Il 15 giugno 1983, i campioni nordamericani rifilarono una sonora batosta ai detentori del titolo europeo.
- Testo di Sergio Taccone (autore del libro “Storie di Cuoio. Pezzi scelti di calcio”, prefazione di Darwin Pastorin, Narrazioni Sportive, 2022).
Il 15 giugno 1983, al Giants Stadium di New York si giocò la sfida definita “la resa dei conti dei campioni”. Un’amichevole di grande prestigio: da una parte il Cosmos, club che deteneva il titolo nordamericano, dall’altra l’Amburgo, fresco vincitore della Coppa dei Campioni, conquistata tre settimane prima, battendo ad Atene la Juventus di Trapattoni. Undici giorni prima, la squadra di Ernst Happel aveva chiuso in modo trionfale la stagione ufficiale, centrando anche il secondo titolo consecutivo in Bundesliga grazie alla miglior differenza reti rispetto al Werder Brema di Otto Rehhagel. In quell’annata, gli anseatici subirono appena due sconfitte in campionato, rimediate in trasferta contro Arminia Bielefeld e Werder Brema. La stagione 1982/83 dell’Amburgo andava in archivio come quella di maggior successo nella storia del club. La compagine statunitense si era appena aggiudicata la Coppa Transatlantica, precedendo in classifica la Fiorentina di De Sisti. L’amichevole contro gli anseatici si giocò in una serata umida, davanti ad oltre trentamila spettatori, giunti al Giants Stadium per assistere ad una sfida molto attesa.
![](https://storiedicalcio.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2024/12/Amburgo-82-83-720x369.webp)
Con gli statunitensi c’era anche Franz Beckenbauer, ex di turno, agli sgoccioli della sua gloriosa carriera. Dopo aver lasciato il Cosmos, non prima di aver vinto il titolo Nasl nel 1980, il Kaiser era passato proprio all’Amburgo, firmando un biennale. Una parentesi impreziosita dalla conquista della Bundesliga 1981/82, precedendo Colonia e Bayern Monaco. Ad arbitrare l’amichevole di New York venne scelto Gino D’Ippolito, di origini italiane (Colledimezzo), con oltre duemila partite professionistiche e internazionali dirette. In carriera aveva arbitrato ogni genere di finale di calcio disputata negli States, tra la North American Soccer League (Nasl), l’American Soccer League (Asl), la Major Soccer League (Msl) e la Major Indoor Soccer League (Misl). Obblighi contrattuali con la Nasl lo avrebbero privato della direzione di gara di due finali Ncaa (National Collegiate Athletic Association). Il boicottaggio degli States contro le Olimpiadi di Mosca, nel 1980, negò a D’Ippolito l’esperienza olimpica.
![](https://storiedicalcio.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2024/12/Cosmos-83-Home-Teamx-720x417.webp)
Sul campo sintetico di New York, i campioni d’Europa partirono forte, sbloccando il risultato al 13’ con l’attaccante danese Allan Hansen su assist di Hartwig. Il vantaggio rispecchiava il predominio in campo dei tedeschi, privi di Horst Hrubesch e Jürgen Milewski. I problemi per Stein cominciarono intorno alla mezz’ora, dopo una giocata di Steve Moyers sulla sinistra. Palla in profondità per Rick Davis e tocco per il ventiduenne Roberto Cabañas, bravo a battere il guardiapali teutonico. L’autore del pareggio, al Cosmos da tre anni, vantava una Coppa America conquistata nel 1979 con il Paraguay. Immediata la reazione dell’Amburgo. Jimmy Hartwig, di testa, riportò in vantaggio i campioni europei sfruttando un’uscita sbagliata, su cross di Kaltz, di Hubert Birkenmeier, portiere tedesco naturalizzato statunitense, con numerose stagioni trascorse in Bundesliga. Nella prima frazione, la superiorità dell’Amburgo fu abbastanza netta.
Lo spartito musicale cambiò nella ripresa, con i padroni di casa capaci di prendere il controllo totale del gioco. Dopo una decina di minuti, taglio perfetto di Davis per Chinaglia: pareggio. Il 2-2 segnò la svolta dell’incontro. L’olandese Johan Neeskens superò Stein per la terza volta, Giorgione Chinaglia, su rigore, portò il risultato sul 4-2 a poco più di una decina di minuti dalla fine. Lunga rincorsa prima della battuta dal dischetto: palla alla destra del portiere, tuffatosi verso il lato opposto.
