubblico fallito. Preferisco Pelè, Sivori, Di Stefano, Beckenbauer, Zoff e tanti altri. Cosa avrebbe scritto se Maradona, oltre che nato, fosse vissuto povero?
Perchè c’è sempre stata poca letteratura intorno a un fenomeno diffuso come lo sport? Perchè il giornalismo sportivo ha espresso solo uno scrittore, Gianni Brera?
Caro Brera, la fama di Nereo Rocco fu pari alle sue reali capacità di allenatore di calcio? Oggi un tecnico come lui sarebbe ancora in auge?
Caro Brera, noi gente di mare apprezziamo due cose: la concretezza e il buon vino che, è risaputo, giace quasi sempre nelle botti piccole. Ho visto spesso dei piccoli portieri quali Maier, Bento e Buyo parare proprio di tutto e mi sono chiesto se poi l’ equazione portiere=alta statura sia esatta. Vorrei quindi conoscere la sua opinione in merito e sapere se, anche nel passato, ci sono stati analoghi interpreti, bassotti, ma concreti. Mi stia bene, anzi benone.
Signor Brera, non Le sembra che le squadre italiane in questi ultimi anni tendano a liberarsi facilmente di calciatori che avrebbero potuto ancora dare il meglio, vedi Tardelli, Antognoni e tanti altri. Hamrin, Altafini, Boninsegna, Clerici, Canè, Sormani e tanti altri hanno terminato la carriera a 36-37 anni giocando a buoni livelli. Vorrei ricordare Silvio Piola, convocato in nazionale per Italia-Inghilterra a 39 anni.
Seguo spesso le sue rubriche, mi piace il suo stile. Ma perchè ce l’ ha tanto con la zona? Mi risulta che il Brasile, da lei spesso bistrattato, abbia vinto tre titoli mondiali giocando a zona; che il Liverpool o l’ Ajax abbiano vinto molte Coppe, subendo pochissimi gol. Ho anche notato questo: quando una squadra che gioca a zona prende un gol, lei dà subito la colpa al modulo. Quando una squadra che gioca a uomo prende un gol, lei non si lamenta.
Caro Brera, ammesso e non concesso che il valore dello sport dovrebbe essere quello di diminuire la forbice fra protagonisti e spettatori, com’ è possibile autorizzare la costruzione di un terzo anello allo stadio di San Siro? Già dal secondo anello (i vecchi “popolari”) non è possibile valutare il gesto atletico, il fallo di gioco, l’ eventuale “debito d’ ossigeno” del calciatore.
Egregio dottor Brera, siamo un gruppo di sostenitori interisti di Firenze. Dopo essere uscito dalla Coppa Uefa e dalla lotta per lo scudetto, Trapattoni ha sciolto il dualismo Scifo-Matteoli a favore del primo. Dato che attualmente il centrocampo è in fase sperimentale, proporremmo al Trap l’ avanzamento di Bergomi nel ruolo di mezzala a sostegno di Scifo. Infatti Bergomi possiede la potenza fisica e la caratura tecnica che, insieme alla velocità e alle doti realizzatrici, rappresentano, a nostro parere, le caratteristiche tipo per la mezzala moderna. Gradiremmo un suo autorevole parere in merito.