Copa Libertadores 1972: Independiente

Il ritorno dei Diavoli Rossi

L’Independiente nel 1964 era la prima squadra argentina a vincere la Coppa Libertadores e diede anche inizio a un ciclo che vedrà per ben 12 volte nei successivi quindici anni una squadra di questo Paese trionfare nella manifestazione. Nel 1972 proprio l’Independiente, a sette anni dalla sua seconda affermazione, fa tris aprendo una dinastia che durerà per quattro anni.

I rojos si presentano a questa edizione della Libertadores piuttosto rinnovati. Infatti, per esigenze di bilancio, i migliori giocatori della squadra sono stati ceduti ottenendo in cambio un buon gruzzolo di denaro utile ad operare alcuni investimenti che si riveleranno vincenti. I tifosi sono inferociti con la società per la partenza di molti idoli, quali Bernao ceduto al Deportivo Cali, Vicente De La Mata al Neca, squadra messicana, Anibal Tarantini al Boca e Hector Yazalde allo Sporting Lisbona. Le casse della società riprendono vigore, ma c’è grande scetticismo attorno alla squadra, che non viene considerata competitiva avendo perso molti pezzi pregiati. E proprio questo scetticismo, questa mancanza di fiducia, convincono il tecnico di origini polacche Wladislao Cap ad abbandonare la panchina dell’Independiente, sulla quale gli subentra Roberto Ferrero, ex difensore dei rojos.

Con queste premesse, tutt’altro che incoraggianti, inizia l’avventura della squadra di Avellaneda in Libertadores. Superato agevolmente il primo turno, fatale invece all’Atletico Mineiro di Tele Santana considerato favorito alla vigilia, l’Independiente si è ritrovato in un gruppo di semifinale abbastanza insidioso con Sao Paulo e Barcelona Guayaquil. Nonostante la sconfitta con i brasiliani, i rojos riescono a qualificarsi per la finale grazie anche ad una vittoria ottenuta per abbandono del campo da parte del Barcelona nella sfida di Avellaneda. Gli ecuadoriani infatti lasciarono la contesa dopo una rete molto contestata di Magàn al trentaquattresimo del primo tempo, poiché infuriati contro l’arbitro uruguaiano Barreto, che aveva anche espulso un loro compagno. Il 21 aprile in occasione della partita fra Sao Paulo e Barcelona, l’ingresso allo stadio Morumbi fu gratuito. Essendo il giorno della festa nazionale in Brasile, il Governatore dello Stato di San Paolo comprò tutti i biglietti messi in vendita dal club come regalo speciale per la sua gente.

Oswaldo “Cachito” Ramírez e Omar Pastoriza posano prima della finale di andata

Nella partita decisiva per l’accesso alla finale l’Independiente batte 2-0 il Sao Paulo con una rete di Balbuena direttamente su calcio d’angolo e una del tuttofare Mircoli, lesto a battere a rete da pochi passi in mischia. Dall’altro gruppo esce a sorpresa il nome dell’Universitario, la prima squadra peruviana ad approdare in finale. La squadra di Lima allenata da Roberto Scarone, già timoniere del Penarol bi-campione del Sudamerica a inizio anni Sessanta, si guadagna la finale ancor più inaspettatamente, se consideriamo che durante il girone di semifinale ha dovuto fare a meno di cinque titolari del calibro di Chumpitaz, Salinas, Percy Rojas, Munante e Bailetti impegnati con la Nazionale. L’Universitario prevale sulle due compagini di Montevideo, il Penarol e il Nacional, grazie alla differenza reti in quanto le tre squadre avevano concluso il girone appaiate.

La finale inizia a Lima, i generosi peruviani cercano in tutti i modi di portare a casa la vittoria ma vengono bloccati dagli esperti argentini. Percy Rojas ha la grande occasione ma il suo diagonale da posizione favorevole termina fuori. Ad Avellaneda l’Independiente ha vita facile. È la grande serata dell’attaccante Eduardo Maglioni, che prima infila il portiere peruviano con un potente sinistro in corsa da posizione angolata che va all’incrocio dei pali, poi raddoppia anticipando in scivolata un difensore avversario su assist di testa di Pastoriza. Percy Rojas segna il gol della bandiera per l’universitario, ma la Coppa ha già ripreso la strada di Avellaneda.

Maglioni apre le marcature nella finale di ritorno

Top: Ricardo E. Pavoni

Tra i protagonisti del ciclo che porterà l’Independiente a vincere ben quattro Libertadores consecutive c’è sicuramente Ricardo Elbio Pavoni, fortissimo difensore uruguaiano con il vizio del gol. Approdato ad Avellaneda a 21 anni nel 1965, proveniente dal Defensor di Montevideo che lo aveva lanciato appena sedicenne, Pavoni fu presente in tutti i trionfi dell’Independiente lungo i dieci anni successivi. Oltre alle cinque Libertadores, con lui in squadra finirono nella bacheca del club di Avellaneda tre Coppe Interamericane, tre campionati nazionali e una Intercontinentale.

Fin da subito il ruolo terzino sinistro fu di sua proprietà e il suo apporto si rivelò decisivo. Incontenibile sulla fascia e pericoloso in zona gol, Pavoni divenne ben presto la stella di una squadra composta da onesti gregari ma senza fuoriclasse di primo livello. Tra le partite che il nostro ricorda più favorevolmente c’è la finale del 1974 contro il Sao Paulo: «Ci giocavamo la Coppa nello spareggio dello stadio Nacional, in Cile, io segnai su rigore il gol del vantaggio e della nostra vittoria, poiché in seguito Carlitos Gray, il nostro portiere, riuscì a parare un rigore ai brasiliani».

Finale di Andata – Lima, 19-05-1972
Universitario – Independiente 0-0
Reti: –
Universitario
: Ballesteros, Soría, Cuellar, Chumpítaz, Luna, Techera, Carbonell (Uribe), Castañeda, Ramírez, Rojas, Bailetti.
Independiente: Santoro, Commisso, Sá, Garisto, Pavoni, Pastoriza, Raimondo, Semenewicz, Balbuena, Mircoli, Saggioratto (Bulla).
Arbitro: Marques (Brasile)
Finale di Ritorno – Avellaneda, 24-05-1972
Independiente – Universitario 2-1
Reti
: 6′ Maglioni (I); 61′ Maglioni (I); 79′ Rojas (U)
Independiente: Santoro, Commisso, Sá, Garisto, Pavoni, Pastoriza, Raimondo, Semenewicz, Balbuena, Maglioni (Magán), Saggioratto (Mircoli).
Universitario: Ballesteros, Soría, Cuellar, Chumpítaz, Luna, Techera (Alva), Cruzado, Castañeda, Munante, Rojas, Ramírez (Bailetti).
Arbitro: Favilli Neto (Brasile)