4/12/1996: naufragio rossonero in Champions

Il racconto della clamorosa eliminazione del Milan contro il Rosenborg. Per Sacchi un triste ritorno sulla panchina milanista.

Richiamato Arrigo Sacchi in fretta e furia, dopo l’esonero dell’uruguaiano Oscar Tabarez, il Milan andò incontro ad una clamorosa disfatta europea. Era il 4 dicembre 1996, il giorno in cui la squadra rossonera venne sconfitta a San Siro e scavalcata in classifica dai norvegesi del Rosenborg, con conseguente eliminazione al primo turno di Champions League. Peggiore inizio non avrebbe potuto avere la nuova esperienza del tecnico di Fusignano, tornato sulla panchina del Diavolo dopo cinque anni e mezzo.

La sconfitta in campionato a Piacenza, gol decisivo di Pasquale Luiso con una spettacolare rovesciata, aveva sancito la fine della breve esperienza di Tabarez con il Milan, cominciata con il fiasco interno contro la Fiorentina in Supercoppa Italiana. Quattro battute d’arresto in campionato, l’eliminazione ai quarti di Coppa Italia e le due sconfitte europee contro Porto e Göteborg segnarono la sorte dell’allenatore sudamericano, arrivato a Milano dopo gli ottimi risultati ottenuti a Cagliari. Ricevuta la telefonata del presidente Berlusconi, Sacchi comunicò a Raffaele Pagnozzi, commissario straordinario della Federcalcio, la decisione di accettare la proposta del Milan, chiudendo l’esperienza come commissario tecnico dell’Italia iniziata nell’ottobre ‘91.

Una formazione della sfortunata stagione 1996/97

Ultima chiamata Champions

Passata la notte quasi insonne nella stanza numero 5 del centro sportivo di Milanello, la stessa di sempre, la prima mattinata di Sacchi da allenatore del Milan, alla vigilia della sfida europea contro i norvegesi, ebbe inizio con una fitta chiacchierata a colazione con i suoi più fidati collaboratori, a cominciare da Carmignani e Ramaccioni.

Quella contro il Rosenborg era l’ultima chiamata per superare la prima fase di Coppa dei Campioni. Dopo il punto conquistato in Portogallo due settimane prima, bastava un pareggio per qualificarsi come seconda del girone. Due mesi prima, al Lerkendal di Trondheim, i rossoneri avevano vinto con irrisoria facilità grazie ad un poker di reti rifilato alla squadra di Nils Arne Eggen, da cinque anni ininterrottamente campione di Norvegia, con tripletta di uno scatenato Marco Simone ed un gol di George Weah.

Sacchi con Carmignani e Ramaccioni: il triumvirato chiamato a risollevare il Milan

Sacchi ebbe pochissimo tempo per preparare la partita, diventata lo spartiacque della stagione. Il tecnico dell’epopea internazionale del Milan nel biennio 1989-’90 puntò sui veterani. Contro il Rosenborg, l’undici titolare comprese Sebastiano Rossi tra i pali, difesa con l’olandese Reiziger, Maldini, Costacurta e capitan Baresi, a centrocampo Albertini, Boban e Ambrosini, in avanti Savicevic alle spalle di Dugarry e Roby Baggio.

E’ una squadra che soffre”: furono queste le prime parole dell’ex ct azzurro. I tifosi sciorinarono sugli spalti di San Siro striscioni di forte contestazione contro i giocatori e la società. L’esonero dell’allenatore toglieva ogni alibi alla squadra. “Oggi paga solo Tabarez, domani pagherete voi”. Comparvero, inoltre, un “Bentornato a casa, Mister” e un “Grazie, Presidente”, rivolti a Sacchi e Berlusconi.

La partenza del Milan fu buona anche se con un ritmo tutt’altro che asfissiante. Dugarry si rivelò tra i più in forma, cercato spesso dai compagni di squadra con palloni alti, sganciati verso l’area norvegese da Albertini e Boban.

I norvegesi del Rosenborg scesi in campo il 4 dicembre

La partita

La prima occasione capitò sui piedi di Baggio: tiro lento, da buona posizione, ben controllato dal portiere. Il terreno in pessime condizioni complicò le cose. Ambrosini mise alla prova l’attenzione del guardiapali norvegese con una botta tesa, deviata in angolo da Jamtfall. Il Rosenborg scelse una difesa ordinata, agendo in contropiede, con cinque centrocampisti a protezione della linea arretrata, composta da un poker di difensori. In fase d’attacco, invece, Brattbak e Skammelsrud diedero supporto a Iversen, unica punta di ruolo.

Con il passare dei minuti crebbero gli affanni dei rossoneri. Savicevic tentò qualche colpo funambolico dei suoi. Le giocate del Genio montenegrino, bravo a saltare spesso l’avversario, finirono per ingolfare la manovra milanista, non trovando supporto nei compagni di squadra. In difesa, Reizeger mostrò ancora una volta delle palesi indecisioni. Poco prima della mezz’ora, come il morso di un serpente spuntato all’intrasatta, il Rosenborg sbloccò il risultato. Azione rocambolesca, partita da un tiraccio senza pretese deviato sfortunatamente da Baresi sui piedi di Brattbak, lesto a concludere alle spalle di un incolpevole Rossi.