![](https://storiedicalcio.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2024/12/Cosmos-1983-06-13-Hamburg-magath-720x453.webp)
L’Amburgo rimase in balia degli avversari. Davis realizzò la quinta rete con una bella azione personale, scavalcando la linea difensiva tedesca prima di trafiggere Stein. Lo spettacolo dei Cosmos non era ancora finito. Rimase il tempo per altri due gol: la sesta rete dopo un’azione personale di Cabañas molto simile a quella di Davis, facendosi spazio nelle maglie, ormai larghissime, della linea difensiva dell’Amburgo. Triangolazione veloce con l’olandese Wim Rijsbergen, prima del tocco in rete dell’attaccante paraguaiano. Rijsbergen era un altro reduce dell’Arancia Meccanica, difensore dell’Olanda vicecampione mondiale 1974-’78. Allo scadere arrivò il settimo gol statunitense. Errore di Hartwig, palla scodellata in area da Cabañas, uscita a vuoto di Stein e deviazione facile dello jugoslavo Vladislav Bogićević, centrocampista difensivo con buone abilità di costruzione del gioco, un ex giocatore della Stella Rossa a New York da cinque anni.
I giornali statunitensi definirono il secondo tempo contro l’Amburgo come “la migliore frazione di gioco nella storia dei Cosmos”. John Belis, corrispondente del Courier News, chiese a Franz Beckenbauer: “Che cosa penseranno gli europei quando leggeranno il risultato della partita?”. Secca fu la risposta del Kaiser: “Penseranno che sia un errore, non crederanno al risultato finale”. Aggiunse il giornalista americano: “Un esito incredibile e difficilmente pronosticabile del primo confronto tra i campioni del Nord America contro i detentori del titolo europeo, umiliati dai sette gol subiti”.
![](https://storiedicalcio.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2024/12/Cosmos-1983-06-13-Hamburg-720x441.webp)
Per Ricky Davis, uno dei marcatori della partita, “è difficile accampare scuse quando subisci sette gol. Abbiamo dato spettacolo, arrivando anche in Europa attraverso le televisioni che hanno ripreso la partita”. Una tempesta perfetta affondò il vascello amburghese, un crollo maturato nella ripresa in meno di 24’, con cinque reti incassate dall’undici di Happel. L’ex Beckenbauer fornì all’Amburgo le attenuanti. “Loro sono al termine di una stagione lunga ed estenuante, con ottanta partite giocate in undici mesi. Hanno bisogno di andare in vacanza. Nel secondo tempo, noi siamo stati molto aggressivi mentre loro hanno mostrato un’evidente stanchezza. E’ stata solo un’amichevole ma sono certo che nessuno si aspettava un risultato come quello maturato sul campo a nostro favore”.
Una vittoria di larghissima misura ed ottenuta non contro una squadra di riserve: dieci dei dodici giocatori schierati da Happel a New York, quel 15 giugno ‘83, avrebbero disputato la finale di Coppa Intercontinentale contro i brasiliani del Gremio nel dicembre dello stesso anno. La partita del Giants Stadium diede un responso nitido: i Cosmos potevano competere anche con i vertici del calcio europeo. Poche settimane dopo, Franz Beckenbauer pose fine alla sua carriera di calciatore, Wim Rijsbergen tornò in Olanda, passando all’Helmond Sport. Si concluse la parentesi calcistica newyorchese anche di Giorgio Chinaglia, pronto a rientrare in Italia per diventare presidente della Lazio. Il suo bilancio con il Cosmos annoverò quattro campionati Nasl (1977-78-80-82), altrettanti titoli di capocannoniere (dal 1978 al 1981) e la targa di miglior giocatore della stagione (‘81). Il 1983 si chiuse per la squadra di New York con l’eliminazione, ai quarti di finale del campionato nordamericano, ad opera del Montreal Manic. Quell’anno, il titolo andò al Tulsa Roughecks, club calcistico fondato nel 1975 con la denominazione di San Antonio Thunder, spostatosi tre anni dopo a Tusla, città dell’Oklahoma. In finale vennero sconfitti i canadesi del Toronto Blizzard che schieravano, in attacco, l’ex juventino Roberto Bettega.
15 giugno 1983, Giants Stadium di New York |
---|
COSMOS-AMBURGO 7-2 (1-2) |
Reti: 12’ Hansen, 29’ Cabanas, Hartwig 31’, 54’ Chinaglia, 64’ Neeskens, 78’ rig. Chinaglia, 80’ Davis, 85’ Cabanas, 88’ Bogicevic. |
COSMOS: Birkenmeier, Eskandarian, Beckenbauer, Rijsbergen, Neeskens, Romero (Gee), Davis, Bogicevic, Moyers, Chinaglia (Di Bernardo), Cabanas. All. Julio Mazzei |
AMBURGO: Stein, Kaltz, Wehmeyer, Groh, Hieronymus, Rolf, Schmidt (Schroder), Hartwig, Djordjevic, Magath, Hansen. All. Ernst Happel. |
Arbitro: Gino D’Ippolito |
Spettatori: 31 mila. |
- Testo di Sergio Taccone (autore del libro “Storie di Cuoio. Pezzi scelti di calcio”, prefazione di Darwin Pastorin, Narrazioni Sportive, 2022).