Dagli spalti piovve in campo una selva di fischi. La faccia di Berlusconi s’incupì come ai tempi del ribaltone politico che aveva fatto cadere il suo governo. I rossoneri si buttarono in avanti e per il Rosenborg si aprirono varchi enormi in fase d’attacco. Dopo un rigore invocato da Dugarry, ad evitare il raddoppio provvide Rossi con una grande parata su Iversen. Con la pressione del Milan a dipanarsi senza lucidità, al crepuscolo della prima frazione, Baggio difese un pallone arrivato in area norvegese: tocco arretrato per Savicevic, respinta del portiere sui piedi di Dugarry e conclusione vincente del transalpino nel corridoio giusto. Rete! Un gol che permise ai rossoneri di tornare negli spogliatoi con la ristabilita parità.

Nella ripresa, Sacchi sostituì Baggio e Ambrosini con Simone e Panucci, spostando Savicevic sulla sinistra. Simone, memore della tripletta dell’andata, provò con un rasoterra. Fuori di pochissimo. Franco Baresi diresse il reparto arretrato, lottando su ogni pallone, con i suoi compagni di squadra ad alternare sciabola e baionetta ma senza mettere in difficoltà i norvegesi. A metà ripresa, il Rosenborg trovò il raddoppio. Spiovente in area del solito Brattakk, Maldini e Baresi sembrarono attendere l’uscita di Rossi che perse un attimo di troppo compiendo un pastrocchio. Il pallone, deviato di testa da Heggem, s’infilò beffardo in fondo al sacco, tra l’incredulità generale.

La disperazione milanista

La ventina di minuti conclusiva fu una camminata sui carboni ardenti. Il portiere milanista la passò fuori dall’area a schivare le bottigliate dei suoi tifosi. La sconfitta e l’eliminazione si materializzarono al triplice fischio dell’arbitro Bikas. Riesplose con più forza la contestazione dopo quel fiasco clamoroso, suggellato dalla topica di Sebastiano Rossi.

Per il resto, Reizeger confermò le critiche dei suoi detrattori (tanti) che continuavano a chiedersi il perché del suo arrivo a Milano. Costacurta sembrò la controfigura di se stesso, Baresi palesò non pochi affanni sui movimenti di Iversen e privo di fiato per suonare la carica come ai bei tempi. Maldini si rivelò l’unico a tentare di spingere in avanti dalla difesa. Savicevic, dopo un buon avvio, tornò in fretta dentro la lampada mentre Boban ebbe solo un lampo, sprecato da Baggio, non tralasciando Albertini e Ambrosini avulsi dal gioco. Con Baggio quasi impalpabile, l’unico ad esprimersi a buoni livelli fu Dugarry, encomiabile per impegno e determinazione. Gli innesti di Panucci e Simone non sortirono gli effetti auspicati da Sacchi. Il Milan, dopo un buon inizio, si perse per strada finendo nelle secche dell’eliminazione.

Il Rosenborg esulta: ha espugnato San Siro

Una stagione senza gloria

Cappellino in testa con il simbolo del Milan, Sacchi si presentò davanti ai microfoni dei giornalisti. “Una battuta grave per questa squadra, questa società e questi giocatori. – disse il tecnico rossonero – Ora bisogna lavorare pensando solo al campionato perché non è rimasto altro. Sono arrivato appena da due giorni e non so quanto tempo occorrerà ancora”.

L’artefice della “squadra perfetta” di fine anni 80 vide all’opera un Milan molle, intontito, dai riflessi spenti e con lo spirito annacquato. Un gruppo che aveva persino smarrito la capacità di arrivare facilmente al tiro, palesata sotto la breve gestione Tabarez. Un disastro su tutto il fronte come lo fu la restante parte di quella stagione che si concluse con i rossoneri undicesimi in classifica e fuori da tutto. Per Sacchi si trattò di un ritorno senza gloria sulla panchina rossonera, conclusosi appena sei mesi dopo.

Il tabellino della partita

MILAN-ROSENBORG 1-2
Reti
: 29′ Brattbakk, 44′ Dugarry, 70′ Heggem
MILAN: Rossi, Reiziger (77′ Locatelli), Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi, Boban, Ambrosini (46′ Panucci), Savicevic, Dugarry, R. Baggio (46′ Simone) – All. Sacchi
ROSENBORG: Jamtfall, Hoftun, Kvarme, Hjelde, Stensaas, Strand (89′ Jacobsen), Skammelsrud, Soltvedt, Heggem, Brattbakk, Iversen – All. Eggen
Arbitro: Bikas
Spettatori: 30 mila circa